Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Mhysa_    28/06/2016    1 recensioni
Al gioco dei troni o si vince o si muore. E lei aveva vinto, ancora.
Cersei Lannister | Flashfic | 411 parole
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                   Losing game
 
Al gioco dei troni o si vince o si muore.
E lei aveva vinto, ancora.
E come la profezia aveva preannunciato, d’oro erano stati i sudari dei suoi figli. Il volto tumefatto di Tommen ce l’aveva davanti agli occhi, mentre sedeva sul trono di spade e sorseggiava vino, lo sguardo perso nel vuoto. Il suo bambino era morto e la colpa era solo e unicamente sua.
Finalmente aveva il potere, tutto ciò che aveva fatto, tutte le riprovevoli azioni che aveva commesso, avevano avuto come unico fine il potere. Perché era quello che più di ogni altra cosa le provocava la sensazione impagabile di sporco piacere che sentiva scorrerle dentro, nelle vene, mandandola in fibrillazione, rendendola piena, felice. E si era impegnata così tanto da ottenerlo, il potere. Ma quanto le era costato? Quale prezzo aveva dovuto pagare? Uno molto alto, troppo alto. E alla fine dei giochi, si era ritrovata con quella corona in testa, ma nessuno ad acclamarla. Sola, in una stanza vuota e fredda, con la consapevolezza che era lei e soltanto lei a comandare, adesso. Ma chi? Cosa? Il popolo di nessuno, nella terra del nulla. Il piacere si era dissolto - si dissolveva sempre, dopo un po’- e lei si era sentita vuota, come una caraffa di vino sgolata in un sol sorso. Non era più felice, come nel momento in cui aveva visto il tempio saltare in aria e sancire la sua vittoria; in realtà si era resa conto che non lo era mai stata veramente. Un demone nero le aveva sussurrato all’orecchio cose terribili per tutta la vita, e lei lo aveva ascoltato, gli aveva creduto, ciecamente, senza mai controbattere.
E avrebbe dovuto soffrire, per la morte dei figli, avrebbe dovuto provare un dolore così forte da squarciarle il petto, da toglierle il respiro, da farle rifiutare quella vita che con le unghie e con i denti si era faticosamente e ignobilmente costruita. E avrebbe dovuto sentire il senso di colpa schiacciarle la schiena per tutte le persone che aveva ucciso, per i complotti e i terrificanti piani che la sua mente malata aveva architettato.
E invece, seduta su quel trono, col bicchiere di vino in mano e la corona sulla testa, si stupì nel costatare che non era nemmeno più capace di avvertire sé stessa abitare quel corpo che le sembrava ormai di un’altra. Non sentiva assolutamente niente
Al gioco dei troni o si vince o si muore. E lei era morta.

 
  
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