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Autore: Tony Stark    03/07/2016    2 recensioni
Quel giorno la sorte di un nuovo mondo era stata già scritta. Quel giorno in cui lui, Chris Redfield disse... Sì Capitano.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albert Wesker, Chris Redfield, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 9: 10 Ottobre 2009- L'alba di un nuovo mondo
 
3 Febbraio 2006 Ore: 20:03
 
Originariamente aveva pensato di fare in modo di stabilizare le condizioni di Christopher con l'aiuto di un equipe di medici, fornitigli dalla Tricell.
 
Per poi usare il T Virus, una piccola dose di T, per accelerare la rigenerazione dei tessuti una volta che avesse raggiunto una condizione stabile, in cui era certo che il suo corpo avrebbe accettato il T senza complicazioni.
 
Ma quando aveva sentito il respiro del suo pointman bloccarsi, quando aveva sentito il suo cuore rallentare a tal punto da aver quasi del tutto smesso di battere, aveva agito senza riflettere un secondo di più.
 
Si era avvicinato al suo pointman e gli aveva iniettato la dose di T direttamente nel cuore.
 
Avvertendo immediatamente un impercettibile aumento del suo battito cardiaco, il virus voleva vivere. Il virus avrebbe impedito al suo Christopher di morire, perché aveva bisogno di un ospite.
 
Poteva percepire il virus che viaggiava nel suo sangue, concentrandosi lungo le lesioni più estese, cominciando a riparare i tessuti.
 
 
Il respiro di Christopher era ancora flebile, ma non più interrotto. Il T Virus stava compiendo un lavoro esemplare e rapido. Senza però causare alcuna mutazione.
 
 
Quando il suo Christopher si sarebbe risvegliato, sarebbe già stato perfetto. Non più umano, non più fragile. 
 
 
 
 
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3 Febbraio 2007 Ore 3:33
 
 
Wesker non era umano, non era rallentato da alcuna limitazione umana. E in quel momento poco gli importava che l'impianto africano sarebbe dovuto essere disattivo perché il personale, umano, aveva bisogno di riposo.
 
L'unica cosa che era importante in quel momento era vedere, vedere se il suo esperimento, il suo opus magnus, fosse andato a buon fine.
 
 
L'ascensore circolare scese lungo le file di capsule contenenti le cavie per i suoi test, finora fallimentari, con il virus Uroboros.
 
Raggiunse la fila Δ, il computer della piattaforma-ascensore mostrava i dati dell'esperimento.
 
 
'Cavia Δ-1752
Uomo, Caucasico
Occhi: azzurri
Il soggetto si trova da tempo in uno stato di stasi artificialmente indotto. Tutti i segni vitali (battito cardiaco, respirazione, pressione sanguigna e temperatura) si collocano entro valori normali. 
E' stata osservata un'anomalia della pigmentazione: gli effetti sono limitati ai follicoli craniali.
Risulta inoltre evidente un lieve scolorimento (eziolamento) dell'epidermide.'
 
 
Il suo pointman, il suo Christopher... era giunto il momento che si risvegliasse dalla stasi e che tornasse ad assolvere il suo compito, che tornasse ad essere al suo fianco.
 
Perché lui era l'unica persona di cui si fidasse completamtente.
 
Perché lui era l'unica persona che considerasse suo pari.
 
 
Una volta che la stasi fu disattivata e l'apporto di sostanze sedative fu del tutto interrotto, il suo pointman si svegliò. Più in fretta di qualunque cavia, più in fretta di qualunque fragile essere umano.
 
 
Un sorrisetto compiaciuto curvò le sue labbra. 
 
 
Dopo un lungo anno, gli occhi del suo pointman si puntarono nuovamente nei suoi. 
 
 
<< Bentornato fra noi, Christopher >>
sibilò, un leggero cenno sarcastico nel suo tono, soprattutto a sottolineare quel "fra noi", perché solo e solo loro due erano esseri superiori rispetto agli altri.
 
La risposta del suo pointman fu un sorrisetto appena divertito, certo, aveva capito l'implicazione nel suo tono. Prima che uscisse dalla capsula, senza bisogno di alcun aiuto. 
 
Senza alcun problema di coordinazione, sebbene fosse stato in stasi fino a qualche attimo prima.
 
