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Autore: Mikky    10/06/2016    0 recensioni
Non tutte le famiglie sono perfette, una in particolare nasconde uno sporco segreto che è ora di svelare. Ma a quale prezzo?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'S&M'
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Nootropi

“Agente Hotchner e lei è la dottoressa Hunter, la nostra consulente”.
Il detective Miller squadrò la ragazza mentre le porgeva la mano “Ha un volto familiare…”.
“Ho frequentato la Berkley non molti anni fa, ma non mi ha mai arrestato”.
“Ne è certa?”.
Minerva annuì. L’agente non sembrava molto convinto, ma decise di lasciar cadere il discorso, non voleva di sicuro far infuriare una che aveva dei contanti con l’F.B.I.. Li portò nella sala riunioni più bella e ampia che avevano nel dipartimento “Questa è tutta per voi, sentitevi liberi di fare qualsiasi cosa. Vogliamo prendere quel bastardo”.
Minerva appoggiò la borsa sul tavolo e guardò fuori. Le sembravano secoli da quando aveva visto per l’ultima volta il mare della sua città. “Bastarda” disse rivolta verso il vetro.
“Come scusi?”.
“Probabilmente abbiamo a che fare con un’S.I. donna; è risaputo che un omicidio con veleni o droghe è tipicamente femminile. Si preoccupano di chi pulirà dopo, gli uomini, invece, non lo fanno”.
“E allora come riesce a far ingoiare la droga alle vittime? Una donna non poteva sopraffarli, alcuni erano atleti semiprofessionisti”.
Aaron osservò le foto sistemate sulla lavagna trasparente “Probabilmente con l’inganno, ma appena avremmo un profilo più dettagliato potremmo darle risposte più soddisfacenti”.
Miller incrociò le braccia osservando i due agenti, poi scrollò le spalle “Se scoprite qualcosa fatemi sapere”.

Spencer si piegò sul volto di Jeremy Lowell cercando qualcosa, come segni di costrizione o lividi. “Nessun segno di lotta, vuol dire che si sono drogati di loro spontanea volontà o che sono stati drogati a loro insaputa ”.
“Erano gemelli, facevano tutto insieme” Blake girò intorno al corpo di Cornelia “forse uno dei due aveva iniziato a drogarsi e l’altro l’ha seguito”.
Il coroner scosse la testa “Non c’erano altre sostanze in circolo, se non caffeina e fosforo”.
“Fosforo serve per la concentrazione”.
Spencer corrugò le sopraciglia e si raddrizzò “Siamo in sessione di esame alla Berkley, vero?”. “E’ il periodo in cui vengono fatti i parziali, perché?”.
“Posso vedere il tossicologico?”.
Il medico legale glielo porse e Reid si mise a leggerlo rapidamente, gesticolando, poi alzò lo sguardo. “Forse so che cosa sono, ma devo andare in centrale e parlare con gli altri”.
Blake annuì, ringraziarono il medico e uscirono.

