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Autore: adorvlou    06/07/2016    0 recensioni
Era il 18 settembre del 1987, quando Samantha Miller venne trovata morta, con un proiettile in testa, sul pavimento del bagno della sua stanza, proprio dalla sua compagna. Fu qualcosa di sconvolgente e misterioso e nessuno riuscì a trovare una spiegazione nè un assassino, facendo così passare la morte della ragazza per un suicidio.
A quel tempo, qualcosa di strano aleggiava nell'aria, qualcosa che a distanza di quasi trent'anni, l'agente Gray, voleva riportare alla luce. Nonostante i continui avvertimenti e le minacce, l'agente non si sarebbe mai fermato. Ne era certo, quello di Samantha non era stato un suicidio. Avrebbe rinvenuto altri cadaveri? Si sarebbe ritrovato al centro di un grande mistero? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certo; finchè non fosse riuscito a scoprire la verità e rendere giustizia a quella povera ragazza, non si sarebbe fermato.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New York, sede dell'FBI
3 settembre 2016

-Assolutamente no. Glielo proibisco, signor Gray.- Il capo del dipartimento di New York parlò con voce dura e ferma. -Questo caso è stato chiuso tanti anni fa. Non hanno mai trovato il colpevole. La ragazza si è suicidata.
-Io sarei più propenso a dire che non lo hanno nemmeno cercato. Come può, una ragazza di quell'età e con un percorso di studi ottimi, decidere di togliersi la vita da un giorno all'altro?Avanti signor Parker, sappiamo tutti che si tratta di omicidio, solo che nessuno, a parte me, vuole ammetterlo.- Contestò l'agente Gray.
-Sono passati ventinove anni. Ormai tutti se ne sono fatti una ragione. La ragazza è morta, cosa cambia sapere come? Probabilmente anche il suo assassino lo è.- Quelle parole fecero andare su di giri l'agente.
-Come può dire una cosa del genere? Era una ragazza con tutta la vita davanti. Era brillante in ciò che faceva, aveva un futuro pieno di soddisfazioni ad attenderla e qualche mostro l'ha uccisa ancor prima che finisse gli studi.- Rispose Gray in tono alterato. -E poi, mi permetta, ma lei non può sapere se l'assassino è morto o meno. Chissà che età aveva allora, magri era un ragazzo. Si rende conto che potrebbe essere ancora un pericolo? La prego, mi permetta di riaprire il caso. 
Il capo del dipartimento sospirò. -Perchè ci tiene così tanto? Non la conosceva nemmeno, non aveva alcun rapporto di parentela. Perchè fare tutti questi sforzi per qualcuno che non ha mai incontrato?- Chiese incuriosito il signor Parker.
-Perchè era pur sempre un essere umano, una donna. Merita giustizia, merita che qualcuno si preoccupi di ciò che le è successo senza darle della depressa suicida, non crede? Non dobbiamo aiutare solo chi conosciamo. Siamo qui per coloro che hanno bisogno di essere tutelati e protetti, chiunque essi siano. Tutti hanno bisogno di sentirsi al sicuro, di sapere che anche dopo la morte, ci sarà chi si prenderà cura di loro , chi non mollerà.- Disse il signor Gray con assoluta determinazione. -Samantha merita tutto questo, ed io non mi tirerò indietro finchè la verità non verrà a galla.
-D'accordo, d'accordo. Ma le do tempo fino a novembre. Se al termine di questi due mesi non avrà trovato una pista solida e concreta, il caso sarà archiviato e mai più riaperto, intesi?
-Va bene. Grazie signor Parker, grazie davvero.- rispose Gray prendendo i fascicoli ed uscendo dall'ufficio del capo.

