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Autore: winnie343    12/06/2016    1 recensioni
I pensieri di Milo alla fine della battaglia delle Dodici Case. In attesa che il tempo arrivi a risvegliare il suo senso del dovere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Mu, Leo Aiolia, Scorpion Milo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Mi è sempre capitato di domandarmi cosa potesse aver pensato Milo alla fine della battaglia alle Dodici Case. I pensieri, le emozioni, non vengono raccontati nel manga. Si passa dalla battaglia direttamente alla devozione verso Atena. Cosa normale, ma troppo velocemente raccontata per i miei gusti. E così ne ho dato una mia assoluta versione personale. Spero vi sia piaciuto. E’ d’obbligo una precisazione. Io ho sempre adorato le storie in cui si gioca con il Tempo (anche in una delle mie vi è questo gioco) e qui, in alcuni punti e in alcune frasi (in particolare quelle virgolettate che riguardano i ricordi di Milo e le parole di Camus) rendo omaggio al bellissimo personaggio del Tempo, presente nel film “Alice attraverso lo Specchio”, interpretato dal bravissimo Sacha Baron Coen che, insieme a Richard Armitage, è l’unica cosa bella del film. Spero che vi piaccia.









Tempo. Il tempo scorre inesorabile. All’inizio di ieri avrei detto che il tempo si sarebbe fermato. E forse lo ha fatto, per un certo periodo: si è riavvolto, riannodato, allungato, fermato. Tic Toc. Tic Toc. Il tempo scorre inesorabilmente scorre. Il tempo è impazzito. E noi con lui.

  • Milo!

Una voce che non sentivo da anni. Secoli ormai. Buffo! L’ultima volta che ho visto il proprietario di suddetta voce è stato nel labirinto di Crono. O forse quella era un’altra storia. Tempo. Mi serve per riordinare le idee. Ma non ne ho. Non ne abbiamo.

  • Milo.

  • Ciao Mu.

Il cavaliere di Scorpio si volta, lentamente. Guadagna tempo. Non ha voglia di dire, di commentare o di raccontare. E’ rimasto immobile. Lontano da tutto e da tutti.

Ha chiesto al cavaliere del Toro di fargli sapere come stanno le cose. Ha atteso. Ore, minuti. Il tempo non esiste. Almeno non ora. E’ stato ripagato. Lui così poco incline all’attesa, è stato ripagato della sua pazienza. Aldebaran è tornato con un resoconto serio e dettagliato.

Atena: salva.

Grande Sacerdote: malvagio e morto.

Cavaliere di Gemini: finalmente redento seppur morto.

Cavalieri di Bronzo che hanno compiuto l’impresa: tutti salvi. Tutti. Un miracolo.

Cavalieri d’Oro vivi dopo gli scontri: cinque.

Cavalieri d’Oro morti dopo gli scontri: cinque

Cavalieri d’Oro morti prima degli scontri: uno.

Cavalieri d’Oro mai giunti al Santuario: uno.

I conti tornano. Sorride Aldebaran, come se la matematica potesse essere un’opinione. Certo che tornano. Dove vuoi che vadano. Gli verrebbe da dire a Milo. Ma lascia perdere, non è il caso. Il cavaliere del Toro gli riporta i nomi dei defunti, ma lui li sa già. Ha sentito i loro cosmi sparire.

Dispiaciuto? Un po’, forse. Se non altro perché nell’insieme non è che abbiamo fatto poi tutta questa figura.

Abbiamo dato l’idea di essere un po’ ottusi e forse anche poco preparati.

Mu, il cavaliere di Ariete si siede accanto a lui. Attende. Pazientemente. Sa che il cavaliere di Scorpio, poco incline alla lentezza, prima o poi si muoverà. L’importante è tenerlo sott’occhio. Ci sono state già tante perdite e sarebbe un vero peccato aggiungerne altre. Gli occhi azzurri, severi dello Scorpione si voltano a fissarlo. Scrutano la sua anima.

  • Avanti Mu. O mi dici che cosa vuoi o te ne vai.

  • Per un tipo che non mi vede da molti anni, sei veramente sgarbato.

  • Io sono un guerriero, non il padrone di casa.

  • Atena ha disposto la sepoltura dei cavalieri d’oro qui al Grande Tempio.

  • Atena ….

Milo rimugina su quel nome. Da quando è cavaliere sa di dover servire Atena. Eppure, solo oggi, ha capito cosa debba fare un cavaliere per essere un suo servitore.

Ed io chi ho servito fino ad oggi? Quale ideale?

Ci vorrebbe che il tempo si riavvolgesse e cancellasse tutti i suoi errori di valutazione.

  • Come abbiamo fatto a non accorgercene, Mu?

Ariete non risponde. Lo guarda e basta. Silenzioso, in attesa che Milo si renda conto che si sta sbagliando.

  • Ah … già ... tu te ne eri accorto … ed era così difficile dirmelo?