 
 
 
 
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12 Marzo 2008 Ore: 10:20 
 
 
Ricardo Irving era davvero fastidioso, la sua allegria stonata(insensata) lo infastidiva alcuanto.
 
Ma doveva scortarlo attraverso il territorio degl'indigeni, infettati poco tempo prima con le Plagas di tipo 2 e 3  che ancora non erano controllabili e non riconoscevano i loro alleati. 
 
Non come i mercenari che avevano trasformato in Majini. Loro erano molto più domestici, più controllabili.
 
<< Christopher, Christopher mi stai ascoltando? >>
La fastidiosa voce di Irving lo costrinse a concentrarsi di nuovo su di lui.
 
<< Tu cosa credi, Ricardo? Sono più concentrato sui possibili movimenti dei Majini che sulle tue parole >>
 
Irving non parve irritato dalla sua risposta, dal fatto che non lo avesse ascoltato minimamente per circa la metà del loro viaggio.
 
<< Sai, Christopher, tu e il gran capo dovreste rilassarvi un po'. Guardati un po' intorno Chris... siamo in Africa! E oltre al caldo soffocante c'è anche un paesaggio mozzafiato >>
Come a sottolineare le sue parole, Ricardo indicò l'ambiente circostante con un ampio movimento del braccio. La giacca bianca che pareva brillare sotto il sole cocente.
 
Chris lasciò solo per un istante che il suo sguardo vagasse nei dintorni, e doveva ammettere che per quanto essere in una strada così desolata nel bel mezzo del nulla, non fosse fantastico. Quello che li circondava era davvero mozzafiato, un paesaggio da cartolina, col sole che illuminava gli alti alberi d'acacia e le un'alta montagna, un vulcano, che s'intravedeva dalla distanza come l'ombra di un gigante che li sovrastava.
 
 
Poi sentì un fruscio fra le sterpaglie della savana
<< Kuueni!(Uccideteli!) >>
 
Ricardo si immobilizzò, mentre Chris scattava contro i due Majini che si erano lanciati all'attacco.
 
Il Redfield era diventato molto più veloce, molto più forte, e alle volte non riusciva a controllare bene questa sua nuova forza. Come in questo caso.
 
Voleva solo spingere indietro il Majini con un pugno a palmo aperto sul petto, non rompergli tutte le costole con un colpo facendolo stramazzare a terra, ad annegare nel suo stesso sangue.
 
"Non importa, tanto volevo ucciderli in ogni caso" si disse. Uccidendo l'altro dopo aver schivato il suo tentativo di afferrarlo. Si avvicinò al Majini che stava soffocando e senza una stilla di pietà nello sguardo, azzurro... nitido... predatorio, gli calò con violenza lo stivale contro la testa.
 
Un rumore umido risuonò nell'aria ora immobile, poi rivolse la sua attenzione al terzo Majini, l'agitatore degli altri due, raggiungendolo in uno scatto e spezzandogli l'osso del collo ancor prima che provasse a fare qualunque cosa.
 
Si voltò verso Ricardo che aveva ripreso a sorridere in quella maniera irritante.
 
<< Vedi, Ricardo? E' questo il motivo del perché non mi rilasso mai anche con questo paesaggio mozzafiato >>
Gli disse, Irving per tutta risposta ridacchiò fin troppo divertito. 
 
<< Riusciresti ad occupartene anche se fossi completamente distratto, Chris >> disse poi, prima che i due riprendessero la loro strada << E inoltre, sono assolutamente sicuro che per te e il gran capo sia totalmente impossibile distrarsi >>
 
 
Forse Ricardo Irving non era poi così fastidioso, era solo eccessivamente solare, rispetto a quello a cui era abituato.
 
 
 
 
 
 
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10 Ottobre 2009 Ore 10:00
 
 
Irving li aveva informati che la BSAA stava per raggiungere la KAZ(Kijuju Autonomous Zone). 
 
E seppure il Capitano voleva che il primo test del nuovo campione di Uroboros fosse in un ambiente prettamente controllato, decisero di fare in modo che Uroboros mostrasse il suo pieno potenziale, sperando che la cavia fosse compatibile col virus, in un vero combattimento.
 
 
Chris si avvicinò all'uomo, scelto come cavia, con la siringa contenente Uroboros. La dose esatta per il peso della cavia e glielo iniettò.
 
L'uomo spalancò gli occhi, artigliandosi la gola come se stesse soffocando e i suoi occhi si tinsero gradualmente di un nero uniforme.
 
