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Autore: Briciole_di_Biscotto    15/06/2016    2 recensioni
L'Ungheria era sbocciata.
E intanto l'Austria cominciava già a sfiorire, con tremendo disappunto della sua rappresentante, le cui labbra si serrarono in una sottile linea severa di forte disappunto. Scoccò un'occhiataccia di fuoco al proprio ragazzo, che nel frattempo aveva cominciato a tifare e a saltellare sul divano come un bambino. La ignorò.
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Austria - Ungheria 0 a 2
nyo!HunAus
Genere: Demenziale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Nyotalia, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era cominciata bene.

Nel senso, era cominciata davvero bene.

Sembrava che gli Austriaci fossero invasi di un fuoco tutto loro, mentre la squadra ungherese davvero faticava a starle dietro. Insomma, un inizio meraviglioso, almeno per Katharina. Seduta compostamente sul divano, la schiena ritta e le mani posate dolcemente sulle gambe chiuse – elegante come solo lei riusciva ad essere, senza sforzo e senza risultare ridicola – non si lasciava andare in esultanze o altro – sempre composta, lei, anche nei momenti più cruciali – e l'unica cosa che denotava il suo contento era il piccolo sorrisino soddisfatto che si era appropriato delle sue labbra senza lasciarle alcuna possibilità di scelta.

Tutt'altro stato d'animo, invece, animava l'ungherese seduto accanto a lei: stravaccato sul divano, affondato nei cuscini, i capelli che ricadevano disordinatamente sul volto, Andràs aveva l'espressione di chi avrebbe potuto uccidere chiunque in quel preciso istante. Per fortuna di Katharina, lei non era chiunque.

Comunque sia, il sorriso sulle labbra dell'austriaca ebbe veramente vita breve, e mentre esso moriva, Andràs sembrava riprendere vita poco a poco, risvegliandosi dal suo stato vegetativo: la schiena si rizzò, una mano andò a spostarsi i capelli dal volto, gli occhi scintillarono.

L'Ungheria era sbocciata.

E intanto l'Austria cominciava già a sfiorire, con tremendo disappunto della sua rappresentante, le cui labbra si serrarono in una sottile linea severa di forte disappunto. Scoccò un'occhiataccia di fuoco al proprio ragazzo, che nel frattempo aveva cominciato a tifare e a saltellare sul divano come un bambino. La ignorò.

Comunque sia, il primo tempo andò a concludersi con un nulla di fatto: 0 a 0.

Fu una breve pausa durante la quale Andràs, notando lo stato in cui volgeva l'umore della propria ragazza, decise che si sarebbe limitato ad esultare nella propria testa. Oh, davvero un proposito nobile. Se solo fosse riuscito a mantenerlo.

Ed infatti eccolo lì, già al primo minuto del secondo tempo, a borbottare incitamenti tra i denti e a farsi sfuggire versi di disapprovazione o sollievo. E l'umore di Katharina non migliorava. Anzi.

L'Austria sembrava aver ritrovato vigore, ma l'Ungheria era pressante e alla fine, al 54', accadde.

Andràs, e l'Ungheria tutta con lui, si alzo di scatto in piedi gridando “GOAL! GOAL!”, salvo poi girarsi raggiante verso la propria fidanzata e trovarla a fissarlo con occhi di fuoco. Furono poche parole, le sue – “Siediti. Sembri un bambino.” – ma furono le più terrorizzanti che l'ungherese avesse mai sentito da secoli a quella parte.

Raggelò, e senza emettere un fiato si risedette compostamente sul divano. Contegno, Andràs, contegno. Ne va della tua vita. E, davvero, poco importava che le nazioni fossero pressoché immortali. Davvero, non contava assolutamente nulla. Non quando Katharina si infuriava.

Ci provò sul serio, Andràs, a fare il bravo per il resto della partita, e ci riuscì, a furia di mordersi il labbro a sangue per non fiatare e stringere un cuscino tra le mani per evitare di gesticolare. Ma, suvvia, non gli si poteva certo chiedere di rimanere impassibile quando, all'87', ci fu il 2 a 0.

Buttò all'aria il cuscino, liberò il labbro della ferrea presa dei denti, e diede aria alla gola gridando ed esultando. Probabilmente non diede aria al cervello.

Era giusto lì lì per dare il via ad una danza tribale della vittoria, quando il televisore si spense di colpo e lo schermo tornò nero. Si immobilizzò, terrorizzato. Sentì, dietro di sé, Katharina muoversi. Poteva immaginarla alzarsi, lisciarsi la gonna viola chiaro e sollevare lo sguardo, fredda ed impassibile.

La sentì avviarsi verso la porta.

“Kath-”

“Domani farai le pulizie, vero?”

“Ma-”

“E la spesa.”

“Però-”

“Ah, e non ti dispiacerà dormire sul divano.”

“Tesoro...”

“Per i prossimi tre mesi.”

E se ne uscì sbattendo la porta.

Ecco, non valeva a nulla essere immortali. Non quando Katharina si infuriava.










#Angolino Sclero
ed eccola qui di ritorno! vi ero mancata? *pfff, credici*
nulla da aggiungere, credo. HunAus. perché i nyo hanno bisogno di più amore.
soprattutto a quella cosina pucciosa che è Lia. perché io non so veramente come farà a completare la raccolta sugli Europei 2016.
ti sostengo nello spirito, Lia.
perdonatemi eventuali strafalcioni che l'ho scritta a mezzanotte di ieri dopo essere tornata dalla cena di classe e davvero non ho lo sbatti di rileggerla *pigrizia portami via*
nulla. baci, abbracci e tanti biscotti.
BdB

  
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