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Autore: Kia85    06/07/2016    6 recensioni
“Che ti prende?”
“Oh, niente.” rispose Paul, “Ho trovato questa.”
“E allora?”
Lo sguardo totalmente disorientato di John non fu proprio incoraggiante per Paul.
“Non te la ricordi?”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon anniversario alla mia OTP suprema, ai due che mi ispirano sempre, e che amo con tutto il cuore. <3

 

Una camicia a quadretti rossa

 

 

“Signor McCartney, sono arrivati questi per lei.”

Paul si voltò verso il ragazzino sulla porta del loro camerino. Era molto giovane, probabilmente era uno stagista arrivato da poco e già coinvolto nella gestione del primo concerto dei Wings a New York. Si notava perfettamente il timore reverenziale nei suoi occhi, una cosa che Paul ormai aveva visto fin troppe volte nelle persone che incontrava, ma ancora qualcosa a cui non si fosse abituato.

Si alzò allontanandosi per un istante dalla sua nuova band e dalle sue figlie che giocavano facendo un gran chiasso. Raggiunse il ragazzo, evidentemente spaventato dal pensiero di averli interrotti durante la loro piccola festicciola post-concerto.

Con le mani reggeva una cesta colma di quelli che sembravano proprio regali: c’erano fiori, cioccolatini, e diversi pacchetti e lettere.

“Chi li manda?” domandò Paul, prendendo la cesta e appoggiandola sul tavolino con le bevande.

“I suoi fans, signore, li hanno lasciati nell’ingresso.”

“Grazie… ehm…”

“Michael, signore, mi chiamo Michael.” rispose prontamente il ragazzino.

“Grazie mille, Michael.” affermò Paul, rivolgendogli un occhiolino, “Molto gentile.”

Michael sorrise brevemente e compiaciuto e dopo avergli rivolto un cenno del capo, si allontanò.

Paul ridacchiò fra sé e si mise a curiosare tra i regali. Sistemò i fiori da un lato, mentre i cioccolatini finirono tutti insieme alle altre cibarie. Le lettere le avrebbe lette dopo con calma; i regali invece stuzzicarono subito la sua curiosità. Dopotutto alcuni fan erano davvero originali nella scelta di cosa donargli. Tra peluche e biancheria intima ormai aveva un’invidiabile collezione. E se fintanto che fosse giovane e single era anche simpatico, ora che era un uomo sposato con famiglia era un po’ più sconveniente. Ma per fortuna Linda sembrava essersi abituata abbastanza in fretta. In fondo sapeva bene chi avesse sposato!

Tra tutti quei regali però, ci fu un pacchetto stranamente soffice che attirò la sua attenzione. Le sue mani si mossero subito per raggiungerlo e iniziare a scartarlo.

Il vociare dei suoi compagni di band e le grida acute delle sue bambine divennero solo un suono ovattato tutto intorno a lui quando tra le mani si ritrovò una camicia.

Una camicia a quadretti rossa.

*****

“E quanto starai via?”

Paul era seduto sul letto di John, strimpellando distrattamente la sua chitarra mentre osservava l’amico preparare una piccola valigia per la sua imminente partenza per Durness.

“Una settimana.”

“Mm.”

Paul mormorò, chinando il capo, e John si fermò subito per fissarlo con un sorriso ben conscio di cosa stesse passando per la testa del suo compagno.

“Ci risiamo, vero?”

“Cosa?” domandò Paul, guardandolo curiosamente.

“Stai per fare di nuovo la femminuccia.”

Paul si imbronciò, indignato, abbandonando la chitarra da un lato, “Non è vero.”

“Oh sì, invece, ti conosco ormai. Stai per dire che ti mancherò e che speri che io torni presto.”

John rise, prendendolo in giro, e Paul sbuffò, incrociando le braccia sul petto, “Vai a cagare, John, te lo dico col cuore.”

“Molto volentieri. Ma prima fammi un favore.”

“Col cazzo.” sbottò Paul, il broncio sempre più profondo.

