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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    09/06/2016    5 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo XIII. A dream that fades away as it began
**❤**

-Tieni- gli aveva detto dopo aver sciacquato un piatto, porgendoglielo -Che hai?- chiese poi accorgendosi del lieve sorriso sul volto dell'uomo che aveva di fianco.  

Natsu prese il piatto e negò un poco con il capo –Niente- rispose cominciando ad asciugarlo.  

Lucy lasciò perdere, ma non fece in tempo ad insaponarne un altro che lui riprese a parlare. 

-È che ancora non credo al fatto che mi sposerò- lo disse ridacchiando facendola sorridere -Se avessi saputo anche solo pochi mesi fa che mi sarei sposato, non ci avrei creduto- aggiunse posando il piatto sul bancone.  

-Perché?-  

-Credo per il lavoro che faccio- rispose pensandoci su qualche attimo -Non credo attiri molto essere la moglie di uomo in costante pericolo-  

Lucy rimase in silenzio a quel ragionamento: Natsu non aveva tutti i torti. Più o meno era come innamorarsi di un malato terminale...  

Sussultò a quel pensiero rivolgendo subito lo sguardo sul vigile del fuoco, in fondo era quasi nella sua stessa situazione: lui si era innamorato di lei una malata di cuore fin dalla nascita, destinata a morire giovane data la malattia grave di cui era affetta, curabile solo con un rischioso trapianto.  

Provò una fitta di dolore lancinante sentendosi tremendamente in colpa; se l'operazione non avesse avuto risvolti positivi... Scosse la testa. Non doveva assolutamente pensarci; Gray le aveva detto che il primo passo per poter guarire era credere fermamente in una guarigione permanente.   

-Io mi sono innamorata lo stesso-   

Gli sorrise e lui non poté fare a meno di lasciare il panno e afferrare veloce la vita della donna stringendola a sé in una morsa protettiva.  

-Natsu!- urlò lei colta alla sprovvista, muovendo in tempo le mani per non macchiare la maglietta del compagno allontanandole da lui.  

Ma quest'ultimo le rispose solo con un ghigno prima di avventarsi sulle sue labbra mangiandosele.  

-E infatti ne dovrai pagare le conseguenze- le disse beffardo facendola ridere -Soprattutto ora che hai deciso di rimanere al mio fianco per tutta la vita- sussurrò tornando serio per poi baciarla ancora, stavolta più lentamente, rapendola e conducendola in un'amorevole danza non solo di labbra, ma anche girando piano per la cucina con un sorriso tenuto premuto contro la bocca di lei.  

-Stiamo facendo pratica per il matrimonio?- ridacchiò quest'ultima dandogli un veloce bacio a stampo.  

-Tanto che ci siamo facciamo anche pratica per la luna di miele- rispose Natsu prima di prenderla in braccio facendola strillare e correre su per le scale tra le loro risa.  

-Natsu! I piatti!-  

-Possono aspettare mentre io no!-  

 
 

Vedendo la felicità e l'allegria che aleggiava nella caserma, tutto sembrava andar per il meglio: una proposta di matrimonio accettata con un -Sì- e un bacio appassionato, gioioso e pieno d'amore; la conseguente accettazione dell'operazione al cuore nonostante la paura, il timore per la sua pericolosità e la sicurezza in un futuro che non poteva promettere altro che bene dopo tutti gli ostacoli affrontati, lasciati alle spalle con destrezza nonostante le notevoli difficoltà.   

Inoltre con i piagnistei del bambino, tutti erano bene o male felici di prendersi cura della nuova mascotte odorosa di latte e pannolini sporchi; anche Lucy che aiutando Juvia nelle sue mansioni di madre imparava poco a poco come trattare i bambini e adempiere il suo compito di madrina dando così anche del tempo libero ai due neogenitori, che poverini tutte le mattine tornavano distrutti per i continui pianti notturni di Happy.  

