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Autore: sku    14/04/2009    0 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29.
Leian era entrata in quel buco buio senza pensare realmente a quello cui andava incontro, si era aggrappata ai pioli che Rentro aveva installato e infine si era lasciata cadere toccando il pavimento sconnesso della caverna.
Il silenzio all'interno della grotta strideva con il caos della battaglia che si era appena lasciata alle spalle.
Mosse qualche passo ma poi si bloccò, consapevole di non essere sola in quell'oscurità, guardinga contro un nemico che non riusciva a comprendere in pieno.
- Ti stavo aspettando. - La voce uscì da quel nulla che la circondava impaurendola; Leian arretrò leggermente e pose la mano sulla corta spada che pendeva al suo fianco. Nel fare quel gesto si sentì stupida: non c'era nessun nemico fisico, come poteva la sua arma proteggerla?
- Credi avvero che ti farei del male? - La mezzosangue rifletté qualche secondo su quella domanda che era stata posta così dolcemente da essere quasi credibile. Leian era spossata ma rimase immobile cercando di combattere contro quella parte di lei che le gridava insistentemente di fuggire. Doveva restare. Doveva. "Ma perché?" si chiese senza sapersi dare una risposta.
- Tu sai perché sei qui? -
Leian non rispose. Era frastornata da quella voce che sembrava arrivare da tutte le direzioni attorno a lei, era confusa dall'assenza di un interlocutore reale che lei potesse vedere. Non aveva mai creduto che potesse esistere il buio assoluto, ma si era ricreduta. Quello lo era, nessun filo di luce a rischiarare quelle tenebre e a darle un po' di conforto e sicurezza. Nessuno a ricordale perché era lì e chi era.
- Il druido non te l'ha mai spiegato? -
La voce continuava con dolcezza a farle quelle domande a cui lei non sapeva dare risposta. Era inebetita. Si era aspettata qualcosa diverso, un avversario tangibile che il druido avrebbe sconfitto. Solo ora si rendeva conto dell'enorme errore che aveva commesso uccidendo Rentro precludendosi la possibilità di indagare ulteriormente su Abaddon.
- Io so perché sei arrivata fin da me. -
Quello in fondo non la sorprese, tutti sembravano sapere tutto di lei, i suoi motivi, i suoi sentimenti, cosa sarebbe stato meglio per lei. Tutti. Tranne lei stessa, ovviamente. Leian era stanca, sentiva che gli occhi le si stavano chiudendo e che lei non poteva impedirlo. Ma cosa sarebbe cambiato chiudendo gli occhi? Era già tutto così buio. Forse li aveva già serrati senza rendersene conto.
- Vorresti riposarti? -
La voce la cullava da ogni direzione, rendendola inerme. Poi qualcosa la disturbò, qualcosa che pulsava a contatto con la sua pelle. Allungò una mano verso il suo petto e toccò il sacchetto delle pietre attraverso la stoffa della casacca. Improvvisamente le tornò in mente perché era lì. Per compiere il suo dovere, per finire ciò che Allanon aveva iniziato mandandola nell'Anar con Dreiden.
- Sei sicura che sia quello che devi fare? -
Ancora domande insidiose dalle molteplici risposte, tutte giuste.
- Sei certa di sapere cosa il druido voglia effettivamente da te? -
Leian tentennò, nessuno poteva sapere il volere di Allanon, a volte Leian si era chiesta se lui stesso lo sapesse. Era lì per... distruggere Abaddon? Distruggere la distruzione?
- Pensi di poterlo fare veramente? Una piccola ragazzina mezzosangue piena di dubbi e rimorsi? - Non c'era ironia in quella domanda.
No, lei non poteva farlo veramente, la sua magia non ne sarebbe stata in grado.
- E poi sai bene che senza la distruzione non esisterebbe neanche la creazione. -
Lo sapeva, Allanon era stato chiaro su quello, una delle poche certezze che le aveva dato. Ma allora cosa doveva fare?
- Perché ti fidi ancora di lui? -
Perché non avrebbe potuto fare altrimenti, perché lui era saggio, lui l'aveva cresciuta, lui le aveva insegnato l'uso della magia e le aveva spiegato come comandarla.
- Sei sicura che te l'abbia insegnato? -
In effetti a volte le sembrava che la sua magia sembrava prendere il sopravvento su di lei, come quando aveva conosciuto Dreiden o come quando aveva ucciso Rentro. Eppure altre volte i suoi sentimenti non avevano interferito con i suoi poteri.
- Ti sei mai chiesta perché tu abbia la magia mentre tutti gli altri Elfi no? -
Sì, se l'era chiesto e l'aveva domandato anche ad Allanon ma lui aveva sempre detto che ignorava il perché di quel ritorno improvviso in lei e in sua madre.
