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Autore: xSabryx    03/07/2016    4 recensioni
'Siamo solo amici.' ripeteva la mia testa. E intanto il mio cuore tremava come il terreno durante un terremoto.
'Siamo solo amici.' mi dicevo. Ma ogni bacio era una coltellata di piacere che non riuscivo a disprezzare.
'Siamo solo amici.' sussurrava il mio cervello. 'Lui non ti piace, meriti di meglio.' Meritavo di meglio, forse sì. Ma in quel momento non riuscivo ad immaginare nulla di migliore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 2

‘Se ho fatto una sola cosa buona nella mia vita,
me ne pento dal profondo del mio cuore.’

~ William Shakespeare
 
 
“Si sta svegliando.”
“Dai Sel, svegliati.”
Delle voci confuse ronzavano nella mia testa. Una o forse più voci ma non ne ero sicura. Aprii leggermente gli occhi, scorgendo un’intensa luce. Tuttavia non riuscivo ancora a realizzare nulla.
“Cosa..” prima che potessi dire alcunché sentii un peso schiacciarmi. Era Marika che mi abbracciava, e la distinsi per i suoi capelli tinti di color prugna. Come adorava quel colore.
“Selene Carbone, mi hai fatto venire un colpo!” dopo che lei si fu staccata da me realizzai di essere nel suo letto, nella sua cameretta. E di avere addosso i vestiti della sera precedente.
“Ma cosa è successo?” Ancora non riuscivo a focalizzare bene tutto. Dopotutto mi ero appena svegliata, e soprattutto dopo una festa. Una lampadina si accese: la festa.
“Diciamo che al terzo cocktail non hai retto e sei svenuta... Ho dovuto chiamare tua mamma e convincerla a farti dormire qui per evitare che si arrabbiasse con te.” Mi spiegò la mia amica.
“Ma tua madre mi avrà vista, e potrebbe raccontarle tutto. Ancora mi gira la testa, caspita.” Dissi massaggiandomi la parte dolorante.
“Tranquilla, mia madre è stata ad un veglione col compagno, è tornata più tardi di noi.” Disse scrollando le spalle.
“Perdonami, non avrei dovuto rovinare la serata. Lo dicevo che era meglio rimanere a casa.” Non credevo di voler ripetere l’esperienza in futuro.
“Ma no dai, è stata anche colpa mia che ti ho lasciato fare. Sapevo che eri alla tua prima bevuta e non avrei dovuto farti arrivare al terzo cocktail. Comunque vedi il lato positivo, hai conosciuto un ragazzo.” Quasi mi strozzai con la saliva quando disse quella cosa.
“Ma io non ricordo nessun ragazzo!” Volevo morire. Chi era costui?
“Purtroppo io non sono riuscita a vederlo in faccia, quindi non posso esserti d’aiuto, ma da lontano sembrava carino. Alto, magro… ” Mentre lei mi descriveva quel poco che riusciva a ricordare, io mi misi le mani sul volto. Sperai solo di non aver fatto nulla che da sobria avrei ritenuto sbagliato.
 
Marika mi raccontò meglio cosa era accaduto durante il resto della serata, della nostra fuga a casa sua e di come io fossi sprofondata nel sonno più profondo fino alle dodici di mattina. Cosa insolita per una mattiniera come me.
Decisi di cancellare quella serata, di cui cercai di evitare l’argomento con mia madre. Quando mi aveva chiesto com’era stata la festa, le avevo risposto con aria di sufficienza: ‘Bella’, i dettagli non erano disponibili neanche per me.
 
Finirono le vacanze e quel freddo venerdì 7 gennaio iniziai, come al solito, a camminare verso scuola. Il mio tragitto includeva un parco alberato, anche se la maggior parte degli alberi erano spogli, e una serie di palazzi di nuova costruzione. Mentre passavo proprio vicino a questi, vidi Paolo, sull’altro ciglio della strada, che aspettava Claudio, come tutte le mattine. Non ci salutavamo mai, era una persona insignificante per me. Forse la peggiore della mia classe. Con la sua aria di superiorità e il suo carismatico sorriso. Tutte sembravano morirgli dietro, ma a lui non erano mai interessate le storie serie. Povere illuse.
 
