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Autore: Camipp    30/06/2016    2 recensioni
Piccola fanfiction Bellarke in ambientazione quarta stagione.
Mi auguro vi possa piacere, lasciate qualche piccola recensione!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Griffin, Bellamy Blake, Clarke Griffin, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clarke si precipitò in infermeria non appena seppe della notizia,non poteva crederci, non poteva essere successo veramente.

Fino a qualche attimo prima Clarke era con Raven e Monty in sala monitoraggio, i ragazzi stavano usando la fiamma per risalire al database di ALIE e capire le zone a minor rischio radiazioni, ma non era facile, erano giorni che Raven ci stava lavorando.
"Non abbiamo più tempo, dobbiamo portare la fiamma a Luna!" 
"Clarke sto facendo del mio meglio, credo sia più importante capire come sopravvivere piuttosto che dare ai Grounders il loro comandante!" 
".. Raven sai che abbiamo appuntamento questa sera al tramonto sulla spiaggia, devi muoverti!"
"E se non andiamo? Che faranno? Ci uccideranno?"
"Vuoi iniziare una nuova guerra?!"
"Guarda che stiamo cercando di parare il culo anche a loro, ci stiamo dentro tutti in questa storia.."
"Ok ragazze smettetela!" sbottò Monty 
"stiamo facendo il massimo Clarke, ce la possiamo fare, abbiamo bisogno semplicemente di un po di.."
"Va bene, me ne vado" 
Miller piombò nella stanza come un fulmine a ciel sereno, aveva il fiatone, gli occhi lucidi e preoccupati. Tutti si voltarono a guardarlo dopo il suo ingresso, Monty gli corse incontrò cercando di capire cosa stessa accadendo. Nathan si chinò poggiando le mani sulle ginocchia, cerco di accennare qualcosa, ma il fiatone aveva la meglio, poi fece un lungo respiro: "Bellamy.." 
"Bellamy cosa?" chiese Clarke sgranando gli occhi 
"..è stato colpito da una freccia" 

"Mamma! Dov'è??" chiese Clarke entrando in infermeria 
"Clarke, calmati per l'amore di Dio.. "
"Devo vederlo!" 
"Dobbiamo intervenire di urgenza Clarke, potrai vederlo dopo.."
"Si salverà?"
"Jackson ed io faremo il possibile" 

Abby diede un bacio sulla fronte della figlia e chiuse la porta dell'infermeria.
Clarke seguì lo sguardo della madre oltre l'oblò di quella porta. Conosceva quello sguardo, era uno sguardo di conforto, voleva trasmetterle forza.
Si sedette, iniziò a respirare affannosamente, una lacrima le scese lungo il viso, poi una seconda, una terza, i pensieri iniziarono a correre nella sua mente e non trovò il modo di fermarli 

