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Autore: Medea Astra    06/06/2016    2 recensioni
"Dicono che non vi sia peggior inferno di quel che ogni uomo è costretto a patir sulla terra prima di morire. Dicono che il fio delle nostre colpe lo si sonti qui, tra le rovine dei nostri errori e il dolore di tutto quello che scioccamente ci siam fatti sfuggire dalle mani. Dicono che nella vita ognuno raccolga ciò che precedentemente ha seminato, quel che mi domando, in giorni come questi, è cosa realmente ciascuno di noi abbia fatto per meritare tutto questo orrore."
Storia interamente dedicata a Nephrite ekipS, amica sincera e fidata senza cui questa storia non sarebbe mai nata!
Buona lettura!
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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-First time-
 
Ancora una volta, la prima volta
 
 
 
Silver Millennium
Anno domini 1047
“Questa notte, per la prima volta nella mia vita,
ho scoperto cosa significasse fare l’amore. Nina, mia moglie,
la mia meravigliosa moglie,
è stesa qui di fianco a me ed io ringrazio le stelle
di essere il custode di un così prezioso tesoro.
La amo, più della mia stessa vita!”

Generale Nevius.

 
 
Dicono che non vi sia peggior inferno di quel che ogni uomo è costretto a patir sulla terra prima di morire. Dicono che il fio delle nostre colpe lo si sconti qui, tra le rovine dei nostri errori e il dolore di tutto quello che scioccamente ci siamo fatti sfuggire dalle mani. Dicono che nella vita ognuno raccolga ciò che precedentemente ha seminato,quel che mi domando, in giorni come questi, è cosa realmente ciascuno di noi abbia fatto per meritare tutto questo orrore.
 
 
Sento i rumori dello scontro giungere fin qui, il boato delle esplosioni, gli ordini impartiti da ambedue le parti, le urla di dolore e quelle di incoraggiamento. Sento il tonfo dei corpi che, privi dell’ultimo alito di vita cadono sul terreno intriso di sangue, sento e vedo tutto da qui ma ciò che più temo è il silenzio, quel breve ed interminabile attimo di quiete che potrebbe preannunciare la fine di tutto, la fine di tutto quel che mi terrorizza e mi priva, giorno dopo giorno delle gioie della mia adolescenza o la fine di tutto quel che amo e che mi fa sentire viva, la fine dei miei amici e dell’uomo che amo.
 
 
Il destino è proprio crudele con me, Nevius è tornato da me da così poco tempo che adesso l’idea di poterlo nuovamente perdere mi sembra un beffardo scherzo del destino.
 
 
Metallia ci ha attaccati, ha minacciato di invadere la Terra come aveva fatto secoli orsono con il Regno della Luna, qualora le guerriere Sailor e i Quattro Grandi Generali non fossero scesi in battaglia contro i suoi nuovi tirapiedi.
 
 
Sotto la sua egida un centinaio di morti viventi pronti a tutto pur di soddisfare la loro padrona, esseri privi di sentimenti e raziocinio pronti a tornare agli inferi portando con loro quante più anime innocenti possibile.
 
 
Se questo non è l’inferno io davvero non so cosa possa esserlo.
 
 
Ho supplicato, scongiurato Nevius di non andare, di non scendere nuovamente in campo, di non combattere. Mi sono aggrappata alla sua giacca come una bambina capricciosa, ho pianto, urlato e pregato che non mi lasciasse sola, che non mi abbandonasse a quel triste destino che  è riservato ad ogni donna che perde il proprio uomo in guerra.
 
 
Lui mi ha guardata con uno sguardo carico d’orgoglio e fierezza, mi ha accarezzato il viso e mi ha detto che non si sarebbe mai tirato indietro, che non avrebbe mai e poi mai affidato ad altri la protezione di quel che spettava a lui tenere al sicuro.
 
 
“Sono un generale, mia piccola Nina e come tale mi comporterò!”
 
So perfettamente chi tu sia mio caro Nevius ma vorrei che ogni tanto tu ricordassi che ancor prima di essere il Grande Generale, sei l’uomo che amo.
 
 
So che ricambi il mio amore, non me l’hai mai detto ma i tuoi sguardi e i tuoi gesti tradiscono il più puro dei sentimenti.
 