Eppure la tensione sembrava non voler andarsene, tutti erano al corrente del fatto che Lucy dopo una lunga chiacchierata a parlarne, aveva deciso di sottoporsi al trapianto perché dagli ultimi esami che aveva fatto era risultato che la sua situazione si stava aggravando più velocemente del previsto e trovare un cuore disponibile e compatibile era stato più di un colpo di fortuna.  

Nessuno però poteva prevenire ciò che sarebbe successo.   

Chi poteva anche solo immaginare che un infarto avrebbe potuto interrompere quel sogno due giorni prima l'operazione? 

Probabilmente la causa di esso fu la forte e imprevedibile calura che si presentò quel giorno di metà settembre di in un tranquillo pomeriggio tra le chiacchiere solari di un dopopranzo quotidianamente rumoroso, forse fin troppo.  

Lucy stava tranquillamente stendendo i panni nel bagno in compagnia di Gray, il quale aveva preso il posto della moglie nell'aiutare Lucy perché Happy aveva reclamato la sua poppata pomeridiana e di certo lui non poteva soddisfare la fame del figlio.  

Fu così che entrambi si ritrovarono a stendere e a scambiarsi parole in una tranquilla chiacchierata, una di quelle che poco capitava di fare dato i costanti impegni che tenevano occupati non solo vigili e pompieri, ma anche le stesse donne di casa.  

-È davvero così terribile la notte?- chiese ad un certo punto Lucy ridacchiando nel vedere le occhiaie dell'amico quando questo le passò una maglietta.  

L'uomo grugnì grattandosi il capo prima di prendere dal cesto altra roba bagnata –Non lo puoi nemmeno immaginare- rispose assottigliando gli occhi quando prese a tirare un'altra maglietta –Comincia a strillare come se non ci fosse un domani fino a quando non ha più fiato! E noi che poi ci preoccupiamo perché comincia a tossire come un matto- si lamentò portandosi una mano alla fronte esasperato –Perché non può dormire e mangiare senza piangere? Non capisce che manderà in manicomio sia me che sua madre?-  

Rise Lucy ascoltando quel suo sfogo esasperato cercando di rispondere come poteva alle domande che gli poneva il suo aiutante, nonostante fosse poco esperta non essendo madre, provava lo stesso ad essergli d'aiuto in qualche modo.  

-Gray abbassa la voce!- sussurrò Juvia entrando all'improvviso nel piccolo bagno –Si è appena addormentato- spiegò quando ricevette uno sguardo confuso dal marito –Dai, vatti a riposare, qui ci pensa Juvia- disse infine dopo avergli dato un bacio a stampo, spingendolo fuori.  

Sorrise Lucy aggrappandosi alla cima della scala nel vederli aiutarsi l'un l'altra soprattutto da quando era nato loro figlio.  

A quella vista si sentì un po' gelosa nei confronti di Happy, ma allo stesso tempo felice, perché Gray e Juvia si stavano dimostrando due genitori fantastici che riservavano tanto amore per lui, erano una vera famiglia, una famiglia che lei non aveva mai avuto l'opportunità di avere perché i suoi genitori l'avevano abbandonata, non l'avevano mai amata.   

Gli occhi le pizzicarono e il cuore le andò in frantumi a una nuova consapevolezza.  

"Mi hanno abbandonata perché sono malata. Per loro sono nata sbagliata..."  

Una fitta le interruppe il corso di quei pensieri che non avrebbe dovuto nemmeno formulare. Improvvisamente l'aria le mancò e non riuscì più a respirarla nemmeno con la bocca. Si accasciò contro il muro perdendo l'equilibrio dalla scala, la quale cadde a terra senza di lei poiché Gray l'aveva afferrata prima tra le urla preoccupate di Juvia.  

