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Autore: _Shanninah_    20/06/2016    3 recensioni
Questa è la continuazione de "I've been dreaming of things yet to come" quindi bisogna leggere prima quella.
Ora o mai più mi ripeto.
"Pronto?!" La sua voce è così bella, che per un momento mi scordo di tutto e penso di averla davanti agli occhi.
"Chi parla?!"
"Ciao Mary... Sono.."
"Shannon..." mentre pronuncia il mio nome c'è esitazione, paura e rabbia nella sua voce.
"Si sono io... co.. come stai?"
"Prima che chiamassi bene.. ora non più" touchè me lo merito sono stato uno stronzo
"Mi manchi.." nell'attimo in cui lo dico mi pento subito di averlo detto. Siccome non ricevo segnali da parte sua mi convinco ad andare avanti "Mary io... insomma.."
"Shannon arriva al dunque, non ho tempo da perdere" un altro punto a suo favore.
"Mi dispiace davvero.. non volevo che le cose andassero così, avrei voluto chiamarti un milione di volte e chiedere scusa, per tanto cose, ma avevo paura. Lo so che sono stato uno stronzo e che non ti meriti un'altra persona del genere accanto. Però ora sono qui che sto cercando di rimediare al tutto e.."
"Arriva al nocciolo e poi sparisci, come hai fatto fino ad ora"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a todos,
dopo un po' che non scrivo e pubblico, finalmente sono tornata e ho scritto questa os.
Questa è la continuazione della storia tra Mary e Shannon, quindi per capirci un che bisogna prima leggere "I've been dreaming of things yet to come".
Come sempre è aperto l'invito a chi volesse lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensa e se magari ci sono consigli, sono ben accetti.
Non mi divulgo troppo quindi buona lettura a tutti.
Alla prossima,

Lily








Finalmente sono passate anche queste ultime date del tour e stiamo tornando a casa.
Siamo in aeroporto a Londra e stiamo per imbarcarci per LA.
Dopo aver fatto il check-in, per il volo manca ancora un ora, così decidiamo di andarci a sedere nel bar lì vicino. Presi i caffè e qualcosa da sgranocchiare, ci sediamo.
Tomo attacca subito a rompere con il telefono che non prende, così che non può chiamare Vicky, quindi alla fine si sposta più in là e becca campo e la chiama.
Jared è perso nel suo mondo fatto di Twitter, Facebook, Instagram e Snapchat, quindi è come se non esistesse. L'unico ancora sano di mente sono io, quindi prendo le cuffie e ascolto musica mentre guardo in giro. Dopo un po’ mi stanco anche di questo, quindi guardo pure io i social per vedere che c'è di nuovo, così mi ritrovo a RT qualche tweet degli Echelon.
Sono le 4 del pomeriggio e siamo seduti in aereo pronti al decollo.
Ogni volta ho sempre un po’ di paura quando decolliamo, riprendo di nuovo le cuffie e torno alla mia musica per rilassarmi.
Solo che la canzone che è partita non mi è molto d'aiuto. Anzi, peggiora il mio umore e fa riaffiorare ricordi che vorrei in parte scordare.
 
Bright lights, big city
She dreams of love.
Bright lights, big city
He lives to run.

 
Sono il solito coglione che deve rovinare tutto. Per colpa del mio essere un codardo, ho perso una persona che credo mi reputasse normale, senza attribuirmi nomignoli o titoli del cavolo.
L'unica che sia riuscita a farmi sentire apprezzato in meno di due giorni.. l'unica in tutta la mia vita che si sia fatta amare per la semplicità.
Perché seriamente credo di essermene innamorato. Mi è bastato passare due giorni con lei, per capire cosa mi sono perso in questi anni, e cosa magari potrei avere con lei. Dio se mi manca da morire Mary.
È da quando ci siamo lasciati, a Mosca, che la sogno tutte le notti.
Sogno di poterla di nuovo stringere tra le mie braccia, poterla baciare, poter fare di nuovo l'amore con lei.. Si perché stupido come sono, ho complicato ancora di più le cose.. Dopo il cinema, alla sera dopo aver finito le prove per il concerto, ci siamo rivisti e lì mi sono sfuggite le cose di mano e siamo finiti a letto assieme.
E ora che vorrei fosse qui con me, non la posso avere. Mi sono comportato come il mio solito, lo stronzo di turno che ottiene ciò che desidera... ma l'unica cosa che seriamente vorrei ora, è lei e trovare un modo per scusarmi. Solo ora capisco la grandissima stronzata che ho fatto un mese e mezzo fa, e anche se volessi rimediare telefonandole o scrivendole, so già per certo che non mi risponderebbe o se lo facesse, mi manderebbe solo a fanculo.
Così incazzato e deluso con me stesso mi addormento cercando di non pensarci.
Poco prima di atterrare, vengo svegliato da una delle hostess "Mr Leto, stiamo quasi per atterrare, le consiglio di allacciare le cinture" e mi rivolge uno di quelli sguardi che parlano da se. Dentro a me sento montare una grandissima rabbia, lo sguardo che le rivolgo è così rabbioso e carico di odio che mi sorprendo da solo. Lei a poco a poco si allontana e si va a sedere nel suo sedile.
Una volta atterrati, ed essere in procinto di recuperare le valigie, Tomo mi blocca per un braccio "Che ti succede? Non è da te avere certi comportamenti"
"Nulla.. Sono stanco e non vedo l'ora di andare a casa, sono le due del mattino Tomo..." e così acido come non lo sono mai stato, scosto il mio braccio dalla sua mano e recupero le valigie.
“Chiamala Shannon! Non aspettare ancora, più esiti e più sarà peggio e troppo tardi" quando sento così mi blocco di colpo e cerco di dire qualcosa, ma mi precede Jared
 "Stavolta concordo con Tomo. È da quando abbiamo lasciato Mosca che sei così. Sai che se hai bisogno io ci sono." Sono sul serio così sorpreso, che mi viene automatico sorridere e andare ad abbracciarli
"Scusate davvero se vi ho fatto stare in pensiero, non era mia intenzione.” detto ciò ci avviamo all'uscita a prendere un taxi.
Una volta a casa, entro e lascio le valigie all’ entrata e vado in cucina a farmi un caffè. Mentre preparo quest'ultimo, ripenso a ciò che hanno detto Jay e Tomo, così mi convinco a chiamarla.
Prendo il cellulare lì vicino e cerco in rubrica il numero di Mary. Quando lo trovo, con esitazione faccio partire la chiamata.
Ora o mai più mi ripeto.
"Pronto?!" La sua voce è così bella, che per un momento mi scordo di tutto e penso di averla davanti agli occhi.
"Chi parla?!"
"Ciao Mary... Sono.."
"Shannon..." mentre pronuncia il mio nome c'è esitazione, paura e rabbia nella sua voce.
"Si sono io... co.. come stai?"
"Prima che chiamassi bene.. ora non più" touché me lo merito sono stato uno stronzo
"Mi manchi.." nell'attimo in cui lo dico mi pento subito di averlo detto. Siccome non ricevo segnali da parte sua mi convinco ad andare avanti "Mary io... insomma.."
"Shannon arriva al dunque, non ho tempo da perdere" un altro punto a suo favore.
"Mi dispiace davvero.. non volevo che le cose andassero così, avrei voluto chiamarti un milione di volte e chiedere scusa, per tanto cose, ma avevo paura. Lo so che sono stato uno stronzo e che non ti meriti un'altra persona del genere accanto. Però ora sono qui che sto cercando di rimediare al tutto e.."
"Arriva al nocciolo e poi sparisci, come hai fatto fino ad ora"
"Voglio seriamente farmi perdonare... quindi visto che siamo a casa per un po’, vorrei che venissi qui. A casa mia. A Los Angeles. Ti posso ospitare io, senza nessun problema e penso anche ai biglietti" attimi di silenzio da parte sua, finché ricevo una risposta che non mi sarei mai aspettato.
"Per quanto tempo?"
"Quanto vuoi"
"Allora una settimana va più che bene"
"Facciamo due"
"No una e va bene così"
"Tre e non ne parliamo più, così hai più tempo per farmela pagare"
"Una e stop. Comunque devo andare. Ci sentiamo"
"Tre e faccio così.. tranquilla mi farò vivo io per farti sapere. Ah e Mary? Grazie davvero"
"Ciao Shannon" così chiude la chiamata.
Dopo aver chiuso la chiamata, poso il cellulare sopra al tavolo, prendo una tazza qualunque di caffè, perché la mia solita non la trovo e la riempio fino a quasi all'orlo e vado in salotto.
Anche se oramai sono le 4 del mattino, quel poco di sonno che avevo è sparito dopo la chiamata con Mary.
Seduto nel divano, dopo aver finito anche la tazza di caffè, non faccio altro che pensare a come ho fatto ad essere così stupido e cretino a lasciare che succedesse tutto ciò.
Dopo quello che mi ha raccontato, io sono stato un vigliacco e ne ho approfittato e ora, è già tanto se mi abbia risposto al telefono. Dalla rabbia che ho dentro, scaravento la tazza addosso al muro, e questa si frantuma in mille pezzi, come d'altronde mi sento io. Sono uno schifo.. mi sento uno schifo... è come se mi fosse passato sopra un camion e mi avesse schiacciato, rompendomi in mille pezzi.
Da quanto sono stanco mentalmente e fisicamente, mi stendo nel divano e stiracchio le gambe e le braccia.
Dopo aver fatto questo provo a rilassarmi ancora e chiudo gli occhi, e poco a poco senza volerlo mi addormento.
Il mio sonno viene disturbato da un suono e da un odore famigliare che proviene dalla cucina, così decido di alzarmi e andare a vedere che cosa sta succedendo.
Mezzo assonnato varco la cucina e vedo la sagoma di mia madre, che sta preparando il caffè e così le chiedo
"Mamma? Ma che ci fai qui? E come sei entrata poi?"
"Buongiorno anche a te Shannon"
Così per scusarmi, le vado vicino e le lascio un veloce bacio tra i capelli e poi torno a sedermi in una delle sedie in cucina.
"Tesoro, voglio ricordarti che mi hai dato una copia delle chiavi, appena hai comprato questa casa.. Pensavo rimanessi da tuo fratello e saresti rientrato oggi pomeriggio con lui, così da farvi una sorpresa. Ma quando sono arrivata prima ti ho visto dormire e non volevo fare rumore, per non svegliarti e ho iniziato a pulire un po’ in giro. Iniziando dalla tazza in mille pezzi in quell'angolo -indicando la parete sporca di caffè -, Shannon sei sicuro di stare bene? Sono tua madre a me puoi dire tutto, come hai sempre fatto.." dice avvicinandomi il caffè con la brioches al cioccolato, che ha portato dato che sono ancora calde da forno.
Io senza esitazione la divoro sorseggiando poi un po’ di caffè.
Mamma continua ad osservarmi in silenzio, aspettando solo che io faccia qualcosa. Alla fine decido di raccontarle tutto.
"Non sto bene.. O meglio, di salute sto alla grande è solo l'animo che è andato a puttane." Bevo un altro sorso di caffè e continuo "A Mosca ho conosciuto una ragazza.. Mary.. Lei.. Lei è una ragazza meravigliosa, semplice, dolce ed intelligente. Poi la sua semplicità e spontaneità ti mette a proprio agio. Non ti giudica in base a ciò che sei o cosa fai.. Anzi, trova i lati positivi in tutto. E per avere solo 21 anni è davvero matura e con la testa sulle spalle. Credo sia così anche per colpa del suo ex ragazzo. Perché dopo quel concerto, siamo usciti di nuovo e siamo andati a mangiare qualcosa e sempre lì mi ha raccontato meglio il tutto. Quella sottospecie di ex l'ha sempre trattata di merda, e lei amandolo non voleva darci troppo peso, finché la sera del compleanno di lui, l'ha trovato a letto con una e si sono lasciati anche in malo modo. Lei ancora ne soffre e io coglione e stupido l'ho ferita e usata, si può dire andandoci a letto assieme e non chiamandola più. Io non volevo che le cose andassero così, sul serio.. ho sempre cercato quel coraggio di prendere e chiamarla, ma non ci sono mai riuscito.. mi è entrata così dentro in profondo, in meno di due giorni, che ho paura a fare un che. Sono così incasinato che ogni notte sogno di abbracciarla, baciarla. Sogno di toccare e di rigirarmi i suoi capelli castani e un po’ ondulati tra le dita, sogno di ritrovarmi i suoi occhi blu davanti, che mi osservano e mi esplorano dentro, sanando quello che di sbagliato o strano ho. E per questo, da quanto sto preso male, l'ho chiamata e le ho detto di venire qui, ad Los Angeles, a casa mia. E non so per quale strano motivo lei ha detto di si."
Finito di raccontarle tutto, a stento la guardo in viso, perché mi sto vergognando e mamma lo capisce, per questo delicatamente mi alza il viso, così da guardarla
"Tesoro per te quant'è importante lei? Anche se la conosci da poco"
"È fin troppo importante per lasciarla andare e non lottare per farle capire che a lei ci tengo veramente mamma..."
"Allora, quando verrà qui Shannon, devi farle capire che per te è preziosa, che ci tieni molto e che non volevi trattarla in malo modo.. Falle capire che tu la ami.. Perché tesoro tu la ami, perché te lo si legge in viso."
"Grazie mamma.. davvero"
"Sai che ci sarò sempre quando avrai bisogno. Comunque ora devo andare. Ci sentiamo ok?"
"Certo mamma. Grazie di nuovo" e quando sta per uscire si gira di nuovo
"Stavolta vai con calma e non affrettare le cose... ogni cosa ha il suo tempo, quindi non forzarla a fare cose che non vuole" e detto ciò esce chiudendosi la porta dietro di se.
Resto a fissare la porta imbambolato finché non mi decido ad alzarmi e prenotare i biglietti per Mary.
 
