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Autore: Kary91    01/07/2016    4 recensioni
[Flash Fiction | Alec/Magnus | Missing Moment di "City of Ashes" | Fluff, Slice of life]
Le prime volte Alec si era sentito avvampare per via della naturalezza con cui Magnus gli si strusciava addosso, più simile a un Church in vena di coccole che non a uno stregone centenario.
Di certo non si sarebbe stupito se avesse incominciato a fare le fusa.
“Sembri il Presidente Miao” non si trattenne più dal dire a un certo punto; Magnus aveva alzato la testa per baciarlo e adesso lo stava fissando con malizia, le labbra vicine alle sue.
“In realtà è il Presidente ad aver preso da me” rivelò, gli occhi a fessura improvvisamente luminosi, come se volessero sottolineare la loro natura felina. “Viviamo insieme da tanto tempo; però non gli ho insegnato io a essere così melodrammatico.”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Twice I have lived forever in a smile;'
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Questa flash fiction partecipata alla Corsa delle 48 ore, indetto dal forum “Torre di Carta.” Il prompt è la poesia di Baudelaire citata qui sotto. La flash è ambientata durante il primo periodo di frequentazione fra Magnus e Alec – fra Città di Ossa e Città di Cenere, più o meno.

 

Like Cat... Like Owner;

 

 

“Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
trattieni le unghie della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi striati
di metallo e d'agata”

Il Gatto; Charles Baudelaire

 

La pelle di Magnus era calda e invitante, al contatto con la sua.

Alec non riusciva a smettere di accarezzarlo, di far scorrere le dita lungo la sua schiena, gli occhi socchiusi e un sorriso appena abbozzato.

Magnus di certo non gli rendeva le cose più semplici: gli si era acciambellato addosso come un gatto, il volto premuto contro il suo petto e le mani che lo sfioravano piano, con il tocco morbido dei felini.

Di tanto in tanto si muoveva su di lui, alla ricerca di un contatto più prolungato.

Le prime volte Alec si era sentito avvampare per via della naturalezza con cui Magnus gli si strusciava addosso, più simile a un Church in vena di coccole che non a uno stregone centenario.

Di certo non si sarebbe stupito se avesse incominciato a fare le fusa.

“Sembri il Presidente Miao” non si trattenne più dal dire a un certo punto; Magnus aveva alzato la testa per baciarlo e adesso lo stava fissando con malizia, le labbra vicine alle sue.

“In realtà è il Presidente ad aver preso da me” rivelò, gli occhi a fessura improvvisamente luminosi, come se volessero sottolineare la loro natura felina. “Viviamo insieme da tanto tempo; però non gli ho insegnato io a essere così melodrammatico.”

“Il Presidente non è melodramma-…” tentò di difenderlo Alec, ma Magnus lo interruppe premendo le labbra contro le sue.

“Non lo è con te, perché lo riempi di attenzioni. Ma quando si sente trascurato improvvisa certi concerti di miagolii svenevoli che…” sospirò, lasciando in sospeso la frase.

Alec sorrise.

“Cercherò di coccolarlo spesso, allora” decise, tornando ad accarezzare Magnus. Le sue dita sfilarono fra i suoi capelli con fare distratto, soffermandosi sulla nuca.

Lo stregone gli diede un colpetto sul fianco.

“Ma così fai il suo gioco…” si lamentò Magnus, dandogli un colpetto sul fianco.

Tuttavia, quando si sollevò per avvicinare nuovamente i loro volti, iun guizzo malizioso s’impigliò nel suo sguardo.

“… Quindi, se mi mettessi a miagolare, mi concederesti più attenzioni?” lo stuzzicò, giocherellando con la parte superiore dei suoi jeans.

Alec arrossì, il corpo improvvisamente in tensione.

“L’i-l’importante è che non tiri fuori gli artigli” balbettò, le dita aggrappate a un lembo del lenzuolo.

L’espressione di Magnus si addolcì.

“Niente artigli…” lo rassicurò prima di tornare a baciarlo. Le mani salirono ad accarezzargli il petto, e il ragazzo sembrò rilassarsi a quel tocco più familiare. “… Ma potrei soffiare. Sai, se qualcuno incominciasse a gironzolarti attorno…”

Anche Alec sorrise.

“Non c’è pericolo” lo rassicurò, con una schiettezza che intenerì Magnus. Sollevò la testa per ricambiare il bacio prima di tornare a chiudere gli occhi, il capo abbandonato sul cuscino e Magnus accoccolato su di lui.

Il suo cuore pulsava rapido, impacciato per via della novità di quei tocchi, di quelle attenzioni. Era un cuore timido e inesperto, spaventato all’idea di graffiarsi.

Ma Magnus non aveva artigli, né intendeva ferirlo. Si limitò ad affondare il volto nell’incavo del suo collo, la mano appoggiata sul suo petto a contenere i battiti di quel cuore innamorato.

“Miao?” gli sussurrò all’orecchio dopo un paio di minuti, facendolo ridere.

“Miao” farfugliò in risposta Alec, le guance arrossate per l’imbarazzo.

Nessuno dei due ebbe bisogno di una traduzione.

 

 

 

 

   
 
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