Tuttavia Lucy non le udì, troppo concentrata a cercare di prendere un'aria che le sembrava troppo lontana. Tra i suoi singhiozzi e il dolore lancinante al cuore, vide con le lacrime agli occhi il suo amico che la poggiava a terra prima che le sue palpebre calassero soggiogate dalla stanchezza e da quel dolore che sembrava non voler più avere fine.  

Data la nota vicinanza della caserma all'ospedale, riuscirono a portarla in tempo dai medici, i quali la rianimarono con non poca difficoltà, ma ormai era chiaro a tutti che le sue condizioni non promettevano nulla di buono: Lucy non poteva aspettare altri due giorni.  

Natsu, che al momento dell'infarto era fuori a far compere, quando fu accertato il tempo rimasto a Lucy, ne rimase sconvolto. Ma non si arrese perché nonostante tutto del tempo c'era e una soluzione si poteva ancora trovare.  

Eppure vederla attaccata alle macchine, quasi più bianca delle lenzuola e gli occhi chiusi mentre respirava piano, lo aveva profondamente colpito: si sentiva impotente e frustrato perché non poteva nulla contro quel cuore che testardo voleva portarsi via la sua Lucy per sempre.  

"Non ho un cuore per poterti amare, Natsu"  

Nuovamente quella frase gli risuonò nella mente facendogli comprendere il suo reale significato. Provò dolore nel capire quanto lei stesse soffrendo già allora, già infetta dalla consapevolezza che probabilmente la malattia l'avrebbe portata via prima del tempo senza dare loro il tempo di nutrire quell'amore nato e fiorito all'improvviso. Provò dolore nel capire solo in quel momento il peso che si stava portando dietro quella donna e di quanto lei lo amasse davvero per aver cercato di rinunciare a lui prima che fosse troppo tardi, per non farlo soffrire quando lei sarebbe scomparsa per sempre.  

Strinse i pugni sentendosi un idiota, perché ormai sapeva che era troppo tardi per tornare indietro e perché mai e poi mai avrebbe rinunciato a lei, nemmeno dopo la morte. Lui l'amava troppo per poterla lasciare andare.   

Era un idiota perché sapeva che anche dopo la morte, l'avrebbe amata ancora e ancora sognando un futuro con lei che mai ci sarebbe stato. Perché con lei la vita era stata ingiusta; e sognare una realtà in cui lei avrebbe vissuto, sposandosi ed avendo dei figli, come aveva sempre sperato, avrebbe colmato almeno di poco quel destino così ingiusto.  

-Ma non è ancora troppo tardi per te- sussurrò deciso guardandola attraverso il vetro per poi voltarsi e camminare per i corridoi –Una soluzione ancora c'è-  

"Tu vivrai, Lucy"  

 
 

-Dobbiamo anticipare il trapianto- disse irrompendo nell'ufficio della dott.ssa Polyushka, innervosendola per non aver bussato prima di entrare.  

-Credi che non abbia pensato a una soluzione simile?- gli chiese lei sospirando e riabbassando lo sguardo sui documenti che aveva in mano -Il problema è che non siamo sicuri di riuscir a far arrivare in tempo il cuore. Il donatore verrà staccato dalle macchine solo stasera e l'ospedale in cui è ricoverato è troppo lontano-   

-Potreste usare un veicolo aereo per accorciare i tempi del viaggio!- ribatté Natsu digrignando i denti. Era arrabbiato. Molto arrabbiato! Perché quella vecchia si era già arresa senza aver cercato fino infondo un modo per poter salvare Lucy? 

-Non abbiamo un eliporto sull'edificio- il medico si portò le dita sul ponte del naso inspirando a pieni polmoni, stufo di quel vigile impertinente che non sapeva riconoscere quando era il momento di smettere di lottare –E poi non possiamo supportare le spese- aggiunse. Lucy era una sua cara paziente, nonostante il suo lavoro le imponeva di non legarsi ad essi, non aveva potuto nulla con quella piccola bambina che si era ritrovata sola sin dalla tenera età con una malattia ad aggravarle l'esistenza. Non lo avrebbe mai ammesso, ma le voleva bene come ad una figlia, e doverne perdere un'altra l'avrebbe ferita in un modo che dubitava sarebbe guarita in futuro.  

