Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Cinziart_96    01/07/2016    0 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Mists of terror-

Fuga.
Solo un obiettivo a muovermi le gambe. Solo e soltanto arrivare alla fine.
Alla fine del percorso, alla fine del dolore, alla fine di tutte le sensazioni. Tutto deve finire. Perché le cose peggiori non terminano mai?
Fuga e silenzio.
Non sento i miei piedi battere il suolo. Qualcosa mi impedisce di sentirne il rumore, lo scricchiolio, l'andatura sconnessa. Ma continuo. Continuo, so solo questo.
Una cosa però la sento. Il battito del mio cuore.
Fuga, silenzio e rumore.
Solo questo basta per dettare il mio passo, la mia corsa verso l'ignoto. Cosa mi dice che non sto girando in tondo? Non si vede niente. Non sento se non il mio respiro conciato.
Fuga, silenzio, rumore e bianco.
Tutto è chiaro intorno a me. Ma è un chiaro sporco, lattiginoso, cattivo, che ti stringe i muscoli e mangia l'energia. La vita. Lo respiro, entra anche nei miei polmoni, nei miei pensieri.
Fuga, silenzio, rumore, bianco e dolore.
Qualcosa mi afferra un piede. Mi tira verso il basso con forza. Cado.
Un gemito mi sfugge dalla bocca quando i palmi delle mani si schiacciano su qualcosa di duro e appuntito che mi entra nella pelle. Non c'è tempo.
Fuga, silenzio, rumore, bianco, dolore e risa.
Non posso rimanere a terra. Sta arrivando. Sta arrivando a prendermi. E ride. E' da quando sono finita qua che non smette. Ma ora il suo orribile ghigno mi echeggia nella testa con così tanta forza che vorrei solo morire.
Fuga, silenzio, rumore, bianco, dolore, risa e terrore.
Mi alzo e ricomincio a correre. Non ho più fiato, le gambe cedono ma non posso fermarmi. Non devo. E le idee si mischiano, si confondono in un caos paradossale che annuncia solo e soltanto il suo arrivo.
Appena dietro di me.
 

Sento il suo respiro, il suo alito sul collo mentre già la mia mente crea l'immagine. Non lo voglio vedere. Non voglio. Eppure i miei pensieri vagano impazziti e due occhi rossi mi trafiggono. Proprio di fronte a me. Freno bruscamente. Chiudo forte le palpebre. No... No!
Scarto e ricomincio a correre.
Passi sempre più pesanti, sempre più scoordinati, non so nemmeno come faccio a essere ancora in piedi dopo tutto questo tempo. Quanto? Una manciata di minuti? Un'ora? Settimane? Cosa posso dare per vero quando tutto è falso e turbinoso?
Lacrime. Gocce trasparenti che cadono dai miei occhi. Non so dove vado, non so nemmeno perché non riesco a fermarmi. Qualcuno urla. Forte. Ma è lontano, indistinto.
...Per un attimo ho la sensazione che mi sto immaginando tutto.
Rosso. Due tizzoni ardenti proprio dietro di me e il dubbio scompare.
Quella cosa sta per uccidermi. Non riuscirò a correre per sempre.
Posso addirittura sentire un suo artiglio metallico sollevarsi su di me. Sempre più alto, senza fermarsi. Assassino.
E cala sulla mia spalla.
Urlo. Urlo perché non ne posso più di questo dolore. Il grido mi scivola via dalle labbra come una liberazione. No. Non mi libera da nulla, in realtà.
La faccia a terra, le mani sotto il petto per alleviare la caduta. Muovo piano le gambe, ma solo una risponde al mio comando. L'altra rimane inerte. Un peso in più da trasportare.
Con attenzione mi sposto su un fianco e la paura... anzi, il terrore, mi blocca a terra. Il respiro accelera mentre il cuore comincia a battere così forte che non sento nient'altro che lui. Mi sta per esplodere nel petto.
Non lo vedo, ma è lì. Proprio a qualche metro da me. Ondeggia nei suoi vestiti neri. Si avvicina. Prepara il suo attacco. Forse questi sono i miei ultimi momenti, non lo so, ma ho paura. Per tutto questo tempo non ho desiderato altro che morte e ora, che mi si presenta davanti, sono terrorizzata.
Qualcosa mi suggerisce di arretrare ed eseguo, tremando. Le fornaci si aprono e due punti rossi iniziano ad avvicinarsi sempre di più a me. Sto per morire. Vorrei pensare a qualcosa, ma ho la mente troppo concentrata su quell'essere orrendo. Vorrei scappare via, ma qualcosa mi trattiene a terra con forza. Mani, artigli invisibili che mi si conficcano nella pelle, trascinandomi verso il basso. Procurandomi altre sofferenze.
Basta. Per favore. Basta.
Ma non mi sente. E' sordo alle mie suppliche e continua con la sua marcia.
Più si avvicina meno lo vedo, avvolto in quella nebbia malsana che sembra sempre più veleno per la mia mente. Non riesco a muovermi.
Qualcosa di affilato mi colpisce il braccio, aprendo un lungo taglio rosso scarlatto. Veloce. Improvviso. Così preciso che solo dopo mi accorgo di quanto faccia male.
Ma non sono sola. Qualcosa... Quella cosa che si annida nel mio cuore è pronta a uscire. Non voglio, ma lei mi protegge. Lo fa da sempre. E ora mi dà qualcosa che mai mi sarei aspettata: lucidità.
Tutto si dissolve. Vedo il mondo com'è in realtà. Una camera bianca, vuota. Solo io e l'uomo nerovestito. Pronto a sferrare un altro colpo.
Mi butto all'indietro ma la gamba sinistra non si muove. Non riesco a controllarla, fa troppo male. Il massimo che riesco a fare è schivare in parte il fendente.
Un liquido caldo e appiccicoso inizia a colarmi sul collo e dietro l'orecchio.
Non voglio credere che sia davvero sangue.
La vista si sfoca di nuovo e perdo completamente le forze. Non riesco nemmeno a tenere su il busto. Con un sobbalzo, cado all'indietro e il sangue inizia a sporcare anche il pavimento.
Non vedo gli occhi rossi sotto il cappuccio. Me li sono immaginati. Per tutto questo tempo. Lo vedo voltarsi, darmi le spalle e la nebbia ritorna. Il respiro è ormai una ricerca d'aria. Chiudo gli occhi.