"Peccato" pensò il Redfield "Il primo test è un fallimento"
 
Una serie di tentacoli vermiformi cominciarono a fuoriuscire dal corpo della cavia, lacerandone l'epidermide e divorando, consumando la sostanza organica di cui la cavia era composta. Per formare sempre più di quei tentacoli.
 
Chris si allontanò ben prima che la trasformazione fosse completa.
 
 
 
 
 
 
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La squadra alpha della BSAA capitanata da Dan DeChant incontrò l'Uroboros e nulla, nulla poterono gli agenti contro Uroboros, la sua forma più primordiale e incontrollata, affamata. 
 
 
 
 
 
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<< Christopher >>
La voce del Capitano Wesker lo risvegliò dal corso abbastanza soffocante dei suoi pensieri.
 
Excella li aveva lasciati qualche minuto prima dopo aver iniettato il PG 67 A/W al Capitano. 
 
Se era stato richiamato con tanta urgenza, era il momento della sua iniezione... Il Capitano aveva deciso, dopo il suo ritorno, che per assicurarsi l'assimilazione dell'Uroboros, per assicurarsi che lui divenisse perfetto senza rischiare inutilmente... "Perché io non sono sacrificabile", avrebbe ricevuto una regolare somministrazione del virus.
 
Le prime dosi corrispondevano a circa un terzo di quelle che riceveva adesso, la fiala della siringa brillava di un minaccioso rosso-aranciato ed era riempita quasi del tutto.
 
Questa era la prima dose intera che gli veniva iniettata.
 
 
 
 
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Wesker si fidava solo di sé stesso per le iniezioni del suo pointman. Dovevano essere precise, precise al millilitro... Non avrebbe permesso a nessuno di danneggiare il suo Christopher per un errore.
 
 
In quei tre anni, aveva aumentato leggermente la dose, un po' alla volta, in modo da permettere al suo organismo di adattarsi e al virus, di legarsi. 
 
Uroboros andava iniettato in base al peso della cavia, ma questo solo se si voleva un effetto immediato. Nel caso di Christopher aveva preferito essere cauto, lui gli era indispensabile, lui non era sacrificabile. Aveva fatto in modo che Uroboros si adattasse lentamente al suo pointman.
 
 
Sebbene fosse certo che il fatto che Christopher fosse sopravvissuto a così tante somministrazioni del virus, dimostrasse che era degno del suo nuovo mondo.
 
 
Il suo pointman era rimasto calmo quanto l'ago gli aveva attraversato la pelle ed era rimasto altrettanto calmo mentre Uroboros gli veniva iniettato.
 
Per qualche istante non era successo nulla, poi il respiro del suo Christopher si era fermato per poco meno di qualche istante, aveva spalancato gli occhi. Le pupille si erano dilatate al punto da inghiottire del tutto l'iride e Wesker notò una sottile ramificazione nera nella sclera. 
Il battito cardiaco era aumentato al punto di poter essere considerato quasi tachicardico. Il suo respiro si era fatto affrettato, spezzato.
 
E Wesker aveva cominciato a temere il peggio. Che fosse stato troppo frettoloso nell'aumentare tanto la dose consueta del virus? Se avesse sbagliato? 
 
 
Christopher scivolò in ginocchio di fronte a lui, il suo pointman non gli era mai sembrato tanto debole come adesso. 
 
<< C-Capitano ... >>
fu il suo lamento strascicato, disperato.
 
Wesker si preparò a puntargli la S&W 500 alla testa, ucciderlo prima che Uroboros lo trasformasse in un essere incontrollato seppur indubbiamente forte.
Sentendo un pizzico di delusione nel vedere il suo pointman arrendersi a qualcosa che lui stesso aveva aiutato a creare.
E, proprio mentre sfoderava l'arma, il nero si ritirò dalla sclera, la pupilla si contrasse riprendendo una dimensione normale, il suo battito rallentò fino a tornare pressappoco normale  e anche il suo respiro si calmò. 
 
Uroboros l'aveva accettato, Uroboros l'aveva considerato degno. Degno di essere parte del suo nuovo mondo.
 
Christopher era ancora immobile in ginocchio con lo sguardo fisso sul pavimento, ancora sconvolto da quello che gli era successo... 
 
