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Autore: GirlWithOneEye    05/06/2016    0 recensioni
Loki non è per niente contento della nuova condizione di prigionia, ma, come spesso accade, il peggio deve ancora arrivare!
"La verità era che per qualche ingrato scherzo del destino, il Dio degli Inganni era stato privato di tutto ciò che lo rendeva tale, riducendolo ad un misero comune mortale in tutto e per tutto, fatta eccezione per l'udito, rimasto invariato come quando architettava di soverchiare il governo di Asgard. Ma, in realtà, bisogna ammettere che fra quelle mura, i segreti avessero le gambe molto lunghe."
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Tony, ho registrato un'anomalia nel campo magnetico terrestre. Comparando i dati con il mio database, noto un'affinità significativa con le registrazioni relative ai portali interdimensionali per Asgard. Potrebbe essere un bug nei sensori dei satelliti o un semplice fenomeno naturale. E' durato solo quindici secondi e ventisette, ma potrebbe precedere altri episodi. - La voce senza corpo di JARVIS interruppe il proprio padrone all'opera sull'ologramma del prototipo di una delle sue armature. Tony Stark smise di muoversi a tempo di musica ed esaminò attentamente lo schermo luminoso sul quale era stato richiamato.
- Mh, chiamiamo l'esperta del settore, la signorina…Fester?
- Credo tu voglia dire Jane Foster...

La cosa peggiore di essere prigioniero su Midgard non era la gabbia di vetro (non era esattamente vetro, l'Uomo con l'Armatura gli aveva anche spiegato dettagliatamente di che materiale fosse e il come ed il perché non sarebbe mai riuscito a romperlo, ma non l'era stato a sentire...) nella quale era prigioniero, non era neanche il fatto di non avere i suoi poteri e nemmeno dover collaborare con i midgardiani per poter commutare qualche centinaio di anni della sua pena; no, la cosa peggiore di tutte era dover convivere con la voce di Tony Stark e con i suoi logorroici sproloqui.
- Allora Fricchettone, che sta succedendo?- Lo schermo nella cella si illuminò ed apparve la poco gratificante visione del suo carceriere.
Anche i nomignoli che gli dava erano insopportabili.
Sollevò la testa dal libro che stava leggendo, l'unico modo di isolarsi e trovare pace in quella tortura che era costretto a vivere, e guardò l'interlocutore con interrogativa supponenza.
Tony sospirò spazientito ed indicò uno degli schermi alle sue spalle, anche se era perfettamente inutile, perché da quella distanza non avrebbe mai potuto vederlo: - Non fare giochetti, smetti di leggere "Io e le mie prigioni" e dimmi che cazzo hai combinato.
Loki scosse lievemente la testa, sbattendo le palpebre e guardandosi attorno. Fece spallucce e tornò a leggere.
- Non ne ho la più pallida idea - Disse - e non vedo perché tu lo debba chiedere a me, visto che sono chiuso in una cella…Nel caso tu non te ne fossi accorto. Sono convinto che mi controlli con i tuoi occhi tecnologici più di quanto tu voglia far credere, e, detto fra noi, non mi stupirei se mi spiassi perfino quando vado in bagno. Immagino che la visione ti piaccia anche...
- JARVIS, manda i dati allo SHIELD e fa radunare tutti gli Avengers, questa cosa non mi piace.
L' intelligenza artificiale rispose affermativamente ed inoltrò l'ordine.
- Forse non lo hai capito, ma tu devi collaborare. - Riprese.
Comunque si capiva che dopo l'attacco a Midgard, il signore della Torre di New York aveva abbassato la cresta. Non abbastanza da non irritarlo, però. Il dio degli inganni infilò il segnalibro fra le pagine e ripose il libro sul minimale tavolo che gli era stato messo a disposizione. Si alzò e andò incontro alla telecamera mobile che lo inquadrava.