***
 
Calmati Shannon, respira e stai tranquillo è solo Mary e non è un estraneo.
Questi ultimi sei giorni, da quando ho detto a Mary di aver prenotato i biglietti e che sarebbe dovuta partire sabato, sono volati troppo in fretta e io solo ora mi sono reso conto di non essere pronto.
O almeno credo.
Ma oramai poco importa perché sono qui, in aeroporto, ad aspettarla.
Il volo da Londra è appena atterrato quindi fra poco sarà qui.
Sono così nervoso che continuo a camminare avanti e indietro finché non mi sento chiamare "Shannon..?" Alzo lo sguardo dal pavimento ed eccola. È qui davanti a me, bellissima com'è sempre stata, semplice ed unica. Non riesco a dire una parola, sono troppo impaurito ed emozionato che continuo ad osservarla stupito.
"Qualcuno ti ha mangiato la lingua per caso?" Forza Leto apri la bocca e salutala..
"Ehm.. no no tranquilla, stavo solo metabolizzando il fatto se era vero o no che sei qui"
"Beh come vedi, sono qui in carne ed ossa"
"Si lo so, vedo.. Ehm Mary.. Posso almeno abbracciarti e salutarti?" Lei automaticamente fa un passo indietro, per la paura e abbassa lo sguardo, però poi non so per quale forza maggiore, ma viene verso di me e si lascia abbracciare.
Quando le mie braccia la stingono a me, quella paura, ansia che avevo spariscono perché finalmente è mia. Sarà mia per tre settimane e nessuno potrà portarmela via.
Sciolto l'abbraccio, ci dirigiamo a prendere le sue valigie e nel mentre le chiedo che ha fatto durante questo periodo e lei con un pizzico di freddezza mi risponde
"Ho lasciato la scuola e ho trovato lavoro, sempre come fotografa, da un amico di mio padre. A te non chiedo nemmeno cos'hai fatto, perché tanto sappiamo già che te la sei spassata per bene con la prima disgraziata che hai beccato, pronta a venire a letto con te" e quando la guardo, vedo nei suoi occhi ciò che non volevo vedere. Sofferenza, rabbia e odio. Mi sento una merda, che abbasso lo sguardo e non riesco a rispondere. Così mi giro e aspetto che prenda le valigie.
Prese quest'ultime, ci dirigiamo fuori dall'aeroporto, raggiungendo la macchina dove carichiamo tutto e saliamo anche noi.
Durante il tragitto non parliamo. Si sente solo la musica che proviene dalla radio. Mary osserva in silenzio la città sfrecciare accanto a noi. Quanto vorrei poter sapere cosa sta pensando. Però forse non lo voglio sapere, forse per imbarazzo, forse per paura di capire quanto stronzo sono stato. Per non pensarci molto do un occhiata all'orologio vicino al contachilometri ed è quasi ora di pranzo e decido di proporgli di andare a mangiare
"Visto è quasi ora di pranzo, hai voglia di mangiare qualcosa?" Lei si muove appena e sempre guardando fuori "Possiamo andare a casa? Perché sono stanca e vorrei riposare un po’"
"Certo come preferisci" e di nuovo cala il silenzio.
Un’ora più tardi, anche per colpa del traffico, siamo davanti alla porta di casa.
Appena entrati prendo le valigie e le faccio vedere la sua stanza
"Vieni ti mostro la tua stanza, così se vuoi riposare un po’ lo puoi fare." E così le faccio strada, lungo il corridoio, passando accanto il piccolo studio, dove ogni tanto mi chiudo e suono, la mia camera da letto, il bagno principale, un’altra stanza da letto. Infine arriviamo alla fine del corridoio e apro la porta della sua stanza.
Entro e mi avvicino al letto e ci appoggio sopra le valigie, poi mi giro "Se ti serve un po’ di spazio nell'armadio, per appendere qualcosa basta che apri questa anta, -le faccio vedere quale, stessa cosa per la scarpiera, e il bagno- questa è la scarpiera e qua in fondo c'è il bagno. Se ti servono asciugamani o qualcos'altro, mi trovi in cucina" e così mi avvio alla porta quando lei mi ringrazia e alla fine esco e mi chiudo la porta alle spalle. Mi ci appoggio per un po’ di tempo e mi lascio sfuggire un sospiro.
Queste settimane saranno veramente lunghe.
Decido di andare in camera mia, apro la porta e mi fiondo sul letto dove rimango per una bella mezz'ora a guardare il soffitto, a pensare a cosa fare e poter dire per farmi perdonare da lei, e ammettere che sono stato un coglione a comportarmi così... Decido di alzarmi dal letto, inizio a spogliarmi; vado in bagno e faccio scorrere l'acqua. Subito dopo mi metto sotto al getto d'acqua e inizio ad insaponarmi e lavarmi. Finito tutto, non ho ancora voglia di uscire, perché l'acqua calda è invitante, così appoggio la fronte al muro e inizio a rilassarmi.
Guardandomi le mani, noto che la pelle ha iniziato a raggrinzire, così chiudo il getto d'acqua. Uscendo prendo un asciugamano e me lo avvolgo addosso, poi ne prendo un altro e inizio a passarmelo tra i capelli.
Mentre faccio questo torno in camera e vado verso l'armadio e prendo un paio di boxer, una maglia a maniche corte bianca e i pantaloni a cavallo basso neri, mi cambio e infilo le ciabatte.
Riporto gli asciugamani in bagno ed esco dalla camera chiudendo la porta piano alle mie spalle, cercando di non fare troppo rumore per non disturbare Mary, se magari sta dormendo.
Scendo le scale, vado verso la cucina e prendo il pacco di pop corn che ho nel mobile, sopra la macchina del caffè, vado a stendermi sul divano accendendo la TV per passare il tempo.
Sono nel dormiveglia perché appena apro gli occhi sento un qualcosa rompersi in cucina, così mi alzo di colpo e vado a vedere.
Trovo Mary intenta a raccogliere i cocci di una tazza così mi avvicino per aiutarla "Ti posso aiutare prima che ti tagli?" Lei dallo spavento prendendo un pezzo in mano, si taglia.
"Ahia cazzo, brucia"
"Posso aiutarti?"
"No grazie, ce la faccio"
"Non mi costa nulla, fammi vedere la..." e nel suo sguardo, che mi rivolge, vedo solo montare una rabbia profonda
"Chi cazzo ti credi di essere? Dimmelo? Il dio in terra che prima promette mari e monti e poi coglione e codardo se la da a gambe? E poi così dal nulla si ritrova ad avere i sensi di colpa. Ti sei mai chiesto come io mi sia sentita in questo periodo? Ti costava tanto digitare il mio numero o mandarmi un messaggio con scritto come stavo? Mi hai fatto sentire quella da una botta e via, nonostante ti avessi raccontato di me, della mia relazione... Non puoi pretendere che fare tutto il carino e premuroso possa risolvere le cose perché non è così... Mi sono sentita esclusa, come se non te ne importasse un fico secco e ho incominciato a realizzare che forse era così. Così ho iniziato ad odiarti, fino a quando non ho realizzato che non potevo, perché iniziavo a provare qualcosa.. Qualcosa per te che dal quel giorno è diventato sempre più forte, ma allo stesso tempo mi sono sentita ferita e usata Shannon. Da te, probabilmente l'unica persona di cui non me lo sarei mai aspettata!"
Mentre lei tira fuori tutta la rabbia, che ha represso durante questo periodo, io la guardo e dentro di me, ad ogni sua singola parola, si apre una ferita.
Si me lo merito, ma non per questo non posso rispondere a tutto questo
"Ogni singolo giorno volevo scriverti, volevo trovare il coraggio di prendere il telefono è digitare il tuo numero, ma quel coraggio se ne andava a puttane ogni volta, ogni cazzo di singola volta.. Avevo paura, ed è stata quella paura che mi ha tenuto bloccato a non fare nulla.. Cercavo il tuo sguardo. Ovunque mi giravo vedevo te. Pensavo a quella notte, la notte più bella della mia vita, e si mi faccio schifo per averti ferita e trattata come se fossi una qualunque! Ma per me non lo sei e mi fa male avertelo fatto pensare e me ne pento. Me ne pento fin troppo, che non so nemmeno come cazzo fare per rimediare! Si so di essere un coglione e di sbagliare su tutto, ma voglio rimediare per dimostrarti che non sono così, ma che sono diverso. Tu hai conosciuto il vero Shannon Leto! Quello che sa ascoltare e aiutare, quello che ti da anima e cuore per vedere un cazzo di sorriso su un volto amico, quello che scalerebbe una montagna o donerebbe il fegato pur di vedere che le cose filano dritte, quello che a differenza dei soprannomi o dei titoli riceve, ama le cose romantiche, le cose petulanti. Sarò una bestia a suonare, ma dentro... dentro ho un cuore e provo sentimenti anche io.. e non me ne vergogno a dire che ho paura. Si ho paura perché provo qualcosa per te, ho paura di sbagliare tutto, anche di dire una sola virgola. Non so come affrontare la cosa perché io abito qui e tu, invece dalla parte opposta del mondo. Quindi perdonami se non vado bene come caga sotto o altro! Ora per favore fammi vedere questo dannato taglio! Così poi puoi tornare a fare la fredda, distaccata, anzi se vuoi, tornatene anche a Venezia" dico abbassando lo sguardo verso la mano che sta sanguinando.
Lei piano piano apre la mano e fa vedere il taglio.
Non è molto profondo per fortuna, sento il suo sguardo su di me, così alzo gli occhi e guardandola le dico
"Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso in bagno, tu tieni lo strofinaccio sopra la ferita in modo che fa da tampone!"
Sta per rispondere, ma prendo e vado nel bagno, apro lo sportello del mobiletto sopra al lavandino e prendo la cassetta. Rimetto in ordine le cose che ho spostato e ritorno in cucina da Mary.
La trovo seduta con lo strofinaccio ancora sulla ferita. Poso la cassetta sul tavolo e la apro, tiro fuori il disinfettante e dei dischetti dove ce ne pongo poco, lei intanto toglie via lo straccio
"Brucerà un po'" le dico e piano piano le tampono la ferita.
A volte ha l'istinto di chiuderla per il bruciore
"Ahia! Brucia" dice lei, così delicatamente ci soffio un po’ sopra
"Abbiamo quasi finito, aspetta che ti metto il cerotto e poi sei a posto" così prendo il cerotto e glielo metto sulla ferita.
Chiusi i dischetti e anche la carta del cerotto, li butto nella spazzatura.
Sempre di spalle le domando
"Vuoi del the, del caffè o altro?"
"Mi stavo per fare un the, ma poi ho rotto tutto quanto"
"Tranquilla era solo una tazza non è la fine del mondo. A che gusto lo vuoi? Ne ho a milioni visto che quando viene Jared beve solo quello"
"Al limone se c'è, grazie" risponde, e il tono della sua voce è cambiato. Non è più freddo e nemmeno distaccato.
Prendo una tazza e la poso sul tavolo davanti a lei, poi prendo un pentolino e ci metto dell'acqua dentro per metterlo sul fornello per riscaldarla.
Una volta bollente la metto nella tazza e prendo la bustina di the con lo zucchero e gliela porgo
"Attenta a bere che l'acqua è bollente"
"Tranquillo"
"Va bene, li se vuoi ci sono dei biscotti" le dico, indicandole il barattolo lì vicino.
Nel mentre io prendo la mia solita tazza del caffè e ce ne verso un po' per andare a sedermi sul divano, sento lei che mi dice
"Shannon aspetta.." e io mi giro
“ Si? Ti serve qualcos’altro?” le domando mantenendo la calma
“No tranquillo.. Volevo.. Ecco volevo chiederti scusa per prima, per come mi sono comportata. Non è da me essere stronza, acida e tu lo sai bene. Per quel tempo che abbiamo passato insieme hai conosciuto me, ma il fatto che dopo quella notte non ho più avuto tue notizie, mi ha distrutto moralmente perché mi mancavi. Mi mancava il tuo contatto su di me, i tuoi baci e le tue labbra sulle mie, il tuo profumo, il tuo viso, il tuo magnifico sorriso e la tua risata contagiosa che al solo suono riusciva a farmi ridere. Mi manca perdermi a guardare i tuoi occhi, ma soprattutto mi manca parlare con te, perché con te riesco a parlare di qualsiasi cosa. E ogni giorno che passava e non poterti dire nulla mi faceva stare male. Mi faceva stare male anche il fatto di non sentire la tua voce e il tuo respiro su di me. Mi mancavano da morire i tuo abbracci, in quegli abbracci dove a volte non respiravo –ride al ricordo- ma non mi importava di quello, mi sentivo protetta mi facevi, anzi mi fai sentire al sicuro, dove nessuno mi avrebbe fatto del male perché c’eri tu a proteggermi da qualsiasi cosa poteva accadere. Mi manca quando giocavi con i miei capelli rigirandoli  tra le tue dita –dice imbarazzata- e sai che i capelli non li faccio toccare a nessuno, perché ho questa stupida fobia e tu sei stato l’unico a farlo. Mi mancavi e mi manchi da quando sei ripartito il giorno dopo quella notte, che anche per me è stata la notte più bella della mia vita, perché ho realizzato che quello che provo nei tuoi confronti è amore e dopo quella notte, quel sentimento è continuato a crescere e sei iniziato a mancarmi giorno dopo giorno sempre di più. Perché per me non sei uno qualunque, sei la persona più importate, sei la persona con cui riesco a parlare, di te riesco a fidarmi e soprattutto con te mi sento a mio agio e sono me stessa. Ti chiedo scusa se ho fatto e mi sono comportata da vera stronza ma era un autodifesa per non essere ferita nuovamente da questa situazione.” Dice abbassando lo sguardo, io vado verso di lei, le alzo il viso e la bacio dopo tanto tempo. Con quel bacio dolce, le faccio capire che ora sono qui solamente per lei e per nessun’altra. Solo per lei.
Quando mi stacco dalle sue labbra le dico
“Perdonami, sono stato un coglione.. Non volevo trattarti così perché non te lo meritavi e non te lo meriti. Tu meriti di meglio e da oggi in poi prometto che ti dimostrerò e darò il meglio di me per renderti felice. Perché ora che sei qui sono finalmente a casa e felice.” Dico abbracciandola, lei mi abbraccia a sua volta stringendomi a se forte, come se da un momento all'altro dovessi andarmene.
La cosa che interrompe questo momento è proprio il suo stomaco "A quanto pare qui qualcuno ha fame"
"È colpa tua che non mi hai sfamata"
"Adesso è colpa mia?" E faccio finta di arrabbiarmi e mi allontano un po’
"Non hai fatto altro che russare per tutto il pomeriggio, e io non sapevo dove guardare quindi ho preso una misera mela.. Si vede si che la vecchiaia inizia a farsi sentire. Vecchio"
"A chi hai dato del vecchio scusa?" E mi avvicino così tanto a lei e alle sue labbra che lei crede che stia per baciarla di nuovo che invece inizio a farle il solletico.
Non fa altro che ridere e supplicare pietà che è davvero bello continuare, perché mi era mancata la sua risata.
"No ti prego Shannon basta, non ce la faccio più... ho troppo mal di pancia ahahah"
"Allora ritira ciò che hai detto"
"No mai ahahah"
"Te la sei cercata allora" e continuo con la tortura "No no va bene, hai vinto, hai vinto mi arrendo" e ridendo smetto di farle il solletico e le lascio riprendere fiato.
Intanto mi avvicino al frigo per vedere cosa poter cucinare, solo che non c'è un fico secco, tranne una bottiglia di sugo al pomodoro.
Sto per chiudere tutto quanto sento le braccia di Mary cingermi i fianchi
"A me e al mio caro stomaco andrebbe anche bene la pasta al pomodoro" allungo una mano e prendo il barattolo e chiudo il frigo e mi giro verso di lei
 "E pasta al pomodoro sia" e le lascio un veloce bacio sulle labbra e vado alla ricerca di due pentole.
Una per la pasta e l'altra per far saltare il sugo.
Quando mi giro per vedere dov'è Mary, la trovo in salotto ad armeggiare con l'impianto stereo e mettere un po’ di musica.
Senza fare troppo rumore mi appoggio al muro e la osservo. Ha iniziato a ballare come una pazza appena è partita Closer to the edge e sempre ballando si gira e quando si accorge che sono lì ad osservarla ridendo come non mai, si ferma e diventando rossa in viso inizia a ridere pure lei.
"Non sapevo fossi così brava ahahah"
"Meglio di te di sicuro" e mi fa l'occhiolino e torna di corsa in cucina. D’altronde non potendo non restare da solo, la seguo pure io, le do una mano a preparare il tavolo e lei aiuta me con la pasta e il sugo, visto che non sono molto bravo come cuoco e non vorrei bruciare casa, come è quasi successo a Jared.
Alla fine dopo aver condito tutto e messo nei piatti, ci sediamo uno di fronte all’altro.
All’inizio nessuno dei due dice nulla, io un po’ per paura di rovinare il momento, magari con qualche stronzata, lei credo un po’ per imbarazzo perché ha un lieve rossore alle guance e si osserva le mani.
È proprio Mary che balbettando un qualcosa rompe il silenzio “Beh dai, per non essere molto bravo a cucinare, questa pasta è buonissima” detto ciò alza lo sguardo al piatto e mi osserva, puntandomi quei due fanali blu che ha, al posto degli occhi e poi mi sorride.
Quel sorriso che dio solo sa quanto mi è mancato in questo periodo. Son così perso ad osservarla che solo quando mi sento sfiorare una guancia, vedo che si è alzata ed è davanti a me.
Senza pensarci due volte, la prendo in braccio e la faccio sedere sulle mie gambe.
Quando ci ritroviamo faccia a faccia, delicatamente con un dito, le sfioro il contorno delle labbra e lei nel mentre chiude gli occhi e sospira. Come se questo sospiro lo tenesse dentro a se da troppo tempo.