Wesker non avrebbe mai saputo cosa il suo pointman aveva provato, in quel momento in cui Uroboros sembrava prossimo a rifiutarlo, prossimo a consumare anche lui, uno dei suoi creatori.
 
 
<< Christopher, guardami >>
 
 
Aveva bisogno di vedere come fossero i suoi occhi, di vedere com fossero stati cambiati da Uroboros, se erano stati cambiati. Lui era il primo, il primo che il virus aveva accettato.
 
 
Il suo pointman alzò lentamente lo sguardo fino a fissarlo nel suo. E Wesker rimase qualche istante ad ammirare quegli occhi, non erano cambiati del tutto, no, erano ancora azzurri ma delle screziature cremisi decoravano l'iride  e un anello dorato circondava la pupilla solo leggermente allungata.
 
 
<< Sei perfetto, adesso, mio fedele pointman >>
fu il suo sibilo serpentino, una frase appena sussurrata che forse il nexus-deus neanche voleva pronunciare davvero. 
 
 
 
Chris si rimise in piedi, senza difficoltà ora che sentiva che le sue condizioni erano stabili, Uroboros non strisciava più furiosamente nelle sue vene, si era calmato, in un placido scorrere che gli aveva fatto capire che sì, adesso sarebbe andato tutto per il verso giusto.
 
 
 
 
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Excella raggiunse Chris e Wesker, affiancata da due Majini armati di fucile. Si fermò di fronte alla porta per il tempo necessario ad ordinare ai due di rimanere fuori e aspettarla.
 
Entrò. Albert stava controllando, tramite il terminale presente nella stanza, quale fosse il livello raggiunto nei laboratori. E il giovane Christopher era al suo fianco, come sempre. 
 
La prima volta che Excella Gionne l'aveva visto, quel ragazzo era poco più di un cadavere, tenuto in vita solo da una qualche misteriosa forza che non riusciva a spiegarsi. Albert aveva passato un intero anno a guarirlo, anche se dopo le prime settimane Excella aveva cominciato seriamente a sospettare che quel guarirlo non fosse riferito solo alle ferite che in gran parte erano già guarite ma  che si riferisse ad un altro livello più ampio della cosa.
 
Che quel guarirlo vago, indicasse il desiderio di Albert di curare quel ragazzo dalla sua umanità. E alla fine ci era riuscito.
 
Quando nel 2007 aveva visto Christopher, ne era rimasta parecchio sconvolta. Quel ragazzo era davvero perfetto, sia a livello prettamente fisico che anche a livello biologico. Era l'arma che la decaduta Umbrella aveva cercato di creare per anni.
 
Però aveva comunque dubitato che oltre quella forza ci fosse altro, pensava che fosse una marionetta come i Majini... in seguito aveva scoperto di essersi sbagliata parecchio. Quel ragazzo era capace di memorizzare, apprendere e mettere in pratica qualunque cosa. Non era un genio, certo, ma con quella sua memoria eidetica era capace di fare molto più di quello che una persona normale sarebbe stata capace di fare.
 
 
 
 
 
 
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Jill non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva scoperto grazie a Josh, gli aveva dato un file video. 
 
E quell'intero file verteva su Christopher Redfield, lo aveva visto in una capsula, era diverso ancora di più dall'ultima volta che l'aveva visto. Le era sembrato più pallido e biondo, come se avesse perso la pigmentazione naturale dei suoi capelli.
 
E l'unica cosa che riusciva a pensare era che se Redfield era vivo, anche Wesker doveva esserlo.
 
Perché Redfield era la sua Ombra e se c'era uno era assolutamente sicuro che anche l'altro fosse da qualche parte.
 
E questo significava che tutto... tutto quello che era successo a Kijuju, le creature simili ai Ganados del rapporto Kennedy, quel disgustoso mostro tentacolare che aveva ucciso la squadra di DeChant..... era sicuramente causa loro. Non di Irving o di qualcun altro ma di quei maledetti bastardi!
 
<< Questa volta vi fermerò una volta per tutte >>
Si lasciò sfuggire in un sibilo mentre si avvicinavano alle miniere, avrebbero arrestato Irving e lei l'avrebbe fatto confessare. 
 
Sheva le aveva lanciato uno sguardo perplesso, ma non aveva fatto domande. L'aveva semplicemente seguita.
 
