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Autore: Ofeliet    10/06/2016    1 recensioni
Il destino era una cosa misteriosa.
Shaina ha sempre pensato che fosse destino che lei, una ragazzina italiana sperduta e disorientata, fosse finita in Grecia al Santuario di Atena. Ha sempre considerato destino che lei servisse quella dea ferrea e intransigente, che le rendesse sacra sottomissione allenandosi fino a piangere sangue dalla fatica.
Era destino che lei la incontrasse e che le rinnovasse di persona il suo giuramento.
Crescendo aveva iniziato a considerare la faccenda del destino una sciocchezza, nonostante Marin dicesse che nel suo paese natio era una cosa tenuta in grande considerazione. Ormai aveva quindici anni, quando ormai era diventata un’adolescente piuttosto cinica interessata a fare una brillante carriera nelle gerarchie del Santuario.

{ lieve!Shaina/Saori | Shaina!centric | #FearShainaLella }
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Saori Kido
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '#FearShainaLella'
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Prompt: destino
La Conclusione: ci sono voluti mesi, e me ne vergogno un po'. Ma ehi, alla fine l'ho terminata! Ed è anche la mia ventesima storia su questo fandom ♥
Questa shot è una specie di resumé, me ne rendo conto. Ma è come vedo lo sviluppo della ShainaSaori nella serie classica, fino al picco finale che si riferisce a Omega.
Le amo, davvero. Tanto che ci scriverò ancora, è quasi una promessa.
Non mi rimane altro che ringraziare anche le altre due ragazze che hanno partecipato arginando la mia follia e a coloro che hanno letto, vi ho visto ed eravate tante. Non mentite.
Dulcis in fundo, vi ringrazio di cuore e a presto~




Il destino era una cosa misteriosa.
Shaina ha sempre pensato che fosse destino che lei, una ragazzina italiana sperduta e disorientata, fosse finita in Grecia al Santuario di Atena. Ha sempre considerato destino che lei servisse quella dea ferrea e intransigente, che le rendesse sacra sottomissione allenandosi fino a piangere sangue dalla fatica.
Era destino che lei la incontrasse e che le rinnovasse di persona il suo giuramento.
Crescendo aveva iniziato a considerare la faccenda del destino una sciocchezza, nonostante Marin dicesse che nel suo paese natio era una cosa tenuta in grande considerazione. Ormai aveva quindici anni, quando ormai era diventata un’adolescente piuttosto cinica interessata a fare una brillante carriera nelle gerarchie del Santuario.
Anche il suo primo incontro con Atena probabilmente era architettato dal destino in cui ormai non credeva più. Sulle prime quella ragazzina le era apparsa un peso, incapace di combattere e non a caso aveva suggerito a Seiya di lasciarla nelle mani di Jamian – quella più che una ragazza era ormai vista più come un malloppo da portare in Grecia per la ricompensa da parte del Papa – per poter combattere.
Era destino che lei percepisse il suo cosmo e la sua determinazione a lottare per proteggere un suo Saint contro altri due guerrieri che dovevano esserle fedeli. Non era riuscita a torcerle nemmeno un capello, in quella occasione, costringendosi a ritirarsi in cerca di un’occasione più propizia.
Quella era Atena? Qualche scherzo del destino l’aveva portata a conoscerla in quella maniera e a decretarla come sua rivale?
Perché era ovvio, che ormai Shaina rinunciasse all’omicidio per poterla servire. Ci aveva provato, a scegliere la via più semplice della legge sacra, perché voleva continuare a perseguire la severa e casta via della dea, ma non ci riusciva. E la sua avversaria in amore era la dea Atena stessa, un fato crudele che l’avrebbe sicuramente portata alla disfatta totale.
Aveva comunque chinato la testa e rinnovato il proprio giuramento di fedeltà, perché era quello il suo destino come Saint e al quale doveva attenersi.
Poseidone, poi, e una nuova guerra sembrava un altro gioco del fato che le Parche si dilettavano a intrecciare. Atena era di nuovo prigioniera, i suoi Saint ovviamente sarebbero insorti nel tentativo di liberarla. I Bronze erano l’avanguardia, ma erano stati abbattuti uno dopo l’altro al termine delle loro battaglie.
Il destino della dea aveva iniziato a gravare sulle sue spalle. Shaina lo percepiva, mentre abbatteva Mermaid Thetys e si precipitava nelle stanze di Poseidone con l’intenzione di ucciderlo. Era il suo compito, e lei lo avrebbe compiuto. Atena era accompagnata da Nike, e aveva il suo appoggio e il suo potere. Era suo destino vincere e trionfare sulle divinità maligne.
Così era stato. Atena aveva vinto, come doveva essere. Lei, sua Saint, poteva solo accogliere il sorriso grato che rivolge al termine del conflitto. Shaina sapeva che il destino preparava alla dea altre battaglie, piene di dolore, ma sapeva anche che il suo destino era combattere e uscirne vittoriosa. 
E ora il destino le portava la sua dea alla porta, con un fagotto tra le braccia e l’espressione raggiante.
« Shaina, questo è Kouga. »

   
 
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