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Autore: ohfirstmarch    10/06/2016    0 recensioni
La storia ha come protagonisti Frederic e Gabriel.
Provengono da due mondi diversi, Frederic è il tipico ragazzo di strada mentre Gabriel è il così detto figlio di papà, ma entrambi sono attratti l'uno dall'altro.
La storia racconterà un mix di azioni e situazioni legate tra di loro da tanta passione e il brivido del pericolo, il tutto inserito tra i bassifondi e la zona più in di Londra.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutto incominciò un giorno come tanti nella Londra perbene, in un grande palazzo in bianco, dove in una stanza con affreschi in oro e platino vi erano riuniti personaggi dell’alta società che possedevano le macchine più costose dell’Inghilterra.
Loro non aspettavano altro che lo scoccare delle 3 di notte per vedere arrivare quelli come me.
E chi sono io?
Io sono Frederic, per tutti Fred e mi trovo proprio all’opposto di quelli come loro.
Non ho vestiti su misura ben stirati e tirati a lucido che costano migliaia di sterline e non ho auto super costose.
Sono un così detto ‘ragazzo di strada’ e ho trovato il mio posto nella società illegale.
Io e quelle persone abbiamo solo una cosa in comune, i loro soldi.
Loro puntano su di me o quelli come me e noi li intratteniamo con le nostre gare.
Io sono specializzato nelle gare con le moto ma tal volta mi sono anche avvicinato ai combattimenti per arrotondare.
Ma stasera sono qua con i miei amici e colleghi per qualcosa di diverso e mi auguro anche più fruttuoso, la mia moto ha bisogno di nuove gomme e pezzi di ricambio e mi servono i ‘MONEY’.
Mi sono messo a tiro come ha chiesto il mio capo.
Ho i capelli bianchi decolorati e tirati ai lati con il gel, ho lasciato le ciocche della fronte ribelli, ho messo la matita nera a contornare i miei occhi per renderli più affascinanti, poi camicia bianca molto aderente e infine jeans neri, strappati e con le borchie che andavano a nozze con il mio giubbino di pelle.
Non ero per niente male, lo dovevo ammettere e al mio passaggio dentro quella sala delle ragazze squittivano come tanti scoiattoli e sorridevo divertito a tutte loro.
Devo ammettere però che in quella stanza nessuna delle ragazze mi aveva minimamente colpito, solo un ragazzo mi aveva lasciato spiazzato.
Occhi color ghiaccio in contrasto con la matita leggermente sbavata con classe che li contornava, camicia azzurra, jeans costoso blu notte e giubbino di pelle blu con le borchie.
Guardava proprio me e sorrideva compiaciuto. Wow
Uno come lui che guarda me è quasi un miracolo.
Ricambio al suo sorriso e gli faccio un segno di saluto portandomi due dita alla fronte e facendo un piccolo inchino quasi impercettibile.
Lui alza un sopracciglio e delle rughe impercettibili si piazzano sulla sua fronte e le sue labbra si increspano in un sorriso che mostra i denti perfetti e bianchissimi.
Ho fatto centro senza alcun dubbio, bene.
Adesso devo andare a lavorare, a lui ci penserò dopo.
Passo le ore successive a fare la statuina in bella mostra, era una di quelle sere dove il capo mostra la sua merce migliore per poi far alzare i prezzi le sere seguenti.
Peccato, pensavo di fare qualche soldo in più stanotte, ma va bene ugualmente, il mio cervello è ben ripagato dalla bella vista d’occhi di ghiaccio che mi gironzola in torno come a studiarmi.
L’ho lasciato fare le sue mosse in tranquillità, ma adesso tocca a me, voglio capire bene le intenzioni che ha e che cosa potrebbe uscire fuori.
Faccio un paio di passi verso di lui e mi avvicino al suo corpo con la scusa di dover prendere un bicchiere di champagne dal tavolo dietro di lui.
Non ci stacchiamo gli occhi di dosso neanche per mezzo secondo e il poco spazio che c’era tra di noi si va via via annullando.
Come due calamite i nostri corpi si attraggono e posso sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi sempre più velocemente al passare di ogni secondo.
