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Autore: sibley    27/06/2016    0 recensioni
Nel Continente Occidentale torna pressoché dal nulla Benjen Stark, carico di rimorsi e pronto a rivelare tutti i segreti a lui raccontati da Eddard Stark, il fratello deceduto sotto il dominio di Re Joffrey. Con un Tommen Baratheon che inizia a ripudiare sempre più la propria madre, per schierarsi con Margaery Tyrell - determinata a rimanere l'unica Regina nel regno - ed un Jaime Lannister lontano, per Cersei Lannister le cose si mettono sempre peggio, al punto da trovarsi costretta a serrarsi nei propri appartamenti laddove nessuno può entrare mentre invia ripetute missive al fratello, chiedendogli di tornare il prima possibile, a costo di ammettere il proprio errore nel mandarlo nelle Terre dei Fiumi.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benjen Stark, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Jon Snow, Robert Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Jon Snow stava facendo rifocillare le proprie truppe di Bruti e Corvi mentre si allenava nel cortile della caserma alla Barriera. Sansa Stark era appoggiata al balcone ed osservava il proprio fratellastro sguainare la spada e colpire grossi sacchi di paglia che servivano da esercitazione. Colpiva con grossi affondi, colpi di taglio e colpi dritti e diretti alle spalle dei fantocci creati con tanta fatica dalle reclute meno abili alla guerra od ai lavori pesanti. Sansa s'incantò a guardare i capelli di Jon che gli svolazzavano attorno e pensò che era bello. Jon non era una bellezza straordinaria come il defunto Joffrey Baratheon, che con quei capelli d'oro e gli occhi verdi faceva capitolare qualsiasi donna lo guardasse, ma era bello a modo suo. Aveva quell'aria selvaggia che nessuno negli Stark aveva mai avuto. Robb aveva l'aria di un Re, Sansa lo sapeva bene, Bran e Rickon già da piccoli sembravano due bambolotti per niente adatti a sembrare dei potenziali cavalieri dall'armatura scintillante ed il bel viso mascolino sotto la visiera. Sansa si era sempre posta il dubbio che Jon non fosse realmente figlio di suo padre Eddard, ma quando si era resa conto che l'argomento era poco tollerato, non aveva esitato a lasciar stare. E poi erano tutti così convinti che Jon fosse davvero figlio di Eddard... Una volta Jeyne Poole le aveva chiesto perché suo padre non riconoscesse Jon come figlio e questo nella mente di Sansa aveva sollevato ulteriori domande che non aveva però potuto sollevare esplicitamente poiché Eddard era stato giustiziato settimane prima. 

«APRITE LE PORTE!» un urlo distolse Sansa dai suoi pensieri

Immediatamente le porte del Forte si aprirono con la loro consueta lentezza, lasciando entrare un uomo completamente vestito di nero, a cavallo di uno stallone corvino. Jon rinfoderò la spada e andò rapidamente verso il nuovo arrivato che smontò da cavallo ed iniziò a legarlo ad un palo con estrema calma. Non aveva più alcun titolo con cui imporre all'uomo di dichiarare la propria identità. Aveva abbandonato il suo ruolo di Comandante ed era andato assieme alla sorellastra Sansa a riconquistare Grande Inverno, laddove era stato lasciato Tormund Veleno dei Giganti a fare da guardia al Castello ed al territorio. Sansa aveva deciso di tornare alla Barriera con lui e Jon non la disprezzava per questo - anche se lei in un primo momento aveva pensato di sì - ma la capiva. Arya era dispersa chissà dove, Bran era sparito assieme a Meera Reed che doveva proteggerlo, Rickon e Robb erano morti così come Catelyn ed Eddard. Jon capiva. Sapeva cosa si provava a non avere più nessuno al mondo.

