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Autore: AwkwardArtist    08/06/2016    0 recensioni
Attenzione! contiene SPOILERS e speculazioni sulla quarta stagione di Orphan Black.
Canon ma non troppo.
La storia si vive dal punto di vista di Cosima. Di ciò che vive fuori e dentro la sua mente.
Questa fanfic fa parte di un progetto che prevede altre parti che andranno ad integrarsi con la storia mano mano che prosegue.
I titoli dei capitoli e dell'intero lavoro sono presi in prestito da canzoni.
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Cosima Niehaus, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 15 - Scars

 

Non si può dire che la nostra creatrice si faccia desiderare.
Ci accoglie nell'atrio del palazzo dove ha sede la BrightBorn, armata di un sorriso smagliante.
Sembra addirittura felice di vederci.
"Oh, due delle mie creature!" esclama allargando le braccia in un gesto di benvenuto.
Pochi passi dietro di lei ci sono le scagnozze del momento, Evie "espressione da rettile" Cho
e una tizia che sembra una buttafuori da club per fattoni.

Beh anche noi abbiamo le spalle coperte... abbiamo Shay.
Oddio, a vederla non fa lo stesso effetto di queste due cyborg ai lati di Susan Duncan
...ma come si dice? La nostra arma è la sorpresa!

Tossisco, giusto per non smentire la mia perfetta forma fisica.
La Duncan si sporge per allungarmi un fazzoletto e sia Shay
che il mastino alle spalle di Susan fanno immediatamente un salto in avanti.

"Calma, calma." la madre di Rachel alza le mani in segno di resa. "Non siamo qua' per affrontarci."
L'espressione di Sarah sottintende il contrario ma non è il caso di puntualizzare.

Attraversiamo i corridoi a quell'ora deserti ma devo concordare con Shay.
Ci sono sicuramente mille paia di occhi che ci stanno osservando,
i cui proprietari sarebbero pronti ad intervenire se mai ce ne fosse bisogno.

In ufficio, oltre all'arredamento di lusso troviamo anche Ira, il Castore highlander...
ammesso che Mark abbia nel frattempo tirato le cuoia.
"Avrei voluto incontrare anche le vostre sorelle." Esordisce di nuovo Susan Duncan
e questo da fuoco alle polveri di Sarah.

"Quali? Quelle morte grazie ai vostri giochini del cazzo
o quelle che moriranno sempre per i vostri giochini del cazzo?!"

Ahi, siamo di nuovo a parlare di cazzi. Non promette bene.
La Duncan scuote energicamente la regale testa.
"Non ho mai voluto che vi faceste del male o che ve ne fosse inflitto."
"Certo, lo dica alla gentaglia che sceglie come sgherri."
Stavolta l'occhiata feroce di mia sorella è diretta a 'faccia di serpente',
che come nei video appare del tutto impermeabile a ciò che la circonda.
Inquietante.

Susan annuisce e finalmente scopre le carte che ha tentato di celare fino a quel momento.
"Speravo che questo incontro avvenisse. " ammette
"non vi rendete conto degli obiettivi che potremmo raggiungere se lavorassimo ad uno scopo comune."

"E quale possibile scopo comune potremmo avere?"
Sarah sta rapidamente raggiungendo il punto di ebollizione.

"La cura per la malattia dei cloni Leda..." risponde prontamente la nostra signora e padrona,
guardandomi dritta negli occhi.

Sento mia sorella imprecare.
"Non ne abbiamo bisogno." rispondo tranquillamente e sento gli occhi di Sarah indugiare su di me.
E' Evie Cho però che piega la testa di lato, è veramente un rettile pronto a scattare,
e con tono cordialmente gelido chiede "perché ve la caverete con la vostra ricerca?"

"Perché no?" ribatto ma ovviamente il mio bluff vale poco.
"Beh, non c'è più il supporto della DYAD e della dottoressa Cormier, sbaglio?"
Vorrei tirarle una testata ma riconosco una provocazione quando mi viene rivolta.
Shay però ne ha abbastanza e si avvicina al serpente col taglio di capelli a caschetto.
"Perché non impari a porgere l'altra guancia?
Così posso farti un ricamino uguale a quello che già te ne decora una, che dici? Sarebbe coordinato."

Il mastino da guardia sta per reagire e io già immagino la scena con tutti che se le danno,
sfasciando ogni prezioso oggetto nella stanza ma è Susan Duncan a decidere in due parole le sorti della lotta.

"Evie, lasciaci." dice con tono assolutamente calmo.

Tutte le altre teste nella stanza si voltano verso di lei, basite.