“Tutti i genitori hanno detto che i ragazzi erano ottimi studenti, preparati e motivati” J.J. strinse tra le mani la tazza “Erano tutti casa e studio”.
“Non ci credo molto” disse Morgan “Erano dei ragazzi del college, è normale mettersi nei guai alla loro età. Chi non ha fatto cavolate a quel’età?”.
Penelope, che era in vivavoce, sospirò “A quanto pare, invece, erano dei santi. Sembrano tanti piccoli Reid”.
“Che c’entro io?” il ragazzo entrò nella stanza guardando gli occupanti della stanza confuso.
“Nulla mio angelo” l’hacker schiacciò qualche tasto e continuò a parlare “ma questi ragazzi, tranne alcuni amici, non vedevano mai nessuno”.
“Perché?” Blake, che si era già seduta, cominciò a tamburellare la matita sul tavolo “La Berkley non dà il permesso di fare feste?”.
“Sì, ma sono poste sotto severo controllo dopo il caso di tre ragazze violentate due anni fa” li informò Penelope “E no, non siamo nemmeno lontanamente vicini all’anniversario degli stupri”.
Minerva controllò alcune cose dal fascicolo sovrappensiero “Erano tutti di una fascia di redito medio-bassa, non si potevano permettere le feste. Effettivamente dovevano studiare tutto il giorno per mantenere le borse di studio”.
Spencer si accomodò vicino alla sua ragazza e aprì il fascicolo “E ciò si può collegare a quello che ho notato. Le sostanze ritrovate nel corpo sono le stesse che si trovano nei nootropi”.
“Nootropi?” chiese J.J. “Cosa sono?”.
“Droghe per la concentrazione”.
“E perché danno questo effetto?” chiese Alex “Anch’io, durante la sessione d’esame prendevo pastiglie per la concentrazione, ma non sono finita in overdose”.
“Direi perché non hai preso tutte le pastiglie in contemporanea” disse Reid “Ma ci sono alcuni composti che non mi sono chiari, dovrei confrontarmi con qualcuno specializzato”.
Minerva continuava a leggere le formule chimiche, finche non si alzò di colpo, quasi avesse preso una scossa “Scusatemi ma devo fare una telefonata”.
Hotch le fece segno di attendere “Reid se pensi che la dottoressa Eagles possa darci una mano contattala e porta con te Hunter. Rossi e Morgan andate dal rettore, J.J. e Blake andate a parlare con i pochi amici che avevano le vittime. Voglio sapere ogni cosa su di loro”.
“Vi mando subito la lista di amici” disse Penelope prima di chiudere la telefonata. Minerva rimase a bocca aperta per dei secondi prima di ritrovare la voce. “E se parlassi io con i ragazzi? Sono la più giovane e sembro della loro età. Andare lì con un distintivo potrebbe fargli chiudere le bocche per sempre”.
“Non sarebbe una brutta idea” acconsentì Blake “Due persone che hanno un’età molto vicina possono instaurare una comunicazione migliore”.
“E poi” continuò Reid “E’ raro che si manifestino atteggiamenti ostili o comunque di riservatezza se non si trovano davanti a figure che si possono considerare genitoriali”.
Aaron annuì “Allora, Morgan e Hunter andata a parlare con gli studenti, mentre Reid e Blake dalla dottoressa Eagles, io e Rossi dal rettore Eagles. J.J. voglio tutti ciò che la polizia di Berkley sa sul traffico di droga, piccoli e grandi spacciatori della zona.”.
La squadra si mosse rapidamente, dividendosi. Spencer si avvicinò a Minerva, si scambiarono un bacio veloce, ma lei sembrò lontana. “Tutto ok?” chiese.
“Oh sì…è solo che…è passato così tanto tempo da quando sono andata via da qui e non era un bel periodo”.
“Brutti ricordi?” le chiese, spostandole un ciuffo di capelli dal viso.
Minerva annuì “Adesso vai, che Alex ti aspetta”.
“Si, vado subito. E tu stai attenta con Morgan”.
Lei cominciò a ridere, infilandosi la giacca “Io sono al sicuro, almeno che il suo sex apple non mi abbagli troppo e mi confonda”.
“Mi stai per sposare”.
“Lo so”. Gli appoggiò l’ultimo bacio veloce sulle labbra e poi prese le scale. La claustrofobia le impediva ancora di prendere l’ascensore, ma in quel preciso momento non era stata la paura di rimanere incastrata dentro a una cabina di due metri per due a farle prendere quella scelta: aveva bisogno di privacy.
Si fermò su un pianerottolo e compose velocemente il numero. Per alcuni secondi suonò a vuoto e la ragazza iniziò a sudare a freddo. Doveva risponderle, doveva.
“Cosa vuoi? Lo sai che non ci dobbiamo sentire” la voce maschile dall’altra parte era terribilmente contrariata.
“E’ una cosa importante, Cris”.
“Non vengo al tuo matrimonio, te l’ho già detto. Non credo che il tuo caro sposino voglia vedermi lì quel giorno”.
Minerva si passò una mano tra i capelli. Non sapeva bene come dirlo, era come sganciare una bomba nucleare su una città di innocenti. Proprio per questo non era il caso di comunicarglierlo al telefono. “Dobbiamo vederci, devo dirti una cosa”.
“Cosa…” sentì immediatamente il tono di voce cambiare, addolcirsi “Tu stai bene? Ti è successo qualcosa?”.
“Sì…No…Io sto bene…forse…Cris, ti prego dobbiamo parlare di una cosa piuttosto urgente”.
“Ok, ti raggiungo subito. Dove sei?”.
“Questa sera, al solito posto al molo…”.
“Tu sei…”.
“Sì, sono tornata a casa”.
  
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