-Amore, sono a casa.- Disse l'uomo chiudendosi la porta alle spalle.
-Anche stasera pieno di lavoro?- Chiese lei uscendo dalla cucina e avvicinandosi per dargli un bacio.
-Sono riuscito a convincere il capo e a far riaprire il caso di Samantha Miller.- Rispose lui in preda alla gioia. -Questa povera donna merita che qualcuno si preoccupi per lei.
-Non ti capirò mai.- Ammise sua moglie sorridendo. -Non la conosci e hai combattuto con unghie e denti affinchè riaprissero il caso e lo assegnassero a te. Sei così buono Mark ed io sono così orgogliosa di avere al mio fianco una persona come te.- L'uomo posò il cappotto e mise le braccia intorno alla vita della moglie per poi avvicinarla a se e darle un bacio. 
-Ti amo, Michelle.- Le sussurrò dolcemente all'orecchio. 

Dopo cena Mark e sua moglie si misero entrambi in salotto per esaminare il fascicolo. Lui era uno psicocriminologo, lei una profiler e anche se lavoravano in distretti diversi, spesso si aiutavano a vicenda.
-Allora, cosa sappiamo di questa ragazza?- Chiese la moglie così da poter cominciare ad analizzarne il profilo.
-Da quello che avevano detto amici e parenti, era una ragazza solare, intelligente, premurosa e con ottimi voti al college. Di origini americane, si era trasferita a Londra per seguire gli studi di anatomia in uno dei college più prestigiosi della città. 
Viveva in un piccolo appartamento con una ragazza conosciuta al corso, Julie Hill. E' stata lei a trovare il corpo di Samantha. In un primo momento avevano creduto fosse stata proprio la compagna ad ucciderla, ma alla fine capirono di essere del tutto fuori strada, la ragazza aveva un alibi solidissimo.- Spiegò Gray alla moglie.
-Ovvero?- Chiese Michelle.
-Era rimasta al college a parlare con il professore di anatomia. Aveva qualche difficoltà nello svolgere un compito assegnatole.- Rispose l'uomo 
-Beh, questo non prova nulla. Potevano anche mettersi d'accordo.- Obiettò Michelle.
-Julie aveva anche uno scontrino del ristorante cinese. Spesso tornavano tardi dalle lezioni, perciò si mettevano d'accordo e compravano qualcosa da mangiare. Quella sera era compito di Julie. In più, la morte di Samantha è stata collocata fra le sette e un quarto e le sette e venti. La sua amica era ancora al ristorante a prendere la cena. Mi sembra evidente che non sia stata lei. 
-Ma qui c'è scritto che non è stato rinvenuto alcun segno di effrazione, il che vuol dire che l'assassino aveva le chiavi, oppure qualcuno lo ha fatto entrare.- La tesi della moglie, lasciò Gray interdetto. In effetti era possibile.
-A quanto pare Julie Hill vive ancora qui. Domani andrò a farle una visita.- Disse l'uomo appuntandosi l'indirizzo.
-C'è una cosa che mi lascia perplessa. La scientifica ha confermato che le uniche impronte sulla pistola erano quelle di Samantha, ma i suoi genitori e anche la sua amica, hanno confermato che la ragazza era mancina, allora come poteva la pistola trovarsi alla sua destra?- Era un'osservazione intelligente ma scontata, constatò il Gray. Come era stato possibile che i poliziotti, all'epoca, non se ne fossero accorti? 
-Un errore alquanto grossolano per un omicida così ben organizzato.- Rispose il marito crucciandosi e sospirando. -Michelle, c'è qualcosa che non torna.
-Cosa vuoi dire?- Chiese lei alzando gli occhi dai fogli per guardarlo.
-L'osservazione che hai appena fatto è giusta ma scontata, non credi? Insomma, chiunque faccia questo lavoro, anzi, persino un bambino ci arriverebbe, eppure, la polizia, quella sera e durante il resto delle indagini non ci ha fatto totalmente caso.- Commentò Gray.
-Credi che abbiano voluto insabbiare la cosa?
-Non lo credo, ne sono più che certo. E adesso voglio scoprirne il perchè.- Ammise l'uomo.

Mark e Michelle passarono quasi tre ore ad analizzare il caso, pagina per pagina, stando attenti ad ogni minimo dettaglio, e più andavano avanti, più emergevano errori e piccoli segreti che anni prima erano stati presi troppo alla leggera.