"Io e le mie creature possiamo fare due chiacchiere in solitudine." dice
"Ovviamente con la presenza di questa gentile signorina." indica Shay che alza gli occhi al soffitto.
Evie Cho esita giusto quella manciata di secondi in cui ritiene appropriato che Susan cambi idea
ma alla fine deve accettare la sconfitta e con un cenno della mano tira il filo invisibile della scagnozza,
che la segue a ruota nella sua uscita plateale dalla stanza.

"Ora possiamo ragionare tra pari." commenta la Duncan
mentre Shay opta per incrociare le braccia con fare minaccioso e fissare uno sguardo tagliente sul Castore dimesso,
di cui non riusciamo a capire il senso.
Sembra il maggiordomo di Susan o qualcosa di altro, cosa preferisco non saperlo per certo.

"Ora vi porterò a fare un tour della BrightBorn.
Un vero tour, non come quelli che Evie e il suo staff propinano ai potenziali clienti. Detesto tutto questo,
nonostante sembri alta tecnologia associata alla genetica è roba da medioevo del cervello.
Solo Aldous poteva, per stupida vanità, sottostare ad un simile trattamento."

Sì, beh in effetti non è finita proprio bene per lui. Prima o poi dovrò decidermi a liberare il frezeer da quella testa vizza.

Iniziamo a camminare verso gli ascensori e Susan si volta verso Sarah.
"Ti farò togliere il tuo dispositivo da Evie."
"Come no, perché c'è da fidarsi di quel soggetto." commenta mia sorella, la trasformista.
"Che cosa fa esattamente il verme?" domando mentre stiamo scendendo oltre il piano terra.
"Esattamente, non lo so. Aldous aveva questa fantasia,
che potesse in qualche modo liberare l'accesso a zone del cervello che ancora ci sono oscure."

"Era solo una fantasia?" chiedo mentre lasciamo l'ascensore illuminato
e ci dirigiamo verso un corriodoio che termina in una specie di montacarichi.
Non molto rassicurante come atmosfera.

Susan alza le spalle.
"Io non proverei... e voi Leda non ne avete bisogno. Siete perfette così."

"Ma non siamo affatto perfette, Susan!" sbotto all'improvviso.
"Siamo malate. Siamo condannate ad una morte cellulare piuttosto precoce.
I nostri geni si ribellano contro di noi.
E Sarah, la sua diversità è l'eccezione che conferma la regola.
Lei ed Helena sono delle anomalie che non avevate previsto e che non siete in grado di controllare, di replicare."

Susan Duncan si volta, rossa in viso come se l'avessi schiaffeggiata.
"Abbiamo solo bisogno del genoma originale!!
Possiamo aggiustare tutto questo e raggiungere quella vetta che è già a portata di mano."

Ci fermiamo davanti a delle porte di metallo.
"Tu e quale esercito? perché per 'cambiare il mondo, un clone alla volta'
ci vogliono delle risorse che non è facile racimolare, no?"

Lei non nega e io vado avanti.
"E' per questo che sei costretta ad appoggiarti a strutture come la BrightBorn
e accettare metodi che in fondo detesti.
E ora ci mostrerai quali sono questi metodi. Presumo sia per questo che ci hai portate in questo bunker."

Gli occhi di questa donna geniale quanto pericolosa, brillano mentre mi guarda.
"Ah, Cosima. Ho sempre saputo che il tuo cervello è la parte più importante di te.
Come avrei voluto che Rachel ti somigliasse."

"Povera Rachel." commento con sincerità.
Vivere con le pretese e le aspettative e soprattutto l'ego dei propri Creatori deve essere devastante.
Non mi stupisce che sia incazzata come una faina.

La Duncan incassa con stile e si volta per aprirci le porte dell'orrore BrightBorn,
qualcosa che nessuna di noi potrà mai dimenticare di avere visto.


Ci sono diversi stadi embrionali contenuti in queste vasche fantascientifiche,
alcuni sono dei bambini completamente formati... ma a tutti manca qualcosa,
tutti hanno qualcosa di incompatibile con la vita.
Le deformità forse sono la cosa meno scioccante da vedere.

Shay si volta, piegata in due e sento che respira veloce.
"Non posso." mi dice con voce soffocata.
Le poggio una mano sulla schiena, per farle capire che la comprendo.
Ira è rimasto oltre la porta e quando anche Sarah incespica e si ferma,
capisco di essere rimasta sola di fronte a questo spettacolo orribile.

Passo davanti a tutte le teche, ignorando gli schermi appesi in alto dove si vedono sale operatorie
e camere che assomigliano a celle ospedaliere.
In tutti brulicano delle attività, molte delle quali finiranno per aumentare la popolazione di questa stanza.
Mi chiedo mentre guardo i poveri resti dietro ai vetri, cosa ci venga a fare Evie Cho in questo posto.
Nessuna delle possibili risposte è accettabile per me.

