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Autore: ReRuIchi    11/06/2016    3 recensioni
Shu e company trovano un bambino abbandonato in una cesta e decidono di portarlo con loro alla ricerca di una famiglia che voglia adottarlo. Tra litigate, pianti notturni, nemici molto confusi e una Zola esasperata riusciranno a trovare una sistemazione per il piccolo e continuare il loro viaggio? Scopritelo leggendo!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano due giorni che camminavano attraverso quell’orribile palude facendo soste di poche ore; i tre bambini e il piccolo Devee erano esausti e si lamentavano in continuazione: una volta avevano fame, un’altra sete e un’altra ancora per la stanchezza. I loro gemiti e gridolini non facevano altro che innervosire l’unica donna adulta del gruppo, la quale spesso ebbe l’istinto di abbandonarli in quel postaccio pieno di zanzare grosse quanto una prugna e mosche che la stavano facendo impazzire. Ma sfortunatamente per lei quei marmocchi erano essenziali per il suo piano, quindi le toccava sopportarli. Mentre si perdeva nelle sue fantasie sul dominio del mondo, fu richiamata con forza alla realtà dalla voce squillante di una delle piccole pesti.

-Zola guarda là!- esclamò Marumaro puntando il dito verso l’acqua salmastra. La donna spostò lo sguardò e, appena inquadrò l’oggetto che il Devee stava indicando, alzò confusa un sopracciglio. Era un cesto di vimini incastrato tra dei bassi rametti di bambù che fuoriuscivano dall’acqua, all’interno pareva esserci qualcosa ma dalla sua posizione non era in grado di vederlo molto bene.

-Dai andiamo a prenderlo- gridò Shu che corse verso la cesta insieme a Jiro e Marumaro ignorando, come sempre del resto, gli ammonimenti di Zola. Kluke e Bouquet seguirono a ruota i ragazzi dopo un attimo di esitazione, e la donna fu costretta ad andare con loro maledicendoli in tutte le lingue del mondo.

-Ma è un bambino!- disse Shu e, a quelle parole, Zola affrettò il passo per poi sbirciare dentro la cesta che i bambini avevano tirato fuori dall’acqua e messo sulla riva. La sua bocca si inclinò leggermente quando vide un bambino, che ad occhio e croce non doveva avere più di un anno, dormire beato avvolto in una copertina bianca.

“Mondo, tu mi odi davvero” pensò con un sospiro di rassegnazione mentre i ragazzini attorno a lei iniziavano a discutere sul luogo di provenienza della creaturina.

-L’hanno sicuramente abbandonato, chi metterebbe mai un bambino in una cesta e lo lascerebbe in una palude?- affermò Jiro con saccenza.

-Secondo me è stato un incidente, la madre lo ha lasciato un attimo vicino qualche fiume e la corrente forte lo ha portato via trascinandolo qui- controbattè Marumaro

-Che idea stupida! Come è possibile che un fiume sfoci in una palude?- si adirò Jiro diventando rosso dalla rabbia.

-Ma se hai parlato per più di due ore sul fatto che in questa palude sfocia un enorme fiume! Cosa c’è, dimentichi quel che dici brutto arrogante?- si intromise Shu fulminando l’amico.

-Basta!- esclamò Zola esasperata prima che scoppiasse una rissa. Con tutto quel trambusto, ovviamente, il bambino si svegliò ed iniziò a piangere come un disperato. Perfetto.

-Aaah vi prego fatelo smettere mi sta distruggendo i timpani!- supplicò Bouquet coprendosi le orecchie con le mani.

-Lo avete svegliato, ottima mossa- Kluke rimproverò gli altri due ragazzini e si avvicinò al cesto, cullando il bambino con la speranza che si calmasse- Forse ha fame, o deve essere cambiato. Non possiamo lasciarlo qui, portiamolo con noi-

-Cooosa??- chiese incredulo Shu guardando la sua migliore amica come se fosse impazzita di botto, facendola innervosire di conseguenza.

-Se lo lasciamo qui morirà, stupido- lo riprese con stizza la rossa.

-Anche se lo portiamo con noi morirà, dobbiamo combattere contro Nene non fare i babysitter!-

“Io lo faccio già” pensò Zola con un leggero sbuffo prima di parlare.

-Kluke ha ragione, non possiamo lasciarlo qui- sollevò il piccolo e lo cullò alla bell’e meglio con la speranza che la smettesse di piangere. Aveva già troppi bambini rompi scatole in giro, non le serviva un’altra zavorra.

-Vuoi portarlo con noi?- chiese Jiro, e la donna annuì.