 
Torna da me, torna da me sano e salvo amore mio, regalami la possibilità di sentire uscire dalle tue labbra quelle parole che tanto agogno.
 
 
Ti vedo combattere a pochi metri da me, i tuoi gesti sono così veloci e fluidi che quasi non riesco a seguirli, sembri intento a seguire i movimenti di una vecchia corografia, una di quelle che si vedono nei video musicali della collezione di mia madre, invece, stai abbattendo un nemico dopo l’altro.
 
 
Poco lontano da te Zackar, un tempo mortale nemica, oggi, amica fraterna, si batte contro due mostri che non le danno tregua da oltre mezz’ora. Sebbene sia una donna la sua forza, le sua abilità e il suo coraggio non hanno eguali.
 
 
Se solo fossi come lei sarei anche io a combattere al tuo fianco, ma sono qui, rintanata in un angolo a pregare che la sorte non sia troppo crudele con noi.
 
 
La vedo cercare qualcuno, un’ ancora di salvezza in quel campo seminato di morte. Ecco, l’ha trovato.
 
 
Kaspar, affiancato da Sailor Mercury e Sailor Mars, si sta battendo contro degli youma dall’aspetto terrificante, ad ogni loro colpo questi si rigenerano e sembrano diventare via via più forti.
 
 
Nemmeno Sailor Moon sembra passarsela meglio, povera Bunny, sei così fiera e coraggiosa in questo momento, che quasi fatico a riconoscere dietro l’uniforme alla marinara, la mia migliore amica, la compagna di mille avventure.
 
 
Chissà cosa passa nelle vostre menti, amici miei…
 
 
Chissà cosa passa nella tua mente amore, pensi alla battaglia o immagini un futuro di pace dove ci svegliamo sereni la mattina, abbracciati sotto un morbido piumone?
 
 
Sono pensieri sciocchi i miei, ma io ho bisogno di distrarmi, di portare la mia mente lontano da questo orrore.
 
 
Mi perdo ancora qualche attimo a scrutare la tua figura lontana, noto che anche tu mi cerchi con lo sguardo, come a volerti accertare che io stia bene, che non mi stia succedendo nulla.
 
 
Ti sorrido, un po’ per rassicurare te, un po’ per darmi quella forza che piano sento che va via.
 
 
Ho paura amore, ho una paura folle. Vorrei tanto tornare indietro a qualche sera fa, a quando mangiavamo i pop corn sul divano di casa tua ed io ti abbracciavo ad ogni scena paurosa del film.
 
 
Hai riso di gusto quella sera, sembravi quasi un bambino.
 
 
Mi hai detto che sono una fifona ma mi hai stretta più forte al tuo petto ogni volta che mi hai sentita tremare.
 
 
Quante cose non mi hai mai detto, quante parole faticano ad uscire dalla tua bocca ma dai tuoi gesti, dalla dolcezza della nostra quotidianità, traspare la realtà di un legame talmente profondo da aver vinto persino la morte.
 
 
D’improvviso vedo due nuovi youma che ti attaccano, uno di loro sembra quasi avere il sopravvento, ti prende alle spalle ma tu riesci ad evitare per un soffio la sua lama. In un istante lo atterri e lo rispedisci agli inferi con uno dei tuoi attacchi magici.
 
 
Ti guardo con il cuore in gola, controllo che tu non sia ferito e tiro l’ennesimo, brevissimo sospiro di sollievo.
 
 
Il tuo avversario ti fronteggia con sguardo fiero e di sfida, quasi gli si forma sul viso un riso, è una smorfia carica di malvagità. Una cattiveria che non avrei mai nemmeno immaginato potesse esistere.
 
 
La tua spada para abilmente ogni fendente dalla sua, l’aria è pervasa da un regolare tintinnio metallico.
 
 
Questo youma deve essere davvero forte, fino ad ora nessuno aveva resistito più di qualche minuto sotto i tuoi colpi.
 
 
 
All’improvviso la vedo scagliare un rapido attacco ma non ti colpisce, si limita a sussurrare qualcosa al tuo orecchio, dal luogo in cui mi trovo non riesco a capire cosa ti abbia detto ma ti vedo sgranare gli occhi in un’espressione che non avevo mai visto e che fatico a riconoscere.
 