Mi sento così in colpa che abbasso lo sguardo e non muovo più un muscolo e tolgo pure la mani dai fianchi di lei.
Mary, alzandomi il viso con le mani, mi osserva in silenzio e sorride ancora, poi prende la mia mano e intreccia le sue dita con le mie e osservando le nostre mani sussurrando quasi inizia a parlare
“Abbiamo sbagliato tutti e due a comportarci così e a darci la colpa l’un l’altro. Ma ora che sono qui, davanti a te, con te non sprechiamo queste settimane a ripensare alle cose brutte o ai rimorsi. Abbiamo una nuova possibilità, sfruttiamola finché possiamo. Divertiamoci, facciamo le cose più stupide che si possono fare e catturiamo più ricordi possibili, così da custodirli solo per noi, nel nostro cuore e raccontarli a qualcuno fra qualche anno, quando saremo magari un po’ più vecchiotti di così. Si, comunque sempre se fra qualche anno vorrai ancora una rompi scatole, come me, tra i piedi"
Guardandola negli occhi, sorrido e le dico
“Davvero non smetterò MAI e poi mai di dire quanto stupido sono stato. Stavo per perdere la persona che amo per una paura del cavolo. E pure ora sono costretto a darti ragione su tutto. Sono così felice che tu sia qui, vedrai non te ne pentirai. Da domani fino a quando non tornerai a casa, specificando che non vorrei lasciarti, ti farò vedere tutta LA, da Santa Monica con il suo molo e la ruota panoramica, a Hollywood, con la Walk of Fame, a Sunset Boulevard. Tornerai a casa con miriadi di foto e ricordi che faremo nostri e che racconteremo ai nostri nipoti un giorno…” quando Mary sente questo le illuminano gli occhi e si apre in un sorriso che mai le ho visto. Così mi azzardo a continuare il mio pensiero.
“A questo mondo di rompi scatole ne conosco a bizzeffe, partendo da quella sottospecie di fratello che ho, ma solo una potrà rompere a vita e tenermi con se, sempre se riesce a sopportare un vecchietto pazzo e lunatico come me.”
“Mettiamo subito in chiaro una cosa. Shannon Leto, vecchio pazzo e lunatico è mio e solo mio e basta –ride- A parte gli scherzi Shan, se davvero dobbiamo provare a fare una qualsiasi cosa che si avvicini ad una relazione, ti prego solo di essere sincero. Solo questo. Non voglio rimanere a bocca asciutta e delusa com’è successo con Michele. Poi sulla distanza, troviamo si un qualcosa, Skype, e-mail, telefonate, qualche scappatella dell’ultimo momento o nelle festività.”
“Ma seriamente lo posso riempire di sberle quel povero idiota?”
“No perché ti abbasseresti al suo livello. Tu sei cento volte meglio. Sennò se non mi fossi fidata, non ti avrei dato retta a Mosca. Non sarei qui, in questo momento, tra le tue braccia a dirti che ti amo e non starei nemmeno progettando il mio futuro, per di più insieme a te”.
Ogni volta che questa ragazza dice qualcosa, mi sorprende sempre di più perché è si seriamente più matura dei suoi 21 anni. E sinceramente un po’ idiota mi sento, perché non so davvero cosa risponderle, perché anche se ho 45 anni, credo sia la prima volta in vita mia che qualcuno mi dice che seriamente mi ama per come sono, non per stereotipi o altre stronzate che girano sul mio conto.
La cosa più naturale che mi riesce e credo sia la più consigliata, è quella di abbracciare di nuovo Mary, che essendo seduta sulle mie gambe non ha molta via di scampo, e la tengo stretta a me. Anche lei mi abbraccia ed essendo seduta, appoggio la testa sul suo petto e sento i suoi battiti del cuore.
Sono così lenti, silenziosi e ritmici che a poco a poco mi lascio trasportare e mi rilasso completamente e mi convinco a dire ciò che ho sempre temuto di dire..
“Mary??”
“Uhm?”
“Io… io dovrei dirti una cosa” dicendo così non so cosa le sia scattato nella mente, ma mi abbraccia più forte e rimane silenziosa aspettando la mia confessione
“Mary io.. io.. Ti amo” detto ciò mi sembra di essermi tolto un peso che sembrava essere lì da molto, molto tempo
“Sai Leto, credo di non aver afferrato bene la cosa”
“Ho detto che ti amo”
“Nemmeno ora, hai parlato troppo sottovoce e quindi non ho compreso”
“Si certo e io scemo che ci credo e ti do retta”
“Beh ma un po’ scemo lo sei, tesoro” e stranamente marca un po’ di più sulla parola “tesoro”.
A mo’ di bradipo mi alzo dalla sedia con Mary in braccio e l’appoggio sul tavolo, così può stare seduta comoda, mentre mi decido a sparecchiare il tavolo e mettere tutto nella lavastoviglie.
Due secondi dopo, mi ritrovo Mary con in mano i piatti
"Solo perché sono qui a casa tua, non vuol dire che devo fare la bella vita e non aiutare" così poi infila i piatti nella lavastoviglie, mentre io rido.
Finalmente dieci minuti dopo, abbiamo finito tutto e pure acceso la lavastoviglie, che Mary inizia a sbadigliare e stropicciarsi gli occhi.
"Qui qualcuno ha sonno e deve riposare un po’"
"Ma io non ho sonno e sono appena le 22.40"
"Non importa che ore siano, devi riposare un po’ e ti devi pure abituare con il fuso orario, quindi si, fila a letto ora" detto questo, lei mi fulmina e mi fa capire di avermi mandato a cagare mentalmente.
"Vado a letto se tu, faresti una piccolissima cosa" un po’ diventa rossa.
"Dipende da cos'è"
"Ehm.. Vedi io... Ecco.. Ho dimenticato il pigiama, da quanto scema sono, e mi chiedevo se.." non finisce la frase perché sono scoppiato a ridere come non mai.
Mi avvicino a lei e prendendola per mano, andiamo in camera.
Appena entrati, lei rimane come sorpresa, ma non capisco da cosa di preciso.
"Facciamo a cambio" mi dice così dal nulla, mentre io sto guardando che maglia darle"
"Cosa Mary?"
"La stanza, facciamo a cambio.. Io dormo qui e tu di là"
"Come mai questa voglia così improvvisa?" e intanto tiro fuori una semplice maglia a maniche corte, bianca e la appoggio sopra al letto.
"Questo letto è così..." e per esprimere il tutto inizia a saltarci sopra al letto
"Così come Mary?.."
"Così morbido, gigantesco e poi ha il tuo profumo -nel dirlo si stringe nelle spalle e smette di saltare e si siede- l'altro invece è scomodo, duro, piccolo e non ha nulla di tuo ed è brutto" mi osserva con gli occhi da cane bastonato per averla vinta.
"No cara, questo resta mio e tu fili di là"
"Ah si? Questa me la ricorderò, Leto"
Si e alza e sta per uscire dalla stanza, che in gesto solo la prendo e la butto sul letto sdraiandomi sopra a lei.
"Volevi il Leto. Eccolo qui" mi guarda e ride
"Io non voglio il Leto, voglio il letto... Perché di Leto mi sono già stancata"
Facendo il finto offeso, mi alzo e vado in bagno a lavarmi i denti.
Mary arriva 5 minuti dopo, con la mia maglia addosso.
Le sta troppo grande però è  bellissima ugualmente.
Prende e si siede a lato del lavandino e mi osserva in silenzio, aspettando che io dica o faccia qualcosa. Ma questa volta no, non gliela do vinta.
Finito di lavarmi i denti, mi sciacquo la bocca e la asciugo con un asciugamano lì vicino.
Sto tornando in camera, che Mary mi prende e mi abbraccia
"Tanto so che non mi odi e non sei seriamente arrabbiato, quindi.... Posso por favor?"
"Qui ti sbagli perché sono si arrabbiato! E puoi fare che?"
"Restare qui con te? Sai mi sei mancato in questo periodo, e per una sera almeno vorrei dormire tranquilla con te, perché da Mosca non ho mai più dormito alla notte."
Tra me e me penso, ancora, di essere un coglione, ma di quelli al quadrato, quindi il peggiore.
"Cosa ti fa pensare che io dica di si?"
"Ti conosco e so che ti sei appena dato del coglione"
"Ma..."
"Gli occhi e poi perché da felice che eri, sei passato ad essere scorbutico e triste"
Alla fine non reggo e mi siedo ai piedi del letto, con la testa fra le mani e sussurro
 "Mi dispiace amore, non volevo".
Mary siede per terra, davanti a me e mi toglie le mani dalla testa, appoggiandovi sopra il pigiama "Hai bisogno di dormire, e tu hai paura a farlo per gli incubi che hai. E lo so perché succede pure a me"
"È per questo che tu vuoi restare qui, e non dormire sola"
"Si per questo"
"Mary io...."
"Alt fermo lì, se ci provi di nuovo ti uccido seriamente! Hai una vita intera per chiedere scusa, quindi infila il pigiama e andiamo a dormire e stop, chiusa così per oggi" mi viene da ridere per la faccia buffa che fa
 "Signor si capitano, ha ragione. Lei intanto si accomodi pure" e sto per andare di nuovo in bagno che "Non avrai mica paura e ti vergogni a cambiarti qui?! Sai dopo Mosca avevo una certa idea di te, così la smonti"  mi fa l'occhiolino e si nasconde sotto alle coperte.
Dopo essermi cambiato, mi sto infilando a letto che vedo Mary che dorme di già, povera non è proprio abituata ai fusi orari.
Prima di spegnere la luce, la osservo ancora un pochino, più che altro per essere sicuro che sia lei e non un sogno.
"Se la pianti di guardarmi, magari e dico magari ti posso abbracciare così poi finalmente si dorme"
"Ma non stavi dormendo ?" le domando ridendo
"Chiamarsi dormiveglia a casa mia, amore" sorrido per come mi ha chiamato perché ha fatto apposta a calcare su quella parola, visto che sono stato io il primo a dirla.
Spenta la luce, mi avvicino a lei, dandole un lieve e veloce bacio, lei ricambia mentre mi sta abbracciando e io appoggio la testa sul suo petto.
Come avevo previsto, Mary si addormenta subito. Il suo lieve russare mi calma e a poco a poco, Morfeo accoglie pure me, tra le sue braccia.
Il mattino seguente quando mi sveglio, allungo una mano per vedere se Mary dorme ancora, ma non sento nulla.
Inizio ad agitarmi e impaurito, perché ho paura che sia andata via.
Così con il cuore in gola, mi alzo di tutta fretta e ancora in pigiama corro in cucina. Ed eccola lì.
Sta preparando la colazione, infatti c'è profumo di caffè ovunque, e grazie a dio non si è accorta che sono lì ad osservarla.
È girata di schiena che taglia delle fragole, quindi osservo come si è vestita, perché indossa un paio di shorts con una canotta bordeaux, ed è scalza pure.
È bellissima da vedere, quando si alza sulle punte dei piedi per prendere qualcosa, perché non ci arriva e impreca in italiano sottovoce.
Silenziosamente mi avvicino e abbracciandola, le bacio una spalla "Buongiorno amore, sai dovrei ucciderti per un paio di cose"
"Buongiorno, perché mai dovresti uccidermi?" e mentre lo dice finisce con le fragole e poi inizia a spremere un arancio, magicamente comparso a casa, perché io non ne avevo.
"Allora innanzitutto mi hai fatto morire, perché poco fa non t’ho trovata a letto e credevo fossi andata via, per colpa mia.. E poi perché hai ancora i capelli bagnati e quindi vuol dire che ti sei fatta la doccia senza di me" stavolta le mordicchio la spalla.
Lei si gira e mi guarda "Mi dispiace non volevo farti preoccupare, ma è che non avevo più sonno e quindi sono uscita a fare due passi. Poi tornando a casa ho trovato un piccolo negozio aperto, che vendeva frutta, così non ho resistito e ne presa un po’" poi le viene in mente qualcosa perché con un sorriso stano, mi appoggia di schiena, al lavandino.
Fatto questo, con lentezza inizia a sbottonare i bottoni della camicia del pigiama e dopo averla tolta, mi accarezza.
Accarezza la schiena e le braccia e alzandosi in punta di piedi, mi sussurra all'orecchio
"Sai la questione doccia si potrebbe rifare anche ora" e detto ciò bacia la triade sul collo, per poi passare alla gola.
Quando fa così mi fa diventare pazzo e quindi non riesco a stare immobile.
Con poca eleganza la prendo in braccio e la faccio sedere sul tavolo lì vicino, e poi prendo le sue gambe e le allaccio dietro alla mia schiena. La bacio poi. La bacio con foga, senza lasciarle modo di parlare o respirare, perché era da tempo che aspettavo questo e mi era mancato davvero.
Dopo aver torturato le sue labbra, passo al collo che mordicchio tutto e mi sposto sulla spalla.
Mi fermo un attimo, per guardarla, e vedo una luce diversa nei suoi occhi e che il suo respiro si è fatto più veloce.
Dopo averla osservata, le accarezzo il volto con una mano, lei a quel tocco sorride, per poi prendere la mia mano e attirarmi a se, ritrovarci faccia a faccia.
Lei avvicina le sue labbra alle mie e iniziamo a baciarci, le nostre lingue si intrecciano l'una con l'altra, mordendoci anche le labbra.
Sempre intenti a baciarci, la prendo per i glutei, di nuovo, e la porto in sala. La faccio sdraiare dolcemente e io mi metto sopra di lei baciandola ancora ripetutamente.
Inizio a sfilarle la maglia che ha addosso, mi stacco dalle labbra e inizio a baciargli il collo, sento che il suo respiro si fa ancora più affannoso, dopo di che scendo piano piano a baciarle il petto. Con una mano le slaccio il reggiseno, nero, e lo lancio lì da qualche parte, per poi iniziare a baciarle i capezzoli, succhiarli e mordicchiarli. Poi scendo e le bacio il resto del corpo e nel mentre riesco a sfilarle i pantaloni. Dopo questo, risalgo e nel mentre dalla sua bocca escono piccoli gemiti di piacere.
Ritorno a baciarla, lei con un gesto mi toglie i pantaloni del pigiama e rimaniamo entrambi con resto della biancheria che non avevamo tolto.
Troppo presi dall'euforia e dalla passione che sento la serratura aprirsi, ero convinto di averla chiuso la porta d'ingresso
"Shannon tesoro, sei in casa?" è la voce di mia madre
"Shannon ma è tua madre!" dice Mary a bassa voce sgranando gli occhi e con un balzo si tira in piedi prendendo le sue cose
"Si mamma, sono in sala ma non sono da..." nemmeno il tempo di concludere la frase che arriva
"Ciao Shan.. Oddio scusate ragazzi, forse è meglio che passo dopo" risponde
Mary si era coperta con i vestiti raccolti, compresi i miei pantaloni
"Salve signora Leto" Mary saluta mamma rossa in viso e imbarazzata
"Ciao Cara.. Io comunque vi aspetto in cucina mentre voi.. insomma si… vi rivestite" e così prende e va verso la cucina.
Io e Mary ci rivestiamo, ridendo per la figura appena fatta e raggiungiamo mia madre.
“Qual buon vento ti porta da queste parti, mamma?”
“Volevo vedere come stavi, dopotutto sei mio figlio no?!”
Sgrano gli occhi e balbetto rispondendo a mia madre
"Ma.. mamma, per favore!"
Nel frattempo, mi giro verso Mary e vedo che le sue guance arrossiscono e  in volto diventa rossa, per l'imbarazzo probabilmente.
Mia madre si sposta davanti a lei e
"Finalmente ho il piacere di conoscere la ragazza che ha rubato il cuore di Shannon, Io sono Constance, piacere di conoscerti" porgendole la mano, Mary ricambia la stretta e accenna timorosa
"A quanto pare è così, io invece Mary e il piacere è tutto mio" con un sorriso aggiunto.
Dopo un po',per spezzare quel piccolo imbarazzo che c'è Mary esclama
"Posso offrirle del caffè, un the oppure una spremuta?"
"Oh molto volentieri grazie, ma tesoro, ti prego dammi pure del tu" dice mamma così ci dirigiamo verso la cucina.
Io e mia madre ci mettiamo seduti comodi sulle sedie, mentre Mary si gira di scatto per avere conferme su cosa preparare
"Shannon per te caffè, per lei signora.. Cioè volevo dire.. Per te Constance?"
"Un the al limone grazie"
Mentre parlo con mamma, con la coda dell’occhio sbircio che fa Mary e vedo che prende delle tazze dal mobile.
in una ci versa il caffè rimasto di poco fa, mentre poi prende un pentolino dove mette dell'acqua per poi farlo bollire sul fornello, poi si gira verso di noi con le tazze, una per me e una per mia madre posandocele davanti.
Torna a girarsi verso il fornello e spegne tutto. Poi va verso il mobile di legno dove tengo tutte le tazzine e  molto altro, e prende una teiera dove poi ci versa l'acqua calda, porgendo anche essa a mia madre con la bustina del the e lo zucchero.
Infine prende dei biscotti e li mette sul tavolo e si siede anche lei insieme a noi, e iniziamo a fare colazione.
Durante la colazione, mia madre fa un sacco di domande a Mary, per esempio di dov'è, dov'è crescita, che studi ha fatto, se lavora e un sacco di altre domande giusto per conoscerla un po' meglio.
Vedo Mary che è un po' in imbarazzo perché a volte arrossisce un po' in volto, ma allo stesso modo è a suo agio e risponde a tutte le domande che mia madre le fa..
Il tempo è volato e non ce ne siamo nemmeno accorti che si è fatta ora di pranzo.
Vedo mia madre che guarda il suo orologio
"Oddio ragazzi si è fatto tardi ed è ora di pranzo e io devo scappare ho un appuntamento di lavoro tra qualche ora.. È stato un piacere conoscerti Mary, sei una brava ragazza e molto dolce anche.. Ora scappo.. A presto” dice mentre esce dalla porta di casa, noi aspettiamo che esca anche dal cancelletto sul vialetto dentro casa e con un ultimo cenno di mano la salutiamo, chiudendo poi la porta.
Siamo di nuovo soli, mi avvicino a lei e l'abbraccio da dietro