-Delle spese posso occuparmene io- s'impose Natsu stringendo tra le sue dita lo schienale di una delle sedie poste davanti alla scrivania della donna.  

-E riguardo un eliporto se non mi sbaglio ce n'è uno privato in zona- Gray comparì sulla soglia dell'ufficio portando l'attenzione su di sé -Non è molto distante da qui, ma servirebbe comunque un aiuto per trasportare il cuore dall'eliporto a qui, dato il traffico della città-  

-Per quello non ci sono problemi, ma sei sicuro che saranno disposti a lasciarci l'eliporto?- chiese la dottoressa intrecciando le dita di ambe due le mani dopo averle congiunte.  

-Sì, sono sicuro- rispose il pompiere per poi lanciare uno sguardo all'amico, il quale ricambiò con una fiamma di speranza ancor più grande negli occhi.  

 
 

Il pomeriggio passò lento, il silenzio sembrava essere una costante pesante e irrespirabile perché accentuava quel macigno che ormai tutti avevano sul cuore.  

Natsu rimase a far compagnia a Lucy per tutto il tempo, seduto di fianco a lei ancora una volta lì tra quelle quattro pareti bianche e l'odore di ospedale, del quale la stessa Lucy gli aveva confidato di non sopportar per niente.  

Alle volte si ritrovò ad accarezzarle il capo scostandole la frangetta dalle palpebre nella speranza di rivedere ancora una volta quei due occhi da cerbiatta che tanto amava, del resto cosa non amava di lei?   

Altre volte invece le teneva la mano e le parlava del matrimonio e di cosa aveva intenzione di fare una volta sposati, di come le avrebbe pagato gli studi per la professione da giornalista perché sapeva di questo desiderio nascosto della donna, un po' di tempo fa gli era capitato di origliare una conversazione tra lei e Juvia, dove le raccontava dell'impossibilità che aveva avuto di studiare in passato per problemi economici e di salute. Natsu le parlò anche degli amici che non aveva avuto l'opportunità di presentarle, dei luoghi che avrebbe voluto visitare insieme e della possibilità di andare a trovare i suoi genitori al cimitero anche se, ammise, sarebbe stato strano presentarla in quel modo.  

Toccato l'argomento si ritrovò a raccontarle anche di loro, di come era la vita quando c'erano sia suo padre che sua madre e di come loro l'avrebbero accolta se fossero ancora vivi. E come un fiume in piena le raccontò senza nemmeno rendersene conto anche di come li aveva persi così prematuramente e di come la famiglia era riuscita ad alleviargli il dolore.  

-Lucy, non andartene, non abbiamo ancora finito con te- le disse stringendole la mano –Dobbiamo fare ancora troppe cose. Mi hai promesso di rimanere insieme a me per sempre, non rompere la promessa- sussurrò poco prima di addormentarsi e cadere in un sonno senza sogni.  

 
 

Il tocco spazientito di Gray lo risvegliò prendendolo alla sprovvista: si alzò di scatto con la testa dal letto della ragazza, inizialmente spaventato dato l'urgenza con cui l'amico lo stava svegliando, ma quando vide Lucy dormire ancora profondamente una sensazione di pace lo calmò un poco.  

Dopo di che si voltò.  

-Cosa vuoi?- chiese passandosi una mano sugli occhi per potersi svegliare, si sentiva piuttosto stanco e le palpebre appiccicose nonostante le poche ore di sonno che aveva fatto.  

-Ci hanno ceduto l'eliporto- disse con un sorriso sollevato –Non pensavo sarebbe stato così facile convincere quel pirla di Luxus. Ha accettato subito dopo aver saputo del perché ci serviva, non ci ha fatto nemmeno pagare un affitto-  

-Davvero?-  

-Sì-  

-Allora ce l'abbiamo fatta?- chiese tornando a guardare Lucy.  

