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Autore: _Lily of Grief_    09/07/2016    0 recensioni
Richard è l'unico a non gioire dell'aria primaverile che avvolge il parco. Ma qualcosa potrebbe cambiare il suo umore in maniera imprevista: un incontro... Segnato del destino?
"Osservò più in là di quelle labbra socchiuse e man mano che la sua visuale si allargava, scopriva elementi che gli permetterono di comporre un viso d'appartenenza: lunghi capelli castani, scarmigliati e ribelli, occhi verdi, luminosi tanto quanto il sorriso, curiosi e vivaci."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Le foglie verdeggiavano nel parco e tutto il mondo sembrava sprizzare felicità: i bambini che correvano, giocando a fare gli avventurieri, i padroni con i cani che scodinzolavano con la lingua a penzoloni, persone che facevano jogging, ciclisti che bellamente pedalavano ignorando qualsivoglia pedone sul sentiero, limitandosi ad un rapido "trin-trin!" per farli spostare.
Era una giornata fantastica... Ma non per lui.
Richard sedeva a gambe incrociate su una panchina, da solo, mentre osservava i libri di Composizione e Lettura della partitura quasi con disperazione, attendendo, invano, che gli dessero un segno.
Era come se nel suo cervello le chiavi di trasposizione e i vari Bemolle e Diesis venissero risucchiati in un enorme buco nero.
 
Sospirò e si levò le cuffiette dalle orecchie con fare seccato e notò con sorpresa che, dall'altro lato del sentiero, nell'oceano di forme e colori creato dalle persone, un timido sorriso era indirizzato a lui.
 Osservò più in là di quelle labbra socchiuse e man mano che la sua visuale si allargava, scopriva elementi che gli permetterono di comporre un viso d'appartenenza: lunghi capelli castani, scarmigliati e ribelli, occhi verdi, luminosi tanto quanto il sorriso, curiosi e vivaci. E... Appartenevano ad un ragazzo, seduto nella panchina di fronte alla sua.
Richard distolse un secondo lo sguardo, leggermente imbarazzato dall'intensità che il sorriso di quel ragazzo, per quanto accennato, gli aveva trasmesso. Era certo di non averlo mai visto, ma altrettanto certo della sua imbarazzante propensione al dimenticare i volti delle persone - cosa che gli creava un disagio non indifferente.
Il misterioso giovane sollevò la mano con un attimo di esitazione e lo salutò poi, con vivacità, sventolando la mano energicamente. Richard sollevò un attimo le sopracciglia, incerto, per poi fare un lieve cenno di saluto con le dita. 
La musica ancora suonava nelle sue cuffiette, un pianoforte che sommesso sussurrava note dolci come stelle perdute. 

Con un movimento fluido, il ragazzo si alzò e quasi come se stesse saltellando - "No" pensò Richard "come se incedesse a passo di danza... Un elfo dei boschi." - attraversò in un attimo il mare che li separava. Il suo sorriso si era allargato, da così vicino poteva persino scorgere delle efelidi sul naso e sugli zigomi, ben nascoste dalla carnagione olivastra. 
I denti regolari e candidi iniziarono a mordicchiare nervosamente le labbra, ma durò solo qualche secondo: dopo un sospiro appena accennato, prese un bel respiro.
- Ehi, ciao... Scommetto che non hai idea di chi io sia eh? Ma tranquillo, insomma, è normale. Non ci siamo mai parlati, anche se siamo nella stessa classe, sai? Sono Elias Del Santo... Seguiamo lo stesso corso di Composizione, con il professor Guillory.- aveva una voce alta, chiara, cristallina; aveva parlato tutto d'un fiato, ed ora attendeva con uno sguardo speranzoso che le sue parole suscitassero un qualche effetto su Richard, il quale lo guardava un attimo colto di sorpresa per non essere nemmeno riuscito ad aprire bocca. E nel mentre, cercava di fare mente locale, di collegare quel nome al suo viso e a qualcosa di familiare e poi...Illuminazione!

Era sempre seduto nel posto centrale, l'ultima fila verso la finestra. Passava ore a sorridere al nulla che c'era lì fuori, mordicchiando le matite o scribacchiando sui bordi dei quaderni pentagrammati. Aveva sempre pensato che fosse un tipo poco attento, troppo con la testa fra le nuvole per farci una chiacchierata. Effettivamente, non parlava con nessuno. Richard, al contrario, aveva diverse amicizie e spesso usciva con loro al di fuori del conservatorio.
I suoi pensieri vennero bruscamente risvegliati dalla voce di Elias che, forse notando il suo silenzio prolungato, aveva ripreso a parlare:
- Sai, non vorrei disturbarti, ma ecco io... Volevo parlarti da un sacco di tempo, ma dopo le lezioni sei sempre con gli altri ragazzi e non sapevo proprio come fare... Fino a che non ho scoperto che spesso venivi qui al parco. La cosa buffa è che sono venuto a parlarti del modo in cui l'ho scoperto.- una risatina nervosa e al contempo imbarazzata coprì quell'attimo di pausa, mentre nervosamente si torceva una ciocca di capelli, senza guardarlo. - Io... Io ti ho sognato, ecco. Ti ho sognato diverse volte, qui al parco. Sempre con le cuffiette ed i libri... - la sua voce si era fatta più sommessa, sembrava vergognarsi a morte. Richard lo ascoltava a metà tra il perplesso e l'incuriosito: che strano tipo era questo? Ancora non gli aveva dato modo di rispondere, ogni volta che cercava di aprire bocca sembrava quasi che Elias volesse batterlo sul tempo, ed era una cosa che lo divertiva.

- Magari adesso starai pensando che... Che sono un tipo strano. Non saresti il primo, nè l'ultimo suppongo. - Richard avvertì una nota di tristezza in quelle parole, come se toccassero qualche corda nascosta nel suo animo. Possibile che in due minuti di conversazione avesse già interesse nel conoscere una persona? Solitamente lui era il tipo che aveva bisogno di mille conferme anche solo per dire "ciao" a qualcuno, figurarsi a provare del genuino interesse a pelle!
- Ma... Mi farebbe davvero piacere se tu accettassi di parlare con me.- Elias si era stretto nelle spalle, e dopo un breve sospiro scosse la testa:
-Scusami, sono uno scemo. Meglio se vado, potrei ulteriormente compromettere la mia dignità. Mi spiace per averti fatto perdere tempo, ora vado...-  Richard stavolta decise di intervenire prima che Elias decidesse di scomparire così com'era apparso e lo interruppe, sorprendendo persino se stesso, prendendolo per un lembo della maglietta:

-No... Resta.-


 
   
 
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