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Autore: Giuliacardiff    04/07/2016    4 recensioni
Per il Kurt bastian day ecco una strana versione del loro primo incontro. Siccome in questi giorni il caldo inizia a farsi sentire, trasportiamo la nostra coppia in spiaggia per rilassarsi.Buona lettura.
Adorate la coppia Kurt x Sebastian perché è sicuramente meglio della Seblaine.
Aumentiamo insieme le Kurtbastian in circolo.
Genere: Comico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Ma come hanno fatto i miei genitori a costringermi a passare una settimana di caldo infernale in questa spiaggia sperduta!!?

Erano i primi giorni di Luglio e come al solito il caldo asfissiante che circondava l’Ohio era tornato a fare una visitina ai poveri cittadini che provavano in tutti i modi a scacciare quell’afa torrida. Il vento sembrava aver chiesto le ferie e le nuvole sembravano divertirsi a cambiare continuamente strada, eliminando ogni accenno di ombra sull’asfalto. Il caldo non perdona, né ascolta le parole supplicanti di chi adora il suo acerrimo nemico : il freddo.

Sebastian, da ragazzo viziato e di buona famiglia qual era, si era aspettato che i suoi genitori si facessero in quattro per procurargli all’ultimo minuto una vacanza nel luogo più freddo possibile. Possibilmente al polo nord, visto che il caldo perenne sembrava aver preso anche la montagna.
Contrariamente alle sue aspettative, i suoi genitori interpretarono male la sua richiesta e  lo spedirono direttamente in un posticino tranquillo e completamente isolato. Lima, Ohio.

Ma perché dovevo finire in un posto tanto squallido a passare le mie vacanze. E poi perché fa così caldo.

I suoi genitori erano stati chiari : lui gli aveva chiesto un posto tranquillo e freddo e loro l’avevano accontentato. Certo, avevano rispettato solo una parte del patto, ma non contava poi così tanto.

Ed ecco il motivo dell’umore nero di un Sebastian che si aggirava furiosamente sulla spiaggia di Lima. Dire che fosse incazzato era dire poco. I suoi genitori non lo ascoltavano mai, ma proprio mai.

Con lo sguardo capace d’incenerire anche un ghiacciolo ambulante, Smithy camminava spedito verso una qualsiasi fonte di freddo. Ne aveva abbastanza di sudare continuamente per il caldo.

Al diavolo abbordare qualche sconosciuto. Sono troppo scazzato e accaldato anche solo per pensarci.

Erano ore che camminava avanti e indietro, ma ancora non aveva trovato neanche un accenno di ombra, le bevande che chiamavano fredde erano pressoché bollenti e l’acqua del mare era fin troppo torrida per i suoi gusti. All’esterno sembrava un’anima in pena in cerca di un posto in cui riposare per sempre. Forse era la sua intenzione fin dall’inizio.

Passavano i minuti e lui si spazientiva sempre più, tanto che decise di lasciare la spiaggia per rifugiarsi in hotel, se solo … quel bambino non gli avesse rubato la chiave della camera.


Qualche minuto prima …

Non aveva ancora trovato uno straccio d’ombra perciò decise di provare a farsi un bagno. Vicino al suo asciugamano lasciò le chiavi della macchina, il portafoglio e la camera dell’albergo. Cercò di nasconderli più che poteva. Non aveva alcuna intenzione che qualcuno li rubasse. Ne andava della sua vita.

Soddisfatto, entrò in acqua, ma dopo qualche minuto un caldo insopportabile lo fece uscire da quell’olio bollente. Stava friggendo. Come potevano i comuni mortali farsi il bagno in quel miscuglio calorifero. Lui non l’avrebbe fatto di certo.

Incazzato nero, tornò dalle sue cose, ma ancora una volta la fortuna non era dalla sua parte : le chiavi della macchina erano diventate la bandiera di un castello di sabbia di un bambino piuttosto cicciotto e con lo sguardo aggressivo, il portafoglio fungeva da passerella e le chiavi della camera d’hotel era diventate la sentinella a guardia della fortezza.

-ehi bombolo, mi ridai le mie cose!? Non sai che è vietato rubare- accigliato, il “ragazzino” mi fece la linguaccia per poi correre via con le chiavi della camera, il primo oggetto che aveva sotto mano.

Maledizione.


Presente …

Ecco spiegato il motivo per cui non avevo quella maledetta chiave.

Frustato per aver permesso a un bambino tutta ciccia di farmela sotto il naso, mi diressi ai confini della spiaggia. Pensandoci bene, non ero ancora passato da quelle parti. Quella zona della spiaggia era completamente diversa: non c’era anima viva, nessun bar, niente docce. Un posto desolato circondato dagli scogli. Che quel posto fosse inquietante era un concetto alquanto riduttivo. Metteva i brividi. Ma lui era coraggioso, quindi, anche se riluttante, si avvicinò lento alla scogliera.

