< < Rae, tutto bene? Non sei uscita oggi dalla tua stanza, neanche per mangiare. Ti senti male ? > >
Dopo più di 12 ore in cui di Raven non c'era stata traccia Robin aveva deciso che sarebbe andato a cercarla. Gli altri non sembravano preoccupati, come se fosse una cosa normale , e Dio, no, non lo era. Neanche per una persona come Raven. Lui era il leader, doveva assicurarsi che tutto andasse sempre bene.
Silenzio.
< < Raven, ti prego. Non ti disturberà nessuno. Ma confermami che stai bene almeno > >
Aspettò qualche secondo.
Niente.
< < Raven. Non farmi utilizzare l'autorità che possiedo. Dimmi solo che va tutto bene e non ti disturberò piu > >
Nessun suono.
Robin perse la pazienza.
< < Sai cosa mi da sui nervi? Che non puoi neanche dare una cavolo di risposta quando qualcuno si preoccupa per te. Quanto fredda ed insensibile sei? Ti costa così tanto aprirti una sacrosanta volta? E così difficile per te accettare un po' di affezione? Dico almeno accettare se ricambiare ti supera proprio. Perché ogni volta che ho l'impressione che ci avviciniamo tu fai sempre qualcosa per farmi fottere la pazienza e allontanarmi? Che diamine ! Sto solo cercando di aiutarti e di volerti bene. Perché non ci lasci conoscerti? Perché ti nascondi così? > > Respirò, calmandosi leggermente. Aspettò per qualche secondo ancora davanti alla porta sperando che il suo discorso l'abbia determinata ad aprire.
Ancora niente.
Robin tirò un pugno alla porta per la frustrazione.
< < Cazzo. Va benissimo. Non disturbarti di dire un misero "si" . Tanto non so neanche perché mi sto preoccupando. A te non importa. Va bene. > > rimase lì per ancora qualche secondo, nella speranza che alla fine avrebbe aperto.
Rinunciò
< < Noi usciamo , magari andiamo al cinema. C'è della zuppa in frigo , se non ti piace ordina un pizza.Io me ne vado. Se hai bisogno di me , di noi , sai dove trovarci. > >
Dall'altra parte della porta Raven aveva ascoltato la crisi furiosa di Robin senza emettere un suono. La stanza era un totale disastro. I libri sparpagliati dappertutto, pagine rotte e piegate svolazzavano qua e là, le coperte che prima stavano sul letto erano ora ingrovigliate per terra accanto alla finestra, i cristalli della sua collezione si erano frantumati in mille pezzi insieme a tutto quello che teneva sulla scrivania.
Raven giaceva nell'angolo più buio della stanza, seduta con le gambe strette al petto. I suoi occhi erano ancora visibilmente rossi, le sue mani tremolanti e il suo viso spento e stanco.
< < Oh Robin. . . Se solo sapessi. . . > >