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Autore: Ofeliet    08/07/2016    4 recensioni
L’esistenza scorreva pacifica nell’oltre vita.
DeathMask povera quasi dire di essersi abituato a quel mondo strano, a quel limbo di insofferenza e indifferenza al loro destino. Insomma, la sua vita era esattamente identica a quella che conduceva prima di morire. Solo che non andava più in giro ad ammazzare gente – stava mettendo su la pancetta, era decisamente fuori esercizio! – ed era confinato in quel Santuario in miniatura che pareva essere stato creato appositamente per loro.
Forse era per questo che in quel posto le anomalie erano notate praticamente subito.
Quei volumi trovati alla sua soglia una mattina – ma era davvero mattina, quella? – erano sicuramente uno strappo alla loro routine. Angelo li raccoglie, decisamente confuso. Presentano un sacco di figure femminili, tanto da fargli quasi pensare male e desiderare di propinarli alla casa successiva alla sua in attesa della reazione del casto e ingenuo leone, ma alla fine la curiosità prevale e si trova a sfogliare quei volumetti quasi divertito.

{ spoiler!SaintiaSho | SaintsReactToCose }
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gold Saints
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’esistenza scorreva pacifica nell’oltre vita.
DeathMask povera quasi dire di essersi abituato a quel mondo strano, a quel limbo di insofferenza e indifferenza al loro destino. Insomma, la sua vita era esattamente identica a quella che conduceva prima di morire. Solo che non andava più in giro ad ammazzare gente – stava mettendo su la pancetta, era decisamente fuori esercizio! – ed era confinato in quel Santuario in miniatura che pareva essere stato creato appositamente per loro.
Forse era per questo che in quel posto le anomalie erano notate praticamente subito.
Quei volumi trovati alla sua soglia una mattina – ma era davvero mattina, quella? – erano sicuramente uno strappo alla loro routine. Angelo li raccoglie, decisamente confuso. Presentano un sacco di figure femminili, tanto da fargli quasi pensare male e desiderare di propinarli alla casa successiva alla sua in attesa della reazione del casto e ingenuo leone, ma alla fine la curiosità prevale e si trova a sfogliare quei volumetti quasi divertito.
Solo che, nel vedere che il contenuto non fosse esattamente quello che si aspettasse, il suo entusiasmo scema fin troppo rapidamente. Chiuderebbe volentieri il volume e lo butterebbe da qualche parte annoiato, se non fosse per un particolare.
Una di quelle ragazzine – perché erano ragazzine – portava con sé Nike.
Nike, la dea della vittoria, lo scettro della dea.
Quindi quella ragazzina era la dea? La loro Atena aveva quella faccia svampita e mono espressione? Era quella la loro potente divinità che andava in giro vestita come una scolaretta?
Era davvero così ragazzina?
Erano interrogativi fondamentali, per lui che alla fine si era fatto ammazzare anche per quella dea. Con un grosso sospiro DeathMask si porta in casa il malloppo, sistemandosi meglio sul divano rotto della sua abitazione e prendendo il primo volume con la speranza che la lettura chiarisse un po’ le idee.
Solo che già alle prime righe si trova ad imprecare.
Quello era spagnolo.
« Chi cazzo è il furbone che mi lascia sotto casa roba in spagnolo?! » si trova ad imprecare, forte, chiudendo scocciato il volume e massaggiandosi una tempia. Gli bruciava ammetterlo, ma capiva più il cinese che lo spagnolo. E di spagnolo non capiva una fava.
Vorrebbe quasi abbandonare la sua buona volontà, prima che nella sua mente si formasse un pensiero crudele. In effetti, qualcuno lì che capiva lo spagnolo c’era eccome e gli doveva pure un favore.
DeathMask ride, soddisfatto come se avesse aggiornato la sua collezione di maschere – e quello stronzo di Shiryu che gliel’aveva distrutta! – e come non si sentiva davvero da tanto tempo. Sì, si sentiva davvero bene.


Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo



« Milo, ma vaffanculo! » il citato in causa ringhia irritato, sistemandosi nuovamente seduto.
« Sono contento, DeathMask, che tu esprima la tua opinione in maniera così educata, ma lo ripeto per la trentesima volta. Non mi ricordo per niente di simili eventi! Non abbiamo mai combattuto Eris! » non poco lontano da quel posto, Camus legge con attenzione uno dei volumi prima di mascherare un ringhio con un sospiro.
« Non solo andavi in giro a rimorchiare ragazzine, vergognati Milo, ma lasciavi persino in vita probabili ricettacoli di divinità malvagie. Ma cosa ti hanno insegnato in addestramento? Lo sappiamo tutti che, in caso di corpi ospite accertati, bisogna ucciderli e non lasciarne traccia. »
« Camus, per l’ennesima volta…! »
« E la prendi pure in braccio, più di una volta. Bravo principe azzurro, a quanto pare ora va di moda la versione Gold Saint. » sibila Camus, un’aura sempre più gelida che lo circonda. « ‘Sono in missione’ un baccala! Eri in giro a raccattare ragazzine! » Milo sospira, passandosi una mano tra i capelli con fare nervoso. Quei volumetti avevano scatenato l’inferno, e non quello del divino Hades. Quello, forse, sarebbe stato infinitamente più piacevole.
« E poi, dai, che cacchio! Quando è ancora una bambina indifesa la lasci vivere, e poi ti infiltri nel covo del nemico per andare ad ammazzarla? A lavoro ormai finito? » esclama DeathMask, diviso tra la risata e il disagio. Grazie al cielo, almeno lui, aveva fatto una figura dignitosa lì dentro, e ne era quasi orgoglioso.
« Non mi stupisco più di niente. Ma soprattutto… » commenta Saga. « Abbiamo mai avuto un Saint dell’Orione? Perché io non ne ho memoria. »
« Pare che tu non abbia memoria di tante cose, Saga. » replica inacidito Aiolos, a braccia conserte. Saga lo osserva ferito, prima di singhiozzare silenziosamente. Lui davvero non aveva idea di chi fosse quella Saintia – che non sapeva nemmeno se questa casta esistesse davvero – e soprattutto non ne ricordava una della Corona Boreale, così fissata con lui poi! Ma almeno non era l’unico finito in un pantano disastroso.
Le reazioni erano state parecchie e tutte diverse a quel materiale, ma nessuno lì appariva contento di simile improvvisata e variazione della storia. Pareva essere una fantasia adolescenziale di qualche ragazzina.
« Non che io, o Aiolia, disprezzi tutti questi corpi nudi ma… questa storiella è un attentato alla eterosessualità femminile. Tranne che a quella della nostra dea, a quanto pare. Ha sempre un’aria così allucinata, le daranno fastidio le lelle? » dice Aphrodite, visibilmente divertito nonostante il nervoso che l’aveva colto precedentemente. Con affetto, l’uomo passa una mano sulla scapola di uno Shura visibilmente traumatizzato. Non lo biasimava, dopo essere stato costretto a leggere ben otto volumi di quella cosa. Il Saint del Capricorno pareva essere, per la prima volta in vita sua, sinceramente traumatizzato. Nemmeno uccidere Aiolos aveva sortito tali effetti sulla sua persona. Aphrodite gli accarezza nuovamente la schiena con affetto, prima di fissare nuovamente con astio DeathMask che alza le mani in segno di resa.
« Il lesbodrama è potente qui. » commenta DeathMask con una risata. « Puoi stare tranquillo, Aphrodite. Questa Elda non me l’avrebbe data. Le ho pure ammazzato la ragazza. Più che altro sei tu a non raccontarmela giusta, con Atena. »
« Le ho dato della ragazzina, Angelo, e seguivo gli ordini di Saga. Mi pare che sia più che sufficiente come spiegazione. »
« Beh, certo. Mica brandiamo certe daghe falliche contro la nostra dea, eh Saga? » il preso in causa impallidisce, per chissà quale ragione, ma non risponde alla provocazione. Sembra molto serio e assorto, quasi riflessivo.
