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Autore: Rockeraly    04/07/2016    0 recensioni
Aisha è una ragazza diciassettenne araba. La sua famiglia è molto povera,perciò viene costretta a sposare un medico quarantenne. Lei vorrebbe ribellarsi a questo orrore,a questo ingiusto destino,ma non ne ha il coraggio. Un giorno grazie al suo amico Aamir,innamorato di lei, troverà il coraggio di fare qualcosa a costo di tutto. Dal quel momento in poi la sua vita e quella di Aamir non saranno più le stesse..
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"Il diario struggente di una ragazza che prova a salvare la sua adolescenza,i suoi sogni, anche se nel posto in cui è nata l'adolescenza non esiste e alle donne non è permesso sognare"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Papà urla,forte. 
Io piango dalla disperazione.
Mi hanno sorpresa ieri sul retro del parco mentre baciavo Aamir,il vicino di casa. Lui mi ha sollevato delicatamente il burqa,in modo da scoprire le labbra e in pochi secondi sono stata io a scoprire le sue,di labbra. Molto morbide,è stato piacevole,ho sentito le farfalle nello stomaco o qualcosa del genere. Aamir  appartiene a una povera famiglia di contadini. Lui aiuta il padre. È un bravo ragazzo,molto carino a parer mio. I suoi occhi marroni sono al momento al primo posto tra le cose più belle che abbia mai visto. Ma questo non va bene. Per i miei genitori,intendo. Siamo una famiglia povera e vogliono che io sposi un uomo ricco. Mi hanno già promessa ad un amico di famiglia quarantenne,un dottore. Mi hanno già venduta,per meglio dire. Non si sa ancora quando ci sposeremo ma ormai è questione di mesi. Io non voglio sposarlo. Ho solo 17  anni e mi piacerebbe studiare. Ma ormai la discussione è stata affrontata,la decisione è stata presa. Mio fratello maggiore ha frequentato gli studi di base da piccolo. Ma poi ha smesso perché doveva aiutare la mia famiglia a sopravvivere. È stato lui ad insegnarmi a leggere e a scrivere. Io,invece,dovevo compiere ciò per cui sono nata: servire gli uomini. Cucinare,pulire,lavare,stirare per mio fratello e mio padre. A qualunque costo e a qualunque ora,in qualunque modo. E adesso devo essere venduta per soddisfare i loro bisogni economici e quelli di un altro uomo uomo,molto più grandi di me. E non solo bisogni di sopravvivenza ma altri tipi di piaceri. E solo al pensiero rabbrividisco. Inoltre mia madre è di nuovo incinta e spero con tutto il cuore che non sia una femmina. Non voglio che passi tutto ciò che sto passando io. Non voglio che nasca per vedere morire i suoi sogni. Aamir é l'unica persona di cui mi posso fidare ormai. Mi piace il suo modo di pensare. Lui dice che la nostra società tratta le donne come animali,non come esseri umani. Pensa che le donne dovrebbero avere gli stessi diritti dell'uomo. È ciò che pensa la sua famiglia. Una volta ha anche espresso il suo parere a riguardo davanti ai miei,sotto lo sguardo indignato di mio padre. ---------- Papà è furioso. Urla ancora. Vuole mandarmi a letto senza cena. "Tu stasera per punizione non mangi. Così impari! Capito? Sei una vergogna per la nostra famiglia!" Corro in camera mia,mi butto sul letto,piango. Mi tolgo questa merda di velo dalla faccia. Mi guardo allo specchio. Gli occhi gonfi. Dopo un po' sento bussare alla finestra della mia stanza. È Aamir. Mi volto. "Aisha,Sapevo fossi bella,ma non pensavo così tanto"  Sorride "O cavolo!" dico ricordando di essere senza velo. "No,ti prego non rimettere quella merda! Lascia che ti guardi!"
"No Aamir,non va bene" dico rimettendo in fretta il burqa. "devi andare via,non puoi stare qui,se ci sente mio padre ci ammazza! Sa del nostro bacio!" "O cazzo!" esclama mentre una lacrima gli scende dal volto. Piango anch'io.  "Và via,subito!" Nel preciso istante in cui Aamir va via compare mia madre dalla porta. "Con chi stavi parlando?" "C-cosa? Con nessuno!" "Non dire stupidaggini,lo so che parlavi con Aamir! Sarà meglio che sia l'ultima volta..poteva sentirti tuo padre! Vuoi farlo infuriare di nuovo?" "No,non lo rivedrò più" dico piangendo
"Bene!"
"Mi dispiace" aggiunge mentre varca la soglia.
Non me ne faccio proprio niente del suo dispiacere. Stronza.
  
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