"Dov'eravamo rimasti prima" sussurrandole con malizia nell'orecchio
"Leto -si gira e siamo faccia a faccia- eravamo che è ora di pranzo e io ho fame. Quello volendo lo si può continuare dopo" mi sussurra a fior di labbra, poi prende e va in cucina e io la seguo.
"Cosa possiamo fare da mangiare, visto che il frigorifero è per metà, se non del tutto vuoto"
"Non è colpa mia se non ho fatto in tempo a fare la spesa -faccio spallucce- potremmo fare della pasta, oppure ordinare qualcosa "
"La pasta la escluderei perché non hai nemmeno un misero condimento -ride- quindi potremmo ordinare della pizza?"
La guardo incerto
"Oppure potremmo prendere e andare fuori a mangiarla, se ti va"
Vedo lei che si avvicina a me
"Mmmh va bene, però devo prima fare una doccia" e si dirige verso il bagno, si ferma alla porta, si gira verso di me e
"Se non sbaglio la dovresti fare anche tu una bella doccia" dice con tanta malizia, entra dentro.
Senza farmelo ripetere due volte la vado a raggiungere.
Quando entro, vedo che ha già preparato la vasca con il sapone dentro.
Lei nel frattempo si sta spogliando.
Inizia togliendosi la canotta che indossa, gettandola a terra; poi con un gesto si toglie anche gli shorts e rimane in biancheria intima.
Rimango lì a fissarla perché non mi stancherei mai di farlo, perché è bellissima
Vedo che si gira e mi vede, e quindi con un po’ di malizia, porta le braccia dietro alla schiena e si slaccia il reggiseno di pizzo nero che indossa e lascia scoperto il seno.
Poi si toglie le mutande e rimane nuda davanti a me, e mi fa cenno con un dito di avvicinarmi.
Cammino fino ad arrivare davanti a lei e inizio a spogliarmi.
Tolgo la maglia, poi passo ai pantaloni e infine i boxer.
Rimaniamo nudi l'uno davanti all'altro senza imbarazzo e ci osserviamo.
Ci osserviamo senza dire nulla, solo assaporando l'intensità del momento, finché lei non si sposta ed entriamo nella vasca per metterci l'uno davanti all'altro, e iniziamo a fissarci di nuovo, sempre in silenzio per qualche minuto.
Mi avvicino a lei un po’, alzo il braccio e con la mano le accarezzo il volto e lei si appoggia alla mia mano, chiudendo gli occhi.
Poi con piccoli gesti inizio ad accarezzarle la pelle e, a poco poco prendo dell'acqua e gliela verso addosso lentamente.
Dopo di che delicatamente inizio a baciarla, partendo dalle spalle, dove a volte le do dei piccoli morsi, andando sempre più sopra e arrivo al collo.
Lo bacio dolcemente, facendole quasi il solletico perché le scappa una piccola risata. Alla fine arrivo al mio punto preferito, le sue labbra carnose.
Finalmente quando le bacio le nostre lingue si intrecciano tra di loro.
Le lecco le labbra e le assaporo fino in fondo e lei fa lo stesso con me e a volte morde il labbro inferiore.
Mentre le sto dando l'ultimo bacio, lei con la schiena si appoggia al bordo della vasca.
Colgo così l'occasione e decido di appoggiarmi a lei, e inizio a coccolarla. Sempre nel mentre faccio ciò, le lascio piccoli baci sul suo addome e sulle spalle.
Lei intanto, mi accarezza il petto e lo bacia, e poco dopo inizia a gioca con le mie mani.
"Sai stavo pensando a una cosa" le dico, lei tira su la testa e mi guarda
"A cosa di preciso?" mi domanda
"Stavo pensando, che magari potresti trasferirti qui da me.. La casa è bella grande per una sola persona e sai io.. Io ci terrei molto se tu restassi... Naturalmente puoi pensarci bene su questa cosa, non serve che mi dai subito una risposta su due piedi, perché non è una decisione semplice"
"Sul serio? Cioè io trasferirmi qui è una decisione importante Shannon, sia per me che per te, e non sto rifiutando anche perché ci devo pensare bene.. Ma appena avrò le idee più chiare, dato che mi hai preso di sorpresa, potrò darti una risposta"
"Tranquilla Mary, è giusto che tu rifletta bene perché sarebbe un passo importante per tutti e due" concludo.
Nella mia testa penso e spero solo che accetti, almeno potremo stare insieme senza tutti quei km e ore di distanza l'uno dall'altro e potrei essere più presente e d'aiuto.
La mia unica voglia è poterla avere con me sempre e passare tutto il resto del mio tempo con lei.
Dopo troppo tempo, esco dalla vasca e prendo un asciugamano e me lo avvolgo attorno, poi ne pesco un altro e aiuto Mary ad uscire dalla vasca. Quando è fuori abbracciandola, la avvolgo nell'asciugamano e la stringo a me.
"Grazie" e mentre lo dice mi sorride, ma non come sempre. C'è qualcosa nei suoi occhi che non riesco a percepire, perché sono come tristi.
Sto per chiederle il motivo, che lei in velocità mi bacia e sparisce in camera sua, perché si sente la porta chiudersi. Lo sapevo, dovevo starmene zitto e non dire nulla per non rovinare le cose.
Alla fine, vaso in camera mia a vestirmi. Dopo aver preso un paio di boxer e averli indossati, mi piazzo davanti all'armadio e cerco cosa mettermi.
Dopo aver rovistato tutto, ho deciso di mettermi un paio di jeans scuri, una maglia a maniche corte bianca e il gilet in jeans.
Quando finisco di vestirmi, mi avvicino alla scarpiera e sto prendendo le mie Bottega Veneta, che Mary mi fa prendere un colpo.
"Spero tu non voglia uscire con quella schifezza verde ai piedi"
"Cristo Mary, non farlo mai più!! Mi è quasi venuto un infarto! E comunque sono bellissime e comodissime"
"Sia chiaro che se usi quelle, io con te non ci esco! Sono brutte! Se ti sposti per favore guardo io che scarpe prendere"
Così quando mi è vicina mi sposto "Ecco a lei".
È troppo intenta ad osservare che non vede che la sto guardando per bene.
Il vestito che indossa è favoloso. È color pesca, lungo fino ai piedi. Nella schiena ci sono dei piccoli lacci annodati tra loro, che lasciano gran parte della schiena scoperta. Un laccio più grande è annodato al collo di Mary e si vede perché ha raccolto i capelli in un piccolo chignon. La parte davanti del vestito invece, è tutta ricamata a formare dei grandi quadrati.
Quando si volta verso di me, con aria soddisfatta, mi porge le scarpe e si accorge che sono imbambolato ad osservarla.
"Fa schifo il vestito? Oppure sono i capelli? O tutto l'insieme?"
"Eh cosa? Ah si scusa.. No cioè volevo dire che sei bellissima così. Sei stupenda davvero". Lei involontariamente arrossisce e si stringe nelle spalle.
"Beh ecco... Queste sono le scarpe... Eh... Gra - grazie per il complimento... Speravo ti piacesse come piace a me"
Le sorrido felice della sua scelta e intanto prendo le Stan Smith che ha preso e le indosso. Fatto ciò osservo ancora Mary e mi accorgo che è ancora scalza.
"Sei sicura di essere pronta al 100%?"
"Si perché scusa?"
"Capisco che sia rilassante camminare a piedi scalzi, ma non credo tu voglia uscire così o sbaglio?" lei si guarda i piedi e scoppia a ridere
"Oddio è vero.. Che scema che sono-ride-. Tu intanto vai allora, che io vado a prendere i sandali e la borsa"
"Va bene" rido e usciamo da camera mia.
Io vado a cercare gli occhiali da sole e le chiavi dell'auto nel mobiletto vicino alla porta d'ingresso, lei in camera sua a prendere le cose.
Quando ritorna dalla camera, 10 minuti più tardi, è ancora più bella di prima perché si è pure truccata e ha un rossetto rosso che mi fa venir voglia di mangiare le sue labbra.
"Adesso sono pronta e credo di aver fatto centro visto il sorriso che hai"
"Sei più bella del solito"
"Ah si?! quindi vorresti dire che le altre volte non lo sono.. Questa me la ricorderò per la prossima volta" e detto ciò si avvia ed esce di casa salendo in auto, visto che nel frattempo ho aperto il cancello.
Durante il tragitto non parliamo molto, anche se vorrei dirle mille cose ma non so come fare, quindi lascio stare e farò più tardi se troverò il modo. 
Alla fine dopo 20 minuti arriviamo a destinazione.
Siamo alla Pizzeria Mozza a Melrose.
Troviamo facilmente parcheggio e si che essendo le due del pomeriggio dovrebbe essere pieno.
Una volta entrati veniamo accolti da Mario, il proprietario che appena mi vede mi abbraccia
"Ma guarda chi si rivede dopo tanto tempo, il grande Shannon Leto"
"È un piacere rivederti pure per me, siamo tornati a casa dal tour due settimane fa, quindi sono venuto appena ho potuto"
"Uuuh ma aspetta non sei solo. Chi è questa bellissima ragazza?" e si rivolge a Mary sorridendole.
"Lei è... Lei è" cristo perché ogni volta mi blocco e non riesco a dire che è la mia ragazza, caga sotto. Ora o mai più forza.
"Mario, ti presento Mary, la mia fidanzata.. Anche lei è di origini italiane" quando pronuncio la parola "fidanzata" sia Mario che Mary mi guardano con occhi sbalorditi, soprattutto Mary.
"Oh ma che bello, congratulazioni Shan, sono davvero felice che finalmente ti sei sistemato. Ed un piacere conoscerti Mary" lei non sapendo che fare mi fulmina e poi torna a dar retta a Mario
"Il piacere è tutto mio.. A quanto pare vedo che Shannon è un cliente molto affezionato, qui nel suo ristorante"
"Altroché Shannon è uno di famiglia oramai.. Ma ora susu che vi faccio accomodare così potete mangiare" e in coro, molto felici della notizia lo ringraziamo e lo seguiamo in un tavolino un po’ in disparte e un po’ intimo.
Dopo esserci seduti, Mario ci lascia i menù e quindi ci mettiamo a scegliere, finché non mi viene un lampo di genio.
"Che ne dici se dopo mangiato andassimo a Venice?" lei intenta a scegliere, non toglie lo sguardo però mi risponde lo stesso "Invece che ne dici se andassimo a fare la spesa? Visto che il frigorifero è di una desolazione bruttissima? Perché sennò non si mangia mica"
"Hai ragione anche tu, vero. Allora spesa sia"
"Perfetto" e detto ciò chiude il menù e mi punti gli occhi addosso, come se aspettasse un qualcosa.
"Perché mi guardi così ora?"
"Nulla ti sto solo osservando.. Ti da fastidio?"
"No non mi da fastidio, ma se ti conosco bene, e ti conosco, è perché devi dire qualcosa, oppure aspetti che sia io"
"E secondo te cosa dovrei dire?"
"Sul fatto che ho detto che sei la mia fidanzata"
"Si proprio quello, cioè mi hai spiazzata dicendo così a Mario, volevo dirti perché hai usato quel termine.. Non che mi dia fastidio assolutamente, mi lusinga tantissimo -arrossisce abbassando di poco la testa sorridendo- ma mi sono chiesta perché"
"Perché ho capito che lo sei da quando hai varcato quella porta quando sei arrivata qui, o meglio l'avevo già capito a Mosca che tra me e te non era finita lì.. Si ammetto che ho sbagliato a non chiamare o scriverti, però, non prendermi per stupido, ma ho capito che tu eri quella giusta. L'unica che mi potesse dare ciò che voglio.. E tu sei quella persona Mary, sei la persona con cui voglio svegliarmi la mattina, crearmi una famiglia, litigare perché lascio in giro le mie cose per casa, che non sta mai attento quando fa qualcosa, fare l'amore insieme, tornare a dormire la sera insieme a te, in quel letto gigante e abbracciarti fino a che non ci addormentiamo.. Ma soprattutto dirti costantemente che ti amo! Perché ti amo da morire... So che non te l'ho chiesto prima, perché c'ho ragionato nella frazione di secondo in cui ti ho presentata a Mario, ma... Ma te lo chiedo ora, se ti va di essere la fidanzata di un disordinato e casinista cronico"
Lei con un ghigno mi osserva senza rispondere. E proprio giusto in questo momento arriva Mario a prendere le ordinazioni.
"Bene ragazzi da chi partiamo? Da te Shan? Tanto di sicuro sarà la tua solita pizza al salamino con la tua consueta birretta"
"Proprio così.. Vedo che non ti smentisci mai"
"Sei il mio miglior cliente.. Quindi si non dimentico.. Invece per te cara?"
"Uhm.. Vorrei una semplice margherita e una bottiglia di acqua frizzante per favore"
"Ma certo.. Bene siete apposto così?"
"Si grazie Mario" gli rispondo porgendogli il menù e così lui se ne va con le ordinazioni.
Rimaniamo in silenzio, io attendo una sua risposta alla domanda che le ho fatto prima che Mario arrivasse per prendere le ordinazioni, ma ancora non dice niente.
Ci sta pensando perché il suo  sguardo dice tutto e io sono agitato se solo dovesse dirmi di no avrei fatto l'ennesima figura. Il silenzio persiste ancora quando
"Non voglio... Non voglio tenerti sulle spine, penso di averlo fatto abbastanza e dalla tua faccia sei abbastanza preoccupato della risposta che ti dovrò dare, perciò.. Si voglio essere la tua ragazza" risponde guardandomi negli occhi con il suo bellissimo sorriso.
Mi alzo dal tavolo e vado verso di lei e la bacio davanti a tutti e sussurrandole a fior di labbra 
"Ti amo e non potrei desiderare di meglio, in questo preciso momento, che stare insieme a te" e la ribacio per poi ritornare a sedermi.
Di nuovo seduto, inizio a guardarla negli occhi, che già dal primo giorno mi hanno catturato.
È bellissima, la più bella di tutte ed è finalmente mia.
Lei mi guarda a sua volta, dovrò avere un sorriso da ebete in questo momento ma non m’interessa, il sorriso che sta sfoggiando lei in questo momento è il più puro e pieno di gioia. 
Piano piano le prendo la mano, con il pollice inizio ad accarezzargliela delicatamente, a confronto della mia è piccola, delicata, esile e la sua pelle è così morbida e liscia ed emana ancora un po’ di profumo del suo bagnoschiuma, alle more, che abbiamo usato prima.
A interrompere questo momento è il cameriera che ha portato le bibite ordinate, per poi andare via di nuovo e lasciarci da soli ancora.
Non le ho lasciato nemmeno per un minuto la mano.
Intreccio le dita tra le sue e rimaniamo così finché, non arrivano le nostre pizze
“Per la signorina, la sua margherita, mentre per il signorino qui di fronte il suo salamino” Mary inizia a ridere di gusto appena Mario finisce di parlare
“Grazie Mario” ringraziamo Mario
“Buon appetito ragazzi” e se ne va, lasciandoci pranzare.
“Il signorino e il suo salamino.. Bella questa... Me la devo ricordare per la prossima volta" e scoppia di nuovo a ridere. 
Sono cotto a puntino perché non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Lei sempre sorridendo e mangiando anche la pizza, mi continua a prendere in giro
"Devi mangiare il tuo salamino sennò si fredda ahahah"
"Ho capito che con te non dovrò più prendere sta pizza" e intanto mangio
"Una cosa che mi piace di te è che sei un permaloso nato e quando succede, diventi pure rosso in viso"
"Non è vero che divento rosso.. E poi non sono permaloso"
"Se lo dici tu che non lo sei ahahah"
"Tzè si lo sono.. Contenta?"
"Si molto, grazie" dicendo masticando un pezzo di pizza ridendo per di più.
Continuiamo a mangiare, la pizza le deve piacere veramente tanto la sta divorando e gustando allo stesso tempo 
“Mmmh -e addenta un pezzo di pizza- è davvero buonissima questa pizza”
“Questa è la miglior pizzeria di Los Angeles, con la miglior pizza in assoluto”
“Su questo, siamo pienamente d’accordo Leto” dice masticando un altro pezzo di pizza, come appuntamento o meglio come pranzo sta andando alla grande.
Finito di mangiare la pizza, chiamo Mario per farci dire i vari dolci che ci sono oggi nel menù... Decidiamo di prendere una coppa di gelato alla vaniglia, con delle fragole e della nutella sopra.
Mario torna con il nostro dessert e ce lo posa sul tavolo insieme ai cucchiai e ci lascia di nuovo da soli.
Iniziamo a mangiarlo.
Io prendo una fragola e la inzuppo nella nutella, vedo Mary che guarda stranita e mangiando di gusto anche il gelato insieme alle fragole.
Avvicino il cucchiaio alla sua bocca e lei ne mangia il boccone sporcandosi il labbro di nutella
“Sei sporca di nutella”
“Oddio sono la solita pasticciona, d-dove?“ con la lingua tenta di pulirsi
“Aspetta faccio io” faccio per prendere il tovagliolo, mi avvicino sempre di più a lei e la bacio.
Le sue labbra sanno di fragole e cioccolato e le assaporo fino in fondo per poi staccarmi, vedo che lei si morde il labbro e mi guarda
“Beh direi che è stato... è stato moolto piacevole” esclama lei e io faccio un sorriso guardandola.
Finiamo di mangiare il dolce siamo pieni come dei palloni e rimaniamo li un po’ prima di decidere di alzarci
“Shan che ora si è fatta?”
“Le 15.30 , dovremmo andare se no la spesa non la facciamo più” e ci alziamo dal tavolo andando alla cassa.
Alla cassa, Mario ci domanda
“Tutto bene ragazzi? È stato tutto di vostro gradimento?”
“Sisi, tutto a posto grazie.. La pizza era buonissima e anche il dolce lo era, ci vedrai tornare presto” dice Mary mentre io pago il conto
“Ci conto allora, Ciao ragazzi”
“Ciao Mario” diciamo in coro e usciamo dal ristorante per andare poi, verso la macchina.
Un volta in auto partiamo per andare a fare la spesa da Ralphs.
Durante il tragitto alla radio passano Can't feel my face di The Weeknd. Senza farlo apposta inizio a cantare e seguire con le mani il ritmo.


