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Autore: MockinGleek_    17/06/2016    2 recensioni
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[DAL TESTO]
Nei momenti cattivi, quelli in cui Ian era sveglio e mandava a farsi fottere chiunque insistesse per stargli vicino, Mickey si limitava a fissarlo dall’uscio della porta. [...] I momenti buoni però riempivano gran parte della giornata. Erano i momenti in cui dormiva, privo di forze, incapace di metabolizzare ciò che gli accadeva intorno.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When The Darkness Comes


Ian era fermo da giorni in quel letto, troppo grande per una persona sola. La pelle bianca, cadaverica; le ginocchia rannicchiate contro il petto; il volto stanco, la voce apatica.
Bipolare. Come Monica. Così lo aveva definito Fiona.
Ma Ian non era sua madre, Mickey lo conosceva. Sapeva che si sarebbe ripreso, che sarebbe passato tutto, che forse aveva solo bisogno di riposo. Forse stava male, c’aveva la febbre, e nessuno se n’era accorto.
Nei momenti cattivi, quelli in cui Ian era sveglio e mandava a farsi fottere chiunque insistesse per stargli vicino, Mickey si limitava a fissarlo dall’uscio della porta. Ne studiava i contorni, il respiro lieve, il petto che si alzava e abbassava con una lentezza a volte preoccupante. Nella semioscurità, i capelli di Ian non sembravano più i suoi, come, del resto, ogni altra parte del suo corpo. Sembrava semplicemente un’ombra buttata lì a caso, unico rimasuglio di una persona un tempo solare.
I momenti buoni però riempivano gran parte della giornata. Erano i momenti in cui dormiva, privo di forze, incapace di metabolizzare ciò che gli accadeva intorno.
Quando questo accadeva, Mickey sgusciava nella stanza e si sedeva sul letto. Lo guardava dormire, illudendosi che quando si sarebbe svegliato sarebbe tornato il solito Ian, con le sue risate e la sua euforia che solo qualche notte prima lo aveva portato a raccontare stupide barzellette.
Altre volte gli si stendeva accanto e gli passava un braccio sull’addome. Gli prendeva la mano, la stringeva, gli chiedeva di tornare da lui. Ma quando Ian si svegliava, il mostro era ancora lì e si voltava dall’altro lato, si copriva fin sopra la testa per nascondere le sue malefatte.
«Lasciami in pace, cazzo.» Borbottava con la voce roca, distrutta da giorni passati a trangugiare solo qualche sporadica goccia di acqua.
Mickey continuava a fissarlo, senza muoversi, ben consapevole che l’altro ragazzo continuava a percepire la sua presenza e, forse, nel profondo sperava che in realtà rimanesse.
«Ho detto che devi lasciarmi in pace.» Ripeteva dopo un po’, questa volta meno convinto, o perlomeno di nuovo troppo stanco per alzare la voce.
«Allora non lo capisci?» Rispondeva allora Mickey con i nervi a fior di pelle, non sapendo che a quel punto Ian era già scivolato di nuovo via. «Io non ti ci lascio in un manicomio di merda. Io non ti lascio solo.» Gli prendeva di nuovo la mano, guardava le dita esanimi. «Non ti lascio mai.»
A volte, quando ancora non dormiva profondamente, Ian gli sorrideva.


 
*spazio autrice*
Salve bella gente!
Sono una new entry di questo fandom e sono arrivata in pochi giorni al finale della quarta stagione.
Ovviamente, a due stagioni dalla fine, non potevo lasciarmi scappare questa scena per una fanfiction!
Quindi eccomi qui, una novellina che butta giù cose Gallavich non sapendo ancora cosa accadrà nella serie.
Ad ogni modo, spero che questa cosetta vi sia piaciuta e, se volete, lasciatemi qualche parere! :)
See you soon baes 

MockinGleek_

 
  
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