- E tu credi davvero che non lo sappia? Che il druido ignori qualcosa? -
Doveva ammettere che la voce aveva ragione, in fondo, senza mai ammetterlo veramente, aveva pensato anche lei che fingesse di non saperlo; ma la sua fiducia in lui era sempre stata illimitata. Poi, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella caverna buia, Leian parlò.
- Allora perché ho la magia? -
Leian sentì un fremito nell'aria attorno a lei, come se Abaddon fosse soddisfatto di averla fatta parlare e soprattutto di averla fatta dubitare del druido. La ragazza rimase in attesa, ma sembrava che la risposta non dovesse arrivare. Era abituata a silenzi senza chiarimenti e non si scompose più di tanto.
- La magia degli Elfi è stata risvegliata da un evento preciso che il druido vuole tenerti nascosto per i suoi fini. Ti ha mentito dicendoti che tua madre era la prima dotata di poteri da millenni. -
- E tu come lo sai? - A Leian parve di sentire una risata nell'aria, di scherno e compatimento.
- Io esisto da sempre, come puoi pensare che ci sia qualcosa che mi sia nascosto? I poteri degli Elfi sono stati riportati alla luce da un uso improprio della magia dei druidi, quella magia che Bremen ha messo in mano ad un re del popolo di tua madre. -
- La spada di Jerle Shannara. - mormorò lei, mentre tutto le cominciava ad apparire in maniera così semplice, chiara e logica.
- Vedo che non ha avuto remore a parlarti di quegli eventi. Immagino te li abbia proposti come se Bremen avesse salvato il mondo tramite il re elfo. Ma la verità è un'altra. -
Leian attese. Una parte di lei sapeva che la voce stava solo cercando di raggirarla, di minare la sua fede nell'uomo che l'aveva fatta diventare quello che era. Ma era un bene che lei fosse diventata così? Era un bene quella sua fiducia cieca? Lentamente tutte le sue certezze venivano erose come fango durante un acquazzone. E se la voce avesse avuto in parte ragione? A chi credere? Tutti avevano segreti e misteriosi propositi, ma quali erano quelli meno dannosi?
- La verità è che la magia dei druidi ha risvegliato quella elfa seppellita nel profondo degli Elfi. E' stato Bremen a causare la tua maledizione.  E Allanon ne è cosciente. -
La sua magia causata dai druidi? Era credibile; che Allanon ne fosse stato cosciente poi era sicuro per la giovane. Ma perché non dirglielo? Perché nasconderlo?
- I druidi non sono famosi per la loro trasparenza... - L'aria ebbe un nuovo fremito e Leian poté avvertire il piacere di Abaddon.
- Perché dovrei fidarmi di te? - chiese al buio attorno a lei.
- Perché non dovresti? -
Già perché? Perché non fidarsi di lui, lei che aveva sempre dato la sua fiducia a chiunque e che non era mai stata delusa? Per restare fedele ad Allanon che le aveva nascosto così tanto su se stessa?
- Perché? - ripeté la voce in un sussurro che placava il tumulto interiore di Leian. - Io non ho ragione di farti del male, tu per me non sei niente, niente può contrastarmi. - Leian intuì la verità in quelle parole, lei non poteva contrastarlo davvero, lei era un granello di polvere sulla strada di Abaddon.
E fu in quel momento che Leian si rese conto di quanto era stato inutile tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento, quel viaggio che aveva solo portato alla morte persone innocenti.
La mezzosangue sentì una carezza sulla guancia, leggera, come solo con una persona aveva provato, come solo Dreiden l'aveva accarezzata. Si accovacciò a terra, confusa e stanca, incapace di reagire e di decidere cosa fosse meglio. Le mancava Dreiden che sapeva sempre cosa fare, che l'aveva incoraggiata, che l'aveva protetta e che era morto per lei. Lui l'avrebbe consigliata e sarebbe rimasto con lei anche se la sua decisione si fosse rivelata sbagliata.
- Dreiden... - mormorò stringendosi la testa fra le mani nella speranza di scacciare la confusione. - Cosa devo fare... -
- Fidati. - le rispose la voce dell'uomo che aveva pregato si diffuse nella caverna, nel sentirla Leian alzò di scatto la testa sperando di trovarselo davanti.
- Devi semplicemente fidarti. - ripeté.
Leian allungò la mano nel buio sperando che di fronte a lei ci fosse veramente Dreiden, sperando di poter intrecciare le sue mani con quelle dell'uomo; cercando di ignorare la sua ragione che le diceva che non era possibile.
- Devo fidarmi... -
- Fidati Leian. -

***
Grazie a tutti quelli che leggono.
A presto,
sku
  
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