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Autore: AwkwardArtist    01/07/2016    0 recensioni
Attenzione! contiene spoiler e speculazioni sulla quarta stagione di Orphan Black.
Canon ma non troppo.
La storia si vive dal punto di vista di Rachel e va idealmente a completare la parte "Stanotte e per il resto della mia vita".
I titoli dei capitoli e dell'intero lavoro sono presi in prestito da canzoni.
Genere: Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Rachel Duncan, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Heal

 

E' quando io e Charlotte arriviamo alla fine della nostra lettura che lo trovo.
Un messaggio di Ethan Duncan per me. Si scusa di avermi abbandonata.
Si scusa di non avere protetto Susan da interessi più grandi di loro, che li hanno divisi.
C'è una filastrocca che aveva inventato per me da bambina. La mia preferita.
Mi rendo conto ora che contiene le origini della nostra natura.
L'inizio di tutto. La chiave di lettura della creazione dei soggetti Leda.

Durante lo studio di questo libro ho trovato pochi indizi sul progetto Castore.
Quei pochi non li terrò nascosti a Susan.
Li avrà quando avrò messo al sicuro Charlotte e quel che resta del Progetto.

So che rischio moltissimo affidando queste informazione alle mie sorelle.
Ma so che nessuna di loro è spinta dall'ambizione come invece è stato per me.
Se hanno davvero imparato qualcosa da tutto questo disastro, sapranno come usare questo tesoro.
Se Marion Bowles avrà imparato qualcosa non forzerà loro la mano per ottenere altri cloni.

Mi rendo conto che non posso controllare tutto e nemmeno cercare di prevedere un possibile epilogo.
Quello che posso fare è compiere delle scelte e sapere che sono quelle giuste per me.

Rientro in camera asciugandomi i capelli con un telo, non importa se non avranno una piega perfetta.
Trovo la mia assistente che mi aspetta. Impettita e pronta per l'incarico.
"Signorina Jenkins. Pensavo che per oggi potremmo lasciare in pace la dottoressa Cormier.
Che ne dice?"

Lei è stupita di sentirsi chiedere un parere e annuisce vigorosamente, muovendo i lunghi capelli neri.
Sorrido e sto per congedarla quando lei arrossendo mormora...

"Boomer."
"Come, scusi?" le chiedo avvicinandomi lentamente con la stampella.
"Tutti mi chiamano Boomer."
Non so perché ma questa donna gigante mi ispira simpatia.
"Boomer, curioso." dico invitandola a sedersi.
"E' un soprannome che mi ha dato un'amica, in carcere."
Risponde, accettando la tazza di caffè che le porgo.
In carcere, ecco dove mia madre si procura persone del cui silenzio può andare sicura.
Dividiamo la colazione e Boomer mi racconta alcune storie spassose avvenute in prigione.
A dimostrazione che l'essere umano si adatta a tutto e riesce a sopravvivere, nella maggioranza dei casi.
"Hai un accento strano." le dico infine.
"Vengo da Melbourne," risponde con una brioche in bocca.
Australia! Non saremo mica state portate nella terra dei canguri.
Boomer ride del mio dubbio.
"No, siamo in territorio canadese.
Più precisamente nello Yukon, in una zona di confine con la Columbia Britannica.
Siamo posizionati qualche chilometro dentro una foresta." gesticola, spargendo briciole ovunque.

"Oh..." per un attimo sono sollevata, poi mi viene da pensare che non è così tanto positivo.
"Farà freddo fuori, eh?"
Chiedo e vedo che in qualche modo lei capisce.
"Eh sì, bisognerà coprirsi molto per uscire."
Mi dice e la sua mano grande si chiude goffa sulla mia.
"Potrei vedere di trovare qualcosa di adatto nei magazzini."
Suggerisce e distoglie lo sguardo.
Io vorrei quasi buttarle le braccia al collo. Diamine se sono cambiata.
"Sì, grazie." mormoro mentre orgogliosa di questa nuova e inaspettata amica,
la guardo finire con metodo la colazione.

 


 

Mostro a Delphine i risultati delle analisi di Charlotte.
Sono messi per progressione temporale.
Da quelli infausti stiamo arrivando ad una lenta remissione.

"E' incredibile." dice lei e ricontrolla per l'ennesima volta i dati.
Forse ci avevo visto giusto.
In Charlotte c'è qualcosa di diverso rispetto a tutte noi.
La possibilità di guarire.
Molto probabilmente anche la possibilità di guarire le sue sorelle.

Allungo la stampella e la piazzo sui fogli che Delphine sta ancora leggendo.
Lei alza la testa e mi guarda interrogativamente.

