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Autore: isa chan    18/06/2016    0 recensioni
Giulia ed Elena hanno la stessa età e frequentano la stessa scuola.
Giulia è una ragazza libertina, coraggiosa e trasgressiva. Adora giocare con la play station, ascoltare musica e leggere fumetti.
Elena una ragazza sognatrice, gentile e altruista. Adora andare a scuola, leggere libri e fare nuove amicizie.
Tra banchi di scuola, compiti a casa, feste e ragazzi, due ragazze così diverse scopriranno il vero significato dell'amore.
NOTA: capitolo 13 revisionato e rating cambiato in arancione.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 15 - IL GUAIO
Nei giorni seguenti quella riunione delle due famiglie Elena era continuamente disattenta, sempre con la testa altrove: a scuola faceva fatica a concentrarsi e quando stava con Giulia spesso non si sentiva più a suo agio e la compagna, accortasi di questo, le chiedeva se tra loro ci fosse qualche problema ma lei negava ogni cosa inventandosi una qualche scusa sullo stress scolastico o sulle troppe cose da fare. In realtà i suoi pensieri si erano fissati sulla cena di qualche sera prima, soprattutto sui baci scambiati con Nicolò. Non voleva più continuare ad avere quello stato d’animo, ma concludere la questione alla svelta.
Un sabato pomeriggio Elena uscì di casa ed andò al centro città con l’autobus, arrivando al grande parco della città dove aveva appuntamento con Giulia. Accorta di essere arrivata con molto anticipo si sedette su una panchina e si mise a giocare con il cellulare.
-Ma guarda un po’ chi c’è! La carotina più bella della città!-
A quelle parole la ragazza distolse l’attenzione dal cellulare e timidamente sorridendo salutò Nicolò.
-Cosa fai qui tutta sola?-
-Niente un giro al parco…-
-Sai aspettando una tua amica?-
-Un’amica… si…-
Cominciando a sentirsi nervosa si guardò le mani e se le passò sulle gambe sentendosi impacciata in sua presenza; capì che quello fu il momento giusto per sistemare tutto quanto.
-Nico, io volevo parlarti dell’altra volta, quando tu e io ci siamo baciati-
-Ah, quei baci sono stati cosi belli che li rifarei volentieri…-
-E’ questo il punto. Da quella sera non ho fatto altro che pensarci. Ci penso quando sto a scuola, quando sto con gli amici, quando mangio e prima di andare a letto… insomma sempre-
-Lo stesso vale per me-
I due si guardarono a lungo e lui gli diede bacio che lei ricambiò. Poi appoggiarono le fronti l’una contro l’altra.
-Ele, sono confuso anch’io, non riesco più a capire cosa provo per te… o forse si-
-E cosa provi?-
Lui si allontanò da lei ricomponendosi sulla panchina.
-L’altra sera ti ho detto che da piccolo mi piacevi, ma in maniera innocente solo come sa fare un bambino, non so se mi spiego…-
La ragazza annuì.
-Ecco. Col tempo ci siamo allontanati per motivi personali e rivederti quella volta al vialetto di casa tua ha riacceso quella scintilla rimasta spenta tutto quel tempo dentro di me. Mi sono reso conto che i sentimenti che provavo per te non erano affatto cambiati, ma si erano intensificati-
-Quindi per farla breve stai cercando di dirmi che ti sei innamorato di me?-
-Innamorato è una parola grossa, ma è da quella volta che ci rifletto e credo che quei baci ne siamo stati la conferma-
Poi le prese le mani e la guardò dritta negli occhi.
-Io non so come chiamare questo sentimento, ma sta di fatto che col tempo non è svanito. Certo, sono stato con altre ragazze, ma mai nessuna è stata come te, credimi-
-Questo cambia di molto le cose fra noi-
I due si fissarono per altri minuti che sembravano interminabili e poi avvicinarono di nuovo per baciarsi un’altra volta e un’altra ancora. Ad Elena mancò il respiro, si sentì la mente svuotata da ogni pensiero e si lasciò andare abbracciandolo a sé. Sapeva che stava facendo qualcosa di sbagliato, ma le piaceva così tanto baciare quel ragazzo che ne voleva sempre di più. Aveva avuto intenzione di dirgli che era fidanzata con una ragazza, ma tutti quei baci la mandarono fuori di testa ed inoltre aveva paura che venisse discriminata, quindi preferì starsene zitta.