 

Urla.
Tutto è ovattato e non riesco a definire bene la provenienza dei suoni. Però quella voce è arrabbiata, disperata, furiosa. Continua a dire cose, suoni che non riesco a capire. Che a stento riesco a sentire. E un'altra risponde con calma. La calma di chi ha già vinto in partenza.
Urla e sospiri.
Un soffio leggero e qualcosa viene spazzato via. Non è il dolore. Non è la mia paura o il mio terrore. Non è il male che ho in corpo. Solo, soffia. Cerco di aprire gli occhi ma è troppo faticoso. Troppo anche solo pensarci. Qualcuno si avvicina velocemente a me. Stringo le palpebre.
Urla, sospiri e lacrime.
Non voglio sapere chi è, o quanto male potrebbe farmi. Non mi interessa. Non mi interessa più niente, ormai. Il tempo rallenta. Quella persona non arriva. Mi lascia aspettare un sacco di tempo. Tempo che io ho il terrore di perdere. E il sangue continua a cadere per terra, inesorabile come la sabbia di una clessidra. Accompagnato dal mio pianto.
Urla, sospiri, lacrime e freddo.
Un brivido. Sobbalzo anche per quello. Ogni cosa potrebbe terrorizzarmi ora. Qualcosa sembra artigliarmi le braccia, le gambe, la testa. Fa così freddo che inizio a perdere la sensibilità. Purtroppo continuo a rimanere lucida. Perché il gelo non può portare via anche me? Il mio pensiero?
Urla, sospiri, lacrime, freddo e dolcezza.
Ora è qui, di fianco a me. Ci ha messo troppo tempo. Ora nulla ha più uno scopo. Non capisco ciò che dice. Troppe parole, troppo veloci. Non correre via.... Ormai il Tempo non conta più nulla. Fermati... sento il cuore accelerare. Delle braccia mi stringono con tenerezza. Un respiro tiepido sul viso.
 