“Andiamo, Paulie. Se lo fai prometto che ti dirò una cosa bella.”

La prospettiva offerta da John sembrò particolarmente allettante e funzionò nello stuzzicare l’interesse di Paul, tanto che questi si voltò a guardarlo con un sopracciglio sollevato.

“Cosa?”

“Beh, prima tu fammi il favore e poi te lo dico.”

Il ragazzo sul letto sospirò, sconfitto, “Sentiamo.”

“Mi prendi quel paio di jeans bianchi nell’armadio?”

“Tutto qua? Che succede, è troppo complicato per voi fare due passi, Vostra Altezza?”

Erano letteralmente due passi, pensò Paul trascinandosi in piedi dal letto all’armadio.

“Ehi, c’è gente che sta lavorando duramente qui. E poi, scusatemi, signor McCartney, ma siete o non siete venuto per aiutarmi?”

“Sono venuto per salutarti. Ora me ne sto pentendo però.”

John sogghignò divertito, tornando al suo compito di infilare vestiti, biancheria e quant’altro nella valigia.

Paul aprì le ante e cercò nei vari scaffali i jeans bianchi di John, sperando che l’amico non li avrebbe indossati tanto spesso. Quei pantaloni addosso a John erano letali, avrebbe fatto fin troppe conquiste per i gusti di Paul. Mordendosi il labbro per trattenere quell’attacco improvviso di gelosia, Paul si concentrò sul suo compito. Quando li intravide, allungò una mano per prenderli e fece per allontanarsi, ma il suo sguardo fu attirato dai colori familiari di una camicia piegata alla bell’e meglio e nascosta tra i vestiti stropicciati e in disordine nell’armadio.

Riconobbe subito quella camicia: era la stessa che John indossava quando si erano incontrati per la prima volta ormai tre anni fa. Tre lunghi, magnifici, perfetti anni fa.

La prese e la fissò senza accorgersi di un sorriso stupido che tirava ora le sue labbra. Ma era così assorto nel ricordo degli eventi di quella giornata, di quanto fosse stato incredibile vedere John suonare e cantare per la prima volta, di quanto lo stesso Paul fosse emozionato di esibirsi davanti a qualcuno che gli ricordava così maledettamente Elvis, che nel momento in cui John lo richiamò, sobbalzò.

“Che ti prende?”

“Oh, niente.” rispose Paul, cercando in qualunque modo di non arrossire, “Ho trovato questa.”

“E allora?”

Lo sguardo totalmente disorientato di John non fu proprio incoraggiante per Paul.

“Non te la ricordi?”

“Mi ricordo che è una camicia davvero brutta.” disse John, guardandola con una smorfia, “Come cazzo facevo a indossarla?”

Paul sospirò e la guardò con profondo desiderio, “Se non ti piace, allora posso prenderla io?”

“Non se ne parla neanche. Almeno prima dimmi cosa mi dovrebbe ricordare. Devo sapere a quale reperto storico sto per rinunciare.”

“Beh se non te lo ricordi, allora non è importante per te, non credi?” esclamò Paul, lanciandogli in faccia i pantaloni con fare scocciato.

John osservò la sua faccia imbronciata per pochi istanti, prima di raggiungerlo e spingerlo sul letto.

“Ehi, che cazzo pensi di fare?” protestò Paul, cercando di rialzarsi.

Tuttavia John fu più veloce e si arrampicò su di lui, inchiodandolo contro il materasso con il peso del suo corpo.

“Sono uno stronzo egocentrico e smemorato, Paul! Dimmi cosa mi deve ricordare e non fare tanto la signorina indispettita.”

“Me. Ti deve ricordare me.” sbottò Paul.

John sembrò pensarci a fondo, prima che l’illuminazione gli schiarisse le idee, e poi sorrise.

“Oh, giusto, è quella camicia, vero?”

Paul arricciò le labbra, sempre più imbronciato, e si voltò per guardare la suddetta camicia, scivolata dalle sue mani quando John aveva afferrato i suoi polsi.