"And I know she'll be the death of me, at least we'll both be numb
And she'll always get the best of me, the worst is yet to come
But at least we'll both be beautiful and stay forever young
This I know, (yeah) this I know"



Con la coda dell'occhio guardo Mary e vedo che sta ballando, per come può, e canticchia. Quando arriva il ritornello pure lei alza la voce di più e canta con me, mentre mi guarda.


" I can't feel my face when I'm with you, but I love it, but I love it
I can't feel my face when I'm with you, but I love it, but I love it"


Continuiamo così finché non finisce la canzone e ne mandano altre. Dopo 15 minuti più o meno, arriviamo da Ralphs e quindi dopo aver parcheggiato scendiamo.
Giusto nel momento in cui metto piede giù dall'auto Jared mi manda un messaggio.

Da Jared
A Shannon

Visto che sei così stronzo che hai presentato Mary solo alla mamma, stasera ho deciso che vengo a cena da voi e ci sarà pure Tomo con Vicky (visto che da ragione a me), ovviamente viene anche la mamma.

Da Shannon
A Jared

Allora punto primo calmati, punto secondo te l'avrei fatta conoscere al momento opportuno, ma ovviamente sei sempre il solito che non vuole aspettare. E smettila di fare la prima donna quando non serve, che ti riesce pure male .. Comunque da noi per le 20-20.30. Avvisa anche Tomo e Vicky. A più tardi"