-Elena…-
Di fronte a lei c’era Giulia ferma come una statua a bocca aperta. Se ne stava ancora abbracciata al ragazzo e solo allora tornò in se.
“Oh no!” pensò sciogliendosi dall’abbraccio mentre Giulia indietreggiava scuotendo il viso.
-Cosa cavolo stai facendo…- e detto questo corse via.
-Giulia aspetta!- Urlò alzandosi dalla panchina e inseguendola. Riuscì ad afferrarla per il giacchetto e la fece voltare verso di sé.
-Io…-
-TU COSA? TI HO VISTA MENTRE GLI INFILAVI LA LINGUA IN BOCCA, SAI?- le urlò indicandola. Intorno a loro le persone le osservavano indignate.
-Non urlare, ci stanno guardando tutti!-
-IO URLO QUANTO MI PARE! ANZI, FACCIO BENE A FARLO ALMENO COSI’ TUTTI POTRANNO SAPERE QUANTO SEI BUGIARDA!-
-Ti prego, ascoltami un attimo…-
-No. Non voglio ascoltarti. Fammi il favore di lasciarmi in pace-
-Ma Giulia…-
-LASCIAMI IN PACE!-
Elena mollò la presa e la lasciò andare via. Rimase ad osservarla mentre correva via e fu raggiunta da Nicolò che l’abbracciò a se.
-Ma chi era quella?-
-E’ la mia fidanzata-
 
Giulia corse più veloce che poteva, asciugandosi di tanto in tanto le lacrime che gli scendevano lungo le guance e una volta giunta a casa si fiondò sul letto e pianse.
Sentendo il cellulare squillare ignorò la chiamata di Elena e lo spense gettandolo in terra. Non voleva sentire nessuno, ma stare sola.
-ELENA SEI UNA STUPIDA!- gridò prendendo a pugni il cuscino tornando a piangere di nuovo fino ad addormentarsi sfinita.
-Giulia! Sei in casa?- urlò la madre appena tornata dal lavoro. Non sentendo risposta la cercò nella sua cameretta e la trovò spaparacchiata sul letto che dormiva a pancia in sotto abbracciata al cuscino. Nella sua stanza trovò il disordine più assoluto: fogli in giro, la sua amata collezione di fumetti e i suoi peluches sparsi sul pavimento e vestiti ammucchiati per terra
Sconcertata svegliò la ragazza che le chiese che ore fossero. n
-Sono le otto di sera. Io pensavo che oggi eri uscita con la tua amica-
-Quella non è mia amica, non più-
-Doveste aver litigato duramente per aver creato questo disordine-
Giulia si guardò attorno notando tutti i suoi oggetti alla rinfusa: aveva fatto un casino pazzesco e le sarebbe toccato pure a mettere tutto in ordine.
-Si, dopo metto a posto tutto quanto, alzi lo faccio domani-
-Quando vuoi, ma basta che dai una sistemata, che sembra siano passati gli Unni-
La ragazza si stiracchiò e si passò le mani sul viso. Non credeva che la persona di cui si fidava di più la tradisse così spudoratamente con un ragazzo.
Notando il cellulare per terra, lo raccolse e lo accese. Notò che c’erano venti chiamate perse e dieci messaggi non letti, tutti da parte di Elena. Controvoglia ne aprì uno e lo lesse.
“Giulia, ti prego scusami. Io non so davvero cosa mi si sia preso. So di aver sbagliato e di averti delusa, ma ti chiedo di perdonarmi”
Arrabbiata più di prima ne aprì un altro.
“Per favore, chiamami, ho bisogno di parlarti.”
Finì per leggere tutti i messaggi che recitavano frasi di scuse e cose varie. Spense di nuovo il telefonino e lo buttò sulla scrivania e sentendo il bisogno di sfogarsi su qualcosa accese la play station e si mise a giocare ad un gioco di guerra. Per tutta la partita non fece altro che pensare ad Elena e a tutti i momenti passati assieme, ma questo non fece altro che aumentargli la rabbia che provava nei suoi confronti. Gioco con la play fino a notte fonda, finché assonnata si mise a letto senza nemmeno cambiarsi i vestiti.
   
 
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