ONCE UPON A TIME

Vissero per sempre felici e contenti

“Vissero per sempre felici e contenti”.

Chi non ha mai letto o sentito questa frase? Con queste poche parole ci cresciamo, pensiamo che l’amore vero esiste, e ci illudiamo, perché niente dura per sempre, soprattutto la felicità. Stiles ha capito la falsità della frase quando la madre è morta, in un letto d’ospedale e la mano stretta alla sua, mentre gli diceva che gli voleva bene. Era stata la prima volta in chi aveva capito che quelle storie che gli raccontavano quando era più piccolo-beh, molto più piccolo-o che sentiva in giro erano false. Il suo piccolo cuore aveva subito un piccolo strappo. In nessuna favola la mamma moriva e ti lasciava, soprattutto non in un letto bianco, messo in una stanzetta dalle pareti bianche insieme ad altri letti bianchi.

La seconda volta che il suo cuore si era spezzato ancora un po' era stato quando Scott, il bambino che lo aveva visto crescere e che era come un fratello per lui, sembrava preferire un certo Theo a lui. Si, il bambino era anche amico suo, ma Scott passava sempre più tempo con l’altro, gli pendeva praticamente dalle labbra. Sapeva che la sua era solo una gelosia irrazionale-già in quarta elementare conosceva molte cose, più di tanti altri, quindi sapeva cosa voleva dire-ma non poteva fare a meno di stare male. Il pensiero che il suo fratellone lo abbandonasse era terribile.

Era stato durante quel periodo in cui la sua paura di essere lasciato solo era aumentata a dismisura, raddoppiando persino gli attacchi di panico-oh, quelli si che erano spaventosi. Sapeva bene che gli eroi di quelle favole che non leggeva più, e con cui non voleva avere a che fare, non avevano paura di niente, massimo la sconfiggevano, la paura. Lui non sarebbe potuto mai essere un eroe.

Un taglio profondo aveva attraversato quel suo muscolo quando Lydia, la ragazza che aveva sempre amato, aveva preferito Jackson, salvandolo dal Kanima che era dentro di lui, ma aveva cercato di affrontare il tutto. Dopotutto, era abituato alle persone che lo mettevano sempre in secondo posto. Scott con Theo e Allison, Lydia con Jackson, il padre che passava sempre più tempo al lavoro-e Stiles quasi quasi credeva che lo sceriffo si fosse innamorato del suo ufficio. Certo, non poteva incolpare il padre se questo voleva cercare di aiutare a proteggere la sua città-come se alla fine non toccasse a lui, Scott, Allison, Derek e compagnia bella, a sistemare tutto-ma avrebbe voluto passare un po' più di tempo con lui. Avrebbe voluto tanto ricevere un abbraccio...

E l’abbraccio venne, ma dopo un anno, quando il suo cuore ormai non era che un ammasso sanguinolento di emozioni e dolori e desideri distrutti e tanto, tanto amore mai ricambiato-per chi avrebbe potuto prendere un’altra cotta enorme, adesso, se non per un licantropo che aveva più considerazione per Lydia e lo zio resuscitato che di lui? Forse aveva a che fare col fatto che lui, a differenza degli altri, era solo un misero essere umano.

Il padre lo aveva stretto forte a se quando, con le lacrime agli occhi, era stato liberato dal Nogitsune.

Il Nogitsune. Quella creatura aveva lasciato, probabilmente, la ferita più insopportabile, dolorosa e profonda che aveva mai avuto, un taglio che lo aveva segnato, sia mentalmente ed emotivamente che fisicamente, e, Stiles lo sapeva, non sarebbe mai guarito. Il tempo non avrebbe fatto altro che cicatrizzare il tutto, ma il senso di colpa-Allison era morta, era colpa sua-, il dolore, non sarebbero mai scomparsi. E quell’abbraccio che aveva tanto desiderato, ora non poteva più salvarlo dall’imminente caduta.

Quando era caduto, alla fine, l’atterraggio aveva fatto meno male del previsto-forse perché a prenderlo era stato Derek?

La caduta si era rivelata piacevole. Aveva sentito la libertà, aveva provato qualcosa, una sensazione talmente diversa dalla paura e dal dolore.

Derek Hale.

Derek Hale l’aveva salvato. Sembra l’inizio di una pessima barzelletta, vero?

“Una creatura notturna e un umano petulante si ritrovano ad urlarsi a vicenda nella camera del secondo”.

In effetti si erano davvero urlati contro, anzi, Stiles aveva urlato, si era sfogato, aveva confessato tutto ciò che nascondeva nel suo cuore e che lo tenevano sveglio di notte. Poi era scoppiato in lacrime.

Lo bacio che era seguito, alla fine, era stato tranquillo e dolce-nonostante il cuore di Stiles battesse talmente forte da uscirgli quasi dal petto-, come se fosse una conseguenza di tutto quello che avevano fatto e detto e spiegato con gli sguardi. Avevano poi dormito, abbracciati stretti, e le parole di Derek ancora gli risuonavano nella mente.

Molti sanno quello che era successo quella sera, e quella dopo ancora, e quella successiva. Ma anche i più vicini al branco, quelli partiti per altre città, ormai non si chiedono più niente, sicuri che la coppia si fosse lasciata-seriamente, Stiles e Derek erano la cosa più impossibile della vita. Litigavano di continuo, si lanciavano sguardi assassini ogni due per tre e contestavano sempre quello che dicevano-continuano a farlo. Eppure, oggi, sono ancora più uniti. Sono uniti da un altro filo. Uniti da un anello e da una promessa.

“Derek Hale-Stiles Stilinski

22/05/2022

Oggi sposi”

Forse, la vera storia inizia ora.

(C’era una volta...)

Angolo di quella pazza della scrittrice:

Ritorno dopo davvero troppo tempo in questo fandom, pubblicando questa ff che stava nel PC ormai da un anno. Me la sono ritrovata tra le mani e mi sono chiesta “perché no?”. Ed ora sono qui! Ah!

Quanto shippo questi due. Sono tremendamente arrabbiata con Tyler che continua a non voler tornare da noi. Andiamo, ho bisogno di Sterek!

Scleri a parte, spero non ci siano troppi errori. Se vi va, lasciate una recensione, giusto per farmi sapere cosa ne pensate. Fa sempre bene al cuore riceverne u.u

Vi saluto!

Daughter_