Ok sono in panico.
Di sicuro Jared troverà qualcosa in Mary che non gli piacerà e non farà altro che criticare, come il suo solito.
"Amore è tutto apposto? Sei tutto pallido e sudato" Mary mi stringe una mano preoccupata
"Si più o meno"
"Cosa mi devi confessare di brutto?"
"No nulla di che... Solo che stasera avremo ospiti?"
"Chi di preciso?"
"Vengono Jared e Tomo e ovviamente anche mamma e Vicky" lei bella tranquilla si avvia sorridente a prendere il carrello, quando si gira e i sorride "Cosa vuoi che sia, sono solo loro" e parte per entrare nel supermarket quando si blocca perché ha finalmente realizzato cos'ho detto.. Quindi sclerata fra 3... 2... 1...
"Cosaaaaaaa???? Jared e Tomo?? Ma soprattutto Jared.. Si stasera va male... Se non sono morta prima stasera ci arrivo" dall'agitazione fa avanti e indietro, così mi avvicino e le accarezzo le spalle "Stai tranquilla amore, ci sarò anch'io, quindi non succederà nulla, te lo prometto"
"Uhm se lo dici tu.. Va bene" e coglie il momento e mi da un bacio e io non esito e subito ricambio.
Lei a fior di labbra sorride e sussurra "Ora è meglio andare sennò stasera non mangiamo mica" la bacio di nuovo e le prendo il carrello ed entriamo.
Entrati, decidiamo di fare il giro di tutte le corsie, iniziando dalla frutta e verdura. Prendiamo guanti e sacchetti dove mettere dentro le zucchine, melanzane, peperoni, pomodori, insalata, avocado, limoni e molto altro.
Mary sta anche scegliendo la frutta prendendo delle fragole, banane, pesche, mele rosse e verdi ecc.
Passiamo poi al reparto della carne, io metto nel carrello delle cotolette di maiale, braciole, lonza, petto di pollo, costine e infine Mary mette i wurstel. Mi esce una risata
“Che hai da ridere?”
“Eh? –continua a ridere- no nulla... è che di wurstel ne sei golosa.. sei andata dritta e convinta su quelli”
“Idiota –mi tira un pugno e inizia a ridere anche lei- si li adoro e allora, tze vedi te” continuiamo a ridere.
Dopo di che, prendiamo dei salumi come salame, prosciutto cotto affumicato e prosciutto crudo e altri.
Andando più avanti ci sono i formaggi e mi fermo a vedere quali poter prendere
“Non ti azzardare a mettere un formaggio nel carrello” esclama Mary
“Perché no?”
“Perché puzza e poi fa schifo e bleah solo a immaginare di toccarlo e sentire il sapore..”
“Ho capito, ti fa proprio schifo il formaggio. Ma almeno il Grana dai”
“Si quello si.. e anche le mozzarelle che sono sotto al grana..” prendo sia il grana che le mozzarelle e le metto nel carrello.
Andiamo al reparto surgelati, iniziamo a guardare un po’ cosa poter prendere, Mary va dritta a vedere i gelati e prende varie vaschette con gusti differenti.
Caffè, vaniglia e cioccolato, nocciola, mango e frutto della passione, arriva tutta contenta verso di me per metterle nel carrello.
Io nel frattempo ho preso degli spinaci, fagiolini e piselli e delle crespelle.
Finita anche quella corsia, andiamo in quella della pasta, dove ne prendiamo di diverse qualità e prendiamo anche il riso, farina, dei legumi, dadi e anche delle spezie.
“Shan, vieni qui con il carrello” dice Mary, la raggiungo ed è nel reparto delle schifezze
“Oook, ora ci divertiamo a riempire il carrello di schifezze”
Iniziamo a mettere dentro cioccolato, pop corn, patatine, noccioline, oreo, biscotti al cioccolato, caramelle gommose, liquirizie e infine Mary mette dentro tre pacchi di mashmallow.
Io mi avvicino a lei prendendola un po’ in giro
“Se mangi tutto questi mashmallow e schifezze varie.. Ingrassi e altro che palestra” dico avvicinandomi sempre di più al suo viso
“Quindi, stai insinuando che se dovessi ingrassare, non ti potrei più piacere”
“Shh, saresti bellissima e ti troverei sempre attraente” le dico baciandola
“Mmmh non ne sono ancora convinta” dice ribaciandomi con il sorriso.
Una volta che le nostre labbra si sono staccate, andiamo a prendere l’acqua, coca cola e del vino rosso sia per stasera, che per gli altri giorni
“Shan giusto che siamo qui, io non idea di cosa fare stasera da mangiare”
“Mmh, non ci stavo nemmeno più pensando...Aspetta che vado a vedere qualche ricetta su Google, visto che pure mamma e Tomo sono vegetariani” e mi metto a cercare, dopo vari siti riesco a trovare qualcosa
“Trovato! Potremmo fare della pasta fredda, una frittata di zucchine e ceci e infine un’insalata di avocado e pomodori.. Non dobbiamo nemmeno rifare il giro di ogni corsia perché abbiamo preso tutto senza saperlo” detto questo ci dirigiamo alla cassa.
Arrivati li entrambi mettiamo tutto sopra sul banco della cassa.
Finito di mettere tutta la spesa sopra di essa, prendiamo delle buste e man mano che la cassiera le passa, noi le mettiamo dentro.
La cassiera ci dice il conto e le porgo il bancomat, così finisco di aiutare Mary di mettere le cose dentro all’ultima busta e mette anche questa nel carrello.
Inserisco il codice e il pagamento è andato a buon fine.
La ragazza mi ridà la carta e con il carrello usciamo dal supermarket.
Mentre andiamo alla macchina, prendo la mano di Mary e intanto guido il carrello. Arrivati alla macchina, la apro e apro anche il portabagagli, Mary man mano mi passa le borse e io le sistemo e infine l’aiuto con le varie casse dell’acqua, coca-cola e del vino.
Finito di caricare tutto, lei va a mettere a posto il carrello mentre io chiudo il portabagagli e salgo in macchina, accendo l’auto e la vado a raggiungere, apre la portiera e sale e riparto.
Una volta fermi ad un semaforo Mary si gira con un sorriso strano "Ci possiamo fermare dal fiorista?"
"Come mai? Comunque certo tanto ce n'è uno qui vicino"
"Se ti fidi di me non ti devi preoccupare"
"Certo che mi fido"
"Bene allora vedrai"
E così dopo 5 minuti arriviamo da uno dei fioristi più rinomati di L.A., o meglio, il Fleura Metz è un mercato di fiori però vendono anche altre cose.
Quando entriamo Mary quasi si scioglie a vedere tutti fiori.
Sembra una bambina che ha appena ricevuto una caramella.
Quasi subito ci si avvicina un ragazzo, che avrà si e no 25-26 anni, che inizia a fare il provolone con Mary.
In me sento crescere una gelosia, che non pensavo di avere, così le prendo la mano per far capire che è già impegnata e che non è disponibile e lancio un’occhiataccia al ragazzo, che nell’arco di due secondi cambia atteggiamento e diventa più professionale rispetto a prima.
Mentre lui va più avanti per farci strada, io e Mary rimaniamo fermi li un secondo.
Lei mi guarda e mi sorride, probabilmente avrà capito
“Gelosone, io non vado da nessuna parte, sono solo tua”
“Si sono geloso.. È lo sarò sempre quando si tratta di te! Sei mia e di nessun altro e quando vedo che ci provano con te, inizio ad essere geloso, perché ho paura che potrei perderti” le dico, lei si sposta davanti a me
“Non potrai mai perdermi. Ne ora, ne più avanti Shan. Io sono qui perché lo voglio e perché voglio stare insieme a te!” e mi da un dolce bacio sulle labbra.
Sempre per mano raggiungiamo il commesso, che mi guarda un po’ infastidito e io semplicemente sorrido, mi chiede cosa ci serve, così Mary si mette all'opera "Mi servirebbero una dozzina di rose rosse.. Poi ho visto che vendete pure candele e bicchieri di vetro"
"Si certo.. Quali bicchieri e candele vorrebbe?" e così dopo aver preso le rose, ci dirigiamo nel reparto dove tengono i bicchieri, vasi e altro.
Il commesso aspetta che Mary parli per prenderle le cose
"Uhmm... Mi servono quattro di quelle candele piccole bianche.. Poi quattro di quei bicchieri quadrati grandi e quattro di quelli piccoli, sempre delle stesso modello -e indica quali- e poi un sacchetto di quei sassolini lì in fondo"
Dopo che il commesso ha preso tutto andiamo alla cassa e lo ringraziamo.
Sto per pagare io quando, Mary più veloce, ha già dato la carta di credito alla cassiera.
Un po’ sorpreso metto via il portafoglio e le lascio fare.
Una volta fatto pure questo salutiamo e ringraziamo tutti ed usciamo.
Messa in macchina anche la borsa con le cose saliamo
"Dobbiamo andare da qualche altra parte oppure andiamo a casa?"
"No possiamo andare a casa perché sono già le 5 e devo fare un po’ di cose" e così finalmente a casa si va.
Durante il tragitto vedo che Mary è felice e sorride e mi osserva
"Tanto lo so che ti stai chiedendo perché ho pagato io e non tu"
"No non è vero" piccola bugia è vero perché sennò di solito lascia fare a me
"Te lo si legge in faccia.. Ma sai visto che avevo mezzo pensato di dirti di si ad una certa cosa, credo che dopo questa ci penserò ancora per un po’"
Le mie orecchie hanno sentito bene o sto sognando? Mi ha appena detto di si che si trasferisce qui. La sto osservando ad occhi sgranati per lo shock.
"Shannon cazzo guarda la strada"
Oddio è vero, stupido, meglio se torno a prestare attenzione alla strada prima che ci restiamo secchi.
Siamo a casa finalmente.
Quando parcheggio davanti al garage, scendiamo tutti e due e io faccio il giro dell'auto e vado ad abbracciare Mary.
Sono così felice che potrei divorarla di baci. 
"Non ti ho mica detto di si" 
"Oh si invece perché non sorrideresti così"
"Io non sto sorridendo" e non riesce a trattenersi 
"E va bene si sto sorridendo come una ebete" e mi abbraccia pure lei
"E come mai sorridi?"
"Lo sai perfettamente perché"
"No non lo so"
"Ufff.. Sorrido perché ti amo e perché ho capito quanto sei importante per me e quindi si vorrei venire qui a vivere"
Era quello che volevo sentire perché è la cosa migliore che potesse succedere, ma prima di lasciarla andare scherzo ancora un po’.
"Ma se io decidessi di dirti di no?" si stacca da me e mi guarda, incrociando le braccia al petto e mette il broncio
"Perfetto allora faccio subito le valigie e torno a Venezia" e si avvicina al portabagagli per prendere la spesa.
"Dove credi di scappare? Stavo scherzando.. Non potrei mai dirti di no di vivere qui con me, perché è la cosa cui tengo di più perché ti amo e sei importante per me" lei si gira ridendo con una borsa della spesa in mano
"Ah ah lo so che stavi scherzando... L'ho fatto apposta" e mi molla la borsa perché lei prende quella con le rose e i bicchieri.
"Che vipera dio" facendomi la linguetta mi ruba le chiavi dell'auto da una delle tasche dei jeans e apre il cancello e si avvia ad aprire la porta di casa.
Io prendo un altra borsa della spesa e le porto dentro e faccio così anche per le altre quattro che ci sono in auto.
Una volta fatto ciò, porto l'auto in garage così da lasciare posto per gli altri che arrivano più tardi.
Quando entro vado in cucina e trovo Mary che sta sistemando la spesa, così senza farmi vedere vado in camera.
Una volta lì apro l'armadio e tiro fuori una piccola bustina con una scatolina blu, chiudo l'armadio ed esco dalla camera.
Quando torno in cucina mi avvicino a Mary e le porgo la bustina "Sai mi servirebbe una mano per aprire questa" lei essendo di schiena si gira e mi guarda un po’ sorpresa "Oddio Shan ora si che mi preoccupo"
"È il tuo regalo di compleanno.. Visto che li hai compiuti il 26 Aprile e io non c'ero te lo do ora" lei con le mani che un po’ tremano prende e inizia a scartare il regalo e quando apre la scatolina mi guarda.
Mi sta fissando con le lacrime agli occhi e un sorriso che non le avevo mai visto
"Ma questa è... È..."
"Si è la collana a forma di nota musicale con lo Swarovski blu che abbiamo visto il giorno che siamo conosciuti a Mosca"
"oddio Shan... Io... Tu cioè... Grazie è il regalo più bello sul serio" e detto ciò mi abbraccia fortissimo "Grazie mille ancora"
Io ricambio l'abbraccio e la stritolo un po’ finché non le confesso il resto della storia "Dovrei dirti anche un'altra cosa sulla collana" lei prende la collana e me la porge così l'aiuto a mettersela.
"Dimmi"
"Ti ricordi a Mosca il giorno che sei tornata a casa?"
"Si perché?"
"L'ho presa quel giorno la collana. Al pomeriggio sono uscito a fare due passi, perché il volo lo avevano spostato alla sera per problemi di non so quale tipo, e perché mi annoiavo senza far nulla, quindi sono finito in quel negozio e appena l'ho vista ho pensato a te e l'ho presa. Solo che mentre tornavo indietro mi è venuta l'idea di venire a salutarti di nuovo e portarti la collana, visto che il tuo volo era verso le 4, così ho preso un taxi per fare prima. Quando sono arrivato e sono sceso e ti ho vista che uscivi dall'hotel con le valigie, mi sono bloccato e ho avuto paura di venire lì e dirti ciao e..." 
"Lo so che eri lì, dalla parte opposta della strada vicino al taxi" mi si avvicina e mi prende una mano
"Come sapevi che ero lì?"
"Si perché uscendo dalla hall ti ho visto, solo che ho fatto finta di nulla, mi è costato così tanto che non ho fatto altro che piangere per tutto il viaggio di ritorno"
"Non ti seguo"
"Non sono venuta a salutarti perché se l'avessi fatto non sarei mai più tornata a casa, sarei rimasta con te. Quando ti ho visto lì fermo ho capito che mi ero fregata da sola, perché non ero stata sincera del tutto perché io avrei urlato al mondo che ti amavo. Potrà suonare stupido, strano o quello che vuoi ma è da quando vi ho conosciuto, quando ero una ragazzina, che è ciò che provo per te perché sei entrato nel mio cuore nel momento in cui ne avevo più bisogno, quando ero sola e non avevo nessuno accanto. Sei stato la luce nel buio. Grazie a te, ma anche a Jared e Tomo, con la vostra musica, con il tuo modo di suonare ho ritrovato me stessa. Ho ritrovato quella forza che avevo perso per combattere e andare avanti. Ho ritrovato la voglia di vivere, di sorridere e di avere fiducia nelle cose che facevo e nelle persone. E solo quando ho avuto modo di stare con te, da sola, ho capito tutto questo. E mi dispiace non averti chiamato o scritto è che avevo paura che te ne fossi accorto e che non volessi più avere nulla a che fare con me" da quanto sono sorpreso, sconvolto non mi accorgo che abbiamo tutti e due gli occhi lucidi.
Lei mi osserva silenziosa, con un piccolo sorriso "Tu stai piangendo" io preso in contro piede mi metto a guardare altrove "Chi io che piango? Ma quando mai"
"Che male c'è se anche un uomo piange? Alla fin fine è esprimere uno stato d'animo, un emozione e io non ti giudicherei mai se lo facessi.." torno di nuovo ad osservarla, eccezion fatta che appoggio la mia fronte alla sua
"È solo che... Solo che non sono abituato a sentirmi dire cose del genere, perché.." sono così imbarazzato che non riesco a continuare, così continua Mary come se mi avesse letto nel pensiero "Perché fino ad ora non hai trovato nessuno di così sincero che ti dicesse questo e te lo facesse vedere, ma ora l'hai fatto e sei sorpreso e un pochino spaventato"
"Si lo sono"
"Beh ti ci devi abituare perché ti romperò le scatole su questo.. E ti ringrazierò finché ne avrò la possibilità perché mi aiutata"
"Grazie davvero Mary e mi dispiace ancora per quello che è successo non volevo"
"È stato meglio così, perché così abbiamo capito quanto contasse tutto ciò per entrambi... Poi quella che dovrebbe ringraziare sono io, non tu"
"Lo so però sentivo il bisogno di dirtelo"
"Allora prego" e sempre sorridendo i accarezza una guancia.
"Posso rendermi utile per preparare qualcosa?'
"Uhm no.. Quindi sei libero di fare qualsiasi cosa che tu voglia fare.."
"Allora vado a fare la doccia così poi ti aiuto senza che tu dica no"
"Va bene però vai ora" e controvoglia la lascio andare a cucinare e io intanto vado in camera.
Un volta lì, mi avvicino all'armadio e cerco qualcosa da vestire.
