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Autore: Luna Manar    07/06/2016    0 recensioni
L'abito fa il monaco: Squall fatica a indossare i panni di leader, e Rinoa è decisa a trovare un modo per aiutarlo a sentirsi all'altezza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

GROWING PAINS
scritta da Luna Manar, tradotta da Alessia Heartilly

"Sei più alto" disse Rinoa, a voce troppo alta.

Il broncio di Squall si fece ancora più scuro. "Cosa?"

"Più alto" ripeté lei, lentamente. "Cioè devo alzare la testa per guardarti in faccia."

"So cosa vuol dire." Aspettò un attimo che uno studente li superasse nel corridoio. "Più alto di cosa?"

Lei si mise le mani sui fianchi. "Più di prima. Quando ci siamo incontrati."

Squall la fissò, tacendo per diversi secondi. Poi la superò di lato, deciso a impedire a quella conversazione di cominciare.

Ma Rinoa avevo lo sguardo attento, e notò che lui si guardava, dandole la schiena. Lo prese per un braccio e lo trattenne, con un sorriso ironico anche quando lui cercò di liberarsi dalla sua stretta, ironico. "Questa è nuova" dichiarò toccandogli il colletto della maglia. "E anche questi." Toccò con la punta del piede i suoi stivali.

"Smettila." Lui respinse la mano quando lei cercò di toccare la cucitura dei pantaloni. "Chissenefrega?"

"Mi importa! Scommetto che l'uniforme non ti sta più. Ecco perché non te la vedo mai addosso."

Allora è di questo che si tratta. "Non ho tempo per queste cose." Si voltò di nuovo, facendo particolare attenzione alle sue mani.

Lei le tenne a posto, ma continuò a camminare con lui. "Hai avuto un sacco di cose a cui pensare negli ultimi due mesi. Forse c'è qualcosa che noi possiamo fare per te."

"So farmi il bucato da solo." Accelerò il passo, vedendo avvicinarsi l'anello centrale del Garden - e con esso il rifugio dell'ascensore.

Rinoa alzò gli occhi al cielo. "Allora qualcos'altro. Qualcosa di davvero utile. Niente più feste" aggiunse in fretta.

"Voglio che tutti gli altri facciano il loro lavoro" brontolò lui. "E io farò il mio."

"È proprio da te. Sei così preoccupato a fare quello che ci si aspetta da te che non ti prendi mai del tempo per te stesso."

Non di nuovo. Si fermò di fronte all'ascensore e quasi prese a pugni il pulsante per salire. A braccia incrociate, fissò con impazienza il lucernario.

"Deve esserci qualcosa che vuoi."

Finalmente, le porte si aprirono. Squall entrò, voltandosi per guardare torvo Rinoa. "Silenzio" disse secco. Anche se lei si controllò in fretta, lui capì che il colpo era andato a segno. Lo sfruttò, usando ogni centimetro di altezza guadagnato per dar peso a ciò che diceva. "Solo per una volta... voglio solo silenzio."

Premette un altro pulsante, fece un passo indietro e, con un tintinnio, le porte si richiusero.

Ma il silenzio della salita al terzo piano gli diede poco sollievo. Sfruttò come poteva il tempo, e si appoggiò alla parete, nascondendo il viso nelle mani. Ebbe solo pochi attimi per calmarsi prima che l'ascensore tintinnasse di nuovo.

Per un momento esitò: c'era solo un minuscolo ingresso a separarlo da un'altra giornata di una posizione di comando che non aveva chiesto. Quanti errori farò oggi?

Non aveva importanza. Non poteva fare altro che andare avanti, e così fece, nella luce schiacciante del sole e del ponte del Garden di Balamb.

*~*~*~*~*

Era stata una lunga settimana.

Le temperature invernali di Trabia erano quel che erano, e non era sorprendente che, la sera, i corridoi del Garden fossero silenziosi. Ciò che sorprendeva Squall era il fatto di camminare da solo.

Dopo quella discussione, non aveva parlato con Rinoa, né l'aveva vista. Probabilmente è incazzata si trovò a pensare prima di spostare consapevolmente i pensieri su una preoccupazione più immediata: il difficile problema della gestione di un Garden pieno di matricole e bambini.