- Faccio tutto quello che mi chiedete, rispondo ad ogni vostra domanda e ti sto disegnando una dettagliatissima mappa di tutti i passaggi fra Midgard ed Asgard… Ma non so di cosa tu stia parlando, Uomo di Latta.
Tony sbuffò esasperato e si lasciò sfuggire una risata frustrata. Si passò le mani sul viso e tornò a fissarlo attraverso lo schermo.
- Tu credi di avere qualche possibilità, Piccolo Cervo?
Loki roteò gli occhi e andò ad appoggiarsi alla sedia: ecco che iniziava il monologo.
- Tu non sei niente, Bambi dei miei stivali!
- Non so di cosa tu stia parlando neanche adesso e, francamente, non mi interessa. - Tentò disperatamente di risparmiarsi la solita tiritera irriverente, ma fu inutile, perché Stark non lo stava già più ascoltando.
- Tu sei un prigioniero, è a me e alla mia buona parola che devi la tua futura libertà. Tu qui vali meno di una mia scoreggia e questo succede perché io sono Tony Stark, Colui che Può! Ricordatelo, Divah di sto gran…-  Concluse mimando con molta enfasi il gesto di indicarsi il cavallo del pantaloni con entrambe le mani, bloccandosi paralizzato sentendo la porta scorrevole del laboratorio aprirsi dietro di lui.
- Stark, che sta succeden…- Era l'Uomo con lo Scudo che osservava confuso la scena -Che sta succedendo?
- Perfetto, ci mancava solo che arrivasse l'adorabile consorte! - Commentò rassegnato Loki.
Steve Rogers si affiancò indispettito a Tony fissandolo stupefatto: - Gliel'hai detto?!
Tony cercò di difendersi: - No! Io non ho detto proprio niente!
- Vi si sente! - Li interruppe, trattenendo a fatica l'esasperazione - Le pareti di questa dannata torre sono fatte di carta! I letti cigolano, i tavoli traballano, le sedie hanno assoluto bisogno di quei cosi che chiamate "feltrini" e non vi dico che rumore fa quando lo fate nella doccia! Delle cose che poi escono dalle vostre bocche non c'è bisogno che faccia menzione, perché credo le sappiate meglio di me!
La verità era che per qualche ingrato scherzo del destino, il Dio degli Inganni era stato privato di tutto ciò che lo rendeva tale, riducendolo ad un misero comune mortale in tutto e per tutto, fatta eccezione per l'udito, rimasto invariato come quando architettava di soverchiare il governo di Asgard. Ma, in realtà, bisogna ammettere che fra quelle mura, i segreti avessero le gambe molto lunghe.
Tony "imbarazzato" Stark e Steve "ho voglia di piangere" Rogers rimasero zitti per qualche istante, cercando di metabolizzare la notizia.
- Avevi detto che i muri sono insonorizzati, chissà quanti altri lo sanno! - Bisbigliò piccato Steve.
Tony sospirò ed incrociò le braccia, indispettito. - Beh, adesso abbiamo qualcuno a cui chiedere un parere, chissà se anche per un asgardiano farlo per un'ora e mezza (considerando la mia età) non è poco…
Peggio dei deliri di onnipotenza c'era solo un nuovo episodio di Casa Stark a cui assistere in diretta…
- Vi prego, basta…Ne so abbastanza del vostro mondo per essere certo che la legislazione di questo stato considera la tortura psicologica come reato gravissimo.
Steve Rogers si schiarì la gola e si rivolse direttamente a lui, chiedendogli se era opera sua il portale interdimensionale che si era aperto meno di un'ora prima a Central Park.
- No! - Disse alla telecamera, visibilmente provato, con le braccia lasciate a peso morto lungo i fianchi - Se lo sapessi ve lo direi. Vi direi qualsiasi cosa pur di non dover più sentire in tutta la mia vita cose come "oh, sì Steve, così, fammelo sentire tutto"!
