Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: xxpetruzxx    07/06/2016    1 recensioni
Partì tutto con un cheeseburger.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cheeseburger.

 
 
 
Diciamo che Alyssa era una ragazza come le altre.
Ecco, forse non seguiva la moda come tutte le sue coetanee, magari preferiva un paio di converse a dei tacchi a spillo.
Per non parlare del cibo:
Aveva provato più volte a mangiare un’insalata insipida ma aveva sempre preferito il cheeseburger del ristorante sotto casa sua.
Per questo aveva molti problemi ad avere un contatto con le altre persone, soprattutto quando erano su una frequenza completamente diversa.
L’unica amica che aveva era Stacie e si, l’aveva conosciuta in uno dei suoi pomeriggi al ristorante.
Stacie lavorava come cameriera e quando vide Alyssa, subito cercò di instaurare un rapporto di amicizia, in quanto le sembrava diversa e soprattutto con buon gusto alimentare.
Alyssa d’altra parte, era felice di avere finalmente un’amica a cui confidare tutto quello che le succedeva (anche se non era molto, a causa del suo carattere).
Non parliamo di ragazzi poi.
Una volta un ragazzo aveva provato a parlarle e lei aveva iniziato subito a creare delle scene nella sua mente e ad avvertire pericoli inesistenti.
Dopo quell’incontro, giurò di star bene anche da sola.
Magari con una grande libreria e un camino, dove potersi scaldare in inverno.
E chissà, anche qualche cagnolino.
 
Scosse la testa, come per uscire dal suo mondo fantastico e tornare con i piedi per terra.
Guardò il ragazzo davanti a lei e fece un piccolo sorriso per accoglierlo.
 
“Salve, cosa posso servirle?” chiese guardando il taccuino ormai reduce di un utilizzo più che frequente.
“Uhm un cheeseburger e basta.” rispose il ragazzo osservando il menù, per poi alzare lo sguardo per guardare la cameriera.
Alyssa annotò la sua ordinazione annuendo leggermente e guardò il ragazzo, notando che la stava già fissando.
“Io e le mie paranoie” pensò cercando di non darci importanza.
“U-uhm da bere non vuole niente?” chiese abbassando lo sguardo sul taccuino. Lei non sarebbe mai riuscita a mangiare un cheeseburger senza almeno un bicchierone di coca c-
“Una coca cola.” rispose nuovamente, cogliendola di sorpresa. Come se le avesse letto la mente. Annotò velocemente e lo guardò pensierosa.
“Aspetti un attimo e porto tutto.” confermò togliendogli il menù di mano, sentendo una scossa quando le loro mani si sfiorarono.
Lui alzò lo sguardo guardandola e lei arrossì senza un preciso motivo, e scomparì dietro la cucina.

Respirò profondamente, come se non lo avesse fatto per gli ultimi dieci minuti. Stacie la guardò confusa e con un ghigno, avendo capito già tutto.

“Ragazzi?” chiese curiosa e divertita dalla sua espressione. Alyssa annuì solamente e si mise all’opera, cucinando quello che doveva essere il cheeseburger ordinato dal ragazzo.
“Mannaggia a me e a quel giorno in cui ho accettato questo lavoro.” mormorò girando la carne sulla griglia, facendola cuocere per bene. Stacie la guardò ridendo e rispose divertita.
“Colpa mia tesoro, non dovevo offrirti di lavorare qui.” affermò l’amica passandole il ketchup. Dopo un “grazie mille” di Alyssa, la ragazza si decise a parlare.
“Tu mi hai detto che vi serviva una cameriera quando lo staff era già al completo.” disse sbuffando, posizionando la carne nel panino. Certo non si lamentava spesso, anche perché la paga era abbastanza sufficiente per pagare l’appartamento e gli studi dell’ultimo anno del college. A volte non riusciva nemmeno a comprarsi delle scarpe nuove o un semplice maglione, forse perché teneva più agli altri che a se stessa. Alyssa osservò il panino pensierosa e sospirò, immaginando la sua vita spensierata e chissà, con
qualcuno al suo fianco.

Appoggiò il cestino sul tavolo e la coca cola, sospirando leggermente. Il ragazzo dal canto suo, la ringraziò e posò il cellulare sulla tovaglietta. Alyssa lasciò la ricevuta sul tavolo e si girò per andarsene, non prima di sentire una voce chiamarla.
“Hey brutta giornata?” chiese il ragazzo, facendola girare. Lei presa alla sprovvista annuì, non volendo annoiarlo con la sua patetica lamentela sulla sua patetica vita.
“Ti capisco…l’unica cosa buona di oggi è stato questo panino davvero invitante.” confessò prima di tirare un morso, alzando il pollice per confermare poco dopo. La ragazza notò un’ancora tatuata sul pollice e fece un piccolo sorriso, sia per il tatuaggio che per il suo modo di fare, o meglio, di mangiare.
“Mmh kamo makl.” disse a bocca piena, e Alyssa rise alzando un sopracciglio.
“Cosa?” chiese timidamente la ragazza, sentendosi stupida per un istante.
“Mi chiamo Michael.” disse dopo aver ingoiato il boccone. Alyssa fece un piccolo sorriso annuendo e si presentò cordialmente.
“Alyssa.” si presentò e si girò sentendo chiamare il suo nome ripetutamente. Corse verso il suo capo intimorita e lo guardò per capire il suo tono di voce.

