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Autore: Caarlk    29/06/2016    0 recensioni
Cassandra Wilkerson è quella ragazza che vive nell'ombra, che tu vedi ma in realtà non lo fai veramente. Sembra felice e soddisfatta della sua vita cosa che in realtà è poco vera.
Cassandra si odia; odia se stessa, odia il suo viso riflesso in uno specchio così come il suo corpo.
Qualcuno però riuscirà a farle cambiare idea.
Dominic e Joe, due ragazzi tanto diversi quanto belli che perderanno la testa per lei. Nel frattempo però, ad Atalanta il reverendo Wilkerson, padre di Cassie, sta cercando un giovane da far sposare alla figlia; tutto ciò all'oscuro della ragazza.
Ma cosa accadrebbe se il reverendo trovasse il ragazzo perfetto da far sposare a sua figlia, mentre lei dall'altra parte del mondo si è innamorata e concessa ad un altro ?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Dominic mi destabilizza.

Dominic mi fa perdere il controllo.

Dominic rovina la mia salute mentale.

Dominic è sempre nei miei pensieri, anche adesso che mi sto preparando per uscire con Joe.

Dopo la visita del bel dongiovanni, mi sono addormentata e sinceramente la mia voglia di mettere il naso fuori la porta della mia camera era davvero poca, ma quando Joe si è presentato con un mazzo di fiori e dei cioccolati non sono riuscita proprio a rifiutare. 

"Eccoti finalmente" esclama vedendomi arrivare fuori il cancello del dormitorio. Era poggiato con la schiena, e con il piede sinistro, sull'inferriata mentre tutta la sua attenzione la catturava il cellulare che aveva fra le mani. 

"Si.. Scusa, se non fossi venuto a svegliarmi starei ancora dormendo" aggiungo con un po' d'imbarazzo, mentre lui ripone il telefono in tasca.

"Andiamo?" Sorride mentre mi porge il braccio a mo' di gentiluomo.

Sotto il cielo di Parigi, sotto i lamponi che emanano una fioca luce, sotto la neve che cade lenta ci avviamo verso un ristorante italiano. 

"Io prendo la pasta" esclama Joe emozionato e contento dopo essere entrati ed esserci accomodati.

"Anch'io!" Rispondo con poco entusiasmo.

"Qualcosa non va Cass?" Chiede con una punta di preoccupazione "Forse non ti andava di uscire?" Conclude. 

"No no Joe che dici! Sono solo un po' frastornata dalla dormita di poco fa. Con una buona cena sono sicura che starò meglio" dico provando a fargli tornare il buonumore e ad incoraggiarlo nel peggiore dei modi che però sembra funzionare ugualmente. 

"Ma secondo te il cibo italiano è davvero così buono come dicono?" mi domanda mentre aspettiamo che ci portino i nostri piatti.

"Certo che è buono! Ma sono più che sicura che in cucina non ci sia uno chef italiano.." rispondo buttando qualche occhiata verso la cucina dove riesco ad intravedere il cuoco che sventola del basilico per aria.

"E' probabile.. Allora per sapere se veramente la cucina italiana è così buona come dicono dovremmo fare una scappata in Italia!" dice come se fosse una cosa ovvia facendomi sorridere.

La cena va avanti fra sorrisi e risate, chiacchiere e pettegolezzi, fin quando non torniamo al dormitorio. 

"Sono stato davvero bene questa sera Cass" dice mentre ci fermiamo davanti la porta della mia camera.

"Si anch'io Joe. Grazie per la cena e la bella serata" aggiungo guardandolo per poi cercare le chiavi nella borsa evidentemente in imbarazzo "Non trovo le chiavi.. Nella fretta devo averle lasciate dentro" aggiungo agitata.

"Andiamo a farci dare un duplicato.."

"Mi vergogno troppo a svegliare quel pover'uomo dal suo sonno per colpa della mia stupidaggine!" 

"Andiamo stupida! Parlo io con lui" dice tirandomi per un polso verso l'atrio. 

Dopo una manciata di minuti, che a me sembrano ore, Joe torna sorridente con la chiave della mia camera fra le mani.

"Ce l'hai fatta!" Dico buttandogli le braccia al collo istintivamente.

"E' stato difficile ma ci sono riuscito! Avanti dai, ti accompagno" dice sorridente prendendomi per mano. Avanziamo lentamente verso il lungo corridoio in silenzio e riesco a percepire una leggere tensione che mi mette, per l'ennesima volta che in imbarazzo. Una volta raggiunta la mia camera mi volto per guardare Joe e ringraziarlo nuovamente per la cena deliziosa e per la bella serata passata. Con la chiave ancora fra le mani sussurro un "Grazi Joe..Sono stata bene" Di slancio e senza nessun preavviso, afferra il mio viso fra le sue grandi mani e con estrema delicatezza poggia le sue labbra sulle mie. Non è un bacio aggressivo o passionale, è un bacio lento e dolce, senza nessuna pretesa ma desideroso e amorevole. 

"Buona notte piccola" sussurra soffiando ancora attaccato alle mie labbra "A domani" continua poi lasciandomi un altro leggero bacio per poi andare via. 

