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Autore: Amorino    24/06/2016    1 recensioni
Come fai a dire che la vittima era una prostituta?
- Era una Twi’lek – il capo della sicurezza indicò i due tentacoli carnosi in cui si divideva il cranio. Conosci forse una Twi’lek con un seggio al Senato?
- No - rispose Mace Windu - ma ne conosco una brava con la spada laser.
Chi è la giovane Twi'lek uccisa e cosa si nasconde dietro una morte quasi banale nei bassifondi di Corruscant? Un cacciatore di taglie all'inizio della sua carriera e una sensuale Jedi si troveranno insieme sulle tracce dell’assassino.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aayla Secura, Jango e Boba Fett, Jar Jar Binks, Mace Windu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il sangue è fluido, chiaro. Scorre in rivoli veloci aderenti alla pelle. Mille righe lungo il torso della ragazza confluiscono verso il pube come affluenti di un fiume, poi, sfidando la strana torsione del corpo scelgono la gamba destra in un unico flusso e da lì colano sul pavimento della stanza. Tra un tappeto di nodi spinosi e un idolo Nargy si concentrano in una larga pozza.
La pozza è di un azzurro intenso.

- Lui perché è qui? Lo Jedi non indica nemmeno l’uomo con l’armatura Mandaloriana sul fondo della stanza, ma l'ispettore a capo della sicurezza non ha bisogno di sapere a chi si riferisce.    E tu maestro Windu perché sei qui? Lui potrebbe essere anche un cliente per quanto ne so, ma uno Jedi che fa parte del consiglio non si muove senza che ne abbia discusso mezza giornata con i suoi compagni e il Senato della Repubblica. Quindi spiegami perché tutta questa gente dovrebbe interessarsi all’omicidio di una prostituta?
- Come fai a dire che era una prostituta?
- Era una Twi’lek – il capo della sicurezza indicò i due tentacoli carnosi in cui si divideva il cranio.  Conosci forse una Twi’lek con un seggio al Senato?
- No  -  rispose Mace Windu -  ma ne conosco una brava con la spada laser.  

E’ arrivato tardi. Jango volta le spalle alla scena prima che arrivino i droidi per l’analisi e la raccolta delle prove. L’ispettore non è un problema, non l’avrebbe tradito, conosce la sua missione. E’ stato lui ad avvertirlo che l’hanno trovata. Il messaggio è arrivato sulla Slave appena uscito dall’iperspazio: 6 cifre corrispondenti alla coordinate sul suolo di Coruscant e una sola frase: c’è un problema.
Tecnicamente ha fallito la missione, viaggio a vuoto, niente crediti. Da quando era fuggito dalle prigioni di Galidraan e aveva deciso di dedicarsi a quelli che chiamava semplicemente “incarichi”, questo è il suo primo insuccesso. Il che gli dimostra quanto ancora avrebbe dovuto imparare. Usce dalla stanza e si trova sul retro di “Padraas i migliori ricordi dalla galassia”. E c’è ovviamente Paadras: un molliccio nativo di Mon Calamari. Sta appoggiato alla sua porta. Le mani a sorreggere la pesante testa, i tentacoli contratti per inalare una essenza che alle narici di Jango ricorda qualche sudicio animale della sua infanzia su Concord Dawn.

Si avvicina, non ha bisogno di parlare. Meglio così le parole sono sopravvalutate come forma di comunicazione.
- Non ho visto niente. In questa zona, vicino agli attracchi per l’orlo esterno, tanti turisti. Lei viene presto prima di me, apre negozio, mette ordine nuovi arrivi. Io arrivo trovo così.
- Cosa? - La voce del cacciatore di taglie risuona ancora più minacciosa dentro il casco ormai vicinissimo al viso del Calamariano.  - Cosa è arrivato stamattina?
- Bolle, bolle di Gungan da Naboo – conferma Paadras allungando un registro consunto  

Non c’è bisogno di altre parole. Deve mandare un messaggio e gli serve un Gungan. Poi sarebbe stato di nuovo in gioco.
Se uno scanner potesse oltrepassare l’oscurità del casco di Jango ci troverebbe un sorriso.


Il fremito arriva inaspettato. all’inizio non capisce.  La percezione non è tra le sue armi migliori e il suo maestro Quinlan si dimostra oramai più bravo a confondere la gente che non a rendere chiaro il futuro.  Sente che c’è stato un tempo in cui la forza scorreva a flussi ordinati, ma erano successe troppe cose alla sua mente. Ora mentre è in battaglia tutto arriva alle sue percezioni come fossero colpi di fulminatore.  Sente le ondate di odio del comandante separatista dietro il campi di forza mentre devia i colpi con la spada Laser, percepisce distintamente la sofferenza dell’albero di Dusht mentre questo viene colpito da un grosso calibro. I suoi alleati vegetali erano alti e pesavano quanto un Boota. Compie un elegante balzo di lato. Il Dush si schianta vicino alla sua caviglia in una fontana di schegge.  