 
Che sia…
 
 
Lo youma corre veloce verso il mio nascondiglio, si sta dirigendo a grandi falcate verso di me e d’improvviso comprendo ciò che la tua espressione ha palesato pochi attimi fa’ : terrore.
 
 
Dovrei muovermi, scappare via, urlare a gran voce il mio corpo non risponde ai miei comandi, sono paralizzata…
 
 
Corri, corri veloce, disperato, dietro allo youma, ma tra me e te si frappongono altri due guerrieri di Metallia.
 
 
Quasi senza che io me ne accorga quel mostro mi ha afferrata e mi ha sbattuta con violenza contro un albero poco lontano. Ho battuto violentemente la testa e aclune gocce di sangue mi offuscano la vista.
 
 
“Adesso, mia piccola umana tu andrai all’inferno e con te quello sporco traditore del generale Nevius!”
 
 
In una mano carica una sfera di energia e me la scaglia contro.
 
 
So che questa è la fine, non mi pento di nulla, se devo morire meglio che lo faccia qui e ora, vicino a Nevius che tra cinquant’anni, sola in un letto che non ha mai conosciuto i sospiri di due amanti.
 
 
Serro gli occhi in attesa della fine, ma questa non arriva.
 
 
Un tonfo sordo e un forte odore di bruciato mi riportano con violenza alla relatà.
 
 
Una fitta mi attraversa da capo a piedi, una sorta di consapevolezza, un terribile presentimento.
 
 
Apro gli occhi e ti vedo.
 
 
Sei davanti a me, i vestiti laceri per l’esplosione e il corpo cosparso di ferite grondanti di sangue.
 
 
Hai il respiro irregolare e le gambe reggono a fatica il tuo peso, le vedo tremare mentre un urlo disperato mi muore in gola prima di trovare libero sfogo nell’aria.
 
 
Improvvisamente è come se l’intero capo di battaglia si fosse concentrato ai miei piedi, Zackar, Jack e Kaspar sono qui davanti a te a farti da scudo.
 
 
Tu a me e loro a te, ecco il grande legame che vi unisce, quell’amicizia nata oltre mille anni fa, un sentimento tanto forte da fargli mettere a rischio le loro vite per cercare di salvare la tua.
 
 
Ti accasci al suolo ed io mi sento morire.
 
 
Come un’ automa corro verso di te, ti sollevo dal terreno e ti stringo a me.
 
 
“Nina…”
 
 
E’ un sussurro quello che ti esce dalle labbra.
 
 
Vorresti dirmi che va tutto bene, te lo leggo negli occhi, gli stessi occhi così sereni che si contrappongono ai miei pieni di lacrime tanto da non veder più bene i contorni di quel che mi circonda.
 
 
“Non dovevi farlo, non dovevi pararti davanti a me…”
 
 
Senza rendermene conto te l’ho urlato addosso, come se la sofferenza dell’esser qui morente non fosse già abbastanza per te….
 
 
“Se non l’avessi fatto tu saresti morta”
 
 
“Meglio morire che vivere una vita senza di te!”
 
 
E sono convinta di quel che dico.
 
 
Un sorriso malinconico si dipinge sul tuo viso mentre un attimo prima di perdere i sensi mi dici che allora avrei dovuto capire il motivo del tuo gesto.
 
 
Preferisci morire che vivere senza di me…
 
 
Gli Shitennou combattono fino allo stremo delle loro forze contro i servi di Metallia. I tuoi compagni ti sono fedeli, ci stanno proteggendo in ogni modo.
 
 
Se mai usciremo vivi da questo inferno, dovremmo proprio ringraziarli.
 
 
Ti prego amore mio, dimmi che tu vivrai, dimmi che tu ce la farai, che non mi lascerai sola.
 
 
Sento una mano ferma sulla spalla, trasalgo un attimo prima di incontrare due occhi profondi e amici.
 