-Credo di sì-  

-Vai da Juvia, sarà distrutta- disse ad un certo punto Natsu, dopo qualche attimo di silenzio.  

E senza che se lo facesse ripetere, Gray posò una mano sulla spalla del compagno stringendogliela in modo affettuoso richiamando la sua attenzione.  

-Allora vado- disse andandosene dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla figura di Lucy distesa sul letto facendolo annuire il vigile del fuoco. 

All'improvviso si voltò di scatto quando la presa che aveva su quella mano venne ricambiata seppur debolmente.  

La guardò dritta negli occhi e ne aumentò la stretta cercando di infonderle coraggio; non nascondeva che fosse teso e insicuro anche lui: aveva paura, una paura matta di perderla. Eppure vederla spegnersi ad ogni secondo che passava sembrava fargli ancora più male.    

Cercò di abbozzarle un sorriso posando le sue iridi sulla carnagione ormai quasi completamente bianca di lei mentre cercava di scaldarle quella mano quasi tiepida.    

-Ehi- lo chiamò Lucy con voce sommessa, si sentiva così debole che le pareva addirittura difficile parlare, ma non voleva vederlo così, non voleva vederlo addolorato per lei.    

-Ehi- rispose lui cercando di allargare ancor di più quel sorriso, ma senza avere alcun risultato.    

-Credo di aver dimenticato fin troppe volte di prendere le medicine- rise piano abbozzando anche lei un sorriso con le sue labbra, le quali ormai avevano perso il loro colorito porpora, rendendole candide come un foglio di carta. Gli occhi le divennero lucidi e il cuore ancor più dolente, già sapeva che da un momento all'altro lo avrebbe dovuto abbandonare -Mi dispiace- sussurrò allora con la voce ancor più bassa e spezzata dal dolore.    

-È colpa mia... se solo io...-    

-Non dirlo nemmeno- lo rimbeccò lei alzando la voce causandosi così un attacco di tosse, sciolse allora la stretta del ragazzo per portarsi la mano al petto e stringere la stoffa dell'abito d'ospedale che stava indossando -Non è colpa di nessuno- aggiunse la ragazza una volta ristabilitasi. Dopo di ché inchiodò il suo sguardo a quello di lui, mentre una lacrima le corse lungo la tempia.    

Il ragazzo si sentì morire: vederla in quel modo... sembrava gli stesse dando un addio, come se da un momento all'altro...    

-No, non ora ti prego- il pensiero che da lì a poco si sarebbe davvero spenta lo face cadere nel più totale panico: lei se ne sarebbe andata, per sempre, lasciandolo di nuovo solo, senza di lei -No Lucy, resisti... ti prego, non lasciarmi- prese la mano della ragazza che era posata sulla sua guancia per approfondire quel contatto mentre gli occhi presero a bruciargli e il cuore a dolergli così tanto da fargli mancare il respiro -Devi resistere solo un altro po', ti prego-    

-Io... mi sono innamorata del tuo sorriso, sai?- sussurrò, apparentemente ignorandolo mentre gli sorrideva con amore accarezzandogli lo zigomo con dolcezza, un'altra lacrima non poté fare a meno di caderle dagli occhi andando a bagnare il cuscino -Perciò non perderlo, non perderlo mai... Promettimelo-   

-Non avrò bisogno di promettertelo se tu rimani-  

-Ti amo, ricordatelo sempre-  

Il cuore smise di battere. Gli occhi le si chiusero piano mentre squillante la macchina cominciò a suonare segnando che quella realtà era giunta troppo presto.  

Gli occhi di Natsu saettarono subito a quell'aggeggio infernale che stava segnando la fine di un sogno durato troppo poco.     

