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Autore: NinfaDellaTerra    17/04/2009    4 recensioni
Il destino di un Cavaliere è combattere, sempre e comunque; la difesa della Pace e della Giustizia è lo scopo a cui viene al mondo, quello per cui vive, quello per cui è degno di essere chiamato tale. (cit.cap.)
One-Shot per omaggiare la mia voglia di scrivere su uno dei miei personaggi preferiti, senza pretese. Enjoi it!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taurus Aldebaran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Luce

La lminosità splendente di quel mattino primaverile colpiva energica le colonne della Casa di Tauros, così forte da ferire gli occhi. Aldebaran, l’unico corno dell’elmo d’oro scintillante sotto quei raggi appena caldi, alzò accigliato lo sguardo verso la scalinata che portava alla Casa di Gemini. Sospirò, osservando le sagome dei Santi di Andromeda, Cygnus e Dragone perdersi nell’orizzonte luminoso.
Per un attimo, il dubbio di aver fatto la più grossa sciocchezza della sua vita lo assalì, violento. E se fosse stato tutto un errore? Valeva davvero la pena sacrificare tutto quello che aveva, compresa la sicurezza di essere dalla parte… giusta?
"Non fingere con me, cavaliere. Conosco bene i tuoi poteri ,e avresti potuto spazzarli via con la sola forza del tuo dito."
Sorrise. Non era abituato a sovvertire gli ordini; tuttavia, era ancora capace di prendere una decisione di testa sua e portarla fino in fondo, constatò soddisfatto. Si voltò verso Aries, che lo osservava divertito e rilassato.
“ Ho sentito il suo cosmo, Mu.”
In fondo, le sue certezze le aveva perse da tanto tempo; era giunto il momento che se ne trovasse di nuove.
Un Cavaliere di Athena non può vivere con il dubbio di star contrastando la sua Dea.

**

Rigirava delicatamente tra le dita quel piccolo fiore colorato, attento a non spezzarlo; sembrava infinitamente fragile tra quelle sue mani enormi. Mani che spesso erano state costrette a dare la morte, e che adesso tenevano stretto qualcosa di infinitamente vivo. Più che un fiore, più che un ricordo, più che un sorriso. Occhi.
Negli occhi grandi di quella bambina era nascosto tutto il mondo. Dietro quelle iridi luminose, erano celate quelle di tutti coloro che lui aveva il dovere di proteggere. Loro non avrebbero – lei non avrebbe –  vissuto sotto il dominio dell’ombra perenne. Un sorriso amaro gli increspò le labbra. Stano destino, quello di quel fiore, finire da un prato lussureggiante illuminato dal sole a una fredda notte ateniese, tra le colonne di una Casa che sì, era baluardo della Giustizia, ma che di troppo sangue aveva imbrattate le pareti. 
Uno strano, incredibile destino, che una cosa così bella fosse finita tra le sue mani. Sorrise dolcemente, senza accorgersene, ripensando a come quel fiore gli fosse stato donato.
Che la luce di quegli occhi si oscurasse, lui non l’avrebbe permesso. Mai. 
Un cosmo sconosciuto spezzò la calma tranquilla della notte. Si alzò, Aldebaran, mentre il fiore gli scivolava dalle dita e cadeva a terra, senza rumore. L’ultimo istante prima della battaglia.
Non avrebbe lasciato che le tenebre invadessero il mondo, a costo di lasciare la sua stessa luce a guardia di quella Casa.
Il destino di un Cavaliere è combattere, sempre e comunque; la difesa della Pace e della Giustizia è lo scopo a cui viene al mondo, quello per cui vive, quello per cui è degno di essere chiamato tale.

**
Il Muro del Pianto si stagliava minaccioso di fronte a lui. Insormontabile.
Ma non lo temeva; adesso che non era più solo, e avvertiva accanto a sé l’energia vibrante dei cosmi dei suoi compagni, si sentiva sicuro.
La determinazione aggressiva nei lineamenti di Aiolia, l’espressione corrucciata di Shaka, l’impenetrabile, androgina bellezza sul volto di Aphrodite: ogni dettaglio di quel momento si fondeva indissolubile nel cuore di Aldebaran, inciso a chiare lettere nella sua memoria; persino l’inquietantemente beffarda espressione stampata sul viso di Death Mask, in quel momento, gli giungeva innaturalmente gradita. Fraterna, in qualche modo.
Sorrise. Nemmeno la morte avrebbe spezzato quello che c’era tra di loro.
Alzò lo sguardo un’ultima volta, incrociando le iridi verdi di Mu, lo sguardo combattivo come mai l’aveva visto. I suoi occhi sprizzavano una carica che gli era inusuale; eppure, Tauros aveva l'impressione di non averlo mai visto tanto in sè.
Socchiuse gli occhi, e quel lontano mattino di primavera si fece più chiaro che mai nella sua mente, mentre le dita si riempivano di petali vellutati, e un paio di occhi grandi e luminosi finalmente sorrideva sereno. Strinse il pugno, forte, e sorrise di nuovo, inconsapevole. Si voltò, chuidendo gli occhi, e tutto parve improvvisamente chiaro, prima che l'universo implodesse in una massa di energia luminosa.
Per l’ultima volta, la Giustizia gli chiedeva un tributo. E mai Aldebaran di Tauros era stato più sereno nel renderlo.


E rieccomi qui, miei cari*.*!
Torno nei lidi di Saint Seiya causa ispirazione improvvisa; ultimamente il tempo per leggere è veramente poco, e quello per scrivere praticamente non c'è. Questa shot, nata da un'idea improvvisa, è stata scritta in qualche giorno fa; adesso che l'ho corretta, la posto!:)! Adoro ALdebaran, come sapete, e mi è venuta voglia di scrivere qualcosa su di lui,; spero di essere riuscita a fare un lavoro che gli renda giustizia, in qualche modo. E' un personaggio a mio parere favoloso, forse il primo tra i miei preferiti, e volevo proprio approfondirlo un pò:)!

La frase tra virgolette, nella prima parte, è ripresa dall'Episodio 44 dell'edizione italiana di SS, "I Cavalieri dello Zodiaco".

Che dire, spero che vi piaccia e che mi facciate sapere che ne pensate! Un bacione grosso grosso a tutti, e un mare di auguri
in posticipo!
NinfaDellaTerra

  
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