Fino a quel momento avevano evitato il disastro. Ma qualsiasi speranza di aiuto dai loro famosi sostenitori a Trabia era finita in rovina quanto il loro Garden.

Il consiglio di un SeeD di stanza al Garden gemello li aveva portati a una comunità isolata di minatori a nord del continente. Gente peculiare; gli Shumi erano stati utili oltre ogni aspettativa, e avevano dato loro dei "regali" sotto forma di viveri e materiali di costruzione. Il viaggio di ritorno per la consegna di quei materiali così necessari sarebbe cominciato il giorno dopo.

Sembrava giusto. Aveva senso farlo, ma Squall continuava a rimuginare, cercando di individuare qualsiasi inconveniente possibile. Gli studenti del Garden di Trabia erano orgogliosi e decisi a fare di testa loro, e rifiutavano testardamente qualsiasi offerta di forza lavoro, o anche solo donazioni dai compagni di Balamb. Se non prendono quei materiali, cosa devo fare? Dire che sono il Comandante della SeeD adesso e ordinare di prenderli? Potrei doverlo fare, oppure sarebbe solo una perdita di tempo. Forse Selphie potrebbe convincerli... chissà se rimarrà lì?

Si fermò davanti alla sua stanza, troppo preoccupato per aprire la porta. Per l'ennesima volta, quel giorno, si raddrizzò la maglia e si agitò nella giacca, a disagio nella sua stessa pelle. Non sembro un SeeD. Solo un mercenario qualunque... Fece una smorfia e si toccò l'avambraccio, percorso da una fitta dolorosa. Un altro promemoria sgradito: insieme alle sue ossa crescevano i suoi problemi. Il dolore si attenuò, ma l'apprensione che lo accompagnava rimase acuta. Anche se glielo dicessi, mi prenderebbero sul serio?

Dato che non voleva essere sorpreso con le mani in mano, Squall si rifugiò nella sua stanza prima di mettersi ulteriormente in imbarazzo.

Si fermò appena dentro, con la mano ancora appoggiata alla porta. Dopo qualche riflessione, lasciò perdere. Chiudere a chiave non avrebbe escluso le interruzioni, e al momento l'idea di visitatori che non si annunciavano lo infastidiva meno del bussare e gridare e del rumore.

Si tolse l'arma e stava togliendosi la giacca quando si accorse che la sua uniforme SeeD era stata spostata. Si guardò intorno con lieve preoccupazione. Era solo. Non c'era altro fuori posto. L'uniforme era su un angolo del letto, pulita, stirata e ripiegata.

Sospirò e la sollevò, con un presentimento su cosa avrebbe scoperto. Un esame veloce confermò i suoi sospetti: la divisa era stata modificata.

Ispezionando il lavoro, notò che un cartoncino era caduto dal colletto ed era rimbalzato sul suo stivale. Si chinò a raccoglierlo e guardò con un sopracciglio sollevato la stampa in rilievo: SARTO È FELICE DI AVER MODIFICATO QUESTO INDUMENTO, dichiarava con un carattere molto pulito. Perplesso, girò il cartoncino; sul retro c'era una nota scritta a mano. La calligrafia non era elegante, era fitta per riuscire a stare nel poco spazio, ma comunque abbastanza leggibile:

Ehi, Squall! È per questo che ho dovuto saltarti davanti in fila per il pranzo. Giuro che non stavo cercando di fregarti i panini! Ci serviva un paragone ed è toccato a me. Sono contento che Irvine scatti fotografie meglio di quanto spari. Selphie ha fatto calcoli folli per capire le tue misure. (Volevamo che Quistis ti invitasse ad allenarsi e le prendesse così, ma ha cominciato a dare di matto quando glielo abbiamo chiesto. Pensavo che usare la frusta come metro fosse una buona idea. Non so che problemi avesse!)

Comunque, non crederai mai alla caccia che ci ha fatto fare questo Sarto solo per farti aggiustare la divisa. I Shumi sono un sacco strani. Volevamo dartela tutti insieme, ma Rinoa ha detto che ti saresti stressato. Non voleva nemmeno scriverti un biglietto. Pensavo dovessi saperlo! È stata tutta una sua idea, quindi forse dovresti ringraziarla, quando puoi.