 
 
 
 
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<< Allora ti hanno mandato, Chris. Pensavo che il gran capo avesse deciso di lasciarmi quì a venire catturato >>
Irving stava passando a rassegna delle carte poggiate su un tavolo metallico, i suoi gesti erano frettolosi così come il suo tono era rapido e preoccupato.
 
Non c'era più traccia della sua classica calma divertita, era fin troppo spaventato per tener su quella maschera.
 
 
Il giovane Redfield incombeva su di lui come un falco e non aveva ancora detto una parola. Cosa che confuse Ricardo, Chris rispondeva sempre a quello che diceva, anche quando non lo ascoltava, rispondendo con un sì o un "hm" anche quando non sapeva esattamente cosa aveva detto.
 
Era la prima volta che il Redfield era rimasto perfettamente in silenzio. La prima. E questo lo preoccupava, il gran c... Wesker non l'aveva mandato ad ucciderlo, vero?
 
<< Ehy, Chris. Mi stai ascoltando? >>
 
Chris non rispose ancora una volta e inclinò leggermente la testa d'un lato. Irving si bloccò del tutto. Quel bagliore rossastro nei suoi occhi non c'era mai stato, cosa diavolo era successo a Chris?
 
<< Muoviti, Ricardo. Non abbiamo tempo... e non ho la minima intenzione di incontrare gli agenti della BSAA >>
 
Irving si lasciò sfuggire un impercettibile sospiro di sollievo. Chris era ancora sé stesso e cosa più importante non era stato mandato lì per ucciderlo. Era semplicemente attento a ciò che stava succedendo per evitarsi che incontrassero gli agenti della BSAA.
 
 
Sentirono degli spari provenire dal piano inferiore, Chris tirò su il cappuccio del suo mantello... il Capitano gli aveva ordinato di fare in modo che non lo riconoscessero.
 
<< Irving, fermo! >>
La voce di Jill Valentine parve quasi risuonare nel silenzio. 
 
E Chris fu costretto ad intervenire, in modo da riuscire a fuggire dalle agenti.
 
 
Irving liberò il Popokarimu, un'arma biologica sviluppata dal DNA di un pipistrello unito a quello di alcuni insetti tramite il Progenitor virus. Risultato: Ancora da testare.
 
 
 
 
 
 
 
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Dopo averlo portato in salvo, Chris gli consegnò una siringa contenente la Plaga di controllo.
 
<< Se fallirai ancora una volta, vedi di fermarli diventando qualcosa di utile, Ricardo >>
La voce del biondo non era mai stata tanto fredda con lui, massimo infastidita ma mai così minacciosa.
 
<< Chris... Avanti, Chris non puoi dire sul serio. Sono il vice direttore della Tricell, tu e il gran capo avete bisogno di me >>
 
Aveva preso la siringa sebbene continuasse a lamentarsi. La risposta di Chris lo avrebbe tormentato fino al momento in cui poi Jill Valentine e Sheva Alomar l'avrebbero eliminato.
 
<< Noi non abbiamo più bisogno di te, Irving >> aveva detto ridacchiando, i suoi occhi avevano brillato di un luccicore rosso sangue << E per la tua posizione, abbiamo sotto scacco la direttrice della Tricell... quindi non ci servi più. Soprattutto dopo tutti questi fallimenti, almeno vedi di fermare la BSAA >>
 
E poi Chris l'aveva lasciato con quattro Majini a proteggerlo. 
 
" Vedi di fermarli diventando qualcosa di utile, Ricardo" le parole del Corvo di Wesker gli si ripeterono in mente.
 
<< Vedrai Chris... Oh, se vedrai. >> 
Sibilò al nulla mentre era sulla sua barca. Dopo aver lasciato la raffineria di petrolio.
 
<< Diventerò qualcosa di incredibilmente fantastico! >>
Le sue parole si persero in una risata isterica, folle. 
 
 
Forse era proprio la follia dei due a contaminare tutti i loro alleati.
 
 
 
 
 
 
 
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Le due agenti l'avevano raggiunto.
 
Irving non le sopportava, era solo colpa loro se si trovava in questa maledetta situazione! 
 
Strinse la siringa che teneva in mano.
 
Jill e Sheva raggiunsero il ponte della sua motovedetta.
 
<< Perché diavolo non volete morire?! Mi state mettendo in cattiva luce! Chi pensate che abbia finanziato tutte le operazioni? Eppure tutti mi guardano dall'alto in basso! Ma... ma non sarà più così! >>
Sollevò la siringa.
 