«Zio Benjen!» gridò Sansa dalla balaustra

Jon osservò meglio l'uomo che stava ora sganciando la visiera. Portava il vessillo Stark sulla gualdrappa del cavallo sebbene fosse proibito mantenere i propri stemmi nell'Ordine dei Guardiani della Notte, ma Benjen Stark non aveva mai avuto nessuna intenzione di privarsi del proprio nome ed aveva comunque adempiuto ad ogni suo dovere verso la Confraternita. Sansa doveva averlo riconosciuto dal vessillo e dal cavallo poiché si era lanciata in una corsa sfrenata verso l'uomo ma Jon si era parato di mezzo per afferrare la propria sorellastra. Jon la prese per le braccia, tenendola stretta mentre finalmente la visiera cadeva a terra. Jon non aveva voluto correre alcun rischio. E se quell'uomo non fosse stato zio Benjen ma soltanto un malintenzionato che aveva rubato un cavallo nero ed uno stemma degli Stark? Non gli andava affatto a genio l'idea di perdere un ennesimo membro della propria famiglia e soltanto quando l'uomo ebbe alzato lo sguardo Jon lasciò andare Sansa.

«Zio Benjen!» esclamò Jon a sua volta

Sansa corse libera tra le braccia dello zio, la figura più vicina a quella paterna da molto tempo a quella parte. L'uomo era stato dato per disperso moltissimo tempo prima dopo una spedizione al di là della Barriera dalla quale non era più tornato. Jon non si capacitava di come potesse essere ancora vivo, ma d'altronde, nessuno aveva nemmeno mai confermato il ritrovamento del suo corpo e la sua presenza lì era inequivocabile. Benjen Stark era vivo e vegeto ed era lì al Forte. Jon ripensò immediatamente alle ultime parole dello zio prima di scomparire nella missione. "Parleremo di tua madre al mio ritorno, Jon". Il moro pensò che finalmente avrebbe avuto la risposta che cercava da una vita e sinceramente temeva quale potesse essere. In tutto il suo rimuginare aveva pensato spesso che la risposta avrebbe potuto deluderlo. Nel corso degli anni gli erano state riportate molte teorie: Ashara Dayne, la Lady di Stelle al Tramonto poteva essere sua madre e ne sarebbe stato orgoglioso. Una donna fiera e soprattutto nobile, non una puttana di qualche bordello come insinuavano in molti. Non si sarebbe vergognato nemmeno della puttana, ma perlomeno non avrebbe dovuto dare ragione a quelle dicerie invidiose. Un'altra donna che poteva essere sua madre era Wylla, la balia di Stelle al Tramonto, ma Jon si domandava perché allora lei non avesse fatto nulla per cercarlo ora che lui era alla Barriera lontano da ogni guerra. Mentre infine c'era chi spergiurava che sua madre fosse nientemeno che una semplice puttana di qualche bordello di Fondo delle Pulci ad Approdo del Re. Una notte in cui Eddard Stark era ubriaco, se l'era spassata alla grande con una puttana ed ecco che aveva dovuto farsi carico di Jon e non rivelava chi fosse sua madre per la vergogna.

«Zio Benjen...» ripeté Jon mentre Sansa scioglieva l'abbraccio

«Jon. Sono tornato per dirti alcune cose. Non sarei tornato altrimenti, ero sulle tracce del Nightking - o meglio, stavo per scoprire in che modo si possono debellare quegli schifosi esseri - ma ho saputo della tua vittoria a Grande Inverno. Ho delle fonti, so cosa succede grazie a dei poteri inimmaginabili che risiedono oltre la Barriera e mi è stato chiesto di tornare al Forte, in modo da ragguagliarti sul tuo passato. Per te è giunta l'ora di sapere la verità.»

«Andiamo nelle mie stanze. Sansa, vieni anche tu.»


Sansa guardò Jon, un po' stupita dalla richiesta ma Jon annuì e fece cenno a lei ed allo zio di seguirlo verso la torre del Lord Comandante. I suoi alloggi erano rimasti lì, nessuno aveva voluto spostarli insieme a quelli degli ospiti, visto che a tutti gli effetti Jon non era nemmeno più un Confratello dell'Ordine. L'avevano lasciato risiedere lì, lui non era un ospite qualunque, così come non lo era Sansa alla quale era stata assegnata una stanza più confortevole delle altre. La stessa stanza che era stata assegnata a Stannis Baratheon poco tempo prima, tra l'altro. Salirono le scale e raggiunsero una porta che venne aperta subito da Jon. I tre entrarono, mentre Jon scopriva con piacere che l'attendente aveva già acceso il caminetto per riscaldare gli appartamenti. Jon fece segno a Sansa ed allo zio di sedere pure sulle sedie attorno al grosso tavolo su cui erano ancora disposte delle mappe per l'assalto a Grande Inverno. Nessuno aveva toccato quella stanza, tranne che per il camino.