 
“Principe Endymion…”
 
 
“Cosa è successo? Mi sono precipitato qui il prima possibile…ho visto che gli altri stanno tutti bene, per quanto si possa star bene in un posto simile, tutti tranne lui…”
 
 
“Mi ha fatto da scudo, ancora una volta…”
 
 
Mi abbracci forte. Sento il calore del tuo petto contro le mie guance rigate dalle lacrime.
 
 
“Nevius ti ama, so che non è uno di grandi parole o discorsi romantici ma io sono cresciuto con lui, conosco ogni sfumatura dei suoi pensieri e ti garantisco che ti ama più di ogni altra cosa al mondo e che non vorrebbe mai e poi mai vederti piangere in questo modo. Ti prego Nina, smettila, adesso vi porto in un posto sicuro e vedrai che riusciremo a farlo riprendere!”
 
 
Ti guardo fiduciosa mentre ci stringi ancor più a te e ci teletrasporti in una camera in un luogo non ben definito.
 
 
Ci metto qualche secondo per prender coscienza di quel che è successo e di dove mi trovo.
 
 
“Questa camera…”
 
 
“Si, è la camera del generale Nevius nel millennio della luna… mi fa piacere tu te ne sia ricordata!”
 
 
Mi rivolgi un sorriso sincero mentre adagi quello che è uno dei tuoi più cari amici sulle candide lenzuola.
 
 
“Ho pochi ricordi di quel tempo, quasi nulla a dir la verità.”
 
 
“Mi aiuti a spogliarlo?”
 
 
Velocemente mi avvicino al letto e gli sfilo quel poco che è rimasto della sua maglietta, della giacca e degli stivali te ne sei occupato già tu. Giunti ai pantaloni arrossisco come una bambina colta in fallo e tu non puoi far a meno di notarlo.
 
 
“Dai Nina, non dirmi che ti vergogni ancora nel vedere tuo marito nudo, chissà quante volte…”
 
 
Ti blocchi quando mi vedi abbassare lo sguardo e stringere i vestiti di Nevius al petto.
 
 
“Oddio, Nina…voi non l’avete mai fatto? Io, io pensavo che voi…oddio scusami davvero, non credevo, sono un idiota!”
 
 
“Stai tranquillo…no, non ho mai fatto l’amore con lui, non in questa vita almeno, lui voleva aspettare che fosse tutto finito per fare le cose per bene”
 
 
“Il solito buon vecchio Nevius, con te ha sempre usato i guanti bianchi … dovevi vederlo, prima di conoscere te, nel millennio dell’argento, passava da una donna  ad un’ altra senza quasi rendersene conto poi dal giorno in cui tu entrasti nella sua vita cambiò da così a così, anche all’epoca aspettò il matrimonio per farti sua.”
 
 
Silenzio.
 
 
Guardo il mio generale steso sul letto, il corpo coperto di vecchie cicatrici e nuovi tagli. In alcuni punti la pelle risulta bruciata, l’esplosione ti ha colpito in pieno.
 
 
Endymion ed io ci occupiamo subito di disinfettare le ferite più profonde, ogni tanto hai dei fremiti, credo tu stia provando molto dolore, ti stringo la mano e ti do un bacio sulla fronte.
 
 
“Come sta?”
 
 
La voce allarmata è di Kaspar che si fionda immediatamente al mio fianco.
 
 
Dietro di lui ci son Zackar, Jack e tutti gli altri.
 
 
Io non so veramente cosa risponder loro…
 
 
“Ha delle ferite piuttosto serie ma credo che dovremmo riuscire a salvarlo, ha una tempra forte e poi non lascerebbe mai questo mondo prima di sposare la sua Nina! Su Jack, dammi una mano, non startene lì impalato, i tuoi poteri curativi sarebbero molto utili ora come ora!”
 
 
Ci diamo tutti da fare, ti laviamo, ti medichiamo e ti somministriamo dei medicinali per prevenire l’insorgere di nuove problematiche. Jack è stato davvero un grande con i suoi poteri, dal momento che ha posto le sue mani su di te e  tu hai smesso di tremare, è riuscito a darti un po’ di sollievo.
 
 
Lentamente tutti escono dalla stanza, nessuno se ne va senza prima avermi lanciato uno sguardo carico d’affetto o avermi dato una pacca sulla spalla.
 
Rimaniamo qui solo noi, io e gli altri tre generali.
 
