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Autore: Crepuscolare    02/07/2016    1 recensioni
"Accanto al suo corpo esploravo il mio, calato nell'interno, sbatacchiato come il secchio nel pozzo."
-Erri De Luca
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Satia. 
Satia dei miei tempi passati, Satia delle mie lunghe attese e degli eterni inverni. 
Satia dell'aria che entrambi, inconsapevoli respiriamo.
Satia degli interminabili minuti che sono diventati giorni. 
Poi anni, secoli. 
Satia delle mie carezze a tarda notte e delle carezze nel primo pomeriggio.
Satia della primavera, della metamorfosi che avviene quando il freddo diventa più mite e il caldo più turgido. 
Satia dei miei anni più giovani, dell'anima che non sento più.
Non ricordo le mie gesta, le motivazioni.
Ma ricordo il tuo nome. 
Satia dei miei ricordi, chi sei?
Quale natura atmosferica si nasconde in te? 
Quale passato ti accomuna a me?
Satia.
Satia, perché i miei passi conducono ai tuoi? 
Quale potere sei? 
Quale inquietudine nasconde il tuo nome?
Satia che significa Verità ma che, ancora, non riesco a trovare.

Satia dei miei sogni inquieti e silenziosi, 
Satia dei tuoi capelli tentacolari che avvolgono il mio corpo, le mie membra. 
Che ragion d'esistere hai?

Satia di un volto che non ricordo più, Satia di parole che si fermano dritte in gola. 
Satia di un mistero che alberga su noi, Satia di una vergogna che non riesco a provare. 
Satia dei secoli passati a contemplare il mio cielo, a contemplare le ali inquiete dei miei fratelli. 
Satia dei lunghi Sabbat intorno al focolare, Satia che era vestita di oro e che scalza danzava per me, forse.
Satia che sapeva di pesca, Satia di cui le labbra non conosco ma che, della pesca, forse, ne avevano il sapore.
Satia di notti invane a respirare odori sconosciuti e famigliari.

Satia del mio cuore ibernato, che non sa provare pena, dolore, amore.
Satia di un albero di noce dimenticato, Satia dei miei respiri affannosi, 
delle pagine di diario, delle parole mai dette, dei lunghi addii.
Satia dei giorni da angelo, dei giorni da demonio, dei giorni in cui ero schivo e silenzioso 
senza mai ricordare perché. Satia quando mi viene tra le costole questo nome.

Satia del pallore della mia pelle riflessa sulla sua, Satia di un sesso mai davvero consumato, 
Satia che "le sue cosce color madreperla furono forse un seme non colto."
Satia di una 
verità mai svelata e mai celata. 
Satia che da qualche parte mi cerca e si accarezza per me.
Satia che mi ricorda che li sbagli si pagano, Satia che non so chi sia e che non so amare da uomo. 
Satia che mi rende demonio e poi angelo e poi, forse, di nuovo demonio. 
Satia che fa paura ai miei stessi desideri, alle mie parole e alle cose che un tempo di Satia ho scritto ma che ora non ricordo più.
Satia che cerco negli angoli buii delle strade, in fondo ai cassetti ma che non riesco a trovare.

Satia di una passione mai sopita, mai libera. 
Satia che di notte, di sera, di mattina mi fa far l'amore con me stesso. 
Satia che anche se non ricordo gli occhi, il viso, le mani sa farmi essere umano, 
sa darmi origine, farmi pensare due volte.
Satia che mi ricorda che un cuore, sotto il petto, ancora forse c'è l'ho, che batte più lento ma 
che da quei minuti, che son poi diventati giorni e poi anni e poi secoli, ha battuto sempre per lei. 

Satia di un sentimento forse inespresso e di un respiro caldo sulle guance fredde. 
Satia dei miei giorni folli, Satia del mio mondo visionario. Satia che tra quei fanghi di corpi reali  non riesco a scorgere.

  
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