Il Capitano sospirò cercando di contenere rabbia, frustrazione o imbarazzo e riacquistò una parvenza di calma prima di congedarsi e andarsene, non senza aver lanciato il temibile sguardo da "di questo ne parliamo dopo" a quello che sì, lo voleva sentire tutto (ma non esattamente in quel momento).

Gli Avengers erano usciti con un modesto assetto ricognitivo, pronti a tutto (al peggio, in realtà), ma nulla li avrebbe potuti salvare da quello che effettivamente trovarono sul luogo d'apertura del portale. Soprattutto Tony Stark, non era dell'umore giusto per gestire una vistosissima figura di merda come quella. Aveva guidato la squadra sfilando per le strade con l'aria di chi sta per salvare di nuovo la Terra e si era trovato a fissare attonito un imbarazzato Thor.
- Hey, lo so che ti fa un sacco piacere venire qui in vacanza a vedere la tua ragazza e farle conoscere le prodezze del tuo martello, ma lo sai quanti soldi costa al governo ogni nostra uscita? Non prenderci per il culo, che cosa è passato nel portale che si è aperto prima che tu arrivassi?
Thor aveva capito poco delle parole di Tony e continuava a ribadire di essere stato lui a chiedere ad Heimdall di aprire un portale per la Terra, ma di essere inciampato e che quindi era stato necessario aprirne un altro per consentirgli il passaggio.
Ora, per il quoziente intellettivo del gigante biondo poteva anche essere plausibile, ma Tony Stark non voleva dover spiegare a Monocolo di aver alzato un polverone colossale per la gitarella terreste del Dio del Tuono venuto a portare le arance al fratellino disadattato in carcere.
Tanto allarmismo per un pugno di mosche, senza contare la figura da imbecilli che stavano facendo, con tutto il perimetro del parco transennato dalla polizia e dai curiosi.
- Tutto qui? - Commentò la Vedova Nera che si stava allontanando per poter osservare meglio la reazione di Jane Foster, l'esperta chiamata in tutta fretta e fatta arrivare con un costosissimo volo super-rapido. Poteva constatare come non fosse felicissima per la visita del Biondo che, a quanto pareva, non impegna.
La ragazza, visibilmente innervosita si affiancò a Tony, rivolgendosi a Thor: - Possibile che tu abbia aperto due portali? Sto attendendo i dati, ma mi diranno quanta materia è passata, se non corrisponde solo alla tua, sei nei guai!
- Minacciosa…- Commentò a bassa voce Clint nell'orecchio di Natasha.
Bruce Banner, con un tablet in mano, si avvicinò.
- Ci basta attendere i dati dell'esposizione sullo spettro elettromagnetico. A quel punto potremo trarre le conclusioni. Non abbiamo motivo di dubitare del nostro compagno.
Tony sospirò nervosamente, spostandosi a passi rapidi intorno alla scena. No, non gli stava bene dover fare rapporto su come il mitico Thor, l'eroe dei due mondi, fosse inciampato mentre era intento a gingillarsi il Mjolnir. Spiegò pacatamente che non aveva riserve di dubbio sulla sincerità del loro caro amico ossigenato, ne aveva di serissimi e fondati sull'altro Asgardiano che tenevano prigioniero.
Capitan America era rimasto in disparte, non se la sentiva di partecipare alla discussione, se non per placare gli animi. Doveva ammettere che poteva risultare molto sospetto quello che stava succedendo, però non era dell'umore di dare ragione a Tony. Almeno finchè non ne sarebbe stato certo.
Jane scosse la testa sbuffando, sempre più infastidita da tutta la situazione, e si avvicinò all'auto che l'aveva trasportata dall'aeroporto militare a lì. - Io me ne vado, vi terrò aggiornati e, nel caso, discuterò i risultati con il dottor Banner o Tony Stark.
- Niente cena romantica stasera…- Commentò di nuovo Clint, beccandosi una gomitata nelle costole per non aver usato lo stesso tono di voce di prima.
Thor richiamò la ragazza, facendo qualche passo verso di lei, nel tentativo di trattenerla. Lei lo guardò come se potesse incenerirlo, prima di aprire la portiera.