Cerco di aprire gli occhi. Di nuovo. Uno sforzo inutile che non fa altro che stancarmi di più, procurandomi un gran mal di testa. Quell'uomo che prima gridava deve averlo capito e le sue braccia mi stringono più forte. Mi sollevano dolcemente verso il suo petto. Non gli importa del sangue che probabilmente gli sta sporcando i vestiti. Solo mi abbraccia, affondando la testa nella mia spalla.
Vorrei fare qualcosa. Vorrei dire qualcosa. Fargli sapere che non deve preoccuparsi, che niente ha più importanza, ormai. Vorrei fare tutto, ma ciò che riesco a fare è solo pronunciare un sospiro stentato.
L'uomo trema leggermente, alza la testa e nel farlo mi sfiora una guancia.
Piange.
-Iris... mi dispiace...-
La voce incrinata, rotta e altre lacrime si aggiungono alle prime. Altro dolore.
Ti prego... ti prego, Dottore, non piangere. Perché sei venuto? Chi ti ha fatto venire nelle Nebbie del Terrore? Vattene via. Non ti voltare. Scappa. Corri e non voltarti indietro.
Quanto vorrei aprire gli occhi. Ma ripensandoci è meglio di no. Che senso ha dare una conferma al tuo viso rigato dal pianto? Ai tuoi occhi color cioccolato velati di dolore?
Lo sento prendere un respiro profondo e una sua lacrima mi cade sulla fronte sporca. Sta per succedere qualcosa. Sta arrivando qualcun altro nella stanza. Passi lenti, misurati.
-Smettila. Smettila subito!- lo dice in un modo così teso e arrabbiato che non riesco a riconoscerlo, quasi. Si aggrappa a me con forza quando l'essere si avvicina a noi. Non mi fa male. Solo, è diventato un abbraccio sofferto, preoccupato.
-No.-
-Le ucciderai. Tutte! E' questo che vuoi?-
-Loro non possono morire.-
Scuote la testa, avvicinandomi a sé. -No... NO, la devi smettere!-
Devo vedere. Devo sapere cosa succede. Finalmente riesco a sollevare le palpebre.
E' lì. Di fronte a noi, vestito di notte scura. Senza stelle.
-Non mi interessa del corpo. E' l'Essenza la sola cosa che conta di loro.-
-No!-
Troppo brusco, troppo forte. Un braccio mi solleva verso l'alto e mi tiene sospesa. Non ho la forza di oppormi.
-Questo è solo un involucro.-
-Lasciala.-
-Non conta niente.-
-Lasciala andare!-
Ride. Di tutto ciò che può fare, ride. Lo so perché lo fa. Le parole dell'uomo risuonano ridicole e patetiche nella sua mente. Allarga le dita della mano. Perde la presa su di me, ma il Dottore è già pronto a prendermi. Non dice niente mentre mi passa un braccio sotto le ginocchia e con l'altro mi afferra per le spalle.
E fa male. Fa tanto male quando una delle due gambe ha un taglio profondo all'altezza del ginocchio. Un gemito mi sfugge dalle labbra. Lasciatemi qui... Per favore, lasciami. Non ha senso continuare questa pazzia. Ci tento lo stesso. Ci devo almeno provare a convincerlo anche se so che è inutile.
E' tutto inutile.
Lui inizia a camminare, portandomi via da quell'inferno bianco. I passi sono leggermente incerti, ma continua. Sento i suoi cuori battere forte nel petto. Mi piacerebbe essere proprio lì. Annullare tutto il mio dolore in quel ritmico movimento. Infonde sicurezza, protezione.
Apro debolmente gli occhi e l'unica cosa che noto è che ci siamo spostati. Ora le pareti sono sporche e umide. Le segrete.
Solo dopo mi rendo conto di averlo mormorato. Nemmeno so come.
-Iris? Come stai?-
Sollevo lo sguardo, incontrando i suoi occhi marroni. Lucidi. Annuisco piano, ma non dico niente. Parlare è fin troppo complicato in queste condizioni.
-Io... non avrei mai... Mai più avrei pensato a una cosa del genere. Gas allucinogeno...- mormora leggermente. -Sarei dovuto intervenire molto prima...-
Non potevi saperlo. Non ho detto niente apposta, Dottore. Non volevo arrivare a questo. Sapevo che era solo una questione di tempo... Speravo non arrivasse così presto. Chiudo gli occhi e una lacrima, l'ultima, mi riga una guancia.
Lasciami a terra. Non pensare più a me. Abbandonami qua, ti supplico. Fa troppo male la gamba, il taglio la braccio... e la testa continua a vorticare...
-...Perdonami.-
Riapro gli occhi. Perdono? Cosa c'entri tu? E' colpa mia se mi sono ritrovata in quella situazione. E' colpa mia se non riesco a distinguere il falso dal vero. E' solo colpa mia, Dottore, se il Tempo scorre rapido tra i miei pensieri.
Scuoto la testa, appoggiandomi un po' di più al suo petto. Sento le sue braccia stringermi forte e cullarmi dolcemente, senza smettere di camminare. Senza lasciami indietro. Lo so dove mi sta portando. Lo so dove stiamo andando, la nostra meta.
Potremmo fuggire via, da soli. Niente ci impedisce di farlo. Ma è proprio questo il punto. Soli. E da soli non si riesce a fare nulla.
Non ci ho pensato per tutto questo tempo. Non ho voluto pensare alle mie amiche. Il mio vincolo morale che mi trattiene qui. Che ci trattiene qui. In questa orribile prigione di dolore e paura.
Rabbrividisco e il mondo sembra farsi più buio. I contorni si sfocano. Ho perso troppo sangue... Non ho nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti. Tutto perde consistenza. Non esisto più. Non sento le braccia del Dottore stringermi. Sta dicendo qualcosa. Probabilmente mi sta chiamando, non lo so. Ma qualcos'altro mi sta chiamando. Da molto più tempo di lui. Una cosa che ho cercato di mandar via, ma ora...
Nero. Scuro. Invitante. Non ho più la forza di sottrarmi. Le sue braccia ancora mi stringono... poi, il niente. Entra nella testa, nel cuore. Prosciuga tutto ciò che sono, lasciandomi vuota di ogni emozione.


/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////​/

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio di No Profit:
Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni. Farai felice milioni di scrittori.
-Messaggio copiaincollabile in ogni angolo dello Spazio e del Tempo-



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.


 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Cinziart_96