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Autore: Tony Stark    08/07/2016    2 recensioni
Preferiva la solitudine agli altri.
E tutto per una leggenda che lui nemmeno conosceva e che gli aveva distrutto la vita e continuava a farlo
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Herobrine, Notch, Steve
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un-justified Hate
 Capitolo 23: Knowing the truth
 
Le Valchirie erano tornate nell'Aether. E Steven era rimasto immobile nella posizione in cui era quando erano sparite.
 
Perché non riusciva a spiegarsi cosa avesse voluto dire la Valchiria con quelle parole.
 
Era tanto immerso nei suoi pensieri da non aver notato che le urla sofferenti del demone si erano fermate.
 
E che Herobrine si era ormai ripreso dalla maledizione di Notch. 
 
 
Il sovrano del Nether aveva notato con una certa sopresa e letizia che il suo cavaliere impugnava la  sua spada.
 
L'arma Netherica che era stata forgiata solamente per il suo cavaliere, per il suo Steven... Adesso, Notch non avrebbe più potuto nulla contro di lui.
 
Non ora. Non ora che Steve aveva scelto di seguire lui. 
 
 
 
 
Un solo altare di luce era rimasto nel tempio di Notch. Un solo altare impediva ad Herobrine di riacquisire il suo pieno potere e di richiamare le armate del Nether.
 
E l'unica cosa che avrebbe reso Herobrine abbastanza potente da corrompere anche quell'ultimo altare si trovava nella Torre Nera. 
 
Della quale, suo fratello non conosceva la posizione.
 
O almeno così il grande Notch credeva.
 
 
 
 
 
Il sovrano dell'End aveva deciso che se non poteva avere il mortale, avrebbe almeno permesso al demone di eliminare Notch.
 
La loro sarebbe stata un'alleanza vantaggiosa per entrambi.
 
Lui avrebbe detto ad Herobrine dove trovare la torre. In cambio il demone avrebbe distrutto l'ultimo sigillo di Notch permettendo a lui e alle sue armate di raggiungere l'Aether.
 
 
 
Il sovrano del End non sapeva che questa sua decisione avrebbe portato alla sua fine. Lui che per troppo tempo aveva compromesso l'equilibrio di Minecraftia.
 
 
 
 
 
 
Quando il Sovrano del Nether aveva sentito la voce della creatura dell'End, un ghigno crudele aveva segnato il suo viso.
 
E quando la creatura aveva proposto un "alleanza" fra loro, non aveva potuto fare a meno di ascoltare con un certo interesse le sue parole sibilline.
 
 
E la creatura aveva fatto un errore, unico e fatale, aveva un così disperato bisogno di essere liberata da quell'ultimo sigillo che gli aveva riferito la posizione della Torre Nera senza che avesse alcuna garanzia che lui l'avrebbe effettivamente aiutata.
 
Il ghigno di Herobrine si ampliò, mentre rendeva il suo cavaliere consapevole della sua presenza e del fatto che la maledizione l'aveva lasciato da un po'.
 
 
Steve si voltò con uno scatto ad udire la voce di Herobrine. Ad udire quel tono così compiaciuto ed eternamente divertito che erano il suo segno distintivo, anche se non con come gli occhi bianchi e vuoti che avevano ripreso a brillare accesi come stelle.
 
 
Eppure per una qualche ragione Steven non sentiva più quell'aura di pericolo che circondava il demone. 
 
<< Hai fatto la scelta giusta, Steven >>
 
<< Scelta? Di quale scelta parli? >>
 
Herobrine si lasciò sfuggire una breve risatina divertita alla confusione del suo cavaliere, del suo mortale.
 
<< Quindi non lo sapevi, Steven? Mio fratello non ti ha detto proprio nulla, eh? Non sai perché sei stato creato... Non sai qual'è il tuo scopo >>
Il tono divertito di Herobrine si fece via via più serio e poi quasi infuriato nell'ultima parte. 
 
Il giovane minatore fece qualche passo indietro per allontanarsi dal demone. Ma un bagliore nethereo lo avvolse impedendogli qualunque movimento.
 
<< E' ora che tu lo sappia >>
 
 
E poi tutto intorno a lui sfumò, lo sfondo divenne una massa nera indistinta.
 
Una luce...
 
 
 
 
 
" Una landa desolata si trovava sotto di lui, non c'era nulla in essa. Solo terra brulla e lava.
 
Vide un uomo, calvo, circondato da una luminosa aura bianca, al suo fianco c'era un ragazzo che aveva il suo aspetto.. Era Herobrine? Ma allora perché i suoi occhi non erano bianchi? 
 