- Manca poco al generatore, proteggete i lati. -  Gli alberi sazienti dividono l’avanzata in due direttrici, cercando di ripulire il terreno dai drodi con le appendici simile a mazze sulla parte bassa del tronco. In quella natura fatta di verdi colline ricoperte di boschi svettanti quegli strumenti servono a tenere lontani gli animali più grossi, ma sono piuttosto efficaci anche contro i piccoli droidi che finiscono disarticolati a ogni colpo. Purtroppo non sono un esercito organizzato. Anzi non sono organizzati per niente, ma concentrandosi può sentire la vera forza dei suoi alleati, i loro piccoli simbionti. Creature lattiginose, molli, grandi quanto il palmo della sua mano, che vivono nel cavo di quegli alberi dotati di sistema nervoso. E’ a loro che parla chiedendogli di muovere i loro compagni vegetali. Sente in microflash di percezione la loro preoccupazione, la loro determinazione e il loro dolore, perché quando l’ospite muore anche loro muoiono. E poi proprio mentre si lancia all’ultimo attacco sente qualcosa d’altro. 

In quel momento è impegnata a schivare un colpo del grosso cannone laser collocato a protezione del generatore. Capisce solo che è diverso da tutto il resto. E’ più famigliare. Non è una sensazione nuova. L’ha già sentita, ma non saprebbe dire dove. Di sicuro è antecedente alla sua scoperta della forza.
Ma sono pensieri che non fa tempo ad approfondire. Salta e ruota su se stessa a mezz’aria. Sono apparsi due Droideka di fronte all’entrata. Ma lei è già dietro la loro linea di tiro. La spada laser è penetrata nella testa del più vicino nel punto esatto dove questa genera lo scudo. Le scintille accecano l’altro per il tempo necessario ad arrivare all’entrata del bunker. Quando il secondo drone fa fuoco lei si appiattisce a terra, sente il raggio sfiorare il suo tentacolo di destra. Come sperato i colpi si infrangono sulla porta blindata alle sue spalle e la passano da parte a parte meglio di quanto avrebbe potuto fare la sua spada. L’apertura è piccola, ma lei lo è di più. Ed è agile.  Posiziona i tentacoli aderenti al corpo e si tuffa dentro. Il drone non può seguirla.

Ecco, lo sente di nuovo. Stavolta è più intenso. Più intimo. La sessualità spiccata della sua razza associa spesso i sentimenti all’orgasmo. Ha un intero vocabolario per definire le sensazioni di un amplesso. Lei ha dimenticato molte parole della sua lingua originale e altre, quelle dell’amore, le ha dovute abbandonare per abbracciare la vita che ha scelto. Ma la prima cosa che le viene in mente è Tax’sathot: definisce quando un amplesso si trasforma gradualmente in una violenza, quando il dolore arriva non previsto là dove ci dovrebbe essere solo bellezza.  

E’ un attimo, ma si guarda tra le cosce quasi dovesse trovarci rivoli di sangue azzurro. Un colpo di fulminatore la riporta alla realtà. Instupidita mette lo sguardo a fuoco davanti a se. C’è un uomo, un solo uomo davanti al centro di controllo truppe. A tracolla ha un’arma a impulsi di foggia esotica, Tra l’arma e lei c’è solo la sua spada laser. Ha deviato il colpo con il puro istinto Jedi. Anzi ha fatto di più che deviarlo, lo ha riflesso. L’uomo si accascia mentre dal torace esce una spirale di fumo grigio.

Mentre tira la leva che disattiva il generatore pensa che ci starebbe bene una battuta ad effetto tipo quelle spiritose Obi One “Sempre meglio sparare a salve a uno Jedi” o quelle melodrammatiche del suo nuovo padawan  “Non dovevi metterti contro uno Jedi”. Ma non riesce a gustare la vittoria, quella sensazione sta scavando sempre più a fondo dentro di sé. Ha perso qualcosa di importante, lo sente.

Quando il suo pilota arriva dentro il bunker si accorge di stare piangendo. E sa già quello che sentirà:
-  Maestro Aayla è arrivato un messaggio da Corruscant, devi tornare subito.

   
 
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