Stranamente quel luogo, dopo poco tempo, non sembrava infondergli tutta quell’angoscia, forse solo un po’ di ansia. Più si avvicinava alla scogliera, più riusciva a intravedere le onde marine. Era uno spettacolo suggestivo e rilassante. Guardare le onde che prepotenti si formavano in lontananza, per poi ingigantirsi, correndo verso la spiaggia, formando alte onde e spezzandosi sugli alti scogli, creando una schiuma bianchiccia e un rumore di vetri rotti. Era rilassante vedere la ripetizione e la continuità di quelle onde, come se fossero programmate per fare sempre la stessa fine, per infrangersi sempre sugli scogli fino a consumarli.

Sullo strapiombo, vedeva perfettamente gli scogli e le turbolente onde abbattersi sul bagnasciuga. Fu in quel momento che vide un’indistinta figura nuotare tra le onde vicine agli scogli. Era senza dubbio pericoloso nuotare in quelle condizioni, ma quello che sembrava un ragazzo non sembrava curarsene.

Oh no. Non riesco più a vederlo, forse è affogato!

E contro ogni più coerente pensiero, Sebastian si tuffò per cercare di salvare quel povero pazzo.

Se questo coglione non muore in mare, giuro che lo uccido io quando lo riporto a terra.

Non per vantarsi, ma il piccolo Smithy era un perfetto nuotatore, premiato con più di una medaglia nei campionati junior. Un pesciolino nato, diceva sua madre. Ma lui sapeva che anche non provandoci, lui andava bene in tutto. Perché farsi tanti problemi.

Nuotando contro la potenza delle onde che lo spingevano contro gli scogli, cercò il povero pazzo. Nuotava frenetico in ogni direzione, ma non lo trovava. Possibile che fosse annegato. Facendosi forza, provò a cercarlo anche sott’acqua, non lo trovò. Ormai era stanco e le sue forze prosciugate nel tentativo di riuscire a rimanere a galla. Era troppo stanco per continuare a fare qualsiasi cosa.

Le membra intorpidite per poco non segnarono la sua fine.

Quando riaprì gli occhi, si accorse di essere fuori dall’acqua, in quella che sembrava a tutti gli effetti una piccola grotta naturale.

Spaesato mise a fuoco l’ambiente, provò a mettersi a sedere. Era incredibile. Come aveva fatto a sopravvivere?

-oh, finalmente hai ripreso conoscenza-

Cazzo. Mai e poi mai nella sua vita Sebastian si era considerato alla pari di qualcun altro. Era risaputo in tutto il globo il suo egocentrismo, per non parlare della sfacciataggine e delle manie di protagonismo a cui i comuni mortali dovevano avere a che fare tutti i giorni. Insomma il piccolo Smithy si considerava il più grande di tutti, al pari di un dio. Mai e poi mai aveva creduto che qualcuno potesse essere al suo livello. Beh, si sbagliava. Aveva davanti a sé la prova vivente che si sbagliava.

Il ragazzo che si stagliava di fronte ai suoi occhi era la più bella visione a cui il mondo intero poteva assistere. Doveva avere all’incirca la sua età, alto sul metro e ottanta, una corporatura piuttosto snella e tonica  a quanto sembrava dagli addominali scolpiti. Un corpo androgino, dai lineamenti efebici, la pelle glabra e lattea, perfetta per essere marchiata, un portamento regale e un atteggiamento rispettoso, calcolato e quasi principesco.

Ma ciò che stendeva chiunque, era il volto. Degli stupidi omofobi avrebbero potuto dire che aveva un volto fin troppo gay, ma lui vedeva solo un viso angelico, femmineo, regale, efebico … bellissimo.

Se non fosse stato abbastanza sicuro del suo comportamento, avrebbe giurato di star sbavando davanti alla figura di quel ragazzo.

Guardando più attentamente, notò che le sue labbra sottili e rosee gli mandavano delle scariche di adrenalina pura.

Chissà come sarebbe baciarle e mordicchiarle.

Aveva un delizioso nasino all’insù, le guancette piene, i lineamenti femminei pur rimanendo piuttosto marcati, i capelli castani che cercava inutilmente di portare all’insù, inutilmente visto quanto fossero fradici.

Infine gli occhi: due pietre luccicanti contenenti il mare più impetuoso, due gemme turchesi dalle mille sfumature che reggevano il confronto con le mille lodi che tessevano i poeti sulle vastità dell’oceano.

Era assolutamente perfetto, forse più dello stesso Sebastian.

