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Autore: fra_eater    18/06/2016    1 recensioni
I sogni son desideri, sono la materializzazione ciò che noi vogliamo, eppure certi sono così reali che non si riesce più a capire quale sia il confine tra il sogno e la realtà. Chi può dire che quel che noi viviamo in realtà non sia un sogno e quel che pensiamo di aver sognato in realtà è la verità?
Dal testo:
"“Ti alzi?”
Perché continuo a sentirlo? La mia mente è ridotta così male da volermi torturare in questa maniera?
“ALLORA?”
Ah, alza pure la voce questa essenza impertinente.
“VATTENE VIA!”
Ecco! Ora mi metto pure ad urlare da sola!
Sollevo le coperte sulla mia testa, forse in questo modo non sentirò più le voci. Devono lasciarmi stare, devo stare calma. Sto impazzendo! È questa la verità. Voglio dormire e non svegliarmi più… voglio… MA CHE DIAMINE?!"
SPOILER PER CHI NON E' AL PASSO CON LE SCAN
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levy McGarden, Pantherlily, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che fastidio il sole sul viso al mattino.
 Mi pizzica la faccia, ricordandomi che è tempo di affrontare una nuova giornata, ma io non voglio, è così fastidiosa la sensazione di quei caldi raggi sulla pelle.
 Eppure ero sicura di aver chiuso le tende prima di andare a dormire. Prima lo adoravo è vero, ma ora è solo il ricordo di un altro misero, orribile giorno in un mondo che mi ha tolto ogni voglia di vivere.
“Hai intenzione di rimanere lì a lungo?”
Per un attimo resto interdetta. Che sta accadendo al mio cervello?
Questa voce… questo tono sarcastico… perfetto! Ci mancavano solo le allucinazioni uditive! Me l’aveva detto Lucy che non dovevo rimanere sola a vivere in questa casa dove prima c’era lui, che sarei impazzita con tutti questi oggetti che me lo ricordavano.
Sento il cuscino morbido sotto le mie dita ancora impregnato del suo odore forte. Non aprirò gli occhi,  so perfettamente che non c’è nessuno, che è solo un brutto scherzo della mie mente frustrata.
Devo averla sognata quella voce, lui ormai non c’è più…
“Ti alzi?”
Perché continuo a sentirlo? La mia mente è ridotta così male da volermi torturare in questa maniera?
“ALLORA?”
Ah, alza pure la voce questa essenza impertinente.
“VATTENE VIA!”
Ecco! Ora mi metto pure ad urlare da sola!
Sollevo le coperte sulla mia testa, forse in questo modo non sentirò più le voci. Devono lasciarmi stare, devo stare calma. Sto impazzendo! È questa la verità. Voglio dormire e non svegliarmi più… voglio… MA CHE DIAMINE?!
Due braccia forti mi stanno sollevando con tutta la coperta! Questa non può essere solo una voce!
“A chi hai detto di andare via, gamberetto?”
Devo avere gli occhi spalancati, le sento le mie orbite quasi fuoriuscire. C’è solo una persona che mi chiama così.
Mi divincolo dalla presa e chi mi teneva deve essersene accorto perché mi lancia in malo modo sul materasso morbido ed è ora che mi libero da questa maledetta coperta e non credo ai miei occhi.
Le possenti braccia piene di piercing si congiungono in due spalle larghe e possenti, dove un petto muscoloso mal si stringe in una canotta grigia. L’uomo di fronte a me sorride, anzi, no, mi regala un ghigno che fa brillare i suoi occhi scarlatti da rettile. Incrocia le braccia al petto mentre i lunghi capelli neri li cadono perfettamente dietro la schiena.
“G-gajeel?”
Ho quasi paura di dire il suo nome. Come può essere qui, di fronte a me? Lui non c’è più ormai, lui è…
“Che ti succede, Levy?” ha alzato un sopracciglio metallico.
 Non so che dire. Non so che fare.
Vorrei urlare, vorrei piangere,ma non riesco. Rimango qui, nella più completa paura di muovermi o di respirare, come se potessi dire qualcosa che potrebbe farlo sparire di nuovo, per sempre.