<< Fermo! >> 
fu l'ordine di una delle due agenti, ma a lui non poteva fregare di meno del suo ordine. Si iniettò la Plaga senza tentennare un secondo di più.
 
"Diventerò qualcosa di incredibilmente fantastico, Chris" pensò ridendo, nonostante il dolore lancinante che sentiva. Nonostante i tentacoli che gli stavano lacerando la pelle.
 
<< Sto per diventare qualcosa che voi potrete solo immaginare! >>
 
 
 
Irving scagliò i suoi tentacoli contro di loro, li evitarono mentre Ricardo spariva nell'acqua.
 
Le due agenti si avvicinarono alla coda della barca per vedere che fine avesse fatto.
 
Un enorme tentacolo con un nucleo rossastro al centro si sollevò dall'acqua tentando di colpire. Prima che un'enorme testa con la bocca a becco affiorasse dall'acqua aprendosi. Irving era al suo interno come un appendice del Kraken.
 
 
<< Ho appena finito di farmi il trucco! >>
rise Irving. Prima che la bocca si richiudesse e il Kraken si rituffasse in acqua.
 
 
"Oh, Chris... Wesker li fermerò statene certi!" 
 
 
 
 
 
 
 
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Incapace. Inutile, Ricardo. Si disse, mentre rantolava sul ponte della sua nave.
Le due agenti erano riuscite a fermarlo.
 
 
<< Dimmi cos'hanno intenzione di fare?! >>
 
 
 
<< Eh, volevano assicurarsi che facessi un buon lavoro... >>
 
<< Chi? >>
 
La partner dell'altra agente glielo chiese. Prima che l'altra si chinasse verso di lui mostrandogli una foto, quello era Chris...
 
<< Dimmi dove si trova! Rispondimi! Cos'è il progetto Uroboros?! >>
 
 
Irving ridacchiò, prima che un colpo di tosse lo interrompesse.
<< Voi della BSAA, vi credete come se foste in cima a tutto, a comandare. Ma l'equilibrio del mondo sta cambiando e neanche ve ne rendete conto. >>
 
 
<< Cosa sta cambiando?! Di che parli? E' il progetto Uroboros non è così?! >>
L'altra agente parlò ancora una volta.
 
<< E' troppo tardi ormai.-Si interruppe ridacchiando e tossendo- Nessuno può fermarli. Uroboros cambierà tutto >>
 
Faceva così tanto male, sapeva che la sua ora stava per arrivare.
<< Jill! >>
 
Irving si volse verso la ragazza mora caucasica.
<< Jill? Tu sei Jill? >>
 
Rise ancora una volta.
 
<< Che c'è di così divertente? Come mi conosci? >>
 
 
<< Tutte le risposte che cerchi ti aspettano in quella caverna, Jill. Sempre che tu r-riesca a sopravvivere abbastanza a lungo da averle. >> Rise ancora una volta, oh era così esilarante tutto questo << Morire non è così male, e non cambierà nulla. Sei ancora fregata! >>
 
 
 
 
 
 
 
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<< Sembra che alla fine Irving abbia fallito >>
 
 
Chris voltò il viso verso il suo Capitano mentre Excella gli somministrava il PG 67 A/W.
 
<< Avevi riposto fiducia nelle sue capacità, Christopher? >>
 
<< No, Capitano. Ma mi aspettavo qualcosa di più. Ho solo sprecato la possibilità di creare qualcosa di meglio dando a lui quella fiala >>
 
 
Chris rivolse la sua attenzione sugli schermi, fingendo di non sentire le parole carezzevoli che Excella diceva al suo capitano. Fingendo di non essere assolutamente infastidito da quel comportamento.
 
Finché una frase di Excella attirò la sua attenzione
<< .... Ti servirà una Partner, giusto? Qualcuno adatto ad unirsi a te nel tuo nuovo mondo? Credo di aver dimostrato di esserne degna, non è così? >>
 
 
"Lei degna? Chi vuole prendere in giro? " Chris si trattenne dal ridere di quella frase, senza rendersi conto che invece i suoi occhi scintillavano profondamente divertiti. 
 
Si voltò verso il suo Capitano dopo aver visto Jill e la sua partner raggiungere la zona delle rovine.
 