E la sua voce. Erano bastate poche sue parole per far andare in estati la mente del castano. Era una voce calda e rilassante, capace di accenderti e raffreddarti con la più tenue sfumatura del tono. Melodiosa, armoniosa, soave, quasi angelica, forse un po’ troppo acuta per un ragazzo, ma chi se ne frega.

Ormai il castano era completamente succube di quel ragazzo da poco conosciuto. E come non esserlo. Era più che sicuro che in realtà fosse un angelo disceso sulla terra per salvarlo dal sicuro annegamento. Se c’era un dio, allora non poteva permettersi che Sebastian morisse senza provare a salvarlo.

-ci sei?- il ragazzo lo guardava negli occhi, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare.

-ma certo, ma … chi sei? – disse cercando di fare il miglior sorrise sensuale e sexy che era capace di fare. Doveva cadere ai suoi piedi.

-beh … sono quello che ti a salvato la vita da un annegamento sicuro- sorrise strafottente lo sconosciuto. Dio, quanto era focoso quello sguardo.

-ma non farmi ridere, mi ero tuffato solo per cercare di salvare un imbecille da un annegamento, non è che hai salvato anche lui?- non poteva credere che quel ragazzino stesse cecando di essere più ironico di lui. Lui ne era il re indiscusso.

-l’unico che stava annegando eri tu. Io ero poco lontano dagli scogli quando ti ho visto gettarti in mare per poi affogare.- lo sconosciuto ghignò compiaciuto. Quanto era sexy.

-mi dispiace deluderti, ma non avevo bisogno del tuo aiuto. Ce l’avrei fatta da solo.- non avrebbe mai gettato la spugna, il nostro caro Sebastian.

-certo, come no. Infondo non avevo nessun obbligo di venirti a salvare il culo. Non era nei miei programmi- strafottente, quel ragazzo era davvero uno stronzo, il castano ne era certo.

-beh, visto che siamo entrambi bagnati fradici, non fa più alcuna differenza. Che ne dici di dirmi il tuo nome, o regina indiscussa del polo Nord- anche sotto effetto di strane sostanze, Sebastian Smithy non avrebbe mai smesso di etichettare una decina di soprannomi sulla testa di chiunque.

-mmh … mi chiamo Kurt, Mangusta. – sguardo glaciale. Ecco perché Regina delle nevi del polo Nord.

-io Sebastian, il grande e magnifico Sebastian- non avrei mai ridimensionato il mio ego.

-non te l’avevo chiesto, Mangusta. Preferisco non conoscerti.- ed ecco di nuovo che i suoi occhi implacabili mostravano solo una profonda indifferenza.

-lo so, ma volevo dirtelo comunque. Piuttosto … dove ci troviamo.-

Con aria molto professionale Kurt mi spiegò che data l’alta marea non era riuscito a riportarmi verso la spiaggia, ma mi aveva adagiato in una grotta naturale senza alcun rischio. Eravamo salvi in pratica, ma non potevamo uscire tanto presto.

-visto che non possiamo uscire di qui, che ne dici di passare il tempo a fare qualcosa di divertente?!-

Se dovevamo rimane in quel posto, avremmo dovuto impiegare il nostro tempo al massimo : scopando, l’unica attività da cui entrambi potevamo trarne beneficio.

-e perché vorresti? Non dirmi che non riesci a resistermi?!- quando voleva anche quel piccolo ghiacciolo riusciva a fare uno sguardo adorabilmente eccitante e scopabile. Non mi sarei tirato indietro.

-o forse sei tu che non riesci a resistere al mio corpo- il gioco della seduzione l’avrei vinto io.

Sorprendentemente, Kurt fu il primo che come un tigrotto si avventò sulle mie labbra, mordendole, violandole subito con la lingua e gemendo di quel gesto.

Un gemito di sorpresa abbandonò la mia gola, per poi essere sostituito da uno di godimento.

Quel ragazzo sapeva baciare come Dio comanda.

La sua forza mi travolgeva, incatenava al suo eccitante e fottutamente perfetto corpo da angelo tentatore. Di sfuggita notai quanto quel corpo fosse fresco, una delizia per le mie membra roventi. Finalmente avevo trovato qualcosa di fresco contro il caldo incombente.

Stranamente nessuno dei due si lamentò delle due ore di sesso incessanti. Sembrava che i nostri corpi fossero fatti per essere collegati l’uno con l’altro. Fu il sesso più eccitante e più fottutamente meraviglioso che entrambi avessero mai fatto : selvaggio, rude, gentile, calmo. Ad ogni amplesso cambiavano ritmo, posizione e ruolo, assaporando ogni dettaglio del proprio partner, come se si conoscessero da una vita. Come se fossero fatti per farlo. Erano perfetti insieme

-è stato stupendo! Dovremmo rifarlo!- Smithy era estasiato.