«Zio Benjen... quando sei partito...»

«Lo so. Ti promisi che avremmo parlato di tua madre e sono qui per questo. Tuo padre mi raccontò cosa successe alla tua nascita e credimi, ragazzo mio, andrà oltre ogni tua rosea aspettativa.»

«Contro ogni mia rosea aspettativa?»

«Proprio così.»

«Allora parla zio Benjen, ti prego!»


«Sappi che tu non sei nato da una scappatella qualunque. Tuo padre non era tipo da scappatelle di una notte ed ha amato Catelyn con tutto sé stesso, fino al suo ultimo respiro. Ned non avrebbe mai e poi mai tradito Catelyn e la sua famiglia per abbandonarsi all'effimero piacere di una notte. Difatti Eddard non fece mai niente del genere e si confidò solo con me su questo. Nessun altro sa questa storia, questa verità... e se io fossi perito al di là della Barriera, tu saresti rimasto per sempre col dubbio su chi fosse tua madre poiché ella è morta già da tempo.»

Benjen respirò profondamente prima di liberarsi del peso che lo opprimeva da anni. Da tutto quello che aveva saputo, Eddard non aveva mai avuto la possibilità di rivelare la verità al mondo.

«Tu hai del sangue Stark in corpo... ma non il sangue di Ned Stark.»

«Cioè... tu saresti mio padre?» chiese Jon sbalordito

«Non da parte di padre.»

«Lyanna...» sussurrò Sansa

«Lyanna.» confermò Benjen

«Ti prego, spiegami perché così non riesco a capire!»

«Tu sei figlio di mia sorella Lyanna, Jon. Lyanna è morta dandoti alla luce... ma Ned non poteva dirlo a nessuno poiché Robert Baratheon ti avrebbe fatto uccidere dal momento che... non è nemmeno lui il padre.»


Il vecchio Confratello attese un istante le domande che si aspettava provenissero subito da Jon, ma quest'ultimo rimase in paziente attesa mentre teneva il capo tra le mani. Robert avrebbe sicuramente fatto uccidere chiunque avesse avuto un rapporto sentimentale con quella che definiva la "sua" Lyanna. Una Lyanna che non aveva mai ricambiato le attenzioni di quell'uomo che per quanto si sforzasse non riusciva proprio a farsi piacere. Non aveva potuto dire nulla però dopo la morte di Re Robert. 

«Lyanna era al Torneo di Primavera ad Harrenhal, dove come tutti sappiamo bene Rhaegar Targaryen incoronò proprio Lyanna come Regina di Bellezza al posto di Elia Martell, sua legittima moglie. Tra i due nacque un grosso amore, che erano costretti a nascondere dai Martell e da Robert, il promesso sposo di Lyanna. Per molto tempo s'incontrarono in segreto i due mentre soltanto Eddard conosceva la verità. Quando Brandon - nostro fratello - venne a sapere che Lyanna era ancora ad Approdo del Re, pensò che Rhaegar fosse impazzito, che avesse rapito Lyanna e si lanciò alla carica sulla Capitale per liberarla da Rhaegar Targaryen.»

Immediatamente i Lannister erano saltati col fiato sul collo di Eddard e se avessero saputo della vera origine di Jon sarebbe stato ancora peggio, capiva Benjen ripensando al perché era lui ora a dover raccontare quella spiacevole vicenda. 

«Rhaegar la tenne con sé ad Approdo del Re, nascosta da Elia e Oberyn Martell. Elia avrebbe accettato la cosa indifferentemente, ma Oberyn avrebbe iniziato a scalpitare sull'onore scalfito e stronzate del genere perciò Rhaegar la tenne nascosta. Quando Brandon marciò su Approdo del Re, Rhaegar capì che non era sicuro tenere ancora lì Lyanna e la portò alla Torre della Gioia, difesa dai suoi migliori combattenti, le cappe bianche Arthur Dayne, Gerold Hightower e Oswell Whent. Lyanna partorì mentre Eddard fuori dalla Torre combatteva assieme ad Howland Reed contro la Guardia Reale e quando Eddard entrò nella Torre, Lyanna stava morendo di parto.»

