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Autore: caporalez    18/04/2009    1 recensioni
Yukino cercava di pensarla positivo: non era morta, dopo tutto. Solo, era capitata in un luogo fuori dal comune e l'unica cosa che poteva fare era diventare forte e sopravvivere con quella strana combriccola che aveva trovato sulla sua strada, nel giorno in cui la Sfortuna aveva deciso di divertirsi solo ed esclusivamente con lei.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ok, decisamente quella non era una buona giornata, per nulla.
In primis aveva una montagna di lavoro arretrato, e solo due ore per finirlo prima di essere cacciata definitivamente.
In secundis aveva forato la ruota della bicicletta durante la pausa pranzo ( precisamente mentre cercava di fare spesa rapidamente in quel lasso di tempo abbastanza breve) e dopo quelle ore di lavoro massacrante avrebbe dovuto PURE portarla a mano. Le veniva da piangere.
" Ishizawa-san, ancora non ha terminato?" chiese, per l'ennesima volta, il suo capo, passando con occhio scettico davanti alla sua scrivania.
-Adesso mi caccia- pensò sudando freddo la ragazza, continuando a battere inesorabilmente i tasti del suo pc. " Er..Non ancora, signore. Non si preoccupi, posso restare ancor.."
" No, non ce n'è bisogno." cominciò cordiale, con un sorriso. " LEI E' LICENZIATA." scandì, con una calma paurosa.
Yukino smise di massacrare i tasti, raccolse celermente le sue cose e, fatto un piccolo inchino, disse " Oh, non ne potevo più. La ringrazio infinitamente, mi ha fatto un favore enorme! A-mai-più-rivederci!" e se ne andò, salutando con un sorriso a 390 denti.
Non c'è bisogno di dire come rimasero gli altri dipendenti e il suo ex-capo.


Sbuffò per l'ennesima volta, mentre, a fatica, trascinava la sua bici su per la salita di quella stramaledetta via che si vedeva costretta a percorrere ogni giorno, visto che era la strada di casa sua.
" Maledizione a me e a quando l'ho presa in affitto!" sbraitava ogni volta, che ci fosse il sole o la pioggia, che fosse giorno o notte.
L' unico problema era rappresentato dal fatto che, presa dalle sue invettive contro la bici, la casa, la strada, il tramonto e chissà cos'altro, non si accorse dell'auto che le veniva di fronte.
SKREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEK
L'ultima cosa che vide furono due fari vicini, troppo vicini..



" Secondo te è viva, Jaken-san?"
" Ma cosa vuoi che ne sappia e cosa vuoi che me ne importi?"
Voci. Una infantile e un po' squillante, una gracchiante e decisamente antipatica. Ma non furono le uniche cose che la ridestarono da quel torpore: sentiva la testa scoppiarle, le facevano male le gambe, le braccia, qualsiasi cosa potesse far male.
Si sforzò di aprire un occhio, ma ciò che vide la convinse a richiuderlo. Cosa diavolo era quella massa verdognola con gli occhi gialli a palla????
" Ha aperto gli occhi!" strillò felice la bambina, battendo le mani.
" Tzè, inutile perdita di tempo." disse invece la cosa verde, voltando la faccia (?) dalla parte opposta.
" Mh.." mugugnò Yukino, cercando di sedersi. Non ricordava nè come, nè quando si fosse sdraiata su un prato.
" State bene signorina?" chiese la bambina, leggermente preoccupata dal viso pallido della ragazza.
" Stavo meglio prima. Ma mi è passato addosso uno schiacciasassi?" chiese, tastandosi i muscoli delle braccia.
" Non so cosa sia uno scacciasi, ma vi ho vista cadere dal cielo."
Yukino spalancò gli occhi, guardandola allibita. " Dal cielo?"
" Mh. Cadevate dal cielo e poi siete atterrata su quell'albero e poi qui per terra." spiegò la bimba, guardandola incuriosita.
" E questo quando?"
" Oh, due giorni fa."
" Ah." fu la risposta asciutta di Yukino. In realtà non sapeva cosa pensare.