-basta sono fin troppo stanco per oggi. Credo di essere venuto troppe volte per un giorno solo-

-questo è perché non hai abbastanza resistenza, milady-

-come vuoi, ma ora credo sia arrivato il momento di … -

Dovevano uscire. Lo sapevano entrambi, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo. Se l’avessero detto, la magia che si era creata fino a quel momento sarebbe senza dubbio scomparsa, senza lasciar traccia. Non volevano separarsi. Quella parola, uscire, era l’elefante rosa che si stagliava nella stanza: visibile a tutti, ma facilmente ignorabile.

Ma entrambi capirono e seppur riluttanti, decisero che la cosa migliore fosse andarsene.

Alzandosi ed incamminandosi verso l’uscita, si tennero per mano. Qualcosa ronzava nella testa del castano, ma non riusciva a comprenderne le parole.

La stretta del ragazzo era fredda, ma piacevole. Chissà come faceva con quel caldo ad avere un corpo così freddo.

-siamo quasi fuori, credo che ognuno dovrebbe andare per la propria strada. Ma se volessi mai una scopata, potrai sempre chiamarmi- con un occhiolino accattivante, Sebastian nascose il suo bisogno impellente di non abbandonare quel meraviglioso ragazzo.

Come se avesse capito i suoi pensieri, Kurt lambì per l’ultima volta le labbra del castano, baciandolo con passione ma dolcezza.

-non credo che ci sarà una prossima volta. Addio Mangusta- triste Sebastian cercò di avvicinarsi per l’ultima volta allo sconosciuto che aveva fatto breccia nel suo corpo, ma quest’ultimo non glielo permise.

Con un gesto secco, buttò Sebastian in mare, facendolo uscire dalla grotta.

Ripreso dal momento di sorpresa, fra le calme onde bollenti, provò a scrutare per l’ultima volta la figura di quel meraviglioso ragazzo.

Con la vista offuscata dall’acqua marina, però, non scorse quel ragazzo. Vide solo un corpo indistinto, tracciato dal sangue, da alghe, raggrinzito, ma soprattutto … visibilmente morto.

Non poteva essere lo stesso ragazzo con cui aveva scopato.
 
Lo sai, rispetto a tutto il resto tu sei davvero freddo. Come fai con questo caldo.

Haha, cosa dici. Anch’io una volta ero caldo quanto te, ma adesso il freddo è l’unico amico che viene a farmi visita.


 
Come aveva fatto ad essere tanto cieco. Come aveva fatto a non accorgersi di niente.

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Quando Sebastian riprese conoscenza, si trovava nella sua camera d’albergo.

Non si chiese il motivo, né se fosse stato un sogno. In tutta sincerità, non voleva saperlo.

Il suo unico rimpianto era quello che non avrebbe più rivisto quel bellissimo ragazzo.

Non poteva crederci.

Tremando, quel giorno, pianse tutte le sue lacrime.


 Un anno dopo …


Era da poco entrato alla Dalton, una scuola per ricchi figli di papà come lui. La sua vita era noiosa, per non dire banale. Non faceva altro che studiare, scopare e dormire.

Desiderava ancora rivedere quel ragazzo.

Quel pomeriggio si sarebbe rivisto con Blaine, un suo senior della Dalton, traferito al McKinley. Poco male, se lo sarebbe senza dubbio portato a letto.
Con questi sconsolati pensieri entrò al Lima Bean, trovando subito Blaine in compagnia di un altro ragazzo. Appena fu un po’ più vicino, un sorriso sincero gli segnò le labbra. La sua vita non sarebbe più stata come prima.
 
-sono  Sebastian Smithy, piacere di conoscerti regina delle nevi-

-io sono Kurt Hummel, e il piacere è tutto mio, mangusta-
 
Finalmente l’aveva ritrovato e non gli sarebbe più scappato.

 
FINE - END





Nota dell'autrice :
Come avrete senza dubbio capito dalla storia, questo avvenimento in linea temporale potrebbe avvenire l'estate prima che Seb e Blaine si incontrano, quindi prima di conoscere Kurt. questa storia è completamente inventata, non esiste nella seire tv.
Qui possiamo vedere come in un certo senso il fantasma di Kurt abbia salvato Sebastian dall'annegamento, oppure come Sebastian abbia visto Kurt affogare, per poi vedere il suo corpo morto.
Tutto però è incentrato sul caldo( vita) e sul freddo (morte).
Sta a voi scegliere come interpretare la storia.
Festeggiamo ancora questo giorno. IL KURTBASTIAN DAY.
E che sempre più gente inizi ad amare questa coppia.


Grazie per aver letto!!!!

 
  
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