<< Capitano, gli agenti della BSAA stanno arrivando >>
 
<< Non riusciranno a fermarci, ormai manca poco >>
 
<< Quest'oggi il sole sorgerà su un nuovo mondo >>
 
 
 
 
 
 
 
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Avevano raggiunto un laboratorio Tricell, combattuto contro un'arma biologica che pareva essere un enorme granchio-ragno.
 
E finalmente trovarono Excella. Al suo fianco c'era un uomo incappucciato. 
 
<< Excella dov'è Chris?! >>
 
<< Chris, Chris, Chris... non sai dire nient'altro mia cara Jill? E lui...-Excella indicò l'uomo privo di sensi davanti a loro- avete cercato Uroboros. Bene, eccolo qui. >>
 
L'uomo si alzò, ma poi i suoi occhi si tinsero di nero, dei tentacoli neri cominciarono a lacerargli la pelle.
 
 
<< Oh, che peccato. Non è compatibile col virus. >>
 
 
<< Quindi è questo Uroboros? Un arma biologica? >>
 
 
Excella le guardo ridacchiando brevemente.
<< Ci siete quasi. Uroboros è l' Evoluzione. E’ una specie di pietra filosofale che selezionerà, in base al DNA chi può essere ammesso allo stadio successivo >>  Si interruppe << Purtroppo fin ora le nostre cavie sono state tutte un tale fallimento. >>
 
 
Prima che potessero chiedere altro Excella e l'uomo incappucciato si ritirarono.
 
<< Excella, aspetta! >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Poi finalmente avevano raggiunto Excella.
 
 
<< Excella Gionne. Ferma! >>
 
 
Excella si voltò ridacchiando brevemente e battendo le mani con fare di scherno << Brave. >>
 
<< Dove diavolo è Chris, Excella?! >>
 
 
<< Chris? Mah, forse te lo dirò o forse no >>
 
 
L'uomo incappucciato li raggiunse con un balzo, muovendosi troppo velocemente verso di loro. Jill sparò un colpo contro di lui, ma l'uomo lo schivò evitando poi tutti i colpi successivi.
 
 
Wesker scese le scale lentamente col suo incedere elegante.
<< Non sei cambiata >>
 
<< Wesker! Sapevo che eri ancora vivo! >>
Ringhiò la Valentine.
 
 
<< Lui è Wesker? >>
Fu la domanda, rimasta poi inascoltata di Sheva
 
 
<< L'ultima volta ci siamo visti... alla villa di Spencer, non è vero? >>
 
 
L'uomo incappucciato si abbassò il cappuccio. Ed ecco che Jill lo riconobbe. Era Chris, l'Ombra di Wesker. Ma era diverso, più pallido, biondo... e i suoi occhi... Oddio, non erano più umani.
Con quel rosso che screziava l'iride e quelle pupille verticali.
 
 
<< Sette minuti. Sette minuti è tutto il tempo che possiamo perdere per giocare con te >>
 
 
 
 
 
 
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<< Sheva, occupati di Chris. Io penso a Wesker >>
 
 
Sheva sparò a Chris, quasi si aspettava che evitasse il colpo come aveva già fatto. Ma il proiettile lo prese in pieno, in mezzo agli occhi. Il biondo tirò indietro la testa seguendo la forza del proiettile.
 
Prima che si tirasse nuovamente in avanti con uno scatto. La ferita del proiettile era già guarita. E lui ridacchiava, ridacchiava come un folle. Mentre si lanciava verso di lei.
 
 
<< Oggi sarà l'alba del nostro nuovo mondo >> 
esclamò. Tirando indietro il braccio come se caricasse una freccia. Il suo sguardo divertito si fece truce. Sheva ebbe appena un secondo per rendersi conto di quello che stava succedendo.
 
<< E io non permetterò che nessuno, NESSUNO, cerchi di fermarci! >>
 
 
 
Jill Valentine avrebbe appreso solo dopo che la sua partner era morta in quell'istante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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<< Mi hai deluso, Jillian. Mi ero aspettato di più dopo tutto questo tempo >>
Furono le parole piene di una delusione fasulla di Wesker.
 
<< Già, Jill. Ci hai delusi, sei una codarda. Almeno la tua piccola partner ha provato a combattere. Anche se... ha perso miseramente >>
Chris ridacchiò dalla cima della scalinata. Lanciando qualcosa verso di lei.
 