Quel ragazzo, circondato da un'eterea aura arancio-dorata, guardava la landa con i suoi occhi azzurro-viola. 
 
<< Dobbiamo fare qualcosa, Notch... Non possiamo lasciare che quel mostro continui a distruggere il nostro mondo >>
 
L'uomo, Notch, si voltò verso il fratello.
 
< Hai ragione, Brine. Dobbiamo impedirglielo >"
 
Un altra luce, e un altra scena si presentò davanti ai suoi occhi.
 
"C'era un portale nero come il vuoto sotto di lui e quel portale inghiottiva metà dell'enorme spaccatura che aveva fratturato quella landa.
 
Un'ombra oscurò il cielo, sollevò lo sguardo, un enorme drago dalle squame nere e le ali dalle membrane viola, volava nel cielo. Ruggendo furioso.
 
Un lampo rosso colpì il drago e questo ruggì di dolore prima di precipitare nel portale.
 
Herobrine lo seguiva, un aura rossa, netherea lo avvolgeva. I suoi occhi brillavano di viola.
 
< Brine, basta! Non puoi farlo da solo >; Notch apparve di fianco al fratello.
 
<< Lo farò da solo, Notch. Tu guiderai, Minecraftia. Io sterminerò questi mostri. >>
 
< Brine... Brine! >; Notch non riuscì a fare null'altro che Herobrine si tuffò nel portale seguendo il drago. E poi quella voragine nera si richiuse alle sue spalle."
 
L'oscurità lo avvolse... la sentiva stringerlo in un abbraccio freddo e letale.
 
"Adesso, c'era una valle sotto di lui. E un'enorme fortezza di fronte a lui.
 
Numerosi lampi rossi illuminarono il cielo notturno. 
 
Herobrine era al centro della tempesta, e guidava i mostri notturni all' attacco della fortezza. La sete di sangue illuminava quegli occhi, ancora viola."
 
Un altra serie di immagini troppo veloci, troppo cruente gli apparvero davanti agli occhi e poi sentì chiaramente la voce di Notch.
 
"< Lo creerò per te, Brine. Lo creerò per impedirti di riprendere i tuoi poteri. > dichiarò Notch. Mentre il Nether cominciava a richiudersi.
 
< Sarà te, sarà come te... E lui sarà l'unico ad avere il potere di riuscire in ciò che hai fallito >"
 
L'oscurità si diradò. Herobrine era di fronte e ghignava. 
 
Steven si sentiva... perso. Questo, questo significava che... che lui era stato creato per essere il demone che aveva di fronte?
 
Questo significava che non aveva mai avuto alcuna voce in capitolo nella sua stessa vita?
 
Questo significava che tutto quello che aveva vissuto, che aveva sofferto... erano stati solo perché Notch non voleva che diventasse quello che era stato creato per essere?!
 
 
Il ghigno sul viso del sovrano del Nether si trasformò in un sorriso crudele, nel vedere quella rabbia, quella furia che lui ben conosceva brillare in quegli occhi che erano così uguali ai suoi... a com'erano stati i suoi.
 
Quanto ci avrebbe messo, Steven a scoprire quello di cui era capace, adesso... adesso che sapeva cos'era?
 
 
 
Steve strinse le mani attorno all'impugnatura della spada, sentendo un autentico fuoco di rabbia bruciargli dentro.
 
Non la furia bianca, no, ma una rabbia cosciente. Un'odio profondo verso colui che l'aveva creato.
 
 
 
 
Notch non riusciva credere che suo fratello, Brine, che non era mai stato capace di mentire fosse riuscito a fare quello.
 
Quello che gli aveva fatto vedere era solo la metà di quello che gli aveva detto.
 
" < Sarà te, sarà come te... sarà com'eri prima, prima che io ti permettessi di andare avanti con questa follia. > un sorriso triste spuntò sulle sue labbra < E lui sarà l'unico ad avere il potere di riuscire in ciò che hai fallito >"
 
Quello che gli aveva fatto vedere era stato manipolato in modo che quella rabbia che era propria di Herobrine, che era propria di Steven che aveva creato a sua immagine, prendesse il controllo... e lo rendesse come lui.
 
 
 
Herobrine aveva trovato il modo di portare il giovane Steven dalla sua parte... ma il destino è mutevole, e il giovane minatore era fin troppo puro e buono per continuare a covare quel fuoco nero nel suo cuore.
   
 
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