- Ma come? - Sì, era incazzato per la figura di merda, ma quando Tony Stark sente odore di gossip (e un'occasione per dar fastidio a qualcuno) ci si getta sopra a pesce. - Voi due mica stavate assieme? Non era la storia d'amore più bella che fosse mai passata sopra l'arcobaleno?
- No! - Fu la risposta secca di Jane e tutti i presenti poterono sentire il rumore di una parte del cuore del Dio del Tuono che si crepava.
- Ecco io…Sono venuto qui per…Per fare pace! - Tentò lui, cercando di apparire stoico.
- Cosa? Sparisci per anni, non dai un segno di vita…Mi fai credere che per te io conto qualcosa e poi sparisci di nuovo?! Non ce la faccio così, ho la mia vita. Io ho un Nobel a cui pensare!
- Chiunque sia questo nobile Nobel io sono pronto a sfidarlo a duello per dimostrarti la sincerità dei miei sentimenti!
E quello era il momento giusto in cui il Pacificatore a Stelle e Strisce dimostrasse la sua vena diplomatica. Sotto sotto, proprio non ne vedeva l'ora: - Bene, qui abbiamo finito, lasciamoli alle loro discussioni, chiariranno fra di loro. Noi dobbiamo preoccuparci di altro. - Disse poi rivolto alla squadra.
Tony si lamentò apertamente, dicendo che a lui piaceva vedere l'episodio di Asgardiful in anteprima mondiale, ma si convinse che era meglio lasciar perdere quando la ragazza si chiuse dietro la portiera e disse all'autista di portarla all'albergo assegnatole. Se non voleva nemmeno stare con loro alla Tower, non c'era niente da fare. Niente Mjolnir, niente fulmini e saette, solo una grossa e cupa nube grigia sulla testa del povero Thor che avrebbe tanto avuto bisogno di un gattino da coccolare in quel momento.
Natasha guardò prima Steve e poi Clint, sapendo da chi avrebbe ottenuto consensi e disse semplicemente: - Pizza?
- Non ci meritiamo la pizza, dopo questo schifo…- Commentò Tony.
Clint fece spallucce e affermò: - Pizza. Almeno avremo lo stomaco pieno, quando si scateneranno i Tg.

A Thor spettava una ramanzina coi fiocchi, ma il buon samaritano Rogers e cuor d'uomo Banner continuavano a concedergli il beneficio del dubbio, appellandosi ad una poco provvidenziale legge sulla presunzione di innocenza. L'asgardiano, in compenso, non aveva ceduto neanche un momento sull'espressione da cucciolo abbandonato. Anche a metterla ai voti, chi preferiva non accusarlo senza prove certe ( e si sapeva quanto fosse poco sveglio) aveva la maggioranza, quindi con buona pace di tutti meno che di Stark, avevano ordinato la tanto agognata pizza e si erano rilassati come se nulla fosse.
Anche la reazione dello SHIELD restava molto all'acqua di rose, almeno fino alle prove scientifiche che tutti aspettavano.
Nessuno aveva osato fare domande sulla situazione fra lui e Jane, ma era chiaro che, per quanto fosse un bravo ragazzo gigione e decisamente figo (anche se Tony si ostinava a scommettere una delle sue auto di lusso che non fosse certo un dio del sesso), il resoconto della ragazza non lo ritraeva come il più premuroso dei fidanzati.
Esattamente alla terza fetta di pizza, Thor si guardò quasi sperduto attorno, ormai che non doveva più preoccuparsi di come difendere la propria innocenza, poteva concentrarsi anche su cosa lo circondasse. Con un "mmmh" poco rassicurante e un'espressione stropicciata sul volto, sbattè il pugno sul tavolo, facendo saltare i cartoni unti, le quattro lattine di birra, il cartone di succo di Goji e il bicchiere di latte (quest'ultimo di Rogers, che non aveva voglia di bere alcolici e si era dimenticato di chiedere al pony express una Sevenup).