“Ti servono gli occhiali o cosa?!” sbraitò guardandola per poi continuare. “Hai visto quanti clienti vogliono prendere ordinazioni?! Muovi quel culo e vai!” urlò andandosene, per poi lasciarla lì. Alyssa sospirò e si recò verso un tavolo, sorridendo falsamente come sempre. Un po’ le pesava essere gentile con tutti, quando avrebbe tanto voluto mandare tutto all’aria, per pensare un po’ a se stessa. Alzò lo sguardo notando la ragazza del tavolo guardarla divertita, come se fosse un animale da palcoscenico. Corrugò la fronte.
“Ci senti o devo prendere un microfono?” disse sfacciatamente, facendo ridere il suo gruppetto di imbranati.
E-eh si scusa…puoi ripetere?” chiese cortesemente alla ragazza. Forse doveva smetterla di pensare o avrebbe perso anche quel piccolo stipendio che tanto le serviva. La ragazza, forse sua coetanea, le tirò un’oliva colpendola sulla fronte, provocando ancora una volta i risolini degli altri.

Alyssa si sentiva umiliata e soprattutto pensava di poter esplodere da un momento all’altro, per questo lasciò il taccuino sul tavolo e tornò in cucina piangendo. Stacie - che stava pulendo il bancone – la guardò interrogativa e subito le si avvicinò.
“Hey hey che succede?” le chiese posando lo straccio lurido, e posando la mano sulla sua spalla per confortarla.
“Niente. Voglio andarmene da qua.” mormorò soltanto, prendendo un’ordinazione ed uscendo nuovamente dalla cucina. Continuò a portare ordinazioni ai tavoli come se niente fosse successo.


Michael d’altra parte, la osservava. Voleva tanto intervenire e dirle di fermarsi, di sedersi e magari mangiare con lui il panino che non era nemmeno riuscito a finire. All’inizio pensava fosse una semplice cliente, ma quando gli chiese l’ordinazione, lui rimase un po’ sorpreso e divertito. Era davvero bella.
Per questo non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, e quando venne colpita dall’oliva, non riuscì a trattenersi dal ridere. Era adorabile il modo in cui abbassava lo sguardo come un cucciolo bastonato. Meno adorabile fu quando ritornò in sala con il trucco colato e un’altra ordinazione in mano. Michael pensò fosse fin troppo forte e passiva, per questo la chiamò nuovamente al suo tavolo, come a volerla avere solo per sé.
Alyssa aveva visto il ragazzo ridere, per questo si sentì un po’ offesa quando la richiamò poco dopo. Ma d’altronde era il suo lavoro e doveva obbedire.
“Hey miss oliva.” rise il ragazzo guardandola. “Perché non ti siedi qui con me?” continuò smettendo di ridere.
“Cos’altro vuoi da mangiare?” sospirò pronta a scrivere.
“Alyssa.” la chiamò, facendole alzare lo sguardo. Alyssa incrociò il suo sguardo e notò che i suoi occhi erano verdi, o comunque molto chiari. Sempre meglio dei suoi cerulei. Michael la guardava, e invece pensava di non aver visto occhi più belli.
“Cosa?” rispose Alyssa per incitarlo a parlare.
“Hai degli occhi bellissimi.” constatò il ragazzo, maledicendosi mentalmente. Non era di certo quello che voleva dire.
La ragazza arrossì notevolmente abbassando lo sguardo, facendo un piccolo sorriso. Nessuno le aveva detto una cosa simile e questo la rese ancora più confusa e insicura.
“Il conto…” disse soltanto, attaccando il foglio sul tavolo ormai consumato dagli anni. “Vieni alla cassa per pagarlo.” continuò lanciandogli un altro sguardo imbarazzata e si girò tornando dietro al bancone. Ma Michael rimase lì, avvisando gli amici che sarebbe tornato a casa tardi.

Luke - il suo migliore amico - rispose subito lamentandosi. Avevano i tornei di Call of Duty e chi vinceva poteva mangiare gratis per una settimana.
A volte la gente pensava che fossero dei pazzi, dei ragazzi non cresciuti. Ma infondo loro si divertivano con poco, e vaffanculo, la gente poteva pensare quello che voleva.
Michael sorrise rispondendo ai messaggi con “Devo fare qualcosa di importante” e spense il telefono per concentrarsi su un piano. Aspettò un certo orario, quello di chiusura, e si alzò essendo l’ultimo cliente. Si avvicinò alla cassa e pagò velocemente notando Alyssa gridare un “Mi cambio e vado Stacie!”.
“Sono quindici euro tesoro.” disse distraendolo Stacie, premendo dei tasti sulla cassa. Michael le porse i soldi e notò un cartellino sulla divisa. Era lei Stacie.
“Hey uhm Alyssa finisce ora il turno?” chiese grattandosi la nuca. Stacie ghignò maleficamente e annuì.
“Si. Sei il suo ragazzo?” chiese sapendo che Alyssa non era mai corteggiata da nessuno. Un po’ le dispiaceva ma infondo pensava che non le sarebbe piaciuto vedere la sua amica piangere per uno stupido ragazzino.
“Vorrei esserlo.” rispose ridendo Michael prendendo il resto e ringraziandola.
Uscì dal negozio e si strinse nella giacca sentendo improvvisamente freddo. Si sedette sul muretto e si accese una sigaretta, nel tentativo di scaldarsi.

Passò qualche minuto e la vide uscire. Indossava un bellissimo vestito di fiori e i capelli erano sciolti. Il ragazzo sorrise, ma un enorme dubbio lo colpì: era davvero fidanzata?
Alyssa lo guardò interrogativa e con le gote rosse e si avvicinò. Cosa stava succedendo?
“Hai presente quando ho detto che il cheeseburger è l’unica cosa buona che mi sia capitata oggi?” chiese il ragazzo avvicinandosi sorridendo. La ragazza colta alla sprovvista annuì confusa.
“Se mi permetti di fare due passi con te, potrei cambiare idea.”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: xxpetruzxx