-Zell

"Rinoa..." Squall tossì, e quel suono era troppo vicino a una risata di sconfitta per stare tranquillo. Scosse la testa e gettò il biglietto. Avrei dovuto immaginare che stava macchinando qualcosa. Nonostante la lamentela silenziosa, la praticità lo portò a specchiarsi.

Beh... sembra che mi stia.

*~*~*~*~*

Angelo guaì, e quando Rinoa alzò gli occhi dal libro scoprì che all'improvviso tutti gli studenti nella sala lettura della biblioteca erano scomparsi.

"Sei una rompipalle. Lo sai."

Lentamente, si voltò sulla sedia. Qualsiasi trepidazione avesse avuto nell'affrontare il litigioso Comandante SeeD si disintegrò nel momento in cui gli posò gli occhi addosso. "Oh cavolo." Lo sguardo le si illuminò, il viso si rasserenò e, con Angelo al fianco, si alzò. "...Stai benissimo, Squall."

Lui era in piedi tra le ultime scansie, con la sua uniforme ufficiale, e con il tocco aggiuntivo del suo ciondolo a forma di leone che si intrecciava alle catene della giacca. Aveva il gunblade al fianco, agganciato a una serie di cinture più eleganti. Forse era la natura seriosa dell'abbigliamento, ma avrebbe potuto giurare che Squall tenesse la testa più alta del solito. L'espressione era di sicuro più scura del solito. "Avresti dovuto dirmelo" cominciò lui.

Lei si dondolò, modesta. "Se te l'avessi chiesto mi avresti detto di no."

"È questo il punto."

Con le mani dietro la schiena, lei guardò il soffitto, fingendo un'indifferenza che era quasi petulanza.

"Niente più sorprese" insistette lui. "Va bene?"

Alla fine, tornò a guardarlo. "Non hai nemmeno intenzione di ringraziare!"

"Se va tutto bene, è tutto merito tuo."

"Non il merito." Lei chiuse le mani a pugno, lungo i fianchi. "Non vedi che stiamo cercando di aiutarti? Ti stiamo dando tutti spazio, proprio come hai chiesto."

Lui annuì; si era aspettato quella lamentela. Prima di risponderle, fece un sospiro. "Lo apprezzo. Ma se fanno di tutto per fare cose carine per me, potrebbero non essere dove ho bisogno che siano. Questa volta è andata bene, ma quando ci sarà la prossima crisi, non voglio dover tirare a indovinare dove sono tutti."

Più calma, Rinoa fece un passo verso di lui, piegando pensierosa la testa. "Ti importa delle persone a cui dai ordini, eh? Lo sapevo..."

Lui abbassò gli occhi a terra, per nascondere uno scintillio di incertezza. "Sono una mia responsabilità. Hanno anche loro un lavoro da fare."

"E tu ti preoccupi per loro."

Perché vuole che lo dica? È così strano? "Non importa cosa provo io" rispose infine, tornando a guardarla.

"Importa a me. Penso che importi a un sacco di persone."

Il suono del sistema di comunicazione e il saluto ormai familiare di Nida li interruppe. "Squall, stiamo per arrivare al Garden di Trabia. Selphie e Quistis ti aspettano all'ingresso."

Squall piegò la testa. "Devo andare."

Rinoa non rispose, ma continuò a sorridere, diretta e orgogliosa.

Lui si voltò per andare, dapprima lentamente, e poi con più decisione, quando spostò i pensieri, seppur riluttante, al compito che lo attendeva. A metà del corridoio, sentì passi di corsa e un abbaiare di saluto alle sue spalle.

"Squall!"

Si voltò appena e vide Angelo sulla soglia della biblioteca, e Rinoa apparve poco dopo. Che c'è adesso?

Lei lo salutò con la mano, quasi timida, se era possibile. "In bocca al lupo" gli disse.

Senza sapere come rispondere, lui fece un cenno con la testa e poi tornò a camminare.

E non sapeva dire perché, ma il corridoio non sembrava così lungo, né le spalle gli sembravano così pesanti. Quando guardò avanti, avrebbe potuto giurare di vedere più nitido, di avere una visuale più ampia. Qualcosa era cambiato. Le cose erano diverse.

Lui era diverso; più sicuro, più alto, e almeno per il momento, calzare a pennello non era più una lotta.

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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