-È davvero tardi. Forse è meglio andare a dormire, domani sarà una giornata impegnativa.- Disse Mark carezzando la spalla della moglie. 
-Si, andiamo.- La donna chiuse il fascicolo e lo portò al piano di sopra, riponendolo nello scaffale del loro studio. 
-Riuscirai a trovare il colpevole, a scoprire la verità. Io credo in te.- Michelle rassicurò suo marito. 
-Senza il tuo aiuto non riuscirei a fare la metà delle cose che faccio. Questo caso lo risolveremo insieme. Nessun profiler del mio distretto è bravo la metà di quanto sei brava tu.- Le prese la mano baciandole dolcemente il dorso. -Buonanotte amore mio.
-Buonanotte, tesoro.- Rispose Michelle. Spense le luci ed entrambi si addormentarono.

Il mattino seguente, Mark si era subito diretto in ufficio per comunicare al capo le sue intenzioni. 
-Va bene, ma non essere duro o brutale. Ricorda che quella ragazza ha rinvenuto il cadavere di quella che probabilmente era la sua amica più stretta.- Gli aveva detto il signor Parker.
Dopo averlo rassicurato, prese l'auto e si diresse all'indirizzo appuntatosi la sera prima.

Julie Hill abitava nei pressi di Brooklyn, più precisamente a Brooklyn Heights.

Arrivato davanti la casa della donna, fermò l'auto e vi rimase dentro qualche minuto per farsi un'idea su ciò che doveva chiederle cercando di essere il più delicato possibile. 
Fattosi una mappa mentale sul percorso di domande da seguire, scese dal veicolo e si diresse verso l'abitazione.
Suonò il campanello e aspettò pazientemente che qualcuno gli aprisse.

-Buongiorno.- Una donna sulla cinquantina aprì la porta. 
-Salve signorina Hill, sono l'agente Gray.- Si presentò l'uomo mostrando il distintivo. -Faccio parte della BAU, ovvero, unità di analisi comportamentale. Ieri è stato riaperto il caso di Samantha Miller. Sono qui perché volevo chiederle se ha qualche minuto da dedicarmi. 
La donna sembrava interdetta. -Dice davvero? È passato così tanto tempo.- Rispose Julie. A guardarla bene si vedeva come gli anni avevano preso il sopravvento. I suoi capelli erano più spenti, così come gli occhi, prima di un verde sgargiante. I lineamenti erano gli stessi, ma leggermente modellati dall'avanzare dell'età. 
Julie era davvero una bella donna, chissà per quale motivo era ancora nubile. -Comunque si, prego.- La donna si scostò per far entrare il detective.
-Grazie mille.- Sorrise lui accomodandosi in casa.

-Desidera qualcosa, signor Gray?- Chiese Julie facendo sedere Mark in salotto.
-No, grazie. Ho fatto colazione prima di uscire da casa.
-Si figuri. Allora, cosa voleva sapere?- Julie andò dritta al punto. 
-Ecco, prima di tutto ci tenevo a dirle che il caso di Samantha mi è sempre stato a cuore. Non ho mai creduto in un suicidio. Adesso che le indagini sono state nuovamente aperte, voglio fare tutto ciò che è in mio potere per rendere giustizia alla sua amica, ma ho bisogno dell'aiuto di tutti, e soprattutto del suo.- Ammise il signor Gray. -Perciò, potrebbe cominciare a parlarmi di quella sera?
Julie lo fissò intensamente e fece un lungo sospiro. -Nonostante siano passati quasi trent'anni, parlare di quella sera mi riesce ancora difficoltoso. È come riaprire una ferita, uno squarcio doloroso, ma per Sam lo farò, sopporterò il dolore. Vede agente, la mia amica era una ragazza così semplice, dolce, premurosa. Non avrebbe mai fatto del male nemmeno ad una mosca, quindi perché ucciderla? Perché rovinarle la vita? In questi anni mi sono chiesta più di una volta cosa può aver indotto quell'uomo o quella donna, o chiunque sia stato, a farle del male. Cosa aveva fatto per meritare una morte del genere?- Prese un sorso d'acqua e ricominciò a parlare. -Quella sera Sam era andata via subito dopo la lezione. Era molto stanca, non dormiva da giorni. Io avevo bisogno di parlare con il professore a causa di alcune difficoltà che avevo riscontrato. Lei voleva aspettarmi, ma l'ho praticamente spinta a tornare a casa, assicurandole che avrei preso io qualcosa da mangiare e che lei doveva solo rilassarsi e dormire un po'. È stata colpa mia. Se solo non fossi stata così cocciuta, se le avessi detto di farmi compagnia, lei sarebbe ancora qui.- Julie cominciò a singhiozzare, così il detective cercò di calmarla.