Rin guardava quella strana ragazza con lo stesso sguardo con cui si guarda un qualcosa di nuovo: quella curiosità mordente che ti spinge a fare domande su domande finchè non ti sei saziato. Indossava vesti strane, aveva delle strane cose in una piega del vestito. Sopratutto le faceva pena quello sguardo spaesato e l'espressione di confusione e dolore sul suo volto ogni volta che si voltava per guardarsi intorno.
Yukino, dall'altra parte la pensava esattamente come Rin; si guardava intorno maledicendo ogni muscolo che le faceva arrivare fitte fino al cervello, e poi posava lo sguardo su quella bambina dal sorriso tenerissimo e su quella specie di orco uscito male che si ostinava a non degnarla di un singolo sguardo.
Sospirò piano, visto il dolore allo sterno e azzardò una domanda " Dove siamo?"
" Non lo sappiamo. Ci siamo persi." ammise con una candido sorriso Rin.
Yukino ebbe la decenza di non cadere a faccia in giù." Ok, e dimmi, come ti chiami?" chiese allora, dicendosi che era meglio partire dalle basi.
" Rin!" rispose entusiasta, battendo le mani." Voi?"
" RIN!" gracchiò la cosa verde " Quante volte ti devo dire di non dare confidenza agli estranei?"
Yukino si disse che su questo punto aveva ragione, ma decise di intervenire a favore della bimba, decisamente contrariata." Suvvia, signora cosa-verde, non ho cattive intenzioni."
Non fu la frase più felice di questo mondo, evidentemente. La cosa verde, da verde diventò rossa, cominciando a fumare dal naso (?). " COME TI PERMETTI INSULSA UMANA! IO SONO UN DIGNITOSISSIMO DEMONE E DEVI PORTARMI RISPETTO!!!"
Yukino piegò la testa perplessa.- Demone?- si chiese, portandosi un indice sbucciato sul labbro. Non arrivò a concludere nulla, ma decise che era meglio assecondare quella cosa. " Oh, ma ceeeeeeeeeerto. Scusami, non ti avevo visto bene." disse con la voce più falsamente pentita che potesse tirar fuori dalla gola coperta di taglietti.
" Tsk." fu l'ultimo commento della cosa-verde/demone(?).
" Dai, Jaken-san, non essere antipatico. Non vedi che la signorina sta male?" lo rimproverò Rin, gonfiando le guance.
Yukino non badò al battibecco che ne seguì, ma, alzatasi cautamente, cominciò a guardarsi intorno, cercando di capire dove diamine era finita. Le uniche cose che però poteva vedere erano taaaaaaaaaaaanti alberi verdi ( che la mandarono letteralmente in tilt, presa com'era dal toccarne con adorazione tutte le cortecce) e quei caldi raggi di sole che si intravedevano tra le fronde alte. Dedusse che potrevano essere, più o meno, le 15, ma non sapeva di quale giorno.
" Scusate" si decise ad interromperli " Sapete da che parte è Tokyo?"
I due la guardarono scettici. "Tokyo? Cos'è?"
E, in effetti, ora che ci pensava, era anche normale che due che vestivano in quel modo non sapessero da che parte fosse/cosa fosse, sopratutto la cosa verde, che Rin aveva chiamato Jaken.
" Ooooook, non importa. Grazie del vostro aiuto, adesso vado, eh! A presto!" e si allontanò barcollando.
Sentiva Rin chiederle di restare e Jaken incitarla ad andarsene presto, aumentando la sua voglia di predenderlo a calci passo dopo passo: tutto sommato, era della grandezza di un nano da giardino.
Continuò a camminare fino al tramonto, non capendo dove accidenti stava andando, nè dove fosse, nè perchè tutto ciò era accaduto. Più cercava di capire la dinamica dei fatti più tutto le sembrava confuso, ma forse era tutto dovuto alla mancanza degli occhiali che non le permettevano una vista ottimale.
Forse fu proprio per questo, o per il fatto che stesse guardando in alto, che non vide la grossa radice sporgente e, ovviamente, inciampò, sbattendo il viso.
" Ahiooooooooo!" si lamentò, toccandosi il naso.
