PROLOGO

Il campo Mezzosangue stava pian piano scomparendo, così come lo stavano facendo i semidei e gli dei stessi, o per lo meno il contatto del mondo umano con loro.

Per Erik non era di certo una novità non aver rapporti con la sua progenie divina, d'altronde era figlio del prigioniero Crono, eppure solitamente riusciva almeno a percepire la sua presenza, riusciva a sentire lo scorrere del suo io nelle vene.

Questa sensazione stava morendo. Tutta la mitologia stava appassendo.

Inizialmente le persone del campo erano spaventate e preoccupate, ma con il passare dei giorni sembrava che anche loro stessero dimenticando tutto quello che era accaduto riguardo l'olimpo, qualcuno stava perfino scordando di provenire da una stirpe divina.

Il campo era quasi vuoto, ed i pochi che vi restavano lo facevano perché probabilmente non avevano luogo ove dirigersi.

Aveva provato ad avvertirli, a fargli aprire gli occhi, ma la maggior parte avevano concluso con il considerarlo pazzo.

Chirone era sparito, per non parlare delle ninfe e dei satiri, ma nessuno li cercava.

Lui sapeva cos'era successo, ma forse era l'unico a ricordarselo per via della sua genealogia, che per una volta gli faceva un favore.

Qualche tempo prima, il suo unico fratello di casata: Arthur, aveva espresso il desiderio, accompagnato da un gruppo di fanatici, di poter tornare indietro nel tempo.

Ovviamente non era impazzito ne si era fatto una maratona di film fantascientifici, bensì aveva cominciato a covare questa speranza folle in seguito al ritrovamento da parte di un gruppo di fauni della potente falce di Crono.

Le sue motivazioni erano più che altro legate alla curiosità ed alla fame di conoscenza, così come lo erano quelle di quegli altri esaltati che lo volevano seguire, ma nessuno fortunatamente li prese sul serio.

La curiosità non bastava e le spedizioni non sono da considerarsi qualcosa da fare per gioco.

Eppure Arthur sembrava ossessionato da questa storia, non c'era giorno in cui non ci pensava e in cui non la nominava al povero fratello.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, era stata quella per il quale Arthur aveva, o almeno credeva di aver scoperto la vera identità di Omero.

Omero, a quanto gli pareva di aver capito dai suoi discorsi deliranti, era una donna, una sua vecchia antenata e lui voleva mostrare al mondo la verità.

Sapeva che si era recato dall'oracolo del campo, che purtroppo per lui ed i suoi amici aveva dato un responso negativo e in disaccordo riguardo la folle impresa.

Questo aveva eliminato l'entusiasmo di tutti.

Era da tempi antichissimi che un eroe non disobbediva al volere della pizia, e chiunque in passato ci avesse provato, non aveva compiuto una bella fine.

Erik sembrava consolato, aveva provato in tutti modi a dissuadere suo fratello, ma forse solo quello era servito a dar un taglio definitivo a quella fantasia.

O almeno, questo era quello che pensava.

Arthur era infatti partito di nascosto servendosi della falce del proprio padre, ovviamente da solo.

Non aveva idea di cosa fosse successo durante il viaggio, ma sapeva solo che nei tempi moderni la mitologia greca e tutto ciò ad essa collegato stava scomparendo, e lui era uno dei pochi ad aver la memoria intatta.

Doveva fare qualcosa prima che divenisse troppo tardi.

Si era recato nel bunker sotterraneo dove i figli di Efesto avevano nascosto l'arma incriminata. Riusciva a sentirne il potere ed a venir guidato, ormai non era più protetta da un campo energetico, ed il bunker era vuoto.

Gli ci era voluto veramente poco per riuscire a prenderla, e sapeva che se fosse capitata in mani sbagliate sarebbe potuto scoppiar il finimondo.

Sapeva quanto potesse esser rischioso usufruirne, magari avrebbe peggiorato ulteriormente le cose, ma l'unica opzione che gli rimaneva era tornare a sua volta indietro nel tempo per provare ad aggiustare il tutto.

Lui però non era uno sciocco come suo fratello, sapeva che da solo gli sarebbe stato impossibile, un utopia.

Quindi era giunto alla conclusione che doveva radunare un insieme di semidei per mettere in atto la sua spedizione.

Doveva raccogliere i più forti che rimanevano nel campo.

E siccome non avrebbero mai aiutato “Erik il matto” di propria volontà, li avrebbe dovuti coinvolgere con l'inganno

Heylà gente, come va?

Questa è la mia seconda storia su efp ed è la prima in assoluto interattiva, quindi per qualsiasi cosa non esitate a farmi critiche od accorgimenti.

Come appena affermato, è una storia interattiva.

Momentaneamente mi servono una ventina di semidei (più giù metterò la scheda del personaggio) ma comunque più avanti potrei necessitare di qualche altro figurante, quindi non è un numero chiuso e vi farò sapere.

Grazie veramente a chiunque abbia letto ed a chiunque decida di partecipare inviandomi la scheda del personaggio tramite messaggio.

Prenotate con una recensione.

SCHEDA

Nome (eventualmente soprannome):

Cognome:

Sesso:
Genitore mortale ( rapporto con quest'ultimo):

Genitore divino ( rapporto con quest'ultimo):

Arma:

Poteri:

Abilità:

Età:

Greco romano:

Orientamento sessuale:

Abbigliamento:

Carattere:

Aspetto fisico:

Passato:

Ha paura/odia:

Gli/le piace/ama:

I punti sono questi, poi nel corso della storia potete darmi dei suggerimenti ulteriori, magari segnalandomi altri personaggi con cui secondo voi il vostro potrebbe provare odio/amore/amicizia.
Proverò a renderli al meglio.
Grazie nuovamente a chi parteciperà.
A presto <3