-Julie, mi ascolti, non è assolutamente colpa sua. Lei non poteva sapere che c'era qualcuno dentro casa. Come poteva immaginarlo?
La donna si ricompose. -Molti pensano sia colpa mia, persino i suoi genitori. Credono che io abbia aperto la porta all'assassino, che sia stata io a volere la sua morte, ma non è così. Samantha era la mia migliore amica, le volevo così bene.- Scosse la testa e prese un altro sorso d'acqua. 
-Ricordo che quando sono entrata in casa ho percepito che qualcosa non andava. Sam non era il tipo di persona che lasciava la borsa in disordine sul bancone o tutte le luci di casa accese come fosse un grande albero di Natale. 
La chiamai più volte credendo che volesse farmi uno scherzo, poi cominciai a preoccuparmi non ricevendo risposte. Presi un coltello e cominciai a cercarla per casa. Poi entrai in bagno e la trovai lì, distesa in una pozza di sangue. Ho urlato tanto che i vicini sono subito corsi per capire cosa stesse succedendo. Abbiamo chiamato la polizia e poi, beh, poi sa com'è andata.
-Si, lo so bene.- Ammise il Gray annuendo con il capo. -Julie, non c'è altro che ricorda che non sia già scritto nei diversi rapporti?
-Qualcosa c'è. Ricordo che in tutta quella confusione, quando erano arrivate la polizia e l'ambulanza, guardai fuori dalla porta e notai un uomo che fissava la scena e non appena mi vide, scomparve nel nulla.- Raccontò la donna.
-E perché non lo ha detto quando l'hanno interrogata?- Chiese Gray perplesso.
-L'ho fatto, ma tutti mi hanno detto che ero pazza, che probabilmente era qualche vicino.
-Non ricorda il suo volto?
-No, è passato troppo tempo ed in più, l'uomo era in penombra, probabilmente non lo avrei saputo descrivere nemmeno allora.- Disse Julie. 
-D'accordo. Credo che per ora sia tutto. È sicura di non ricordare nient'altro? Anche delle piccolezze. Cose che potrebbero sembrarle insignificanti, potrebbero essere la chiave di volta di questa indagine.- La incitò Gray.
La donna si limitò a scuotere la testa. Il detective, allora, si alzò, la ringraziò e uscì di casa. 
-Signor Gray!- Urlò la donna dall'uscio di casa. -Una cosa forse c'è.- L'uomo si avvicinò alla porta. -Qualche giorno prima dell'omicidio, Samantha aveva avuto un battibecco con una nostra compagna di corso, Cassandra Hook. Lei accusava Sam di avere qualche tipo di rapporto con il professore, di essere una poco di buono, insomma. Era gelosa dei suoi voti e dei suoi successi. Cassandra era la seconda della classe, subito dopo Sam.
-Lei non può immaginare quanto sia importante quello che mi ha appena detto. Sa se abita qui?- Chiese di fretta Mark.
-No, ormai non ho più rapporti con i miei vecchi compagni. Lì non c'erano amicizie, eravamo tutti contro tutti.
-Va bene, chiamerò alla centrale. La ringrazio per il suo aiuto.
-Si figuri, spero di poterla aiutare ogni qualvolta ne avrà bisogno. Questo e altro per Samantha.- Disse Julie Hill prima di salutare il detective e rientrare in casa.

-Pronto, signor Parker? Sono io, Mark Gray. Forse ho trovato una pista. Mi serve l'indirizzo di una donna: il suo nome è Cassandra Hook. 

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Ecco il primo capitolo della storia. Per eventuali errori correggerò il prima possibile 😘😘

-Vals💕

   
 
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