 
“Grazie per averci salvati prima, ve ne sono infinitamente grata!”
 
 
“Non dirlo neanche per scherzo Nina, Nevius per noi è come un fratello e tu sei la sua donna, siamo una famiglia, salvarvi è il minimo!”
 
 
“Grazie Kaspar, per me vale molto quel che hai detto e so per certo che anche Nevius vi considera suoi fratelli, lui vi ama profondamente”
 
 
“Ama te prima di tutto Nina, credimi!”
 
 
Zackar mi si affianca un attimo per accarezzare il viso del suo migliore amico poi scappa via, quasi con le lacrime agli occhi.
 
 
La capisco, anche io vorrei fuggire, vorrei scappare via ma devo rimaner qui con te, con il mio uomo, questo è il mio posto.
 
 
Gli altri due generali si congedano lasciandomi sola con te amore mio, mi sdraio al tuo fianco e la testa mi si affolla di mille pensieri e crollo, mi abbandono ad un lungo pianto sommersso stringendomi a te.
 
 
Mi risveglio intorpidita e con un gran mal di testa, i colpi subiti durante lo scontro iniziano a farsi sentire anche per me. Stancamente mi sollevo e ti controllo la temperatura, per fortuna sembra che tu non abbia la febbre, ciò significa che i tagli non hanno fatto infezione.
 
 
Una buona notizia.
 
 
Qualcuno ha lasciato delle bacinelle piene d’acqua e delle bende pulite all’ingresso, la prendo e inizio lentamente a toglier quelle sporche e a medicarti.
 
 
Hai il corpo martoriato da centinaia di ferite delle più svariate dimensioni, alcune non sono altro che dei graffi, guariranno in fretta, altri sono degli orribili squarci che sicuramente andranno ad allargare la tua già ricca collezione di cicatrici.
 
 
Già, le tue cicatrici, ricordo come se fosse ieri, quel giorno di quasi un anno fa, in cui le vidi per la prima volta.
 
 
Eravamo a casa tua, la sera prima mi ero addormentata sul tuo letto mentre guardavamo un assurdo quiz a premi, tu avevi dormito sul divano al piano di sotto ma eri entrato in camera per vestirti dopo la canonica doccia mattutina.
 
 
Svegliandomi ti vidi davanti a me, i pantaloni della tua uniforme da Generale ti fasciavano perfettamente le gambe e stavi per metter la maglia quando io iniziai a percorrere piano quell’assurda mappa di guerre e odio disegnata sulla tua schiena, sul tuo petto e su parte delle braccia.
 
 
Osservai in silenzio ogni più piccolo segno, ne baciai i contorni slabbrati e cercai di dissipare tutto il dolore che vi si celava dietro con il mio amore per te.
 
 
“Mi dispiace che tu debba vedermi così, dall’ultima volta le mie cicatrici sono aumentate un tantino…”
 
 
Il tuo solito sorriso sardonico e menefreghista aveva accompagnato una frase che lasciava trasparire tutto il tuo imbarazzo nel doverti mostrare a me in quel modo. Fu la prima volta che ti vidi insicuro o insoddisfatto di te. Fu la prima volta che parlammo del tuo periodo con il Dark Kingdom e del nostro passato insieme.
 
 
“Dunque ti aiutavo anche a prepararti prima delle battaglie?”
 
 
“Beh si, mi aiutavi a stringere i legacci dell’armatura e a indossare il mantello, anche se…”
 
 
Un velo di imbarazzo ti coprì il volto.
 
 
“Anche se cosa?”
 
 
L’incontenibile  curiosità di una donna innamorata.
 
 
“Anche se sistemare l’armatura non era la sola cosa che facevamo insieme…cioè noi. Beh sì, noi facevamo sempre l’amore prima di ogni battaglia, dicevi che prima di separarti da me volevi sentirmi più vicino che mai.”
 
 
“Ed io … sai, io ero … brava? No perché dicono tutti che prima di conoscer me tu saltassi da un letto all’altro ed io temo sempre il confronto con le altre!”
 