"E' chiaro che se la lascio a voi non è per farle fare la cavia da laboratorio,
è proprio per evitare che succeda." Le dico e la fisso,
in maniera che capisca esattamente cosa sto dicendo.
Mi guarda per qualche secondo e annuisce.
"Voglio solo curare Cosima... e le sue sorelle."

Ritiro l'asta di metallo.

"Voglio sperare che sia vero, Cormier.
Perchè se mi fai pentire di questa decisione stai sicura che verrò a farti la pelle personalmente.
A te e a quella banda di inutili cellule clonate che tanto apprezzi."

Non sono proprio nella posizione per fare simili minacce,
ma lei sembra non accorgersene e annuisce di nuovo.
Forse pensa che potrei costituire di nuovo una minaccia un giorno.
Lasciamoglielo pensare.

Charlotte entra di corsa, seguita da Boomer e mi butta le braccia al collo.
Ecco rovinata la fama di terrore in due secondi.
Da sopra la sua spalla guardo Delphine e vedo che anche lei mi sta guardando.
L'espressione è indecifrabile.

"Ti sei divertita fuori?" chiedo alla ragazzina e lei ride facendo sorridere anche me.

Sia lei che la mia nuova assistente tuttofare hanno le guance arrossate.
"Fa ancora molto freddo fuori?" chiedo preoccupata a Boomer.
Lei alza le spalle in un gesto che le è tipico.
"Di giorno è accettabile." risponde.
"E' possibile attraversare la foresta durante le ore diurne?
Quanto ci vuole per raggiungere la prima strada trafficata?"

"Immagino qualche ora." dice ancora la mia assistente
"Poi dipende dalla resistenza fisica." chiosa lanciando un'occhiata perplessa alla malconcia scienziata.

"Eh lo so, ti sembra una giraffa azzoppata... ma non ti fare ingannare,
è una giraffa azzoppata."

Le dico con tono cospiratorio.
Boomer non resiste e scoppia a ridere, muovendo le spalle mentre cerca di soffocare l'ilarità dietro le mani chiuse.

Delphine mi lancia un'occhiata irritata.
"Non ce la fai a smettere di prendermi in giro, eh?"
Guardo Boomer che ha gli occhi lucidi e rispondo "No!" provocando di nuovo le risa della bruna.
"Ah, Cormier, tu hai una fortuna sola. Che siamo state in due collegi ben distanti.
Non ti avrei fatto fare vita. Avrei adorato bullizzare una tenera cucciolona come te."

"Va te faire foutre, Rachel" mi invita lei.
"Toi aussi, ma belle" rispondo,
mentre Boomer mi guarda con un grosso punto interrogativo sulla testa.

Alzo le spalle come a dirle che è uno scambio che non merita traduzione.
"Non si dicono parolacce." ci riprende Charlotte dal suo angolo della stanza
dove apparentemente invece di leggere, ci stava ancora ascoltando.

Delphine arrossisce, è proprio una bambocciona.
Io invece fatico a tornare seria dopo essere stata cazziata dal mio identico, formato tascabile.

Il pensiero di quanto abbiamo da pianificare tuttavia mi restituisce la sobrietà d'animo necessaria.
"Dicevamo... anche se la giraffa è azzoppata non importa. Boomer, tu andrai con loro."
Due paia di occhi mi fissano sorpresi. In quelli della mia assistente leggo anche esitazione.
"Ma... no. Io lavoro per lei." mi dice e la vedo quasi richiudersi a riccio.
"Questo è il lavoro più grande che puoi fare per me" le dico e lei abbassa la testa, intristita.
Capisco che per funzionare bene, lei ha bisogno di un riferimento, di un capo.
"Non te l'ho mai chiesto. Come mai ti chiamavano 'Boomer' in prigione?"
La bruna bambina-adulta mi guarda imbronciata e mi dice
"Perchè tornavo sempre indietro, come un boomerang."

Sorrido perchè è impossibile che questo essere umano non provochi tenerezza,
anche in un essere come me che ne era privo fino a poco tempo fa.

"Questa volta non tornare indietro. Non ne vale la pena."
Lancio un'occhiata a Delphine Cormier perchè capisca
che anche quanto sto per dire non è in discussione.

"Ne vedrai di meraviglie, Boomer e non crederai ai tuoi occhi ma ricorda..."
Indico la mia faccia "L'originale sono io. Il resto è una copia sbiadita."
Boomer non capisce e per un attimo rimpiango il fatto che non sarò con lei quando scoprirà quante siamo.
Immagino l'espressione che farà. Penso che potrebbe trovarsi davvero bene con Helena.

Mia madre e Ira torneranno presto e io non voglio che trovino ancora quì Charlotte.
Le cose stanno precipitando velocemente ed è ora di passare all'azione.

   
 
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