« Io comunque non ho memorie di questa Katya. Dico davvero. Questa cosa mi preoccupa. »
« A me preoccupa più che senza l’intervento di Aiolos, o di qualcuno di voi, Atena sarebbe già stata fatta a pezzettini. » commenta Kanon, facendo spallucce. « E trovo imbarazzante che, nonostante spruzzasse cosmo in qualsiasi occasione, nessuno di voi l’abbia percepita. »
« Nemmeno tu, Kanon. »
« Io ero ad Atlantide, sai, ad organizzare un piano di conquista del mondo. Mica sedevo su un trono, pure scomodo, o passavo le mie giornate a farmi il bagnetto. » Saga si acciglia, fulminando il gemello con fare scocciato, prima di tornare a cercare lo sguardo chiaro di Aiolos senza successo.
Non si dava pace per averlo amareggiato – con il complotto, con la distruzione della sacra statua di Atena che qualcuno dovrà aver riparato, con quella conversione ad una divinità maligna di cui non ha memoria – tanto che le lacrime salivano prontamente agli occhi.
« Io davvero non sapevo che i Bronze Saint abbiano avuto un tale addestramento. » sussurra Aiolos, improvvisamente intristito. « Pensavo di aver affidato la nostra dea ad un uomo rispettabile. E invece tutti questi ragazzi hanno patito pene infernali per poter servire Atena. »
« E invece la dea è cresciuta in una maniera deprecabile! Persino il letto morbido aveva! Non so, ma io mi rifiuto di morire ancora per simile elemento. Io avevo i sorci nella terza! E pure la casa del Sagittario per poco non crollava sulla testa di qualcuno quando ci si passava! » DeathMask incrocia le braccia al petto, improvvisamente infastidito. Non voleva ripetere l’esperienza per nessuna ragione.
Cala un lungo silenzio.
« Vi lamentate di mere sciocchezze. » è Shaka a prendere parola, dopo essere rimasto muto per tutto quel tempo a leggere. « Perché io ho avuto una sola e trascurabile apparizione? Sono uno dei Saint più importanti della gerarchia! E poi chi è questa Mayura? Il Saint del Pavone è un mio discepolo! E non mi perviene che Shiva abbia un paio di seni. » esclama, visibilmente infastidito.
« Ti lamenti tu delle poche apparizioni, Shaka? » replica Milo, infastidito. « Il venerabile Dohko e Shura non ne hanno avuta nemmeno una! E io e Saga siamo bersagliati da voi dal primo momento in cui abbiamo messo le mani su quella cosa. Vuoi davvero il tuo screen time? Bene! Ti cedo volentieri il mio! E’ ridicolo che abbiano fatto tutte quelle scene tra me e Aiolia! Non gli ho mai rivolto una parola più del dovuto! »
« Esatto! » esclama il leone.
« Taci Aiolia. Sei stato vittima di un tentacle rape, qui. Non hai abbastanza dignità per parlare. » lo zittisce Shaka, facendo sprofondare Aiolia nella più nera disperazione. Non importava che, ipoteticamente, le avesse prese nuovamente. « E poi ci hai anche propinato una sviolinata su Saga che nessuno aveva chiesto. » Aiolia arrossisce, vergognandosi profondamente di quelle affermazioni.
« Io comunque apprezzo i tuoi complimenti su di me, Aiolia. » Saga arrossisce lievemente, ma l’occhiataccia del leone lo blocca dal continuare.
« Quelli sono morti nello stesso momento in cui ti sei portato mio fratello a letto. »
« Veramente è stato il contr-. »
« Non me ne importa niente! » urla Aiolia, alzandosi stizzito in piedi e rompendo il cerchio. Le occhiatacce dei Gold presenti lo spingono a sedersi nuovamente.