Guardo quale paio di pantaloni e inizio a spostarne alcuni, decido poi di prendere quelli a cavallo basso neri.
Dopo di che guardo che maglietta posso metterci sopra e prendo una canottiera nera, aperta ai lati dove tiene scoperti entrambi i lati del busto e ha le spalline fini ed è scollata. 
Poso tutto sul letto, poi prendo dei boxer dal cassetto e poso anche essi sul letto e inizio a spogliarmi.
Mi dirigo in bagno dove apro l’acqua calda e mi ci butto sotto.
Sto sotto un paio di minuti e inizio a pensare a quello che ha detto Mary, sono stato un’idiota.
Se solo avessi preso più coraggio e fossi andato da lei quel giorno per salutarla, tutto questo casino non sarebbe successo.
Lei poteva essere già mia da quel giorno e nessuno dei due avrebbe sofferto così tanto, sono stato un codardo. 
Sono stato veramente un’idiota allucinante aver realizzato che lei era quella giusta per me.
Vedere che lasciava l’hotel e io ero dalla parte opposta della strada e non aver fatto nulla, se non rimanere fermo di fianco al taxi.
È stato un errore che non posso perdonarmi.
L’ho fatta soffrire solo perché la paura di sbagliare tutto mi ha fermato a non fare quel passo in più, che volevo, e dirle che anche se la conoscevo da meno di 24h mi aveva conquistato con la sua semplicità, la sua risata, il suo modo di fare, la sua voce..
Dio la sua voce non me la sono mai tolta dalla testa insieme al suo sorriso.
Ma ora che è qui posso solo che rimediare a questo errore, perché lei è tutto ciò che di più bello mi è capitato nella vita.
Lei è l’amore della mia vita e averlo realizzato solo quando l’ho persa, credo sia stato l'unico modo per capire meglio. Ora che l'ho riavuta indietro, non la lascerò mai più andare e soprattutto non la perderò di nuovo.
Alla fine dopo aver lavato i capelli, prendo il bagnoschiuma alle more di Mary, e ne verso un po' nella spugna e mi insapono.
Fatto anche questo mi sciacquo per bene e chiudo l'acqua ed esco dalla doccia. Prendo un asciugamano e me lo avvolgo in vita e ne prendo un altro per i capelli. Una volta asciutto vado in camera e mi vesto, per poi portare gli asciugamani in bagno. Poi perché non ho voglia di mettere le ciabatte o stare a piedi scalzi prendo le Stan Smith e le indosso.
Finalmente pronto esco e vado in cucina da Mary, ma quando sono lì non la trovo.
Provo a chiamarla ma non risponde, finché non mi chiama lei dalla sua camera.
"Shan puoi venire un secondo per favore?"
"Arrivo" e così vado da lei.
Un volta in camera, la trovo girata di schiena, con solo addosso un completo intimo blu e un asciugamano nei capelli che armeggia con il gancetto del reggiseno.
"Cosa ti serve?"
"Mi devi aiutare a chiudere sto cavolo di reggiseno perché non ci riesco" così mi avvicino e prendo le due estremità e le chiudo
"Uhm ma sai anche se facessi così andrebbe bene" le tolgo le spalline del reggiseno e le bacio le spalle. Poi le riapro il gancetto del reggiseno e glielo tolgo e continuo a baciare le spalle.
"Così va meglio"
"Sai Leto? Credo proprio che con quel vestito lì sopra al letto non vada bene la tua idea. O a meno che tu non voglia che poi si accendino certi animi bollenti di Jared e Tomo e mi osservino tutta la sera, visto che posso usare il reggiseno"
"Allora no.."
"Come scusa non ho capito bene?"
"Ho detto di no, che non stai senza" e così con un sorrisetto beffardo si gira, mi toglie il reggiseno di mano e se lo rimette
"E visto che ci sei chiudi grazie"
"Sese prego" e si gira di nuovo ridendo e mi pizzica una guancia "Piccino permaloso e gelosone della mamma" e lei si avvicina al letto e si infila il vestito.
È lungo, senza nulla di eccessivo perché è a righe bianche e blu e ai lati ha due spacchi e ci abbina un paio di Converse basse bianche.
Io nel frattempo mi riavvicino a lei e la faccio alzare dal letto e a fior di labbra le dico "Che fai, sfotti anche Smith? Io sono geloso della mia donna. Nessuno la deve guardare o altro".
Le con il suo solito sorriso da "ho intenzione di farti morire" infila le mani sotto alla mia canotta e con movimenti leggeri e delicati mi accarezza la schiena.
Io adoro quando lo fa, perché riesce a farmi rilassare e poi mi fa uscire pure di testa perché è troppo piacevole e in un qual modo è eccitante.
La sto per baciare quando lei sposta le mani sul mio petto e mi blocca "Sparisci in cucina"
"Non mi va... Ho solo voglia di stare qui con te" e di nuovo sto per strapparle un bacio che lei ancora mi blocca e stavolta mi guarda male "Va bene ho capito, vado in cucina così tu finisci Pfffff"
Se iniziamo così io finirò presto in manicomio.
Un po’ scocciato torno in cucina e mi avvicino alla credenza e prendo un bicchiere e lo riempio di acqua.
Poco dopo Mary passa con una pila di vestiti e come è venuta sparisce pure, dentro in lavanderia.
Dopo 10 minuti viene in cucina.
"Bene dopo 50 anni ho capito come fare con la lavatrice, perché è diversa da quella che ho a casa.. Comunque ho messo a lavare anche le tue cose che avevi prima così se ti servono sono pulite" io semplicemente rimango appoggiato al bordo del lavandino e la osservo "Uhm... Va bene"
Facendo finta di nulla, lei accende il forno per metterci le varie teglie con le verdure e la frittata a cuocere.
Dopo aver fatto questo si avvicina a me 
"Mi puoi aiutare o ti scoccia troppo?" ecco fatta, adesso è pure mezza incazzata.
"No cosa c'è da fare?"
"Ho visto prima che nel mobile dove ci sono le tazze ecc hai dei piatti neri... Li possiamo usare?"
"Certo"
Vado verso il mobile, lo apro e prendo i piatti e ce li appoggio sopra, così da poterlo chiudere, riprendo i piatti e vado di nuovo in cucina.
Mary nel frattempo ha fatto scorrere e riempire il lavandino con acqua e sapone per lavarli insieme ai bicchieri che abbiamo preso.
C'è un silenzio fin troppo silenzio, nessuno dei due parla.
Lei è intenta a lavare e sciacquare i piatti e io ad asciugarli.
Mancano si e no quattro piatti da lavare, quando Mary dal nulla prende e mi riempie di schiuma 
"Ma cosa... È così che la metti tesoro? Bene bene" dico, nel mentre lei si è messa a ridere, dopo avermi riempito di schiuma.
Inizio a farle il solletico e a scherzare, quando è proprio lei che chiede una tregua
"Shan basta per favore, ti supplico ho bisogno di prendere aria" ridendo, cala il silenzio di nuovo.
Dopo un po' sempre lei
"Shan... Volevo chiederti scusa per prima, non volevo cacciarti via e nemmeno punzecchiarti dove so che ti da fastidio, ma stavo solamente scherzando e non volevo farti rimanere male, mi dispiace" dice abbassando lo sguardo
"Hei -alzandole il viso con due dita- è tutto apposto" le dico per poi darle un piccolo bacio e continuare
"Forse è meglio finire e riordinare prima che arrivano tutti."
"Si hai ragione gelosone" e mi sorride appoggiando la testa nella mia spalla, continuando a lavare tutto.
Una volta finito e sistemato tutto è ora di apparecchiare perché oramai sono quasi le 8.
"Shan le tovaglie dove sono?" 
"Secondo cassetto vicino al lavandino"
"Grazie" e così presa la tovaglia andiamo in sala.
Una volta lì, stendiamo la tovaglia bianca presa, per non far sembrare la tavola povera, Mary, decide di allestirla mettendoci  i bicchieri di vetro rettangolari che abbiamo preso oggi pomeriggio.
I quattro più piccoli all'intero hanno due  petali di rosa e una candela, gli altri quattro più grandi hanno dentro dei sassolini, un po’ d’acqua e due rose con il gambo reciso, molto corto.
Al di fuori, sopra la tovaglia sparge dei petali in modo tale da dare un tocco di colore in più.
Dopo aver fatto questo prendiamo dei tovaglioli rossi e li appoggiamo sul tavolo; dopodiché mettiamo i piatti neri con le forchette e i coltelli ai lati. Infine mettiamo dei calici per bere il vino.
Ormai sono le 8.10 e infatti credo siano arrivati.
Sento il campanello suonare, quindi vado ad aprire. Sono arrivati mamma e Jared, quindi li faccio accomodare.
Due secondi dopo dalla cucina sbuca Mary che saluta mamma con un abbraccio e lei ricambia "È un piacere rivederti Mary"
"Il piacere è tutto mio.. Come stai?"
"Benissimo grazie... A voi due non chiedo nemmeno, perché immagino già la risposta" e scoppiano a ridere tutte e due.
Si sono proprio trovate giuste loro due.
Quasi subito mamma sparisce in cucina a vedere cosa c'è da mangiare e quindi restiamo io, Jared e Mary.
"Bene bro, è arrivato il momento di presentartela. Lei è Mary" e loro due in silenzio si osservano in modo strano.
"Ora mi ricordo dove ti ho vista!! Mi sembrava strano... Tu sei quella che mi ha dato dell'idiota a Mosca! È stata una fortuna che Shannon in tutto questo periodo non mi abbia fatto vedere foto tue"
"E sentiamo il motivo?"
"Perché come minimo l'avrei ucciso visto con chi sta! Vipera!!"
"No quella che ammazza qualcuno sono io! Idiota" -io proprio mi ero scordato di quella cosa della foto di Mosca, siamo apposto ora-
"Non ti azzardare a dire una parola in più impertinente che non sei altro"
"Dico e faccio ciò che voglio, visto che quel giorno avevo tutto il diritto di dirti che eri uno stronzo e idiota, perché volevo semplicemente una foto con te, mica il tuo indirizzo o il numero di telefono! E lo ribadisco, a vita poi, sei un' I D I O T A!".
Ok io sto seriamente iniziando ad avere paura, quindi cerco di calmare le acque "Dai sui ragazzi è acqua passata oramai.. Godiamoci la serata" neanche avessi detto chissà che, che tutti e due si girano e mi fulminano e in coro "STAI ZITTO" poi si osservano e iniziano a litigare di nuovo "Però con lui sei riuscita nel tuo intento. Sei solo una mocciosa che parla per niente"
"Ah si? E tu invece sei un vecchio rincoglionito ed imbecille."
"Acida"
"Stupido"
"Presuntuosa"
"Cretino"
"Ignorante"
"DivaH, per di più cagona con tanto di puzza sotto al naso e permaloso perché non ti si può toccare nemmeno".
Ahia qui si mette male seriamente.
Jared dopo l'affermazione di Mary, scoppia di gusto a ridere "Ahahah o mio dio bro. L'hai scelta si con le contro palle... Nessuno avrebbe mai fatto così con me" e Mary mi guarda con un punto interrogativo in faccia, io non capendo faccio spallucce.
"Beh Mary benvenuta nella famiglia Leto" e con mia grande sorpresa l'abbraccia, che poi lui non abbraccia quasi mai nessuno.
"Gra... Grazie Jared... Ahahah" e mentre Jay se ne va pure lui in cucina, Mary mi si avvicina e mi sussurra “Maaa cos’ha bevuto prima di venire qui? Perché non mi aspettavo una cosa del genere”
“Sinceramente nemmeno io, però meglio così credimi”
“Ci credo si che sia meglio così” e detto ciò, pure noi andiamo a raggiungere mamma e Jay in cucina.
Quando siamo tutti insieme mamma aiuta Mary a tirar fuori le varie teglie dal forno e posizionarle sopra al fornello, così da andare bene a tagliare le varie porzioni e soprattutto non bruciarsi.
Dopo una decina di minuti suona di nuovo il campanello e così sappiamo che sono arrivati pure Tomo e Vicky.
Quando vado ad aprire mi ritrovo abbracciato a Tomo che mi stritola come non mai “Amico, che bellezza vederti”
“Tomo ci siamo visti cinque giorni fa, mica secoli e secoli che furono”
“Lo so ma è sempre un piacere, poi soprattutto stasera.”
“Sparisci vai” e poi vado a salutare Vicky
“Ciao Vicky, come stai?”
“Ciao Shan tutto apposto… Non badare a quel sociopatico di mio marito è solo un po’ scemato più de l solito, per via della storia di Mary, perché non ci crede ancora”
“Immagino si perché se dobbiamo essere sincera un po’ faccio fatica ancora io a rendermene conto.. Comunque vuoi una mano con quei sacchetti?”
“Beh se vuoi prendere le bottiglie di vino non dico di no, perché il dolce non è così pesante visto che  sono i soliti cupcake” ridendo,detto ciò la big family è riunita sotto lo stesso tetto.
Dopo aver presentato Mary a tomo e Vicky e averla vista mezza morta per gli abbracci di Tomo, e aver preso tutti i piatti e averli messi in tavola, ci sediamo a mangiare.
Iniziamo a mangiare la pasta fredda che Mary ha preparato.
È davvero buona perché vedo che tutti la stanno mangiando con gusto, tanto da fare anche il bis da finirla tutta.
Dopo aver finito di mangiare, mamma insieme a Vicky aiutano Mary a sparecchiare e a portare le cose in cucina.
Jared, come al suo solito, si è messo a parlare di lavoro e Tomo gli da corda, ma non sono molto concentrato, perché sono intento a guardare Mary in cucina, che sta preparando il secondo da portare in tavola
“Qualcuno qui è assente.. Shannon sei tra noi o cosa?” domanda mio fratello
“Eh no.. si cioè, scusate ero distratto” rispondo
“Ce ne siamo accorti Shannon, sei innamorato perso di lei e lo si capisce dallo sguardo che hai mentre la guardi. È lo sguardo di un uomo innamorato. Lei lo stesso quando ti guarda."
"E come ragazza è molto simpatica e alla mano” stavolta a rispondere è Tomo 
“Non me la sono tolta dalla testa da quando l’ho incontrata a Mosca e poi ci sono uscito e tutto il resto. Sapevo che lei era quella giusta e che avrei fatto di tutto pur di riaverla e si sono innamorato di lei a tal punto che non riesco a starle lontano e non guardarla per svariati minuti.. Lei per me è tutto ciò che di più bello mi sia capitato nella mia vita, e sono fortunato ad aver avuto una seconda possibilità. E soprattutto sono contento che vi piaccia come persona, la vostra approvazione conta molto per me.” rispondo e pare che lei abbia sentito qualcosa, perché alza lo sguardo e mi sorride.
Lo spazio tra cucina e salotto è un po’ misero di spazio e io le sorrido di conseguenza.
Vedo che hanno finito di preparare i secondi e tornano in sala.
Li appoggiano in mezzo al tavolo facendo attenzione ai piccoli centri tavola e iniziamo a mangiare.
Anche il secondo va a ruba perché è squisito.
Non facciamo altro che passare tutto il tempo a ridere e scherzare, a prendere in giro Jared per come si veste a volte. Lì scoppiamo a ridere ancora di più e lui fa l’offeso apposta per farci sentire in colpa, mentre invece, mia madre racconta piccoli aneddoti di quando io e mio fratello eravamo piccoli, e vedo Mary molto interessata.
Saprà come prendermi in giro per il resto della mia vita su alcune cose.
La serata non poteva andare meglio di così, la mia famiglia ha conosciuto la mia ragazza e la mia ragazza è entrata a far parte della mia famiglia e io non potevo desiderare di meglio.
Finito di mangiare anche il secondo, sta volta sono io che mi alzo e sparecchio insieme a mio fratello.
Lui che sparecchia è una cosa più rara che mai... Pioverà per giorni.
Prendiamo i cupcake e li portiamo a tavola e iniziamo a mangiarli.
Sono veramente buoni, Tomo con i dolci  è davvero bravo e soprattutto ha un occhio di riguardo per le decorazioni da farci.
Jared essendo il solito logorroico ci fa ritornare a parlare dell’argomento precedente e ci annuncia nel fine settimane sarebbe andato a scalare.
Troppo entusiasta della sua scampagnata ci chiede se ci vogliamo unirci a lui, e siccome tutti siamo più o meno sani di mente, a confronto suo e non vogliamo rischiare la pelle, lo guardiamo in un modo strano e scoppiamo a ridere come dire a "No grazie ci tengo alla mia vita" e così  torniamo a mangiare i nostri cupcake.
Per puro caso butto l'occhio sull'orologio in cucina, e mi accorgo che si è fatto tardi.
Con tutti quei discorsi non ci siamo nemmeno accorti dell’ora perché è quasi mezzanotte e mezza.
Così ci alziamo dalla tavola, e sparecchiamo in velocità mettendo in lavastoviglie, così poi accompagniamo tutti alla porta e salutandoli li ringraziamo per la serata e le risate.