-Non per sempre, appena potremo lo affideremo a qualcuno. Fino ad allora sarà sotto la nostra custodia, e non voglio sentire lamentele. La decisione è presa, ora continuiamo, siamo quasi arrivati alla fine-

Jiro si trasportò dietro la cesta del bambino mentre Zola lo cullava inutilmente cercando di calmarlo, maledicendosi per non averlo lasciato in mezzo ai bambù. Ad ogni passo il suo nervosismo cresceva e le sue orecchie piangevano, ma il suo viso rimaneva neutro come al solito. Aveva voglia di urlare.

-Ecco il villaggio!- esclamò Shu al suo fianco, facendola sobbalzare leggermente; si morse la lingua per evitare di urlargli contro i peggiori insulti mai creati e non disse nulla quando lo vide correre in avanti seguito a ruota da Marumaro.

-Ma chi è il pazzo che costruisce un villaggio vicino a una palude?- borbottò Jiro mentre Bouquet dietro di lui lanciava un grido di frustrazione.

-Dovrò farmi una doccia di due ore nella prossima locanda, e per piacere Zola fallo smettere!-

-Come se fosse facile, provaci tu- le disse Kluke impettita. Mentre le due battibeccavano su chi potesse crescere meglio un figlio, Zola e Jiro si allontanarono velocemente e raggiunsero gli atri due ragazzini.
Il villaggio in questione era molto trafficato, cosa che non stupì non poco i due, ed era anche molto grande. All’entrata, videro Shu e Marumaro chiacchierare con un vecchio molto arzillo che pare stesse dando loro il benvenuto.

-...e se vi serve una locanda in cui alloggiare posso consigliarmi il mio caro amico Tony! Vi farà un buon prezzo e la sua cucina è la migliore qui- stava dicendo il vecchietto e, a quelle parole, i ragazzi cominciarono a sbavare copiosamente.

-Mi scusi- si intromise Zola mentre il bambino si era finalmente calmato- vi ho sentito parlare di una locanda, siamo un gruppo di sei persone e un neonato- gli occhi del vecchio si posarono sul bambino che Zola aveva in grembo prima di guardarla con aria di rimprovero.

-Signorina, capisco che la gioventù di oggi è completamente irresponsabile ma non dovrebbe portare suo figlio attraverso una palude. Potrebbe ammalarsi-

-Il mio che? Signore, non sono sua madre. Abbiamo trovato questo bambino in una cesta nella palude e lo abbiamo portato con noi- spiegò cercando di mantere la calma. Il vecchio studiò con attenzione lei e il piccolo prima di aprire la bocca imbarazzato e fare un paio di inchini.

-Mi scusi per l’incomprensione ma sa com’è, i giovani fanno tante follie di questi tempi e vedendola con dei ragazzini senza un uomo accanto pensavo...-

-Pensava cosa?- disse Zola con freddezza, fulminandolo. Il vecchio squittì e fece due passi indietro.

-N...niente si figuri! Sono un povero vecchio non faccia caso a quel che dico. Allora, se volete seguirmi vi porterò immediatamente dal mio amico Tony così potrete riposarvi- dopo aver represso il suo centesimo istinto omicida della giornata, Zola fece cenno al vecchio di fare loro strada. Mentre camminava, Jiro le si affiancò.

-Cosa voleva dire con “i giovani fanno tante follie”?- Zola gli lanciò uno sgardo sconsolato.
-Te lo dirò tra qualche anno- lo liquidò, accelerando il passo.
 
 Il vecchio li portò in una piccola locanda poco lontana dall’entrata principale, lasciò che il suo fantomatico amico Tony facesse sistemare i ragazzi e tornò poco dopo con due enormi buste di pannolini, latte e biberon per il bambino. Zola doveva averlo spaventato davvero molto.

-Finalmente un bagnooo!- gridò estasiata Bouquet lanciandosi dentro la sala da bagno e chiudendo la porta dietro di lei con un tonfo.

-Vedi di sbrigarti, serve anche a noi- gridò Kluke da dietro la porta, ricevendo come risposta una pernacchia. Il suo viso divenne rosso quanto i suoi capelli per la rabbia e fu fermata da Jiro prima che sfasciasse la porta per affogare Bouquet.

-Kluke, vieni a darmi una mano con lui- la richiamò Zola che aveva steso il piccolo sul letto e lo fissava come se fosse un alieno.

“Zero istinto materno” pensò Kluke sconsolata prima di darle una mano a cambiare il piccolo che rideva e agitava le manine verso le due, scalciando e rendendo il compito più duro del previsto.

-Dovremmo lavare anche lui, ci pensi tu?- chiese Kluke alla donna che acconsentì a malincuore. Non vedeva l’ora di lasciarlo a qualche famiglia che se lo sarebbe voluto prendere volentieri.

