LA LACRIMA

Uno sguardo fisso, sempre su quel punto.

Come un’automa lo fissava: come lei fosse un vegetale e lui il suo nutrimento; come lei fosse un gatto e lui la sua preda.

Gli occhi di lui, neri come la notte, si erano ristretti a due fessure.

Il suo sguardo talmente fisso che pareva perso nel vuoto.

Non capiva, non ce l’avrebbe fatta. Ma doveva farcela, doveva stringere i denti, fino a che lui non avesse abbassato la guardia.

Aveva tanto atteso quel momento, l’avrebbe avuta vinta lei questa volta. Non poteva permettere che altri gli derubassero quella vittoria che aveva tanto atteso.

Ed ecco: una lacrima le solca il viso per la tanta concentrazione.

Come il rivolo di un ruscello, che in preda allo sconforto getta le sue acque nel mare, sapendo che la sua avventura solitaria sarebbe finita.

Una lacrima amara da mandare giù, ma nello stesso tempo anche salata, perché porta piano piano al traguardo scolpendone il gusto forte e ricercato.

Alla vista di quella lacrima, un largo sorriso si espande sul viso di lui, terminando in una fragorosa e olimpica risata.

Ce l’ha fatta. Ci è riuscita. Era impossibile per lei che il sorriso mai abbandona e neppure la risata.

Senza accorgersene alza i pugni in segno di vittoria: “ Evviva!!! Finalmente ho vinto a questo gioco… ti ho fatto ridere!!”.

RINGRAZIAMENTI E NOTE

Queste brevi righe, che spero vi abbiano fatto divertire, le devo alla mia migliore amica Giulia, che mi ha dato l’ispirazione. Ci tenevo a citarla, spero vi sia piaciuto…per questo, lasciate una recensione e se pensate sia orribile, non esitate a dirmelo.