Fu così che mi ritrovai a fissarlo, e quando anche lui alzò la testa mi salutò con un cenno della mano. Io, del tutto sbalordita, ci misi qualche secondo prima di ricambiare il gesto. Intanto la mia mente si stava chiedendo cosa fosse cambiato: niente, per ciò che rammentavo. Addirittura l’ultima volta che ci eravamo visti, durante quella stupida festa, mi aveva umiliata e derisa (perché, ovvio, questo me lo ricordavo). Continuai a camminare, ascoltando Radioactive degli Imagine Dragons. Quella canzone mi dava una carica enorme, e ne avevo davvero bisogno per affrontare quella giornata.
 
Quando arrivai in classe, c’erano solo sette persone: come al solito io ero una delle prime. Poi c’erano i ritardatari per il traffico, che o provenivano da paesi o semplicemente partivano tardi da casa, e i ritardatari per scelta, che preferivano passare il minor tempo possibile a scuola. Credevo accadesse in tutte le classi comunque. Bianca e Alessandra, le due persone con cui sono sempre andata più d’accordo mi aspettavano in classe, curiose di sapere come avevo trascorso le vacanze. Bianca, la mia compagna di banco, mi raccontò di essere stata in Francia per dieci giorni presso sua zia che abitava lì da anni ormai; mentre Alessandra aveva trascorso le vacanze natalizie in famiglia. Quanto la invidiai. Io raccontai della mia terribile esperienza, omettendo qualche passaggio di cui andavo poco fiera. Ad esempio non raccontai del misterioso ragazzo conosciuto in quell’occasione, tanto sarebbe rimasto un’incognita per tutta la mia vita. C’erano così tante persone in quella sala che le possibilità erano troppe ed io non ricordavo nulla di lui.
Ben presto fummo tutti in classe, il professore mise due o tre ritardi ai soliti e poi iniziò la lezione di matematica. “Oggi parleremo di logaritmi, fate attenzione perché il compito che faremo a breve su quest'argomento sarà decisivo per il voto in pagella del primo quadrimestre.” Molti non gli diedero ascolto, in fondo a cosa serviva prendere un buon voto nel primo quadrimestre se poi nel secondo questo era azzerato? In realtà, a me importava. Ci tenevo a prendere bei voti e per fortuna c’era qualcun altro in classe che la pensava come me. Non ero una nerd, ma ci tenevo a fare il mio dovere.
La giornata procedette finché non arrivò la ricreazione. Eravamo un bel gruppo ammassato vicino la finestra, sotto la quale c’era il termosifone tanto reclamato a causa del freddo invernale. Tutti raccontavano delle loro vacanze con malinconia. Io ero invece contenta che fossero finite. Quella serata me le aveva rovinate.
“Ci siamo incontrati con Selene alla vigilia di Capodanno.” Disse Claudio, e sentii le mie guance arrossire. Diamine, perché ero così in imbarazzo? Okay, loro erano lì ma questo non significava necessariamente che mi avessero vista brilla.
“E’ stata una bella serata” mi limitai a dire, come se non fosse accaduto nulla di tanto straordinario.
“Una serata interessante direi.” Disse a quel punto Paolo, avvicinandosi al gruppo e fissandomi come mai aveva fatto. Ancora non mi era chiaro cosa gli fosse successo quel giorno.
“Non iniziamo con questa storia Paolo. Poi litighiamo e non mi va di fare una scenata.” In classe mia spesso capitava di assistere ai comici teatrini del gruppetto di galline. Io di certo non volevo essere una di loro.
“Dai che in fondo mi vuoi bene.” Ero sul serio senza parole.
“Non credo proprio, e penso di avertelo fatto capire anche quella sera.” Alle mie parole ci fu un ‘Uh’ generale di quegli stupidi di compagni che mi ritrovavo. Sospirai nella speranza che la campanella suonasse il prima possibile.
 
