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Autore: ErZa_chan    12/06/2016    0 recensioni
[...]Clint era stato per Natasha un punto di riferimento per tanti anni; gli doveva la vita, in ogni senso, ma non si era mai soffermata a rifletterci tanto come quella sera di metà maggio, durante un matrimonio a cui si sentiva un'intrusa.
Natasha sospirò, mordendosi nervosamente un labbro rosso sangue: era sempre stata l'eccellenza, Natalia Alianova, la Vedova Nera, la miglior allieva della Red Room, la spia più abile del KGB, una macchina per uccidere.
Niente di più che una brutale assassina.
Era quello il suo campo. I sentimenti, l'amore, l'amicizia erano troppo per lei, cresciuta in un mondo in cui la vita aveva un valore minimo, in cui la più piccola esitazione era sintomo di debolezza [...]
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Una serie di one shots Clintasha [Natasha!Centric]
[Probabili accenni WinterWidow nelle one shots successive]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Kill and Run'
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Angolo autrice:

Salve a tutti! Prima di cominciare con questa raccolta di OS a tema principalmente Clintasha, vorrei fare una minuscola e noiosa premessa. Le storie sono principalmente Movie!Verse tuttavia, sopratutto per il passato di Natasha, saranno Comic!Verse e, talvolta, lievemente AU ( per quanto riguarda sia film che fumetti). Ho cercato di dipingere Natasha non come la solita donna dura dal passato tormentato, ma, piuttosto, come una persona che per la prima volta accetta i sentimenti e scopre di essere anche lei umana, nonostante tutto. Perdonatemi, quindi, se ai vostri occhi sembrerà lievemente OOC. In ogni caso, cercherò di unire il carattere della Natasha dei film a quello dei fumetti, ma non so cosa potrà saltare fuori!
Grazie a tutti quelli che leggeranno questa raccolta <3

Erza

 

[Prima di ogni OS indicherò il raiting in quanto varia da one shot a one shot, il genere e i personaggi presenti. Talvolta vi saranno degli original characters, uno in particolare che non mancherò di segnarale all'inizio delle storie dove è presente!]

 

 

Pre Avengers

Raiting: giallo

Genere: Introspettivo/Angst

Personaggi: Natasha, Coulson

 

Big Girls Cry (when their hearts are breaking)

 

Faceva freddo, quel genere di freddo primaverile, lievemente pungente, che faceva frizzare il naso ad ogni respiro e che pizzicava la pelle in maniera quasi piacevole. Natasha si strinse nello scialle color porpora che teneva adagiato intorno alle spalle e scrutò il parco dinanzi a lei, illuminato flebilmente dalle lanterne festose adagiate ai lati del vialetto in pietra che serpeggiava tra le siepi. La musica gioiosa alle sue spalle la raggiungeva in maniera ovattata, distante, mentre la russa alzava lo sguardo sul cielo, ormai scuro, osservando le costellazioni che risplendevano sopra di lei. Le labbra di Natasha si incrinarono in un sorriso triste, quasi malinconico.
Sapeva di non aver nessun diritto di sentirsi così: era stupido, insensato, sopratutto per lei, la fredda e razionale Natasha, a cui avevano insegnato che i sentimenti erano superflui, una debolezza necessaria a plasmare le menti altrui, semplici strumenti di manipolazione.
La rossa fece scorrere un dito pallido sul marmo della balconata mentre ripensava agli ultimi tempi, trascorsi a reprimere ciò che provava, a seppelirlo in fondo al cuore, celato agli occhi di tutti. Non ne aveva fatto parola con nessuno e non aveva intenzione di farlo, decisamente non dopo quella giornata di festeggiamenti.

Quando Clint, poche settimane prima, l'aveva invitata al suo matrimonio con Laura, qualcosa dentro Natasha si era incrinato e la donna aveva sentito come un peso sprofondare all'interno del suo petto. Era stata una sensazione nuova, inaspettata, del tutto inclassificabile. Non era la prima volta che Clint le parlava di Laura e la russa sapeva che, un giorno o l'altro, avrebbe chiesto la sua mano. L'amava veramente tanto, Natasha non ne aveva mai dubitato e, del resto, la cosa non l'aveva mai toccata, almeno così credeva.
Clint era stato per Natasha un punto di riferimento per tanti anni; gli doveva la vita, in ogni senso, ma non si era mai soffermata a rifletterci come quella sera di metà maggio, durante un matrimonio a cui si sentiva un'intrusa.
Natasha sospirò, mordendosi nervosamente un labbro rosso sangue: era sempre stata l'eccellenza, Natalia Alianova, la Vedova Nera, la miglior allieva della Red Room, la spia più abile del KGB, una macchina per uccidere.
"Niente di più che una brutale assassina" riflettè la russa.

Era quello il suo campo. I sentimenti, l'amore, l'amicizia erano troppo per lei, cresciuta in un mondo in cui la vita aveva un valore minimo, in cui la più piccola esitazione era sintomo di debolezza.