Quando Bouquet si decise a uscire (sotto minaccia da parte di Kluke) Zola si ficcò nella vasca insieme alla piccola peste e cercò di lavarlo meglio che potesse per poi togliersi di dosso l’odoraccio della palude e la sporcizia. Al bambino l’acqua sembrava piacere molto, fortunatamente. Non aveva voglia di sentire un altro suo concerto di grida.

-Chissà da dove vieni- disse ad alta voce mentre lo asciugava, osservandolo bene. Capelli castani, grandi occhi azzurro scuro e pelle lattea, insomma non aveva niente di particolare che potesse suggerirle la zona di provenienza. All’improvviso il bambino la guardò, fermando i suoi continui movimenti e iniziò a borbottare qualcosa di molto simile a “pappa”

-Hai fame? Ti do qualcosa- lo prese in braccio e uscì dal bagno; non fece quasi in tempo a fare un passo fuori dalla porta che Kluke si era già infilata dentro.

-Shu, dai da mangiare al bambino. Io voglio andare a chiedere qualcosa di lui agli abitanti del villaggio- disse al ragazzino che la guardò spaesato.

-Devo farlo io? Ma non posso!- si lamentò lui.

-E perchè no?

-Sono un maschio!-

-Non dire cavolate, muoviti- sbottò Zola preparandosi per uscire. Sentì il bambino lagnarsi e poi la voce di Jiro irruppe sconvolta nella stanza.

-Ma che cavolo fai?!- sbraitò; la donna si voltò e per un attimo ebbe il forte impulso di sotterrarsi. Shu si era tolto la maglietta e aveva messo la testa del bambino contro il petto.

-Shu, cosa stai facendo?- chiese con tutta la calma che aveva in corpo.

-Quel che mi hai detto, lo allatto- ah, ecco a cosa si riferiva quando ha detto di non poterlo fare perchè era maschio. Con una grande tranquillità e molta, molta pazienza, Zola gli diede il biberon.

-Non devi allattarlo, dagli questo. Ci vediamo dopo- doveva fuggire prima di esplodere.

Fece un giro per il villaggio chiedendo agli abitanti qualche informazione sul bambino, ma nessuno pareva sapere nulla nè lo riconoscevano dalla descrizione. Come la donna aveva immaginato, il bambino non veniva da quella città. E nessuno aveva alcuna intenzione di adottarlo. Anche meglio. Tornò alla locanda sconsolata dopo un’ora buona e trovò i ragazzi intenti a giocare col bambino.

-Ehi Zola, abbiamo deciso di dargli un nome- disse pimpante Marumaro.

-Esatto, lo abbiamo chiamato Nomos- concluse Shu con un sorriso; Zola alzò leggermente un sopracciglio ma non fece commenti. Non vedeva il senso nel dargli un nome, probabilmente ne aveva già uno.

-Guarda che carino mi ha preso il dito-gongolò Bouquet-Shu, che ne dici se lo adottiamo noi due? Sarà il nostro bambino!-

-Ma neanche per sogno!-esclamò Kluke adirata.

-Nessuno ha chiesto un tuo commento, fatti gli affari tuoi- sbraitò Bouquet.

-Mamma!- un gridolino interruppe l’ennesimo litigio tra le due; gli occhi di tutti si puntarono su Nomos che, sorridente, tendeva le manine verso Zola.

-Mamma, mamma, mamma- ripetè stringendo e aprendo i piccoli pugni. Shu rise.

-Crede che tu sia la sua mamma-

-Sei davvero perspicace- lo schernì Jiro, guadagnandosi uno scappellotto da Bouquet.

-Non offendere mio marito!-

-Non è tuo marito!-

-Si che lo è, sei solo gelosa!-

-Ragazze basta così coraggio-

-Marumaro! Togli quelle manacce dalle mie...-

-Silenzio- tuonò Zola con voce autoritaria riportando, finalmente, il silenzio nella stanza- Andate a dormire, dobbiamo riposarci- i ragazzi obbedirono quasi lanciandosi verso i letti e ficcandosi sotto le coperte. Zola prese Nomos in braccio e lo sistemò nella culla.

-Mamma!- ripetè di nuovo il bambino con un sorriso e Zola sospirò pesantemente.

“Odio la mia vita”
 
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Buonsalve a tutti! Cosa ne pensate? Come inizio può andare? La storia è una long ma allo stesso tempo non lo è (Mad Hatter’s language style). Non penso verrà più lunga di 10 capitoli, anche perchè non sono capace di scrivere una storia troppo lunga, mi stufo dopo un pò x)
Cooomunque spero che la storia possa interessarvi, questa è più un’introduzione che altro dato che ancora non hanno fatto la loro comparsa tutti gli altri personaggi; spero possa avervi strappato una piccola risata. Al prossimo capitolo :)
  
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