Ai suoi piedi atterrò il corpo di Sheva. Aveva una ferita sul petto grande quanto un pugno, gli era stato strappato del tutto un braccio, il destro. E il suo corpo era pieno di tagli, simili a sferzate di frusta. Non sapeva quale fosse stata la prima ferita, ma aveva il sospetto che quel mostro l'avesse torturata prima di ucciderla.
 
 
Anche se non sapeva di sbagliarsi.
 
 
 
Poi i due mostri se n'erano andati prima che lei potesse fermarli.
 
 
 
 
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Jill Valentine combatté, combatté con quanta più forza poteva. Sconfisse tante delle marionette Plagas controllate di Wesker e Chris. 
 
Eliminò persino Excella dopo che questa era stata trasformata in un mostro dai suoi partner.
 
 
"Perché Chris e Wesker pensano solo a loro stessi, solo al bene del loro piano."
 
 
Quando se li trovò di fronte ancora una volta, almeno aveva un arma, contro Wesker. Il suo siero il PG 67 A/W.
 
 
<< Vi fermerò una volta per tutte, bastardi! >>
 
 
In tutta risposta, Chris e Wesker risero. Parevano incredibilmente divertiti dalle sue parole.
 
 
<< Sei arrivata tardi, Jillian >>
 
<< Infatti, il Capitano ha ragione Jill. Sei arrivata tardi. Uroboros è già in viaggio. >>
 
 
Wesker la guardò attentamente. Prima di parlare.
<< Fra... esattamente cinque minuti, il virus verrà disperso nell'atmosfera. Uroboros si diffonderà nell'intero pianeta. Solo i più forti sopravvivranno >>
 
<< Sei miliardi di grida di agonia segneranno l'inizio del nostro nuovo mondo! >>
Esclamò il Redfield. C'era una luce folle nel suo sguardo che non c'era mai stata, neanche all'inizio.
 
 
Jill voleva ucciderli, voleva fare solo questo. Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto. E poi un bagliore illuminò il cielo. L'ultima stella del mattino?
 
 
Un solo istante dopo l'esplosione, come una ventata d'aria calda e soffocante la raggiunse.
 
 
I polmoni le bruciavano, si sentiva soffocare. Qualcosa... Qualcosa le strisciava nelle vene, sotto la pelle. 
 
<< N-No... N-No! >>
fu il suo rantolo mentre cadeva in ginocchio di fronte ai suoi nemici. Chris rideva follemente, Wesker ghignava i suoi occhi si erano fatti più rossi, nitidi, brillanti.
 
Lei si sentiva soffocare, qualcosa... qualcosa stava scavando nel suo corpo cercando di uscire fuori.
 
<< NO! >>
Urlò e poi Uroboros la sommerse. Uscendo dalla sua bocca, strappandole la pelle, rompendo le ossa, divorando gli organi.
 
Le ultime parole che Jill Valentine sentì furono:
<< Sembra che tu non sia degna del nostro nuovo mondo, Valentine >>
 
 
 
 
 
 
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Jill Valentine si era trasformata in un ammasso di tentacoli.
Uroboros era nell'aria. Il loro piano era riuscito.
 
 
Albert Wesker era il dio di un nuovo mondo.
Chris Redfield il suo Arcangelo.
 
 
 
 
 
 
In un altro destino questo non sarebbe mai successo. Ma in questo... in questo nuovo mondo, nato da un semplice "Sì, Capitano" nato da un pensiero che era divenuto realtà.
In questo nuovo mondo, Albert Wesker era il Dio che era nato per essere e Chris Redfield era il suo fedele, fedelissimo, angelo. Il suo Lucifero dagli occhi meravigliosi. Occhi unici che lo avrebbero distinto da tutti gli altri, dai loro seguaci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
Alla fine ho deciso di terminare con un AU. Spero che quest'idea vi piaccia comunque. 

Piccola nota: Mi piace il personaggio di Ricardo Irving per questo gli ho dato un po' più di importanza nel capitolo. E vedendo il modo in cui si comporta nelle sue cut-scenes ho immaginato che sarebbe stato l'unico capace di dare una sorta di soprannome a Wesker... da qui il "gran capo" che usa per buona parte della storia
 
Ora manca solo l'Epilogo prima di considererare finita questa storia. Spero che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuto a me scriverla :D
 
Ringrazio: Summer_Moon per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark
   
 
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