 
“Mi facesti anche all’epoca questa domanda e se me lo permetti vorrei risponderti come ti risposi allora. Con le altre donne era solo sesso, un puro e meccanico atto carnale per soddisfare un mio capriccio, un piacere unicamente fisico. Con te era e sarà del tutto diverso. Io non ho mai e dico mai provato nulla per quelle donne, tu sei la donna che voglio al mio fianco per l’eternità … e comunque sì, eri davvero un gran brava, un vero talento naturale mia piccola Nina!”
 
 
Ridemmo come matti, innamorati e complici come non mai, consapevoli di un’intesa che andavam riscoprendo giorno dopo giorno e che fortificava il nostro già solido legame.
 
 
Ti accarezzo, scostandoteli dalla fronte sudata, i folti capelli e tu sembri reagire al contatto con la mia mano.
 
 
“Nina…”
 
 
“Nevius, amore mio, ti sei svegliato finalmente!”
 
 
Mi getto su di te e ti bacio con passione inaudita.
 
 
“Come stai? Ti fanno molto male le ferite?”
 
 
“Mmmh… no, non troppo direi, tu piuttosto come stai? Come siamo arrivati fin qui?”
 
 
“Io sto bene, non preoccuparti per me, Endymion ci ha condotto sin qui e mi ha aiutato anche a medicarti, a dir la verità hanno aiutato un po’ tutti, gli altri generali erano davvero preoccupati per te, ti vogliono davvero molto bene, pensa che Zackar è scappata via piangendo!”
 
 
“Tsk… la solita femminuccia, non cambierà mai quella donna!”
 
 
Ti tiri lievemente su gemendo infastidito, probabilmente qualcuna delle ferite inizia a tirare.
 
 
“Sei uno sciocco, ci hai fatto morire tutti di paura, come pensi che avrei potuto reagire nel perdere ancora una volta l’uomo che amo?”
 
 
“Sono un generale Nina rischio la vita da quando sono nato praticamente, accetta che io lo faccia volontariamente per la donna che amo, perché credimi, non c’è nulla al mondo che io ami più di te!”
 
 
L’hai detto, hai finalmente detto di amarmi.
 
 
Non ho mai avuto dubbi sui tuoi sentimenti ma sentirtelo dire è tutta un’altra cosa.
 
 
Salgo carponi sul letto e mi avvicino a te, ti sono quasi in braccio mentre ti bacio e ti accarezzo il viso, i capelli e il collo.
 
 
Kami, ho creduto davvero di poterti perdere questa volta…
 
 
Ti sento rispondere ai miei baci e alle mie premure, le tue mani vagano sul mio corpo ed io ti lascio fare.
 
 
Una spallina del mio top cade lasciando scoperto un lembo della mia spalla, tu non te lo lasci certamente sfuggire e la copri subito con baci premurosi e caldi.
 
 
Affondo le mani nei tuoi capelli e mi stringo maggiormente a te facendo aderire alla perfezione i nostri corpi.
 
 
Non mi era mai successo di volerti in questo modo, adesso capisco cosa intendevi quando dicesti che prima della battaglia  avevamo bisogno di sentirci più vicini  che mai, ora comprendo il bisogno di essere uno soltanto con te.
 
 
Mi lascio sfuggire un gemito di piacere e sorpresa quando sento le tue mani sui miei glutei che prepotenti mi sospingono verso di te, come se anche i nostri copri potessero fondersi in un’ unica carne, d’altronde, penso, le nostre anime e i nostri cuori sono legati da sempre, che male ci sarebbe a concedere alle nostre membra frementi quel che da tempo bramano?
 
 
Mi lascio sfuggire il tuo nome dalle labbra, un sussurro, tanto ti basta per riprendere immediatamente il controllo delle tue azioni e scostarti da me.
 
 
“Scusami, non volevo…”
 
 
Ti poggio un dito sulle labbra, zittendoti e non allontanando mai i miei occhi dai tuoi, sfilo la maglia.
 
 
Il tuo sguardo vaga affamato su di me, sembri bramoso di voler riscoprire e rivivere ogni più piccola parte di me.
 
 
“Sei sicura? Se vuoi possiamo aspettare, io non ho problemi…”
 
 
Ti guardo e mi convinco sempre più delle mie ragioni.
 
