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Autore: Briciole_di_Biscotto    15/06/2016    1 recensioni
Durante i restanti quaranta minuti di partita i giocatori non aveva certo risparmiato i loro poveri cuori immortali da svariati infarti ma comunque, alla fine, la partita si era conclusa così: con il primo, storico pareggio islandese.
Contro il Portogallo, poi!
Emil non sarebbe mai riuscito a crederci davvero.
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Portogallo - Islanda 1 a 1
Genere: Demenziale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Islanda, Norvegia, Portogallo, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seriamente, quella partita aveva superato tutte le aspettative di Emil.

Nel senso, la sua squadra, che in fondo era appena esordiente, era riuscita a tener testa al Portogallo. Al Portogallo, cavolo! Quelli avevano pure Cristiano Ronaldo e, insomma, un nome che è una garanzia.

Per dirla tutta, quando aveva sentito che la propria squadra si era iscritta agli Europei, e che per di più la prima partita si sarebbe svolta contro il Portogallo, aveva fatto un mezzo sorrisino ironico e aveva scosso il capo, come a dire “ma figuriamoci”.

E invece, con sua grande gioia, aveva avuto modo di ricredersi.

I Portoghesi non avevano esitato a far presente la propria bravura fin dall'inizio, ma gli Islandesi non si erano ceto fatti intimorire. E così, in una manciata di minuti, la squadra avversaria aveva cominciato a rendersi conto di quale gatta da pelare fosse l'Islanda.

Ed Emil, che aveva acceso il televisore per mera curiosità, senza quasi seguire la partita, si era ritrovato a saltellare sul divano e a stringere oltremodo il braccio del povero Lukas che, in un precedente errore di calcolo, si era proposto per assistere alla partita con il fratello. Ora si limitava semplicemente a sperare che le unghie di Emil conficcate nella sua carne non necessitassero, a fine partita – non prima, sia mai – di una corsa all'ospedale per alcuni punti di sutura.

Quando, al 31', il Portogallo aveva segnato il primo goal della serata, Emil si era lasciato cadere tra i cuscini del divano con un sonoro sbuffo, e aveva cominciato a borbottare qualcosa tra i denti in Islandese stretto. Lukas non dubitava del fatto che non si trattasse esattamente di parole dolci e carine.

Ma nonostante questo, l'Islanda era andata avanti egregiamente e, anzi, sembrava aver tratto forza dall'avvenimento. E mano a mano che la partita andava recuperando ritmi sempre più serrati, anche i due nordici, comodamente seduti sul divano della casa dell'islandese, cominciavano a fomentarsi.

Sì, anche Lukas, a modo suo.

Nel senso, data la sua mancata partecipazione a quegli Europei, il suo tifo era unicamente rivolto alla squadra islandese – “perdonami, Berwald.”.

E poi, al 51', il tanto atteso, inaspettato, meraviglioso goal islandese.

Emil era rimasto immobile ad ascoltare le urla di giubilo provenienti dalla televisione e dai suoi concittadini, sgomento, gli occhi spalancati su quei numeri che, senza possibilità di errore, segnavano un pareggio.

Lukas lo aveva guardato leggermente preoccupato, e gli aveva posato una mano sulla spalla. “Emil, tutto okay?”

Emil si era girato verso di lui, incredulo, mentre un enorme sorriso si affacciava sulle sue labbra e poi “È goal.” aveva esalato, prima di buttarsi fra le braccia del fratello, stringendolo forte. “È goal, è goal!” aveva continuato a ripetere al massimo della contentezza, mentre Lukas sorrideva stringendolo a sé e carezzandogli i capelli. “Sì, è goal. Siete stati bravissimi.”

Durante i restanti quaranta minuti di partita i giocatori non aveva certo risparmiato i loro poveri cuori immortali da svariati infarti ma comunque, alla fine, la partita si era conclusa così: con il primo, storico pareggio islandese.

Contro il Portogallo, poi!

Emil non sarebbe mai riuscito a crederci davvero.

 

 

Quella notte stavano tranquillamente dormendo, quando il campanello di casa cominciò a suonare furiosamente. In un primo momento, Emil le provò tutte per ignorarlo, ma dovette cedere quando un abbastanza scocciato Lukas spalancò la sua porta. “Chi è a quest'ora?”

“C's vu'i ch' n' sappia...” mormorò assonato con la testa sotto al cuscino nel disperato tentativo di estraniarsi da quell'assordante rumore.

“Che?”

“Cosa vuoi che ne sappia!” sbottò infine, capitolando e tirandosi su. “Sarà un venditore porta a porta.”

“Alle due di notte.”

Emil fece spallucce e scese dal letto, scendendo le scale ed avviandosi verso la porta d'ingresso, seguito dal fratello che sembrava fermamente intenzionato ad uccidere chiunque si trovasse al di là di quel pezzo di legno.

Quando Emil aprì la porta, con sua immensa sorpresa si ritrovò davanti un tremendamente infreddolito e imbarazzato Iolao. Il portoghese sorrise dispiaciuto. “Scusami, Emil, non era mia intenzio—” ma non ebbe modo di finire la frase perché venne spinto di lato da un furente Antonio.

“Islanda!”

Emil sbatté le palpebre, confuso, ma prima che potesse fare alcunché Lukas gli si parò davanti, fronteggiando lo spagnolo. “Hai qualche problema con mio fratello?” ringhiò.

“Sì! Quella partita era decisamente truccata! Avanti, ammettetelo che vi siete comprati l'arbitro!”

“Cosa?! Spero vivamente che tu stia scherzando!”

“Assolutamente no!”

Emil e Iolao, che spaventati dalla furia dei rispettivi fratelli erano indietreggiati, si ritrovarono fianco a fianco.

“Andranno avanti per molto?”

“Credo di sì.”

“Arriveranno alle mani?”

“Molto probabile.”

“Dovremmo fermarli?”

Incrociarono gli sguardi, rimanendo a fissarsi per alcuni istanti, poi scrollarono le spalle. “Nah.”

Emil fece segno al portoghese di seguirlo in casa. “Ti va un caffè?”

“Con molto piacere, sto letteralmente congelando.”

Misero su la caffettiera e cinque minuti dopo versarono il caldo liquido marrone in due tazze gigantesche. Emil ne porse una a Iolao – “Grazie.” – e prese l'altra per sé. Le portarono alle labbra e bevvero il primo sorso, che scese caldo e benefico giù per le gole.

Da fuori provenne un frastuono incredibile, seguito da imprecazioni in spagnolo e norvegese.

Sospirarono soddisfatti. “Buonissimo.”










#Angolino Scleri
okay, sì. lo ammetto. ci sto prendendo gusto a scrivere brevi os riguardanti questi Europei.
ma, suvvia, ammettetelo: è esilarante immaginarsi le reazione delle varie nazioni di fronte al televisore!
e nulla, dato che non ho nulla da dirvi, tanti baci e abbracci e biscottini e a presto
BdB

  
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