Ancora frastornata da quello che è appena successo, entro in camera e senza nemmeno accendere la luce mi getto di peso sul letto rimbalzando sul materasso morbido, cacciando un urlo con la faccia immersa nel cuscino.

"Che ti è successo bambola? Quella banana di Joe ti ha fatto arrabbiare?" Un ombra grande e grossa si erge alle mie spalle, poi la luce si accende e con piacere noto che non c'è nessun uomo nero, è solo Dominic. 

"SEI CRETINO?" urlo "MI HAI SPAVENTATO!" Continuo ancora urlando "E PERCHE' SEI QUI A QUEST'ORA?" finisco alzandomi dal letto come una furia avanzando minacciosa verso la sua direzione.

"Sapevo che dovevo consolarti dopo una sera passata con lui, per questo sono qui" dice tranquillo mentre sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi. 

"Tu sei pazzo Nick, sei pazzo!" probabilmente quella pazza in questo momento sembro più io che lui per via delle urla "Come sei entrato?" domando fermandomi di botto mentre lui continua a guardarmi divertito.

"Quindi sono di nuovo Nick... Questo è un buon inizio" risponde senza togliersi quel sorrisetto soddisfatto dal viso.

"Non cambiare discorso. COME SEI ENTRATO?" dico marcando e scandendo le ultime parole cercando di essere il più minacciosa possibile.

"Ho preso le tue chiavi, oggi" risponde con un ghigno uscendo il mio mazzo di chiavi dalla tasca.

"Bene" dico strappandogli violentemente le chiavi di mano "Adesso che hai visto che sono arrivata sana e salva e che non ho bisogno di essere consolata puoi anche andare" finisco andando verso la porta aprendola facendogli cenno con la mano per farlo andare via.

"No"dice chiudendo la porta "Vieni" dice tirandomi per un braccio fino il letto  "Allora" comincia "Raccontami cosa avete fatto, dove siete andati e come sei stata.."

"Stai scherzando?"

"No"

"Perché dovrei raccontarti come ho passato la serata con Joe? Che fra l'altro odi?"

"Bambolina forza" 

"Siamo andati in un ristorante italiano, abbiamo mangiato e parlato e siamo tornati qui" dico veloce dopo aver sospirato pesantemente.

"Ristorante italiano?" domanda pensieroso "Non lo facevo così audace"

"Dominic.."

"Niente passeggiata bambolina?"

"Hai finito? Sei fastidioso!"

"Vi siete baciati?"

"Dominic dovresti andare.."

"Vi siete baciati quindi.."

"La smetti?"

"Mi sorprendi ogni giorno di più bambola! Lui lo baci, se ti bacio io fuggi!" dice alterandosi "Assurdo, assurdo!" sussurra fra se e se visibilmente arrabbiato e infastidito. 

"Io non ho baciato nessuno, lui ha baciato me e non c'è bisogno di rinfacciare le cos.."  Mi ritrovo distesa sul letto, con Dominic schiacciato su di me a pochi centimetri dal mio viso che stringe i miei polsi all'altezza della testa. 

"Sai che se ti baciassi adesso non avresti via di fuga?" sussurra fissandomi negli occhi.

In questo momento non ho bisogno d'altro, i suoi occhi sono incatenati ai miei e probabilmente sarà sbagliato, sarà senza senso o chissà cos'altro; ma ho voglia di sentire la sue labbra sulle mie, di sentire quella lingua ricorrere la mia, di sentire il sapore e il calore delle sue grandi e carnose labbra schiacciate sulle mie, fino a consumarle. 

"Allora fallo.." sussurro senza smettere di fissarlo "Baciami" soffio sulle sue labbra.

Senza nemmeno farselo ripete due volte si getta sulle mie labbra baciandomi con foga, le sue carnose labbra sulle mia, la sua lingua intrecciata alla mia, le sue mani che, abbandonatomi i polsi, sfiorano e bramano ogni singolo angolo della mia calda pelle. 

"Nick" dico con il fiatone.

"Bambolina..." sussurra "Ho un problemino laggiù..Vado un momento in bagno"dice alzandosi andando verso il bagno.

Rimango sola, sdraiata sul letto. Sento il cuore battere all'impazzata, le mani sudate e il viso caldo, il respiro affannato e le labbra gonfie. 
Perché quando sono con lui mi sento in questo modo? Perché ogni volta, in un modo o nell'altro, mi trovo a pensare a lui? E se mi stessi veramente innamorando?

"Bambola" sussurra quando esce dal bagno "Sei stanca?" domanda mentre si distende al mio fianco.

"Un pò.."

"Allora riposa, io sto qui con te finché non ti addormenti, poi vado via"

"Dovrei cambiarmi..." sussurro mentre sento le palpebre pesanti e gli occhi bruciare per la stanchezza; mi impongo di alzarmi per andare in bagno e mettere il pigiama con poco successo però.

"Ci penso io, tu sta ferma" sussurra avvicinandosi nuovamente al mio viso sfiorandomi le labbra, mentre mi fa stendere di nuovo. 
Con una lentezza disarmante inizia a sfilarmi le scarpe, lentamente sale verso i miei pantaloni avvicinando un dito sulla zip.