 Sono tentato all’idea di baciarlo ma c’è troppo pubblico e non è il contesto giusto per fare certe cose, quindi fermo questa attrazione che molto probabilmente sarebbe fatale e sorridendo gli sistemo il colletto della camicia e faccio un passo indietro.
Quando ho sfiorato il suo collo con la punta delle dita ha perso un respiro, è una conferma in più di quello che sospettavo, bene, va più che bene.
Sorrido malefico e dico “piacere sono Frederic, ma puoi chiamarmi Fred” lui scocca la lingua e i suoi occhi mi analizzano dall’alto verso il basso e con voce rauca dice “io sono Gabriel ma devi chiamarmi Gab”
Scoppio a ridere per le sue parole e portandomi le mani nelle tasche posteriori dei mie jeans e dandogli le spalle dico “scendi dal piedistallo Gabriel, non sono uno dei tuoi tirapiedi e solo se voglio ti chiamo Gab” poi cammino lentamente verso il balcone.
Ero certo che mi avrebbe seguito e io volevo un luogo appartato per provocarlo a dovere.
Quindi con calma esco fuori nel balcone fiorito e mi piazzo su uno dei lati in penombra e aspetto la sua comparsa con le spalle poggiate al muro.
Non devo neanche aspettare molto, forse un paio di minuti e poi eccolo spuntare.
Passo calmo, controllato, elegante e altezzoso e con un’andatura che era ammaliante.
Rimane interdetto per qualche secondo, si aspettava di trovarmi in bella vista, ma non sono così stupido e voglio tirare un’po’ la corda quindi dopo che lo lascio scrutare in giro mi schiarisco la voce e dico sicuro “cercavi forse me, Gabriel?” e sottolineo bene il suo nome tanto per innervosirlo al punto giusto.
Lo vedo sorridere divertito, ma nei suoi occhi c’è anche un velo d’incazzatura e si nota anche dalla sua mandibola che pulsa contratta.
Interessante, molto interessante.
Si avvicina a me con un eleganza tale da far perdere la testa pure ai fiori e si lecca le labbra in maniera provocatoria.
Ora è di fronte a me e porta una sua mano tra la mia spalla e la testa a bloccarmi, come se io volessi scappare.
A dire il vero questa ipotesi neanche mi sfiorava minimamente il cervello.
Comunque punto il mio sguardo verso i suoi occhi e lo provoco silenziosamente.
Accorcia la restante distanza e porta la sua gamba destra tra le mie gambe in modo da bloccarmi ulteriormente e da provocare le mie viscere.
Porta la sua mano sinistra sul mio viso e con il pollice sfiora le mie labbra e le schiude delicatamente e sento uscire dalle sue di labbra un ringhio e so perfettamente come dare il via a tutto.
Con fare languido bacio il suo pollice e poi lo intrappolo tra esse simulando quello che nel giro di qualche secondo sarebbe accaduto tra la mia lingua e la sua.
Il suo respiro accelera in un secondo e il suo corpo inizia a fremere ed ecco che toglie il suo dito dalle mie labbra e con foga riempie l’assenza con le sue di labbra.
Ci scambiamo baci confusi e vogliosi di qualcosa di più e i nostri corpi si scontrano.
Scambiamo le posizioni tra un bacio e l’altro e sbattiamo contro il muro.
Sento le sue mani intrufolarsi tra la mia camicia e le sue dita sfiorano il mio basso ventre con maestria tale da farmi sussultare e io tra la foga lascio che le mie dita sfiorino i suo capezzoli da sopra la camicia per torturarlo.
Entrambi perdiamo un ringhio e sappiamo che abbiamo bisogno di andare oltre, di fare fuori questi vestiti troppo stretti ormai e di liberare altro.
Punto le labbra sul suo collo e lo impregno di baci e gli sussurro all’orecchio “dobbiamo trovare un posto adatto” lui ansima e ringhia frustrato e mi dice “il problema è che non voglio fermarmi e voglio scoparti ora e qua” io rido e lo bacio profondamente tanto da farlo vacillare.
Gli faccio proprio un bell’effetto devo ammetterlo.
E proprio mentre gli sto sganciando la fibbia della cintura veniamo interrotti da un vecchio signore che afferra Gabriel per la spalla e lo colpisce con uno schiaffo in pieno viso.
  
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