- Dov'è Loki?
Tony stava per chiamare la sua armatura ed ingaggiare lo scontro finale. In quel momento la sua fantasia si stava sprecando con un pelo di entusiasmo di troppo su dove avrebbe voluto infilargli il martello.
- E' nella sua cella, puoi andarlo a trovare quando vuoi, ma sarete ripresi dalle telecamere. - Rispose Steve, accarezzando il braccio di Tony sotto al tavolo, per calmarlo. Si morse l'interno della guancia, ricordandosi di essere ancora arrabbiato con lui e deciso a riprendere il discorso lasciato in sospeso appena sarebbero rimasti soli.
Thor sembrava sconvolto.
- E voi permettete che lui mangi da solo!
- Lui mangia da solo, dorme da solo e va al cesso da solo. - Replicò Tony.
Ulteriore scandalo si dipinse sul volto della divinità. Rimise la fetta di pizza che aveva in mano nel cartone e si alzò. Dal tavolo si sollevò un sospiro teso generale, segno che tutti avevano capito l'entità del pippone che stavano per ricevere.
- E' vero che ha fatto cose orribili, si è macchiato del disonore più grave e non meriterebbe nemmeno di mettere ancora piede ad Asgard. Ma sta pagando per le sue colpe. Amici, forse per voi non è importante, ma lui non avrà mai l'onore di sedere alla tavola del Whalhalla e la sua anima vagherà in eterno, ricordando per sempre i peccati di cui si è macchiata una volta in vita. Non è già abbastanza?
Tony stava per reagire, ma Steve, a nome di tutti, lo bloccò stringendo la presa sul suo braccio sotto al tavolo.
- Ho convinto mio padre, arrivando a supplicarlo di concedergli la possibilità di redimere parte delle sue azioni. Con grande fatica, Odino ha accettato, condannandolo infine alla stessa punizione che toccò a me: l'ha mandato su Midgard perché potesse capire i propri errori ed imparare - Allargò le braccia, indicandoli tutti. - Da voi, come si è coraggiosi, nobili e puri di cuore.
Calò il silenzio.
- …noi?- Chiese Clint Burton, perplesso.
Natasha sospirò e si attaccò alla birra.
Il dottor Banner si pulì gli occhiali, con una vena di imbarazzo.
Tony scuoteva la testa fissandolo con il suo più vistoso sguardo alla "ma questo è scemo".
- L'unica cosa che può imparare stando a contatto con Stark saranno le parolacce, la storia dell'hard rock e come portarsi a letto una modella…- Nessuno notò lo sguardo di fuoco che Steve rivolse a Occhio di Falco ma Cervello di Gallina.
- Ha ragione. - Disse Capitan Buoni Propositi - Nemmeno io credo che restare chiuso in una cella possa aiutarlo a capire i suoi errori.
- Ti ricordo che alla tua epoca avete costruito un bel campo di prigionia per tutti i cittadini americani di origine giapponese dopo Pearl Arbour…Giusto per non dire Guantanamo, ma non sapresti di cosa sto parlando. - Commentò acido Tony che ormai si era completamente dimenticato della discussione di quella mattina ed era indispettito solo perché nessuno gli stava dando ragione. - Non sei quello che prima spara e poi fa le domande soltanto perchè la tua arma è uno scudo!
Steve Rogers fece mostra a sè stesso ( e al Buon Signore) di quanto fosse paziente e accomodante, fingendo di non aver sentito, rimandando ancora ogni discussione a quando avrebbe avuto l'occasione di trattenersi con tutte le sue forze dall'appendere Stark al muro.
- Me ne prendo carico io. - Sì, quella era una provocazione coi fiocchi.




Fine del primo capitolo di questo piccolo delirio. Sì, è una storia scema e potrà solo peggiorare. Spero possa divertirvi e regalarvi un po' di svago, così come è stato per me.
Ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
   
 
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