"Nick..." sussurro arrossendo 

"Tranquilla bambolina, respira.. Non ti farò nulla. Fidati di me" sussurra ancora mentre sbottona piano i pantaloni e, dopo aver fatto scivolare giù la zip, inizia ad abbassare la stoffa che copre le mie gambe.
Lo guardo, lo osservo: ha la bocca schiusa e la lingua fra i denti, presumibilmente quello che vede gli piace. 

Prima un piede, poi l'altro, fin quando non rimango in slip davanti il ragazzo più affascinante che abbia mai conosciuto. Mentre risale per togliermi la maglia, si sofferma a guardare le mie cosce e lentamente le sfiora, anche se sono più che sicura che vorrebbe toccarle anziché sfiorarle solamente. Risale sempre con estrema lentezza senza smettere di fissarmi, i suoi occhi sono fissi sui miei, la sua mandibola ha un leggero filo di barba ed è contratta. Inizia ad alzare piano la maglia verso l'alto fin quando la toglie del tutto e resta immobile, fisso con gli occhi su di me, sul corpo che mi appartiene e non apprezzo, sul décolleté stretto nel reggiseno nero sgualcito dal tempo e dai troppi lavaggi.

 "Cass.." sussurra mentre inizia ad accarezzarmi il ventre facendomi sussultare "Sei così eccitante.." continua mentre le sue mani salgono a sfiorare le mie spalle "Cosi bella.." mentre scende sulle braccia "Così perfetta.." sussurra talmente piano che quasi fatico a sentirlo, mentre prende le mie mani sulle sue e inizia a baciare delicatamente le nocche. "Sei così calda.." sussurra nuovamente senza smettere di baciarmi le mani.

"Devo fermarmi finché sono in tempo." esordisce mentre si alza andando verso l'armadio per prendere il pigiama, dopotutto è dicembre, non posso dormire in intimo se voglio evitare di star male.

Al contrario di come aveva fatto precedentemente, mi vestì con estrema velocità e poi, come aveva promesso, si stese al mio fianco aspettando che mi addormentassi stringendomi fra le sue forti braccia.

Il suo respiro sui miei capelli, il suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo corpo che mi riscalda, la sua mano sul mio fianco, il mio pigiama impregnato  dal suo odore mascolino. 

Dominic è probabilmente il prototipo di ragazzo che ho sempre sognato mentre Joe, é più il prototipo di ragazzo che sceglierebbero i miei genitori per me. 

Perché sono così confusa quando si tratta dei miei sentimenti? Perché non riesco a prendere una decisione o una posizione ferma? Sono due ragazzi talmente diversi e simili allo stesso tempo che mi confondono ogni giorno di più. 

Se dovessi pensare ad un futuro con uno di loro due non saprei nemmeno chi scegliere: Joe sarebbe uno di quei mariti perfetti, che sta fuori di casa tutto il giorno, che viaggia per lavoro e che quando ad ora di cena torna a casa lo aspettano due bambini a braccia aperte; sarebbe bello ma probabilmente finirebbe tutto con un divorzio dopo dieci o quindici anni di matrimonio, probabilmente per via di un amante da parte di uno dei due o probabilmente perché essendo sempre a lavoro non avrebbe quasi mai tempo per i figli e la moglie; o magari potrebbe essere per sempre. 
Dominic lo vedo con una carriera promittente: probabilmente nel campo dell'are; potrebbe essere un marito premuroso e gentile, che combina casini e che litiga spesso con la moglie per via della gonna troppo corta o per la maglia con la scollatura profonda ma sicuramente finirebbe tutto con un bacio e delle smancerie per poi concludere il tutto facendo l'amore. Lo immagino un padre esemplare,  che ama i figli, che va a prenderli a scuola, che li porta ai giardinetti, che li fa felici con un gelato.

Mi addormento cosi, pensando al mio futuro. Con chi potrebbe amarmi davvero e rendermi felice per il resto della vita. 

Quando apro gli occhi, Dominic non è più vicino a me ma il letto è ancora caldo e le coperte sono ancora impregnate dal suo profumo. 

Dopo essermi stiracchiata per bene, vado in bagno per una doccia veloce per poi andare a lezione. Quando entro in bagno vado dritta verso la doccia aprendo l'acqua calda facendomi investire da quel piacevole calore sulla pelle, quando esco mi stringo nel morbido accappatoio di cotone e la prima cosa che noto è il mio riflesso sullo specchio appannato che mi si parla davanti. 

Non ho le solite occhiaie violacee, non ho le solite borse gonfie sotto gli occhi che mi fanno sembrare sempre post-pianto. Il mio viso e rilassato e tranquillo e solo adesso noto che mi sento proprio cosi: rilassata. 
Per una notte ho dimenticato tutti i miei problemi e tutto ciò che finora mi ha distrutto e confuso la vita, tutto grazie a un ragazzo con i capelli tinti che è rimasto ad abbracciarmi per tutta la notte. 
  
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