  • Non mi avresti creduto.

  • Avresti almeno potuto provarci, invece di andartene in esilio in mezzo ai tuoi stupidi monti.

Si infervora Milo, ma non esplode e Mu rimane nell’indecisione se essere contento oppure no.

Vorrebbe da lui una reazione più in linea con il cavaliere che conosceva un tempo. In fondo ha perso qualcosa di grave in questo scontro. Ma forse il ragazzo che conosceva un tempo non esiste più, spazzato via dalle responsabilità e dalla cupezza che ha addormentato il Grande Tempio negli ultimi anni. Attende. Il tempo solo glielo dirà.

  • Insomma, Mu, cosa vuoi da me?

  • Dirti che domani ci saranno i funerali e che poi avverrà la sepoltura di tutti i cavalieri periti nello scontro.

  • Di tutti? Anche del cavaliere di Gemini?

  • Anche di lui.

  • Mmmh.

  • Si è redento. E’ giusto che anche lui abbia una degna sepoltura.

Ti aspetti una risposta da me, cavaliere di Ariete? E cosa dovrei dirti? Che forse hai ragione? Maledizione se è vero che hai ragione! In fondo non è quello che è successo anche a me? Non mi sono redento dal mio ruolo di assassino? Ma io non sapevo per chi lo facevo. Ero convinto di agire in nome di Atena, ma lui sapeva per chi lo stava facendo. Solo per se stesso. Maledizione! E allora non avrebbe dovuto coinvolgerci nella sua follia.

Milo si alza, si sente un animale in gabbia. Ferito, intrappolato. Ma non ha voglia di muoversi, di incontrare gente. Non saluta Aldebaran, né tanto meno Mu. Non ha voglia di sentire oltre la sua coscienza. Eppure è tempo di capire. Di domandare e di rispondere. Ma il tempo gli ha sottratto le energie. Ma il pensiero è lì con tutte le domande che cercano risposte.

Ha creduto alla testardaggine di Hyoga. Si è innamorato del suo spirito indomito. In fondo è un allievo di Camus. Il suo cuore batte il tempo. Tic Toc. Tic Toc. E un dolore improvviso lo cattura. Camus. Shura. Aphrodite. Death Mask. Gemini. Camus. Shura. Gemini. Camus. Per quanto quei nomi lo tormenteranno? Per quanto? Io sono vivo. Loro morti. Io ho creduto. Ho avuto fede. Loro No.

Milo sa che non è così. Sa che non è la fede o il credere ad avere deciso le loro sorti. Shura aveva una fede incrollabile. Uno spirito indomabile e un senso di giustizia infinito. Eppure è morto. Polverizzato fra milioni di stelle.

  • Ha creduto nella cosa sbagliata.

Milo si volta e rimane incantato ad osservare i biondi, lunghi capelli del cavaliere di Virgo. Ha gli occhi aperti e Milo si perde nello spettacolo di quell’immenso cielo azzurro dei suoi occhi. Dovresti permettere alla gente di guardare più spesso nei tuoi occhi, Virgo.

  • Credere nella giustizia è sbagliato?

  • Credere senza porsi domande è sbagliato.

Milo sorride di un sorriso sarcastico. Che uomo arrogante.

  • E’ evidente che alle tue domande sono state date risposte sbagliate.

  • L’uomo che ho servito in questi anni non era malvagio nel profondo.

  • E questo ti è sufficiente per lavarti la coscienza e mantenere intatta l’alta opinione che hai di te, giusto?

  • Ti sbagli. Il mio peccato verrà punito nella prossima vita. In questa non c’è possibilità di redenzione.

  • Siamo tutti peccatori, dunque. Quali che siano le ragioni che ci spingono a compiere le nostre azioni, ognuno di noi porta sulle proprie spalle un peccato che ci ucciderà, soffocando la nostra coscienza.

  • Atena ti aspetta. Non c’è molto tempo.

  • Giusto. I non ho molto tempo ancora. Lei ha tutta l’eternità.

Shaka se ne va. Uomo incomprensibile, misterioso, le cui vie sono infinite e sconosciute. Meglio averlo come alleato che come nemico. Eppure anche lui ha fallito. Per l’uomo più vicino agli Dei è una vergogna non essere riuscito a riconoscere Atena. A Milo scappa un sorriso. Ma se ne va velocemente. Sospira. Sa che deve farlo. Prima o poi dovrà incontrare Atena. Cosa mai glielo impedisce? La vergogna. Ha fallito. E il tempo che gli è stato concesso è stato sprecato. Non si posso riavvolgere i minuti, i secondi e le ore? Se solo si potesse tornare indietro.

