Nulla ha senso; nulla ha più senso.
  Eri morto, così sarebbe dovuto essere, così era prima che la donna rossa, la sacerdotessa di Stannis Baratheon ti riportasse alla vita.
  Non c’era nulla, solo vuoto e tenebre ma finalmente il tuo spirito era in pace, la pace che aveva bramato da tutta la vita, quella pace che aveva conosciuto con Ygritte, in quella vasca, in quella caverna.
  Non sai perché è successo, non sai perché proprio tu sei dovuto tornare, ma sei tornato.
  Il vento del Nord è freddo, senti la tua pelle congelarsi, il tuo corpo pieno di cicatrici, il sangue versato dai tuoi confratelli e caduto sulla candida neve.
  Sai che la tua guardia si è conclusa con la tua morte, che sei ancora Jon Snow, ma al tempo stesso non sei più Jon Snow; Lord Snow, il nome dispregiativo con cui venivi chiamato da Aliser Thorne. 
  «Ho dato la mia vita ai Guardiani della notte!» urli furioso contro Edd, sai che non è giusto prendersela con Edd, lui è un fratello, lui ti ha aiutato a tornare.
  E poi il corno suona, nemici, pensi, ma non sono nemici. 
  Quali nemici potrebbero mai essere, un solo suono avrebbe potuto indicare il ritorno dei ranger, sai che i bruti sono tuoi alleati. 
  Le porte del Castello Nero si aprono e tre persone le varcano. 
  I cavalli varcano la soglia, i loro zoccoli sporcano la candida neve che ricopre il cortile dove tanto tempo fa ti addestravi con i tuoi amici, con Sam.  
  Quando ti affacci non riesci a crederci, non puoi crederci. 
  E’ lei, ed è lì, Sansa. 
  Tua sorella, quella sorella che mai ti aveva accettato, nei cui occhi vedevi solo disprezzo, ogni volta che provavi ad avvicinarla lei ti allontanava, forse per imitare la lady sua madre. 
  La guardi smontare da cavallo, assieme ai suoi accompagnatori, una donna alquanto sgraziata in armatura e un giovane poco più grande di lei, vedi che si guarda attorno, è impaurita pensi. 
  Ma poi ricordi che di cose deve averne viste, proprio come te, prigioniera nelle mani dei Lannister e poi solo gli Dei sanno cosa. 
  Quando ti vede si ferma, non riesce a proseguire, senti gli occhi diventare umidi, le lacrime salire per cadere finalmente e piangere, vuoi correre da lei, ma non lo fai, scendi quelle scale una per una, strisciando la mano sulla ringhiera ricoperta di neve fresca. 
  Sansa è lì a pochi passi da te, una figlia del Nord, le vai incontro ma poi ti blocchi, non sai cosa farà, ma nei suoi occhi scuri come i tuoi vedi la stessa sofferenza e rabbia che c’è nei tuoi. 
  Corre verso di te e ti getta le braccia al collo, e subito la stringi, la sua pelle fredda, i suoi capelli rosso fuoco umidi, la sua veste un po’ usurata, una Stark di Grande Inverno e uno Snow di Grande Inverno. 
  Ricordi di Arya, il giorno in cui le regalasti la spada, una lady che non era una lady, le sue braccia attorno al tuo collo, le tue attorno alla sua vita, Nymeria che vi fissava. 
  Arya ora non c’è, e la sua assenza punge come un ago, come la spada che tu le hai regalato, ma Sansa è lì, ti abbraccia come non aveva mai fatto, ti vede come non aveva mai fatto. 
  E’ tua sorella, una ragazzina aveva lasciato il Nord, una ragazzina che viveva di fantasia e di ballate con cavalieri coraggiosi e dame indifese, lei che sognava di diventare la regina un giorno, e adesso non c’è più traccia della bambina che ricordi, una giovane donna ha preso il suo posto. 
  Lei è tutto ciò che ti resta della tua famiglia, lei è tutto ciò che resta di Casa Stark. 
 «Il Nord non dimentica» pensi dentro di te, stringendo sempre più forte quella sorella che non avevi mai veramente avuto.