Erano seduti attorno ad un falò, adoravano farlo. Dopo la distrutta di ALIE erano soliti riservare dei momenti per loro. I 100 erano sempre i 100, nonostante l'Arca adesso fosse sulla terra, l'unico momento in cui ognuno di loro si sentiva a casa era quando si ritrovavano tutti attorno a quel falò.
Si capivano con uno sguardo ormai, ognuno di loro, si davano forza e conforto a vicenda, sapevano di aver bisogno l'uno dell'altro, nonostante i malumori, i rimpianti, i rancori, sapevano che anche questa volta l' avrebbero superata insieme.
Durante il giorno cooperavano insieme, Bellamy, Miller, Murphy,Jasper e Octavia uscivano quotidianamente con il rover, dovevano recarsi in precisi punti e raccogliere composti organici da portare ad analizzare per tenere sottocontrollo le radiazioni; Raven e Monty lavoravano al chip per capire dove fosse sicuro andare a vivere; Clarke lavorava sulla diplomazia, cercando di tenere a bada i Grounders, in attesa di ridare loro la fiamma. Ognuno doveva lavorare sodo per uscirne.
La sera, però, volevano liberare il loro animo, volevano essere semplicemente ragazzi, quindi si radunavo intorno a quel falò.. Si raccontavano loro stessi, facevano battute, si prendevano in giro..
La bottiglia di alcol finì troppo presto quella sera, troppo velocemente. Decisero di rientrare, forse dormire avrebbe allontanato quel terribile mal di testa.
"Voi non venite?" chiese Raven a Clarke e Bellamy
"Rimaniamo ancora un po' qui.." 
La ragazza si allontanò con un leggero sorriso beffardo sul volto, sarebbe stata anche ora che quei due si ritagliassero un momento per loro stessi.
"Stavo pensando.. Quel vestito rosso di ALIE non era poi così male, sarà stata una stronza però aveva stile!" disse Clarke
Bellamy scoppiò in una risata: "sei ubriaca persa principessa.." 
Clarke si spostò seduta a fianco a lui e poggiò la testa sul suo petto: "credo proprio di sì.." 
Poi continuò: "quando sarà tutto finito.."
"..ti fabbricherai quel vestito rosso?" 
Clarke iniziò a ridere come non ricordava da molto: "vedi che non solo io sono ubriaca.."
"Clarke quella bottiglia di scotch ce la siamo bevuta tutti.." 
"Sai.. Credo ci faccia bene bere qualche volta, almeno siamo più leggeri, per un paio di ore.."
"Dici eh?"
"Si Bell.. Guardaci, quando mai ci saremmo trovati qui sdraiati sotto le stelle a parlare del vestito rosso di ALIE?! .. mi sento così bene"
Bellamy la strinse a se, riflettendo su quelle parole. Clarke era più forte di quanto immaginasse, ma era pur sempre una ragazza di diciotto anni diventata grande troppo velocemente; 
Bellamy sentiva nei suoi confronti un innato senso di protezione, non come quello nei confronti di Octavia, no, con Clarke era diverso, era un sentimento nuovo, che non aveva mai provato. 
Fra tutti quei pensieri sbilenchi, nati da quella testa decisamente stordita dall'alcol, riusci a trovare le parole giuste da dire in quel momento: "sarai sempre al sicuro finché sarai qui con me principessa" 
Clarke sorrise, ma non si fece vedere, adorava il modo con cui la chiamava principessa. Mesi prima, ogni volta che Bellamy la chiamava in quel modo, un sentimento di odio le trapassava la testa, lo avrebbe ucciso, ogni volta, ma ora, quella parola, detta da lui, era l'unica parola che riusciva a farle vibrare l'anima. 

Clarke camminava su e giù per il corridoio davanti l'infermeria, sudava freddo, aveva gli occhi lucidi, aveva paura.. 
Non poteva perdere anche lui, non poteva perdere Bellamy.
Bellamy era sempre con lei, pronto a sostenere le sue scelte, a rendergliele più leggere. Si, si erano urlati in faccia qualche volta, ma anche in quei casi, mai invano. 
Bellamy non l'aveva mai lasciata sola, nonostante le sue ferite, i suoi demoni, ha sempre scelto di rimanere, di rischiare la sua vita per lei, di andarla a cercare nonostante tutto e tutti. Mai come in quel momento Clarke si rese conto razionalmente di quanto lui contasse per lei.
Bellamy Blake, la sua forza e la sua debolezza.

Octavia era seduta poco distante da Clarke, in attesa di qualche buono sviluppo. 
Raven arrivò zoppicante, sedendosi vicino ad Octavia: "gli altri stanno aspettando fuori, novità?" 
Guardo sia Octavia che Clarke, entrambe scossero la testa.
"Clarke smettila di andare avanti e indietro! Mi innervosisci" le disse Octavia ad un certo punto 
"Scusami se non riesco ad essere posata e tranquilla come te.." 
Octavia le lanciò una brutta occhiata, poi Clarke continuo: ".. certo, daltronde per te tuo fratello è ormai morto da settimane, se dovesse morire oggi cosa cambierebbe?!" 
Octavia si alzò in piedi di impeto pronta a sferrarle un pugno in faccia, Raven la bloccò in tempo: "smettetela di fare le ragazzine! Non mi sembra il momento.." 

Clarke provò a ritornare in se, era stata decisamente cattiva con Octavia. 
La realtà è che lei sapeva quanto Bellamy stesse male per la sorella, di quanto non riusciva a chiudere occhio la notte al pensiero che O. non le rivolgesse più parola, di quanto ogni giorno tentava invano di chiarire con lei.
Nonostante ciò, la bionda di rese conto di aver esagerato e si scusò con lei. 
Octavia rispose con un lungo e profondo sospiro "so quanto tieni a lui, ma credimi qui siamo tutti preoccupati.." disse con un filo di voce 
Raven che stava tenendo ancora Octavia per un braccio guardò Clarke ed annuì.
"Dovresti uscire un attimo Clarke, sono ore che sei qui dentro.." le disse Raven 
"..e anche tu dovresti!" aggiunse rivolgendosi a Octavia 