Il passato non può essere cambiato. Non pensare di poterlo fare. Non possiamo tornare indietro. Possiamo solo osservarlo e fare in modo che ciò che abbiamo sbagliato nel passato non lo sbaglieremo nel futuro”

Parole sagge quelle di Camus. L’uomo più intelligente del Grande Tempio. Dicono. Eppure anche lui è morto. Come è possibile? Milo sa che Death Mask sapeva. Troppo spietato per non sapere. Lui ha sempre seguito chi aveva potere. Il Grande Sacerdote ne aveva tanto. Non è mai stato interessato alla giustizia. Non era Shura. Per Death Mask il potere è sempre stato ciò che ha guidato il suo senso di giustizia. L’uomo giusto è l’uomo potente. Opinabile. Sicuramente. Ma comunque è stato più coerente di me. E più sveglio. Lui sapeva. Io no. Per Aphrodite è sempre stata la bellezza a far girare il suo mondo. Bello è giusto. Il cavaliere di Gemini a sua memoria era bello. Un vero adone. Ma non è sufficiente. Non può esserlo. Eppure Milo non riesce a comprendere fino in fondo Aphrodite, ma sa che il cavaliere dei Pesci sapeva, conosceva la verità. E tu Camus, la conoscevi la verità?

Il tempo non è un ladro, né un tiranno e per quello che ti viene sottratto, qualcosa ti ha donato in cambio”

Forse Camus aveva ragione. Eppure a Milo sembra che oltre al suo tempo gli è stato sottratto qualcosa di molto prezioso, troppo prezioso e importante per decidere di continuare. E se abbandonasse? In fondo non ha mai servito Atena, cosa cambierebbe ora?

  • Hai intenzione di rimanere qui in eterno?

Aiolia. Fiero, indomito Leone. Quanta ammirazione prova per lui. Un tempo lo detestava. Ora lo considera il suo personale eroe.

  • Secondo te Camus sapeva?

Aiolia lo guarda, prima sorpreso, poi pensieroso. Bella domanda, vero? C’è sempre stato qualcosa tra loro tre. Un sentimento unico. Speciale. Amicizia si potrebbe chiamare. Tre lati di un triangolo perfetto per quanto dissimili. Freddo. Caldo. Fuoco. Sabbia. Aria. Simili eppure diversi. Il Leone indomabile guarda l’orizzonte.

  • Io penso che Camus ha sempre saputo da che parte fosse la giustizia. Prima di me, di te, di Shaka. Lo ha sempre saputo.

  • Eppure non ha mai fatto nulla.

  • Neanche Mu o il vecchio dei Cinque Picchi hanno mai fatto nulla.

  • Ma loro sono vivi, lui no!

  • Essere dalla parte corretta della giustizia non ti salva dalla morte, Milo.

Scorpio sa che Aiolia non parla di Camus. Non solo. Aiolos, il grande Sagittario, sapeva. Era giusto. Serviva Atena. Eppure è morto prima di tutti. Prima che tutto cominciasse.

  • La domanda a cui non trovo risposta è la seguente: perché non lo ha lasciato passare?

  • E tu perché lo hai lasciato passare?

Perché sapevo che aveva un appuntamento. Con la morte? Forse. Che grave errore di valutazione pensa di aver commesso Milo. Se avesse impedito a Hyoga di procedere, Camus sarebbe vivo. Aquario avrebbe fatto passare gli altri e nulla sarebbe cambiato. Camus sarebbe vivo.

Il tempo non è un ladro, né un tiranno e per quello che ti viene sottratto, qualcosa ti ha donato in cambio”

  • L’ho lasciato passare perché sapevo che aveva un compito da portare a termine.

  • Io penso che Camus non lo abbia lasciato passare perché doveva compiere il suo destino.

Il tempo ha sottratto la vita di Camus, donando in cambio il sesto senso a Hyoga. Milo non può fare a meno di pensare quanto sia stupido donare la propria vita in cambio della conclusione di un addestramento. Così non gli rendi giustizia.

  • Devo andare. Piangi il nostro amico. Io lo farò. Poi asciugati le lacrime e vai avanti. Il tempo è un tiranno e il nostro compito deve essere portato avanti.

Milo vorrebbe dirgli che non è più suo il compito. Non lo è mai stato. Non per colpa sua. Gemini è il colpevole. Lui gli ha sottratto il suo tempo. Però lascia perdere e torna a osservare l’orizzonte in attesa che il tempo ricominci a scorrere. Tic Toc. Tic Toc. Il tempo non si ferma mai, stupido. Sei tu che sei bloccato dal peso della vergogna.

Il tempo, alla fine, stanco di aspettare gli porta un messaggio. Sono le mani di Atena che lo sorreggono. Milo vorrebbe nascondersi al suo sguardo. Ma la bellezza della sua Dea lo cattura. Non bella come una Dea, non come una vera donna. La sua anima splende. Milo si inginocchia e guarda il pavimento. Vorrebbe chiederle scusa per averla costretta ad andare da lui. Vorrebbe chiederle perdono per la sua ottusità e vorrebbe chiederle l’assoluzione per la sua fuga. Tutto quello che invece riesce a dire è:

  • Sono al vostro servizio.





  
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