 
“Si Nevius, sono sicura di voler fare l’amore con te”
 
 
I tuoi magnifici occhi azzurri mi scrutano per un tempo che a me pare interminabile poi, con una forza che non so davvero da dove tu possa aver tirato fuori dopo quest’orribile giornata, mi prendi e mi fai sdraiare sotto di te.
 
 
Mi sovrasti con il tuo corpo imponente e a me, per un attimo sembra di rivivere la notte in cui le tre youma di Zackar ci attaccarono nel parco.
 
 
Sfioro la cicatrice che le radici hanno lasciato sul tuo petto e tu, capendo al volo i miei pensieri, poni la tua mano sulla mia e la stringi maggiormente al cuore.
 
 
“Ti amo, ti amo più della mia stessa vita e lo rifarei altre mille volte se questo significasse proteggerti da ogni male.”
 
 
Ecco cosa sono per te le tue cicatrici, alcune sono il ricordo delle battaglie combattute e vinte, altre sono un monito a prestar maggiore attenzione, ad allenarti di più, altre, le più importanti, forse, sono la testimonianza che combatti per qualcosa, per qualcuno che attende il tuo ritorno a casa, combatti per me, per noi, da sempre.
 
 
Sento le tue mani sfilarmi la gonna mentre le tue labbra secche e screpolate tracciano una scia di bollenti baci dal mio collo al seno.
 
 
Quando mi sfili il reggiseno provo un improvviso modo d’imbarazzo, vorrei coprirmi ma tu prontamente mi dissuadi dall’idea sussurrandomi che sono ancor più della di come ricordassi.
 
 
I nostri corpi aderiscono, per la prima volta dopo tempo. La mia pelle nivea beatamente si scontra con la tua bronzea e ferita.
 
 
Un antico puzzle che piano si sta ricomponendo.
 
 
Osservo le nostre mani intrecciate, i nostri capelli che ricadono scompostamente sui cuscini e le nostre gambe che giocano complici tra loro.
 
 
Un brivido di piacere mi pervade quando sento la tua bocca chiudersi su un mio seno fino a suggerne avidamente la linfa.
 
 
Tra le gambe sento uno strano calore, qualcosa di mai provato ma di straordinariamente piacevole.
 
 
Dopo un tempo che a me parve interminabile vengo scossa dalla tua mano che cauta mi scosta le mutandine.
 
 
Da sotto le lenzuola sento la tua erezione poggiarsi contro la mia femminilità ed improvvisamente il mio stomaco inizia a far le capriole per l’agitazione.
 
 
“stai tranquilla, andrà tutto bene”
 
 
Basta il suono calmo della tua voce roca ed eccitata per farmi tornare calma.
 
 
Una tua mano prende il mio viso incatenando ancora una volta i nostri sguardi, sento una leggera pressione tra le gambe e ti vedo morderti le labbra nel tentativo di modulare quanto più possibile la forza e la passione.
 
 
Timidamente avvicino il mio bacino al tuo, un invito a prendermi e rendermi ancora una volta la tua sposa e tu non te lo fai ripetere due volte.
 
 
Una spinta più forte delle altre spezza l’ultima fragile barriera tra noi e finalmente torniamo a essere uno nella danza più antica del mondo.
 
 
Sono stesa sul tuo petto, stremata ed innamorata quando di colpo qualcuno entra dalla porta.
 
 
“Abbiamo vinto, Metallia è stata sconfitta, ce l’abbiamo fatta!”
 
 
Le guance di Endymion si colorano di un rosso intenso e le mie non sono da meno.
 
 
Nevius, imperturbabile come sempre, mi stringe maggiormente a sé.
 
 
“Scusate, non volevo disturbarvi… io …”
 
 
“Non preoccupatevi principe, vi sono grato per averci avvisato, ti ringrazio anche per avermi curato e aver protetto mia moglie.”
 
 
“Dovere generale Nevius! Quando vi sarete ripreso attendiamo voi e lady Nina nella grande sala centrale, bisogna festeggiare!”
 
 
 
 
Tokio
Anno 2016-06-06
“Questa sera Nina è tornata ad essere mia moglie.
Mi era mancata terribilmente.
La amo, la amo con tutto me stesso!”
 
Generale Nevius

 
Medea Astra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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