Sento il mio corpo tremare mentre i suoi occhi attenti mi scrutano e poi lo vedo sollevare la testa di scatto, come se il suo udito finissimo avesse captato qualcosa per me  impossibile.
Il Gajeel di fronte a me sospira, passandosi una mano in mezzo ai capelli “Possibile che siano sempre così mattinieri?” .
Non capisco di che parla e la mia faccia deve essere stranita perché mi guarda dubbioso, corrucciando le labbra “Le porti le mutandine, vero?”
“Che razza di domande fai?!” urlo, sbloccandomi dalla mia immobilità e lanciandoli un cuscino che lo prende in pieno volto.
“Vacci piano” mi rimprovera ghignando “I marmocchi sono arrivati”
“I… i marmocchi?”
Non fa in tempo ad aprire la bocca che la porta della stanza si spalanca e due bambini praticamente identici,dai ribelli capelli azzurri e gli occhi grandi e rossi, si lanciano sul letto dove sono io, toccandomi ovunque con le loro manine morbide per abbracciarmi urlando “Mamma!”
“M-m-m-mamma?!?”
Cerco con lo sguardo Gajeel che se la ride e solo in quel momento mi accorgo che la stanza in cui mi trovo è molto più grande di quella a cui sono abituata e anche molto più caotica.
Insieme a questi due bambini, un maschio e una femmina, sono in un grande letto matrimoniale, con la testata in ferro battuto e le pesanti coperte porpora. Indosso una camicia da notte bianca mentre i gemellini di fronte a me due pigiamini a righe verde e grigio.
Avverto il forte desiderio di accarezzare i loro volti allegri e sorridenti. Sono così simili al mio eppure presentano anche dei tratti che ricordano molto l’uomo di fronte a me.
“Mamma…” il volto della bambina si imbroncia leggermente mentre il bambino aggrotta la fronte in una tenera espressione di rammarico.
“Dimmi, tesoro”
Mi sorprendo di me stessa.
Perché l’ho chiamata così? Non so chi sia.
“Perché piangi?”
Come se fossi stata bruciata allontano la mano dai loro volti e tocco il mio. È vero. Le sento. Le sento le calde lacrime sul mio volto. Sto piangendo e non capisco il perchè.
“Ehi!”
La voce di Gajeel fa voltare i bambini “Voi due, perché non andate a dare fastidio a Lily? Vostra mamma è stanca”
I due riducono gli occhi a fessure, avvicinandosi a me con fare protettivo “Secondo te le ha fatto qualcosa?” sussurrano tra di loro, guardando l’uomo con fare sospettoso.
“Non lo so, ma non mi fido a lasciarla con lui”
“Neppure io. Lo sappiamo che è…”
“O USCITE DA QUI O CHIAMO IL DRAGO A MANGIARVI!”
Senza farselo ripetere due volte i bambini saltano giù dal letto con gridolini eccitati e sparirono così come sono comparsi.
Mi viene da ridere nel vederli così.
Poi guardo Gajeel che a sua volta mi fissa e porto istintivamente le ginocchia al petto, imbarazzata.
Lo vedo avvicinarsi. Il passo pesante, leggermente strascinato, le mani strette a pugno lungo i fianchi. È come me lo ricordavo, come è sempre impresso nella mia memoria.
Si siede a malo modo sul letto accanto a me e mi mette una mano sul capo, scompigliandomi i capelli.
“Mi dici che ti succede?” il suo tono è insolitamente dolce.
Come posso dirli che quel mondo non è reale? Che lui non c’è più, che è scomparso di fronte ai miei occhi, che ho ancora impressa nella retina l’immagine dei tentacoli che lo trascinano via, lontano da me, per sempre…
“Ohi, gamberetto, non mi piace vederti così” mi afferra il volto tra le mani e lo sento, quel tocco caldo, un po’ rude. Cerca di avvicinarmi a lui ma io faccio resistenza, troppo incredula di tutto ciò.
“Gajeel” non so che dirgli, ho paura
“Tu…” devo dire la verità, deve sapere la realtà, questa non lo è “Gajeel, tu sei morto!”