Benjen si zittì, ricordando il cruento racconto di Eddard e sentendo il naso pizzicare all'idea della sorte toccata alla propria sorella.

«Ned disse che trovò Lyanna in un lago di sangue, che la trovò con un bambino tra le braccia e febbricitante. Rinchiusa lì dentro, ti diede alla luce senza l'aiuto di nessuno e riuscì solo a farsi promettere da tuo padre che ti avrebbe nascosto da Robert Baratheon. Ti avrebbe ucciso se avesse saputo che eri frutto dell'amore della cosiddetta sua Lyanna e di un altro. Dopo la morte di Re Robert, avrebbe potuto uscire allo scoperto ma in tal caso i Lannister ti avrebbero ucciso per non correre il rischio che tu, Bastardo di Rhaegar Targaryen, cercassi di reclamare il Trono di Spade. Ned non voleva rischiare che la voce giungesse a qualcuno, perciò ne parlò solamente a me. Non disse mai nulla nemmeno a Catelyn per paura che le sfuggisse qualcosa con sua sorella Lysa. Non disse nulla nemmeno a te, per non rischiare che tu ti confidassi con Robb e Theon.»

Jon appariva sconvolto. Sansa rimase con la bocca e gli occhi spalancati e l'aria terrorizzata. I Lannister erano ancora al potere, per quale motivo zio Benjen aveva raccontato loro quella storia? Se fosse trapelato, i Lannister avrebbero ucciso Jon senza pensarci più di tanto ma Jon era un combattente nato, un condottiero di quelli d'altri tempi ed ora che sapeva la verità, aveva bisogno di altre risposte, di certezze e Jon sapeva bene dove trovarle. 

 
***

Jon Snow stava preparando una sacca con poche cose essenziali. Inserì una mappa dei Sette Regni, pochi vestiti di ricambio e un mantello molto più leggero del proprio.
Sansa Stark stava preparando una sacca con poche cose essenziali. Inserì dei vestiti per Jon, dei vestiti per sé stessa, della ceralacca e della carta da lettere con un calamaio ancora tappato ed una penna. 

Edd Tollett non sapeva che cosa andassero a fare ad Approdo del Re, ma aveva tentato di distogliere il suo amico e la sorella dall'intento suicida. Sansa era una Stark, una fuggitiva ancora, non poteva di certo rimettere piede nella Capitale senza che le stessero addosso immediatamente, ma lei ci teneva troppo a seguire Jon nella sua impresa. Benjen Stark aveva deciso di rimanere alla Barriera al posto di Jon ma questo non preoccupava Edd l'Addolorato. Era solo la paura che a Jon potesse succedere qualcosa ad Approdo del Re. Da quanto Jon aveva deciso di rivelargli, stava andando nella Capitale per delle informazioni su sua madre. Ovviamente Edd non poteva sapere che Jon stava dicendo pressoché la verità, omettendo solo la presenza di un particolare: Jon sapeva bene chi fosse sua madre e voleva avere più informazioni di quelle che già avesse. Sapeva della presenza di alcuni archivi in cui venivano specificate le caratteristiche fisiche di ogni appartenente ad ogni singola casa. Voleva leggere quell'archivio, scoprire se avesse realmente in comune qualcosa con Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark.

«Sei proprio sicuro di voler partire?» chiese Edd, entrando nelle sue stanze

«Certo.» rispose Jon laconico

«Ma portare Sansa è un rischio... ed è un rischio anche per te...»

«Io devo sapere se ciò che ho scoperto è la verità! Tu sai chi sono i tuoi genitori, Edd! Sai bene chi è tuo padre e sai chi è tua madre ed io in questo momento non ho alcuna certezza. Potrebbe essere la verità quella che mi è stata raccontata, potrebbe essere la verità quella che mi hanno sempre inculcato... io non lo so. Ho bisogno di conferme.»

«D'accordo... se hai bisogno, qualsiasi cosa succeda... manda un corvo. Io arriverò con tutta la tua truppa e ti porteremo via da lì.»

«Non ti azzardare nemmeno, Edd. Lasceresti la Barriera scoperta!»

«Tu sei più importante della Barriera. La Barriera resisterà a qualche colpo, tu no.»

«La Barriera non può rischiare di cadere.»

«Ma la Barriera non cadrà!»