Era stata innamorata una sola volta, quando era molto giovane. Alexei Shostakov era il nome del pilota con cui il KGB aveva combinato il suo matrimonio, quando era appena una ragazza. Natasha ne aveva pochi ricordi, confusi, talvolta persino il suo volto le risultava sfuocato e si accavallava a quello di chissà quale altro uomo con cui era stata. Alexei era morto dopo pochi anni, prima ancora che Natasha diventasse la famigerata Vedova Nera. Forse era stato quello il momento in cui la giovane russa aveva deciso di reprimere ogni sentimento positivo, strumentalizzando la rabbia e la delusione, facendole diventare semplici armi tra le sue mani spietate. La Guerra Fredda non aveva che aiutato a sopprimere tutto ciò che di umano era rimasto in lei, facendola diventare un'agente perfetta, che collezionava un successo dietro l'altro, lasciando dietro di sé una scia di cadaveri insanguinati, senza provare alcun rimorso.

Eppure quel peso che sembrava schiacciarle il cuore durante quella serata era lì, irremovibile e stranamente doloroso.

 

"Soffre di claustrofobia, agente Romanoff?"
Una voce familiare richiamò l'attenzione di Natasha, che girò appena la testa, gettando un'occhiata al suo interlecutore: l'agente Coulson, testimone di Clint, si appoggio alla balaustra di marmo della balconata accanto alla donna.
Natasha scosse la testa: "Mal di gente."- rispose ironica-"Non sopporto le persone."


Coulson sorrise laconico alle parole della russa, contemplando in silenzio il paesaggio.
"Sa, agente Romanoff, lei per me è sempre stata una grande incognita." proruppe poi Phil, quasi stesse mormorando tra sé e sé, sovrappensiero.

 

Natasha sorrise a quelle parole: "Non è il primo uomo che me lo dice."

 

"Non ne dubito"- Coulson distolse lo sguardo dal giardino che aveva osservato fino a quel momento-"Sa, a volte esternare i propri sentimenti non è così negativo come può sembrare." le disse, come se quel pensiero fosse stato frutto di una riflessione profonda, durata diversa tempo.


Quell'affermazione lasciò Natasha spiazzata e, per qualche attimo, fu incapace di formulare una risposta. Coulson aveva toccato un tasto dolente e Natasha si sentì messa alle strette.

"Se si aspetta che io venga a bagnare di lacrime la sua bellissima camicia, allora si sbaglia."- replicò, non senza una punta di acidità nella voce.-"Inoltre i sentimenti sono contropromettenti, alterano l'esito delle missioni. Un agente distaccato è un agente migliore." sentenziò, senza esitazione.

Phil scosse la testa, non riuscendo a trattenere un sorriso: "Ha ragione, agente Romanoff. Darle torto vorrebbe dire mettere in dubbio gran parte delle basi dello Shield, nonché di qualsiasi addestramento militare. Ma i sentimenti sono umani, se prova ad estirparli torneranno sempre fuori, in un modo e nell'altro. Essere in grado di provare emozioni ci rende ciò che siamo: non solo semplici agenti, ma anche persone."
Natasha osservò l'uomo, cercando di capire cosa volesse ottenre con quel discorso, ma il suo sguardo sembrava sincero, quasi non celasse nessun doppio fine.

La donna riflettè un attimo sul significato di quelle parole, stringendo impercettibilmente i pugni. Aveva perso la sua umanità così tanto tempo prima, strappatale quando era solo una bambina: ciò che la rendeva tale era stato spazzato via quando aveva affondato il coltello nel collo della sua prima vittima, una sua coetanea poco più che undicenne. Una lacrima solitaria rotolò lungo la sua guancia perfetta, perdendosi nel buio della notte, inosseravata.

Tornare a provare sentimenti significava essere nuovamente debole, vulnerabile.

Era spaventata, Natasha, l'irragiungibile, fredda e razionale Vedova Nera si sentiva scoperta, come braccata.

 

"Perché si preoccupa tanto per me, Coulson?" domandò solamente, dopo diversi minuti di silenzio.

L'uomo si strinse nelle spalle, con fare indifferente:"E' un'agente della mia squadra, adesso." rispose, come se fosse una giustificazione sufficente.
Natasha non seppe mai perché, a quelle parole, per un po' quel peso che gravava sul suo petto sembrò alleggerirsi.

"Buona serata, agente Romanoff." la salutò Phil, mentre si allontanava, apprestandosi a tornare a celebrare il matrimonio di uno dei suoi migliori amici.

"Natasha."-disse a russa-"Può chiamarmi Natasha."
Coulson annuì, sorridendo.

"Allora buona serata, Natasha."

La donna lo osservò mentre spariva nuovamente nella notte e non potè fare a meno di provare qualcosa per quell'uomo così criptico, che l'aveva accolta nello Shield nonostante il suo passato tormentato.

Un sentimento, il primo dei tanti che Natasha avrebbe imparato a riconoscere ed accettare: gratitudine.

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*Il titolo della OS si ispira chiaramente alla canzone di Sia, mentre il titolo dell'intera raccolta ("Roses") è legato al passato di Natasha, che spero di riuscire a spiegare più avanti (chi avesse letto i fumetti, forse ne ha già un'idea!)
Grazie per aver letto questa storia, spero mi facciate sapere se vi è piaciuta <3
Erza
(Gli aggiornamenti, purtroppo, non potranno essere regolari, ma cercherò di fare del mio meglio!)

  
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