I suoi occhi rossi mi guardano sgomenti per un po’, poi allunga le braccia e mi stringe a lui. Sento il suo petto caldo e il suo cuore battere all’impazzata mentre mi accarezza i capelli con un’insolita dolcezza “Ancora quei brutti sogni?”
Spalanco gli occhi mentre lui mi accarezza piano la spalla.
 “Sogni?” chiedo incredula, come poteva essere un sogno?
Lui mi dedica uno dei suoi ghigni che mi hanno sempre fatto arricciare le labbra ma che ora mi fanno salire le lacrime.
Si piega e mi bacia delicatamente le labbra “Vuoi avere un altro figlio per essere sicura che questa sia la realtà?”
Deglutisco eccitata e sento il volto in fiamme. Gajeel ridacchia e si fionda nuovamente sulle mie labbra e io lo sento quel sapore metallico ma al tempo stesso caldo, sento i suoi piercing sul mento strofinarsi contro il mio e la sua lingua entrare lussuriosa nella mia bocca.
Possibile che quello fosse solo un sogno? Si, deve essere così. Questo Gajeel, di fronte  a me, è così reale, così vero, così passionale ed io sento i miei sensi rilassarsi. Quanto a lungo ho aspettato questo?
Le sue mani si insinuano sul mio corpo, giocando con la camicia da notte mentre le mie si intrecciano con i suoi capelli morbidi.
Si stacca da me, ridacchiando “Qualcuno è particolarmente vogliosa” e si rilancia sulle mie labbra, desideroso di farmi sua, glielo  leggo negli occhi rossi che mi guardano famelici, ma non sono colmi d’odio e furia violenta come la prima volta che gli incrocia, ma sono teneri, colmi d’amore e di passione e sono i medesimi sentimenti che mi trasmette riportando le labbra contro le mie.
“Coff coff”
Un tossicchiare insistente ci costringe ad allontanarci per incrociare lo sguardo nervoso di un piccoli Lily con le braccia incrociate.
“Tu non dovresti essere qui” dice con voce dura, rivolgendo lo sguardo su di me.
“Che vuoi dire, Lily? Questa è la mia famiglia e…”
“Tu non hai una famiglia!”
Sento il panico insinuarsi nelle mie ossa. Non riesco a respirare tanto queste parole mi feriscono.
Mi volto alla ricerca del viso di Gajeel ma di fronte  a me vi è solo una statua di pietra con le sue sembianze.
“G…ga…Gajeel?”
Allungo la mano tremante verso il suo viso ma al mio tocco si disintegra, trasformandosi lentamente in polvere.
Comincio a piangere, a menare colpi nel tentativo di fermarlo ma…
“È tutto vano”
Lily è immobile mentre l’uomo di fronte a me, l’uomo che amo, si tramuta in cenere e sparisce trasportato da un vento immaginario. Le pareti della stanza sono buie.
“Dov’è?! Lily, dov’è Gajeel?”
Il piccolo exceed sbuffa, abbassando solo per un attimo lo sguardo “Lui è morto”
Il cuore mi si ferma, le lacrime sgorgano veloci.
Di nuovo! L’ho perso di nuovo!
Di nuovo! Di nuovo!
Di nuovo…
È in questo modo che mi risveglio nel mio letto. Madida di sudore e piangente.
Mi guardo intorno con l’affanno e riconosco il luogo.
Il letto con le coperte di seta grigie, i miei libri alla rinfusa sul pavimento, la chitarra silente ad un angolo dell’armadio.
Non ho toccato nulla da quando mi sono trasferita qui, da quando ho preso a dormire nel suo letto per non dimenticare nulla di lui, per continuare a respirare il suo profumo di cui sono intrisi i suoi abiti lanciati nell’armadio mentre i miei giacciono quasi ignorati in scatoloni nel soggiorno, unica stanza che Gajeel aveva lasciato per le mie cose quando andavo a trovarlo.
Lily dorme poco lontano da me, non si è svegliato nonostante le mie urla e sono grata di ciò.
Quanto mi manca Gajeel, quanto vorrei rivedere il suo volto non solo nei miei sogni.