«IO NON HO INTENZIONE DI RISCHIARE CHE LA BARRIERA CADA A CAUSA MIA!»
sbraitò Jon, attirando l'attenzione di Benjen Stark, che dormiva nell'alloggio accanto al suo.

L'alloggio di Benjen Stark era quello solitamente destinato all'attendente personale del Lord Comandante, ma Jon non aveva un attendente personale ed Edd non aveva preso posto nell'alloggio che gli spettava - avendolo appunto lasciato a Jon. Benjen sentì il trambusto e si destò, andando a scattare sul letto, spaventato. I ricordi di quando i White Walkers attaccavano i villaggi in cui trovava rifugio, le urla dei Figli della Foresta che spesso l'avevano ospitato, erano tornate prepotentemente nella sua mente. I White Walkers erano spaventosi, aveva pressoché scoperto come ucciderli ma non era ancora totalmente confermato. Sembrava che il fuoco li mandasse in frantumi, che si dissolvessero o si sciogliessero ed il che spiegava il motivo per cui rimanevano così a Nord. Non capiva se fosse soltanto l'Ossidiana a poterli uccidere, o qualsiasi cosa che bruciasse potesse diventare un'arma letale e potenzialmente utile contro di essi. Non aveva avuto modo di sperimentare e soprattutto non ci teneva troppo a sperimentare in prima persona, sebbene sapesse che era l'unico modo per riuscire a concludere qualcosa. Quell'urlo però l'aveva preoccupato. Si era alzato dunque dal letto ed era corso negli alloggi di suo nipote Jon, notando che nulla di strano era accaduto ma che stava solamente avendo un litigio con Edd Tollett, il Lord Comandante.

«Che sta succedendo?» chiese preoccupato

«Edd lascerebbe la Barriera sguarnita per venire a salvarmi ad Approdo del Re, se fosse necessario!»

«Edd dice sciocchezze. La Barriera non va lasciata incustodita.»

«Ma Jon...»

«Jon se la caverà. Ecco, in assenza di Jon e Sansa, ti insegnerò come si comporta un vero Lord Comandante.»

«Conto sul tuo aiuto, zio Benjen. Ora, vogliate scusarmi, devo finire di preparare la mia sacca.»

«Certo. Andiamo Edd, lasciamo Jon ai preparativi.»

«Sì...»


Poche ore dopo, bussarono alla porta di Jon. Il riccio andò ad aprire, trovandosi davanti zio Benjen e Sansa. La rossa teneva già tra le mani la propria sacca da viaggio, accuratamente preparata ore prima. Benjen invece, aveva l'aria di essere piuttosto di fretta. Jon li osservò, assonnato, ma li fece entrare comunque nel proprio appartamento laddove giaceva su una sedia la sua sacca da viaggio miracolosamente completata, nonostante più di una volta Edd l'Addolorato fosse andato a cercare di dissuadere Jon dall'intento. Benjen e Sansa osservarono Jon, quasi stupiti dal fatto che non avesse ancora capito le loro intenzioni.

«Be', non ti prepari?»

«Prepararmi per cosa?...»

«Andiamo via ora. Partiamo.»
disse Sansa

«Credo sia meglio se evitate Edd Tollett domattina. Partite adesso e avviatevi verso la strada del Re.» rincarò Benjen

Jon cominciò a prepararsi, noncurante che nella stanza ci fossero Sansa e Benjen. Si sfilò i calzoni e si tolse la maglia, infilandosi subito gli abiti che aveva predisposto sul tavolo per l'indomani mattina. Fu pronto in pochi minuti e zio Benjen condusse i due fino al portone silenziosamente, cercando di non svegliare nessuno nel Castello Nero. Arrivarono al portone in pochi minuti, mentre Sansa già gelava nell'aria fredda del primissimo mattino. Le prime luci dell'alba stavano a malapena spuntando, mentre Jon e Sansa uscivano dal portone del Castello.

«Grazie zio Benjen. Abbi cura di te, della Barriera e di Edd.» disse Jon

«Certo Jon, buona fortuna. Buona fortuna ad entrambi.»

«Arrivederci zio Benjen, buona fortuna anche a te!» rispose Sansa

Sansa e Jon si avviarono verso la strada per Grande Inverno, andando incontro al loro destino che da quel momento in poi sarebbe cambiato drasticamente.
  
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