- Possibile che siano tutte così le mie giornate?- pensò sconsolata, alzandosi a fatica.
Sbuffò ancora, continuando per il sentiero, finchè, e non ne era molto sicura per via della mancanza degli occhiali, non vide una massa bianca che si avvicinava dalla parte opposta.
- Cosa sarà?- si chiese, continuando ad avanzare. Man mano che si faceva più vicina poteva vedere il volto di un essere umano.- Forse lei saprà la strada!- e si avvicinò convinta a quella che gli sembrava la figura di una donna, molto alta, ma una donna.
" Scusi signorina!" cominciò a chiamarla da lontano, temendo che si allontanasse " Saprebbe dirmi dove mi trovo?" concluse a pochi passi dalla figura.
L'unica cosa che ricevette in risposta fu un'occhiataccia raggelante e solo allora ne capì il motivo. Era un UOMO.
" Scusiscusiscusiscusi" si affrettò a dire" è che da lontano senza occhiali.." farfugliò, arrossendo leggermente.
L' uomo la ignorò, continuando a camminare.
" Potrebbe almeno degnarsi di rispondermi! Le ho chiesto scusa!" si lamentò, andandogli dietro.
Nulla. Nessuna reazione.
" Senta se mi dice dove devo andare non la infastidirò più." lo supplicò, guardandolo di sbiego.- Che tizio strano! Ha i capelli più lunghi dei miei e così giovane li ha già tutti bianchi. Bah..-
Nulla, silenzio.
Yukino perse la pazienza e, preso un lembo della manica, lo strattonò forte." SENTI TU! SONO STANCA, FERITA, SPORCA E DITRUTTA! NON SO DOVE CAVOLO SONO FINITA, VOGLIO TORNARE A CASA MIA E DIMENTICARE QUESTA STORIA! DIMMI DOVE DEVO ANDARE E FACCIAMOLA FINITA!"
L' uomo perse definitivamente la pazienza, si liberò della stretta con forza, tanto che la ragazza cadde a terra e la colpì con un calcio alla pancia, lasciandola lì, a terra, piegata su di sè a tossire.
Poi si voltò, deciso a proseguire. O almeno pensava. Gli arrivò in piena nuca un piccolo sasso, che cadde poco distante dai suoi piedi.
Si fermò, indeciso tra lo sfoderare la spada e decapitarla sul posto o ignorarla e proseguire.
" Non mi sembrava di..Coff-coff, aver chiesto tutto l'oro di questo mondo. Coff-coff, voglio solo..Solo tornare a casa e leccarmi le ferite da sola, come sempre." disse a fatica, sedendosi con le mani sulla pancia. " Non vedo il motivo di tanta violenza."
Si decise a voltarsi e a guardarla per bene, per la prima volta. Era umana, e già questo la rendeva detestabile; aveva i capelli lunghi castani, per metà legati, sporchi di sangue e dal forte odore di erba, gli occhi verdi, umidi intrisi di una qualche emozione a lui sconosciuta, e il resto del corpo completamente ricoperto di tagli.
" Non mi scocciare." si limitò a dire.
Yukino rimase interdetta. Cioè, prima le fa la lastra per mezz'ora poi le dice di non scocciarlo?? " Ehi, non so chi ti credi di essere, ma qualsiasi essere umano si comporterebbe meglio di te al vedere una ragazza ridotta in questo stato!!" sbraitò, ignorando il dolore alla pancia, indicandosi platealmente e lanciando saette dagli occhi.
Un ghigno incrinò il viso marmoreo del suo interlocutore. " Un essere umano, appunto. Io sono un demone."
-Oh, cavolo.-




Ok, non so cosa dire. Forse solo che mi è venuta l'ispirazione e l'ho scritta di getto, senza pensarci troppo su ( senza contare che il mio sottofondo musicale erano i 30 Seconds To Mars e i Rasmus..^^")
Beh, leggete e ditemi che ne pensate se vi va.
P.s. per tutti quelli che seguono Join Me In Death, non uccidetemi, ho intenzione di riprenderla, sconvolgerla un po' e finirla. Perdonoooooo!!!
Baci, Caporalez!
  
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