Sehun ha un
piccolo -o forse enorme- problema: il look di Jongin in Lucky
One gli fa cose. Cose feroci, ingombranti, impossibili da
ignorare. La tinta rosa ciclamino dei suoi capelli, simile a quella
sfoggiata
in Love Me Right ma più
chiara e vezzosa,
i finti orecchini che gli decorano l’orecchio sinistro, le
lenti a contatto blu
pervinca. Tutto ciò, unito al viso già di per
sé angelico di Jongin (senza
contare la lunga giacca bianca dai bottoni dorati e i jeans
accuratamente
rovinati che ne accarezzano le membra che sembrano plasmate da
Afrodite, Apollo
e Dioniso in persona) ha un effetto devastante. Sugli ormoni di Sehun,
almeno. Sulla
sua psiche pure, ma tanto quella è andata a ramengo tanto
tempo fa, e sempre
per colpa di Jongin. Ciao ciao,
sanità
mentale. Tieni compagnia alla mia dignità perduta.
Una persona
normale, al suo posto, mostrerebbe il proprio apprezzamento con una
battuta
ammiccante ma non eccessiva, un complimento obbiettivo, garbato.
Amichevole.
Solo che lui e Jongin non sono semplici amici, e nemmeno bros:
questioni di cu…ore
–e chi vuol capire capisca. Perciò opta per un
approccio diretto (da vero svergognato,
insomma) e, al termine delle riprese del nuovo video, gli si avvicina
con fare
salottiero.
“Sehun,
perché
mi stai toccando il culo?” lo fredda Jongin senza nemmeno
voltarsi a guardarlo.
“Ma-”
si
imbroncia all’istante. “Avevi detto che
potevo”.
“Solo
per
impedirti di fare peggio, tipo palparmi l’uccello.
Cretino” sibila. “In ogni
caso, non di fronte agli altri!”
“Nessuno
ci
sta prestando attenzione, amore” ghigna sornione Sehun,
sapendo di essere nel
giusto. Chanyeol e Jongdae sono impegnati a sussurrarsi
all’orecchio come
tredicenni pettegole, Kyungsoo si è avviluppato a Joonmyun
simile all’edera che
si arrampica lungo un tralcio di vite, Minseok sta massaggiando
vigorosamente Baekhyun
che lamenta un forte indolenzimento alla colonna vertebrale e infine
Yixing,
con il cellulare in mano, borbotta tra sé e sé
frasi in cinese.
Jongin
prende nota della situazione di relativa calma ma non demorde.
“Adesso forse no”,
ammette, “però ormai lo sanno tutti che stiamo-
che siamo- che-” farfuglia,
paralizzato dall’imbarazzo di dover esplicare ad alta voce la
natura della loro
relazione. “Quello. Ed è colpa tua, ché
non sai dove sta di casa la discrezione”
lo accusa con rinnovata verve.
“Permettimi
di obiettare, orsacchiotto-potto” il tono di Sehun si
caramella. “Non sono io
quello che geme come una pornostar per un banale pompi-”
viene zittito seduta
stante da un palmo di mano sbattutogli sulla bocca con molta grazia.
“Taci,
se
vuoi arrivare vivo al tuo prossimo compleanno” lo avverte
Jongin, in quel
momento copia precisa e identica di Kyungsoo in versione
malavitosa-incazzosa.
Forse sono davvero padre e figlio, come ipotizza qualche fan.
“O cambia
discorso, se proprio non riesci a contenere la logorrea”
aggiunge, un filino ammansito.
Sehun
annuisce timidamente e riconquista così l’uso
della parola. Rimane addirittura in
silenzio, tranquillo e composto (tuttavia con la manina bricconcella in
zona
fondoschiena, da bravo lupo che perde il pelo ma non il vizio) per una
manciata
di secondi. Poi, purtroppo, torna all’attacco.
“Dimmi,
beibe” Jongin si prepara spiritualmente al peggio: quando
Sehun usa quel tono
di voce suadente è in vena di cazzate cosmiche.
“Sei tutto vero, materiale
organico al 100%?”
Rimani zen,
rimani zen, rimani zen. “Ti
sei fumato il cervello?”
“…Perché
sei
così bello da sembrare finto. Non è che fai
Barbie di secondo nome?”
“Sehun,
no” è
raggelato da un’ondata di raccapriccio. ‘Fanculo lo
zen.
“Posso
essere il tuo Ken?” insiste, ignaro del pericolo che sta
correndo.
Jongin non
ci vede più. “Sehun”, sussurra soave
afferrandolo per le spalle con la forza di
mille tenaglie, “tu vuoi le botte”.
E botte
furono.
Jongin
sembra sul serio una bambola, con i capelli rosa (o platinati) e le
lentine.
Resta stupendo come sempre, anche se mi fa specie vederlo
così artificiale; lui
come gli altri, è inteso.
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