Mi fermo davanti all'ultima vasca e quando il soggetto che vi è immerso dentro compie una sorta di scoordinato movimento,
salto all'indietro e non riesco a trattenere l'orrore.

La mano di Susan mi sostiene e la sua voce tranquilla mi ghiaccia il sangue.

"Non ti preoccupare. Non è vivo. E' solo il dispositivo che fa il suo dovere."
"Cristo!" Sarah esce a corsa da questo archivio di esperimenti falliti.
Io mi avvicino a Shay e la prendo sottobraccio in modo che anche noi possiamo guadagnare l'uscita.
"Niente giustifica tutto questo. Lo capisci, vero Susan?"
Le dico una volta che ha richiuso le pesanti porte di metallo.
"Ecco perché dobbiamo lavorare assieme. perché tutto questo non sia più necessario."
La linea tra genio e follia è stata passata da parecchio.
Forse tra tutti i burattinai dietro al progetto Leda e Castore, Aldous Leekie era il più innocuo.

Non penso sia produttivo replicare quindi chiedo a Susan di onorare la sua promessa di liberare Sarah dal vermebionico.
Lei annuisce e sorride. "Spero possa essere considerato il primo passo verso un'alleanza produttiva."

Come sospettavo Evie Cho non si dimostra felice di esaguire la richiesta della sua datrice di lavoro.
Amesso che lo spostamento del sopracciglio sinistro sia un'espressione di sdegno.
Altrettanto ovviamente capisce che sarebbe inutile rifiutarsi e che avrebbe svantaggi maggiori mettendosi di traverso.
Così ci ritroviamo in una stanza che farebbe invidia ad un dentista in forza su una nave spaziale.
Sarah ha le iridi terrorizzate, non trovo definizione migliore mentre assisto il Rettile
nella rimozione del 'dispositivo' come ama chiamarlo Madame Duncan.

Doctor Cho esita un secondo mentre tira fuori il baco dalla guancia interna di mia sorella.
Forse pensa che sarebbe divertente attivarlo invece di estrarlo e io penso che a quel punto le salterei alla gola.
Ma è davvero un attimo e poco dopo il gemello piccolino del verme di Leekie
viene messo al sicuro dentro un contenitore di vetro.
Nel momento di distrazione che segue, me lo faccio scivolare in tasca.

Mentre Sarah si toglie il sapore del sangue,
sciaquando via il ricordo del pessimo ospite, lascio Shay ad assisterla e seguo Susan che mi fa cenno.
"Spero davvero che tu possa trovare l'archivio di Aldous." mi dice spiazzandomi completamente,
c'è qualcosa che questa eminenza grigia non sa?

"Quello che potresti fare, con quelle informazioni e il tuo cervello.
Potresti ricreare una squadra efficace come quella che è arrivata alla Vostra creazione.
Magari assieme a qualcuno del tuo calibro."

Penso che non c'è più nessuno, non tanto del mio 'calibro' ma nessuno con cui vorrei creare qualcosa.
Ma non lo dico.
Ci sono molte altre persone che mi stanno aiutando a salvare il salvabile e forse in qualche modo ce la caveremo.

Intanto stiamo finalmente uscendo da questa 'casa degli orrori' che non sfigurerebbe in un luna park alla Stephen King.
"Non morire per motivi di principio." mi dice Susan e io scuoto la testa. Non ne ho nessuna intenzione.
"Quando avrai l'archivio, contattami e potremo parlare della chiave."
Lo sentivo che c'era la fregatura dietro l'angolo.
Ma sono ottimista, di fronte a tutta questa follia io sono abbastanza normale.
Troverò il modo di venirne fuori.

E siamo già oltre i vetri quando Susan lancia la bomba finale.
"Inoltre penso che Kira e Charlotte potrebbero diventare amiche."
Mi chiedo chi sia Charlotte ma accanto a me mia sorella si anima all'improvviso.
"Charlotte? Charlotte Bowles?"
Ma Susan oramai è al sicuro dietro i vetri spessi e si allontana rivolgendo a Sarah un sorriso vincitore.
"Se Charlotte è prigioniera di Susan dobbiamo capire che fine ha fatto Marion Bowles.
Potrebbe essere un'alleata in questa guerra al massacro."

A giudicare dalla fine che hanno fatto tutte le ultime "teste della DYAD"
non so se quella di Sarah è una speranza realistica.
Ma siamo a corto di rinforzi e a corto di tempo. Vale la pena tentare.

Mentre torniamo parecchio ammaccate verso l'auto ma con un punto riportato a nostro favore,
mi sembra di udire nel silenzio attorno il ronzio di una telecamera
e immagino che forse non siamo così sole come potrebbe sembrare.

 

   
 
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