Flebili raggi di luce entrano dalla finestra, ormai è l’alba di un nuovo giorno.
Un nuovo giorno senza di lui.
È inutile rimettersi a dormire.
Il mio desiderio di vederlo accanto a me mi farebbe sognare nuovamente il suo sorriso arcigno, i suoi occhi rossi, i suoi capelli corvini che ho amato e che continuo ad amare.
È passato poco più di un mese da una guerra che ha fatto fin troppe vittime e io continuo a darmi la colpa di non essere morta con lui.
Scendo dal letto. Il pavimento è freddo sotto i miei piedi.
Mi muovo a memoria per i corridoi scuri e mi dirigo in cucina.
Apro la dispensa trattenendo un groppo nel vedere bulloni e viti in ferro nel ripiano più alto. Cerco di ignorarle mentre afferro il sacchetto dei biscotti a forma di cuore preparatomi da Mira quando annunciai che mi sarei trasferita qui.
Sto per sedermi quando un rumore continuo e sordo mi fa sobbalzare.
Proviene dall’ingresso.
“Chi può essere a quest’ora?”
Mi muovo piano e sospettosa, chiedendomi chi potrebbe essere.
Lu-chan? Mirajane?
“Ma è l’alba!” anche Lily si è alzato e mi si avvicina sfregandosi gli occhi carichi di sonno.
Ci guardiamo a vicenda mentre il pugno pesante continua a bussare insistentemente.
Lily mi lancia un’occhiata prima di cambiare la sua forma, divenendo enorme e muscoloso, pronto all’attacco.
“Chi è?” grido, ma chi è dall’altra parte non pare disposto a rispondere, continua a bussare con foga.
Lily mi fa un cenno con il capo mentre afferra una mazza di ferro che era poggiata sul muro.
Trattengo il respiro e spalanco la porta e quel che vedo mi fa cadere a terra, sgomenta.
La mazza che aveva in mano Lily scivola facendo un fracasso assordante sul pavimento.
L’uomo varca la soglia.
La sua stazza enorme si scaglia contro la luce dell’alba.
I suoi capelli neri  cadono sulle spalle, più lunghi di come li ricordavo, i suoi occhi da rettile guizzano veloci da me a Lily, sollevando un sopracciglio luccicante .
“Che vi prende? Avete visto un fantasma?”
Non riusciamo a muoverci.
Né io né Lily riusciamo a muovere un muscolo tanto siamo paralizzati dallo stupore.
Gajeel si china alla mia altezza regalandomi un ghigno “È questo il modo con cui mi saluti dopo che mi sono dichiarato, gamberetto?”
Le lacrime.
Le lacrime salgono veloci sul mio volto così come quelle di lui che si accennano appena.
“Gajeel!” urla Lily, lanciandosi al collo dell’uomo di fronte a me e io lo seguo, godendomi il calore delle sue braccia e sentendo le sue lacrime sul mio volto.
Ci troviamo tutti e tre sul pavimento, stretti in un abbraccio contornato di lacrime di gioia.
“Com’è possibile?” riesco a chiedere dopo molto., dopo essermi assicurata che non sia un sogno.
La gioia è troppo grande per reprimerla così, per farla scemare così.
Quello che avevamo di fronte era proprio Gajeel, il mio Gajeel.
Il figlio di Metallicana sorride, allontanando Lily che era avvinghiato in modo soffocante al suo collo “Vi basti sapere che sono in debito con Sabertooth. E levati Lily, non respiro!”
“Con Sabertooth?”
Gajeel si alza e invita anche a me a fare lo stesso.
“Le spiegazioni a dopo, gamberetto. Ora c’è una cosa che devo fare”
Lo guardo curiosa. Non capisco che voglia dire.
“Che cosa?” chiedo curiosa. Sicuramente vorrà passare dalla gilda, vedere gli altri.
“Questo” risponde piegandosi su di me e posando le sue labbra sulle mie.
Ricomincio a piangere, ma questa volta per la felicità.
Non avevo mai atteso così impazientemente il suo ritorno.
E questo non è un sogno.
 
 
  
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