 
***
 
"Mary ti vuoi muovere? Così perderai il volo" nessuna risposta
"Mary dove cavolo sei?" e intanto provo a vedere se è in camera.
Infatti come pensavo è qui.
"Perché non sei ancora pronta? Tra due ore parte il volo e dovremmo esser già da un pezzo in aeroporto". All'inizio non me ne sono reso conto ma ora si perché ha solo addosso i pantaloncini del pigiama, che ha preso la settimana scorsa, e abbraccia il mio cuscino ed è ancora seduta sopra al letto.
"Non rompere, vattene e lasciami da sola"
"Qualcuno è di pessimo umore oggi.. Che hai?" dico sedendomi di fianco a lei, abbracciandola.
"Ufff non voglio tornare a casa.. Non voglio lasciare il cuscino, non voglio lasciare te, non voglio lasciare il letto, ne casa ne tantomeno L.A."
"Ehi è solo per qualche settimana mica per sempre. Tanto ci rivedremo fra qualche settimana quando verrò a conoscere i tuoi.. Poi torneremo qui insieme"
"Si lo so ma metti il caso che cade l'aereo o prendo qualche malattia incurabile e muoio? No no io resto qui e fanculo pure i miei"
"Beh saiii.. Meglio per me allora così poi non ho nessuna vipera che mi rompe" come pensavo mi becco un pugno in una spalla "Sei proprio una merda quando fai così" detto ciò si alza dal letto lasciando il cuscino al suo posto e va in bagno.
Quando la raggiungo si sta nervosamente pettinando i capelli e quando le tolgo la spazzola di mano, lei si gira e abbracciandomi scoppia a piangere "Non voglio tornare a casa perché ho paura di perderti di nuovo e stavolta non ce la faccio"
"Ascoltami.. Non mi perderai perché tanto come abbiamo detto fra tre settimane ti vengo a rapire e ce ne torniamo qui.. Io e te da soli senza nessuno"
"Me lo prometti?"
"Promesso si e poi a chi dovrei dare queste? A uno che passa per strada?" e dicendo così, dalla tasca dei pantaloni tiro fuori un mazzo di chiavi.
Curiosa Mary le prende in mano e guarda il portachiavi con scritto "My heart beats for a drummer" e mi guarda sorridendo.
"Sei davvero una cosa impossibile Leto"
"Pure io a volte sono bravo nelle sorprese, e a quanto pare ci sono riuscito"
"Si ci sei riuscito in pieno.. Grazie per il piccolo regalo"
"È un modo come un altro per dire che sei tutta mia e che ti amo"
"Chi ha detto che sono tutta tua?"
"Io lo dico" e così la bacio stringendola a me.
Dopo esserci baciati sciolgo l'abbraccio, Mary si avvicina alla valigia aperta, appoggiata a terra, e tira fuori una maglia a maniche corte, rossa e un paio di jeans boyfriend strappati. Dopo essersi cambiata e aver messo anche il pigiama in valigia, si gira verso di me e non posso fare a meno di ridere.
"Che c'è ora da ridere così?"
"No nulla, la tua maglia è bellissima"
"È una maglia come tutte le altre"
"Mi fa ridere la scritta "It's better in L.A."
"Beh ovviamente è così, perché qui tutto è migliore"
Dal tono che usa non riesco a capire se sia una cosa positiva o no, quindi per evitare equivoci lascio stare.
 
***
 
Un'ora dopo siamo in aeroporto che ci stiamo salutando.
"Lo ribadisco, io non torno a casa perché cade l'aereo...."
"Piantala con sta storia, non cade nulla e ora devi andare"
"Sei veramente...."
"Si lo so me l'hai ripetuto tremila volte che sono stronzo"
È bellissima quando si arrabbia e incrocia le braccia al petto, e mi guarda male.
"Quando fai così sei proprio una vipera, ma è anche per questo che ti amo" ed eccolo qui il sorriso che le voglio sempre vedere.
"Credo sia ora di andare Shan"
"Si credo di si.. Beh allora ciao..." senza dire nulla si incammina con la sua valigia e io la guardo solo. Due secondi dopo me la ritrovo di nuovo tra le braccia che piange "Promettimi che verrai a rapirmi a Venezia e che non farai il pirla con nessuno"
"Ehiiiii scusami eh!"
"Promettilo"
"Te lo prometto. E ti prometto anche che queste settimane passeranno in velocità.. Però ora si devi assolutamente andare"
"Va bene, ci sentiamo quando sono a Londra così mi tieni compagnia mentre faccio scalo"
"Tanto non scappo"
"Allora... Io... Io andrei"
"Mary??"
"Si Shan?"
"Ti amo" e le scappa un altra lacrima
"Ti amo anch'io" e dopo esserci dati l'ultimo bacio e averla abbracciata la lascio andare.
Lascio che torni a casa, perché tanto fra tre settimane ci rivedremo di nuovo e poi torneremo qui, di nuovo, insieme.
Mary dopo aver fatto il check-in si gira un ultima volta e con la mano mi saluta e io ricambio.
La guardo allontanarsi tra la folla e sparire.
Giù di corda piano piano mi avvio all'uscita.
Quando sono quasi completamente uscito sento una mano afferrare la mia, così mi giro e mi ritrovo Mary di nuovo.
"Fanculo quello che vogliono i miei. Sono grande abbastanza per decidere da sola e so cosa voglio. Voglio te, stare con te e soprattutto vivere con te. Sei tu ora la mia famiglia e questa è casa mia ora"
"Ma.... Dio tu sei pazza"
"Lo so e tu mi ami anche per questo"
"Certo che ti amo... Solo che dovresti avvisare i tuoi"
"Ci penserò a tempo debito, ora ho altro a cui pensare"
E così alla fine presi per mano torniamo a casa.
A casa nostra.
 
   
 
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