« Ma poi queste Saintie esistono davvero? No, perché se Saga non ricorda queste cose e Milo nega ogni coinvolgimento… che è questa roba? » sentenzia Dohko, rimanendo perplesso. Lui, come al solito, era rimasto ignorato ma a vedere i risultati – ben due relazioni, tra cui una solida, scoppiate nel giro di due minuti – quasi ringraziava le divinità superiori. « Durante la precedente guerra sacra non c’era la minima traccia di queste. C’erano le ancelle, alcune forse peperine e addestrate a difendersi, ma questo… è un po’ un insulto ai Saint. »
« Giusto! Poi sono tutte lelle, magari attentano alla purezza di Atena! »
« Grazie a Saga sappiamo che una sicuramente non lo è. Possiamo stare tranquilli. » sghignazza DeathMask, ricevendo in risposta una violenta gomitata.
Questi non esita a ricambiarla, se non fosse per il fatto che prenda in pieno il costato di Kanon. Il Saint dei Gemelli gli lancia un’occhiata furiosa, e Saga si trova presto a mantenere fermo il gemello per evitare che questi gli faccia fuori il pupillo. Aphrodite rotea gli occhi, per niente stupito, prendendo tra le mani l’ultimo volume della collezione.
« Shura, per favore, puoi rileggermi questo passaggio? » lo spagnolo pare riemergere leggermente dallo stato di catalessi, annuendo piano e prendendo il volume tra le mani. Rilegge il passaggio indicatogli affettuosamente da Aphrodite, che nel sentirlo spalanca leggermente la bocca e fissa scioccato il Saint dei Gemelli.
« Saga… Ma tu sei Ares? »
« Ma certo che no! » singhiozza questi, sull’orlo della disperazione, tenendo ancora Kanon per la manica. « Sono Saga! Sono sempre stato Saga! E non conosco questa Katya! E lo giuro, giuro, non ho mai incontrato Atena prima della sua scalata! Credetemi! » scoppia in lacrime, passandosi una mano sul volto. Questo pare smuovere Aiolos, che va a sedersi accanto a lui accarezzandogli affettuosamente i capelli per poi essere intrappolato in un abbraccio singhiozzante.
Milo sbuffa, sonoramente, raccogliendo quei tomi della discordia e fissando il gruppo collettivo.
« Allora… brucio anche questi? »
« Sì Milo. Ci fai un favore. » replica DeathMask. « Anche se sarei curioso dei risvolti saffici che la storia avrebbe sicuramente avuto al tempio di Artemide. Sapete, le leggende… »
« Sì Milo, per favore bruciali. » sibila Camus, alzandosi per passargli il volume che era rimasto in mano a lui. I Gold tacciono, quasi all’unisono, prima di alzarsi e risalire ognuno alla propria casa. Rimangono solo Ariete e Toro, rimasti particolarmente silenziosi durante quel sabba così particolare.
« E nessuno si è lamentato del fatto che lì dentro io sia stato costretto a fare gli straordinari? » sussurra Mu a bassa voce, visibilmente infastidito, anche se ormai nessuno gli presterebbe attenzione.





Disclaimer: Shura non è stato davvero maltrattato durante la stesura di questa fanfiction.
Saga sì. Saga l'ho maltrattato tanto.
A parte questo inizio delirante, ecco il ritorno dei pettegoli dorati. Vi mancavano? A me, se devo essere sincera, sì. E' bello scrivere di loro così affiatati e più o meno poco propensi a massacrarsi a vicenda.
E quindi cosa è questo? Quello che penso di Saintia Sho. Che, lo ripeto, dai recenti sviluppi ho quittato. Non voglio davvero saperne più niente, ma non potevo comunque evitare di spettegolarne grazie ai Gold. E quindi è nata questa storia. Delirante, molto probabilmente, ma (almeno per me) soddisfacente.
Io mi sono divertita, sarò sincera, e come al solito dico: questa storia è un po' una satira. Non prendetela sul serio.


   
 
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