“Andiamo, Paul, non mi tenere il broncio. Lo sai come sono fatto.” mormorò John, afferrando la punta del suo naso con due dita.

“Purtroppo.”

John si chinò su di lui, strofinando il viso contro la guancia soffice di Paul, “Dai, sorridi per il buon vecchio Johnny.”

Paul raddrizzò il capo e fissò il sorrisino implorante di John, così vicino al suo viso che lo fece rabbrividire tra le sue braccia.

“E va bene, bastardo.”

John sembrò soddisfatto quando Paul gli sorrise, finalmente.

“Comunque non posso regalartela, ora che mi ricordo del suo valore affettivo.” commentò afferrando la camicia con una mano e nascondendola dietro la sua schiena.

“Non vale.”

“E’ mia, in fondo. Perché diavolo la volevi?”

“Perché mi piace e mi ricorda te.”

“Ma non hai bisogno di questa per ricordarti di me, vero?” sospirò John sulle labbra di Paul.

Il ragazzo più giovane fissò con desiderio quella bocca dolce e familiare, mormorando uno sciocco, “Ah no?”

E John scosse il capo, prima di chinarsi su di lui e baciarlo, dolcemente ma anche con tanto trasporto da lasciarlo con le guance arrossate e il respiro leggermente affannato.

Forse, forse!, era riuscito a togliergli dalla testa quella benedetta camicia.

“E… mm… era questa la cosa carina che dovevi dirmi?”

Ma non quello, a quanto pareva.

Che memoria, Macca!

“Era questa, idiota.”

“Ma non era una cosa da dire.” protestò Paul e John scoppiò a ridere.

“Quanto cazzo sei pignolo, Paul?”

*****

Paul strinse tra le mani la camicia.

Il ricordo, per quanto lontano, era ancora vivido e suscitava in lui sensazioni potenti che lo avrebbero sopraffatto lì e subito, se non fosse arrivata Linda a controllare.

“Cos’è?”

“Oh, niente, cara. Un regalo da parte di qualche fan.”

Linda osservò con un sorriso la camicia, prima di tornare a guardare il marito, “Non ti hanno mai regalato una camicia, vero?”

“No.” le rispose Paul con un sorriso, “Mai.”

La donna ridacchiò e raccolse uno dei pacchetti di cioccolatini per tornare subito dopo dalle ragazze.

Paul guardò nuovamente la camicia, notando un piccolo biglietto che fuoriusciva dal taschino. Lo prese subito per leggerlo, anche se poteva ben immaginare cosa ci fosse scritto.

E soprattutto chi l’avesse scritto.

‘Buon anniversario, Paul.’

 

Note dell’autrice: e davvero, buon anniversario a John e Paul, e sia benedetto questo giorno. Il 6 luglio mi rende sempre particolarmente felice, il fandom si movimenta, si leggono nuove storie, tumblr è in fermento… insomma, è tutto bellissimo. <3

Ormai sono 4 anni che festeggio il loro incontro con una fanfiction, eppure mi sembra davvero di essere come agli inizi, di scrivere di loro con la stessa felicità. L’ispirazione è calata, ma la felicità c’è sempre per loro, perché mi fanno stare davvero bene. <3

Bando alle ciance, ho sempre voluto scrivere una storia su quella bellissima camicia. Mi ispirava fluff a tutto spiano. E forse questo non è a tutto spiano, ma ehi, è sempre fluff.

Ringrazio moltissimo Claudia che questa volta ha corretto lei la os. :3

Grazie di cuore anche ad Anya che anche da lontano mi ha consigliata e aiutata con questa os, come sempre. <3

Grazie a Paola per le chiacchierate e il sostegno. ^_^

E grazie a chiunque leggerà/recensirà. :D

Per chi segue il sequel, il nuovo capitolo è qui. J

A presto e buon anniversario a tutti. <3

kia85

 

 

 

 

 

   
 
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