Spalancò gli occhi stringendo convulsamente la mano fredda di Lucy come a trovarvi conforto: non poteva, non riusciva neanche solo ad immaginare un futuro senza il suo sorriso dolce e quegli occhi nocciola, sofferenti ma curiosi nel trovare e provare anche uno degli aspetti belli della vita, possibilità che le stavano brutalmente togliendo dalle mani.     

Il suo cuore perse un battito per poi ripartire ad un ritmo martellante, un'ansia crescente a stringerlo in una morsa soffocante, gli occhi iniziarono a pizzicare più forte ancor prima che lui se ne rendesse conto, ma non avrebbe pianto. Non lo avrebbe fatto perché avrebbe significato accettare quella realtà. Quella realtà dove Lucy stava lentamente sparendo davanti ai suoi occhi e lui inerme non avrebbe potuto far nulla per fermarla.     

Voltando il capo nella sua direzione non riuscì a non staccare gli occhi dalla sua figura sempre più pallida, il suo sole stava perdendo la sua luce e lui aveva troppa paura del buio per poterlo accettare. 

Il solo pensiero di risvegliarsi e non averla accanto, quelle illusioni di poter finalmente costruire una vita insieme, non poteva sopportare di vivere senza il suono delle sue risa, il calore della sua pelle o anche la sua sola presenza accanto a sé.     

Bloccato, spezzato per meglio dire, un tumulto di emozioni che non riusciva a controllare, quel groppo in gola che gli fermava il respiro.     

Sentì distintamente i dottori accorrere nella stanza, spintonarlo per farlo uscire ma non voleva, non poteva abbandonarla, sapeva che lo stava aspettando, lei sapeva che lui non l'avrebbe lasciata sola. 

Urlò, perché non riuscì a far altrimenti, li supplicò di salvarla, di non mollare fino alla fine e non si accorse nemmeno della presenza di Juvia piangente e di Gray accanto a sé, della sua mano sulla sua spalla come a sorreggerlo. 

E più di tutto a fargli male non fu quel cuore scalpitante, ma quella lacrima silenziosa, arrogante, che tracciava il contorno delle sue guance, che squarciava il suo cuore permettendogli di sanguinare, fu quella lacrima la fine di tutto, perché con quella arrivò la consapevolezza di star perdendo la sua Luce per sempre.

**❤**
Angolo dell'autrice
Sono in un ritardo pazzesco! Due mesi senza aggiornare... non mi picchiate se vi dico che ho scritto questo cap in meno di due giorni? :D Vero?
Beh se non mi picchierete per questo, lo farete per quello che è successo nel capitolo XD Lucy è mor- no scusatemi, sta morendo XD
Abbiamo un Natsu sconvolto e che comincia a comprendere meglio la nostra Lucy nonostante ormai sia troppo tardi(?)
E qui compare un nuovo nome! Abbiamo il nostro figo del porco! Luxus! Chissà come mai ha aiutato senza esitazione i nostri amici....:P me lo sapete dire? ahah
Ok, basta. Sono già quasi le due e devo muovermi a pubblicare xD
Volevo scusarmi ancora una volta con coloro che lasciano le recensioni, risponderò prima di pubblicare l'ultimo capitolo! Perché sì! Questo è il penultimo signori e signore! E prevedo di finire questa long possibilmente entro la prossima NaLuWeek xD
Vorrei ringraziare infinitamente coloro che hanno aggiunto ai seguiti, preferiti e ricordate questa storia, e coloro che mi hanno seguita sin dall'inizio. Grazie davvero! È stato solo grazie a voi e ai miei amici di efp se oggi sono ancora qui a pubblicare questo capitolo e quelli indietro!
Per ultimo un ringraziamento speciale a Jiyu no yume, non che mio Gabibbo❤❤❤❤, che mi ha aiutato nella parte finale e nella correzione del capitolo: è solo grazie a lei se avete sette pagine di capitolo leggibili xD
Spero che nonostante tutto il capitolo vi sia piaciuto, e alla prossima ❤

Mary
   
 
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