Ad ultima ora la mia testa cominciò a gridare aiuto. Era il primo giorno di scuola dopo le vacanze e già non ce la facevo più. La professoressa di latino entrò in classe, accompagnata dalla scia di quello che sembrava più un cattivo odore che un profumo. Dopo averci dato il buongiorno, posò la borsa e i libri sulla cattedra e tirò fuori un foglio che in controluce sembrava mostrare dei disegni. Eravamo tutti impegnati a fissarla nell’attesa che ci spiegasse le sue intenzioni. Poi iniziò a parlare.
 
“Ragazzi so che vi starete chiedendo cosa ho da dirvi. Prima delle vacanze si è riunito il consiglio di classe e abbiamo discusso un po’ dell’andamento generale." Una specie di ronzio cominciò a sentirsi in tutta l’aula. “Fate silenzio, non devo darvi una brutta notizia. O almeno, spero che non lo sia. Per evitare che in classe si crei il solito chiasso e per aiutare le persone con più difficoltà, abbiamo deciso di modificare i posti che occupate attualmente e sostituirli con una disposizione provvisoria. Sappiamo che siete grandi e vi abbiamo sempre dato la possibilità di scegliere, ma vorremmo provare a vedere se la situazione migliora cambiando la sistemazione dei banchi.” Alle parole della professoressa sorsero lamentele ovunque. La nostra classe non era molto unita, quindi cambiare posto poteva significare ritrovarsi accanto a qualcuno con cui non si andava d’accordo o peggio, vicino a qualcuno con cui non si parlava proprio. I professori forse non avevano tenuto in considerazione questo piccolo particolare.
La professoressa ci mostrò dunque il foglio che aveva in mano con i nostri nuovi posti. Ci avvicinammo alla cattedra per vedere dove e con chi eravamo capitati. Io che ero un po’ più bassa ero rimasta bloccata dietro a quelle ‘torri umane’ che erano i miei compagni, in un primo momento non riuscii a vedere nulla. Vidi Paolo allontanarsi con un sorriso soddisfatto e mi fece rabbia l’idea che a lui potesse essere andata bene. Finalmente arrivai ad ottenere un po’ di spazio per guardare il tanto cercato foglio. Mi fece piacere notare che ero ancora al quarto banco, almeno avrei potuto distrarmi come al solito senza essere ripresa. Ma sentii una fitta allo stomaco quando lessi il nome del mio nuovo compagno di banco: Paolo Cascina. Davanti a noi ci sarebbero stati Claudio e Bianca, e ringraziai il cielo che avrei potuto aver vicino almeno lei. Tornammo ai nostri posti, quelli che sarebbero rimasti tali solo per poco meno di un’ora ormai. Poi la lezione iniziò.
Guardai nella direzione di Paolo e anche lui mi stava guardando. Sbuffai, e lui per ripicca fece finta di mandarmi un bacio. Coglione.


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Hola!
Mi scuso tantissimo per il ritardo, vi prego di perdonare la mia disorganizzazione.
Vorrei ringraziare le persone che seguono la storia, coloro che l'hanno recensita e anche chi semplicemente la legge! Davvero siete tutti in my heart.

Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto, nonostante il suo tardo arrivo, e mi auguro di non aver deluso le vostre aspettative. Vi dico solo che.. siamo ancora all'inizio. Ma ora voglio sapere... cosa ne pensate di Paolo? Muoio dalla voglia di scoprire se la pensate come me su di lui.

Ma ci arriviamo a quattro recensioni? Prometto di pubblicare prima il prossimo capitolo.
Baci xx
Sabry
  
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