L'operazione durò tre ore e mezza, Abby ne uscì distrutta, Kane la stava aspettando. Le tolse delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte sudata portandola dietro le orecchie "come sta?" le chiese preoccupato 
Abby scosse la testa: "la freccia era andata in profondità, gli ha sfiorato il polmone sinistro.."
Kane la guardava ansioso in attesa di un ulteriore chiarimento
".. le prossime 24 ore sono decisive, io.. io ho fatto il possibile"
Marcus la tirò a se in un abbraccio di conforto, poi lanciò uno sguardo verso il letto dove Bellamy era disteso: "è un ragazzo forte! Ce la farà.."

Clarke entrò nella stanza dove Bellamy riposava. 
Lui dormiva, sembrava sereno, un' enorme bendatura gli fasciava il torace con la chiazza rossa dove era stato colpito che irrompeva sul bianco candido delle bende; era pallido, la sua fronte sudata, qualche riccio nero gli era caduto sul volto, Clarke glielo scostò con accuratezza ed un brivido le corse lungo la schiena.
Gli accarezzò il viso dolcemente provando a non immaginare come sarebbe cambiato tutto senza di lui.
Lentamente si avvicinò all'orecchio del ragazzo "Ti prego Bell.. torna da me!" gli sussurrò con la voce rotta.

Il mattino seguente Abby andò in infermeria per controllare la ferita e più in generale la situazione del ragazzo.
Trovò Clarke a dormire sulla sedia accanto al letto, in una posizione decisamente scomoda, con la mano che teneva quella di Bellamy. Sorrise dolcemente a quella vista, il modo con cui Bellamy e Clarke avevano imparato a prendersi cura l'uno dell'altra la rendeva orgogliosa e felice.
Gli controllò la ferita, con stupore sembrava non essersi infettata, il battito era leggermente accelerato ma era normale in quella condizione. Premette leggermente per far aderire bene la pomata sulla ferita, Bellamy di riflesso fece un leggero soprassalto che lo svegliò.
"Abby.."
"Oh no Bellamy, shh.. Non devi affaticarti.."
Bellamy chiuse di nuovo gli occhi dolorante ".. come sto?" domandò con un filo di voce
"Sei forte.. ti riprenderai! Mi hai fatto lavorare sodo ieri sera, ma sono fiera di sapere che oggi va meglio, il tuo fisico sta reagendo bene.."
Bellamy accennò un sorriso di riconoscenza che Abby si prese con piacere.
"..riposati! Sei in buone mani" gli disse indicando Clarke con lo sguardo

Bellamy non si era accorto della presenza di Clarke, l'unico movimento fatto da lui fino a quel momento era stato semplicemente aprire e chiudere gli occhi .. e nel suo campo visivo la sedia a fianco al letto non rientrava. 
Percepì la mano di Clarke delicatamente appoggiata sulla sua e con tutte le forze che aveva in corpo provò a stringerla per sentirla più vicina.
Clarke a quella debole presa si svegliò, Bellamy la osservava con l'occhio stanco ma felice nel vederla a fianco a lui; provò a dirle qualcosa, ma non ci riuscì. 
Clarke gli pose con dolcezza l'indice sulla bocca: "pensavo di averti perso.." 
Bellamy rabbrividì al contatto del suo dito sulle sue labbra, si fece forza e rispose: "Non ti avrei mai lasciata sola principessa.." 
La ragazza rimase per un istante a godersi il suono di quelle parole, sapevano di protezione, di affetto, di amore.. Così iniziò ad avvicinarsi a Bellamy, lentamente. 
Gli occhi di Clarke si erano persi in quelli del ragazzo, e viceversa, ovviamente. In un attimo si trovarono a pochi centimetri di distanza, Bellamy cercò invano di sporsi verso di lei per colmare quel vuoto che rimaneva tra le loro labbra
Clarke sentenziò maliziosa: "non ci provare nemmeno, una cosa lasciamela fare", 
annullò così la distanza tra di loro, le loro labbra, finalmente, si incontrarono. 
Fu un bacio dolce, atteso, voluto. Bellamy avrebbe voluto prenderla a se e continuare a baciarla in eterno, ma non poteva, non aveva abbastanza forza. 
Poi provò a tornare lucido tra il dolore lacerante e quell'emozione incontrollabile "sei per caso impazzita, principessa?"
"Temo di sì.." rispose lei prima di baciarlo di nuovo
   
 
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