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Autore: Generale Capo di Urano    09/07/2016    2 recensioni
| SpUk altamente idiota | per Francesca, tanti auguri!♥ |
***
Quando uno sciocco malinteso convince Spagna che c'è bisogno di un modo per comunicare più facilmente.
Certo, erano Nazioni, quando volevano erano in grado di farsi comprendere alla perfezione –ma quando partivano le sfuriate si cominciava a non capire più nulla e si faceva a gara a chi urlava più forte in una lingua sconosciuta. Inghilterra già di suo si mangiava le parole, quando era imbestialito si capiva ancor meno di quel poco che si faceva di solito, e non avendo Spagna la minima idea di ciò che il britannico gli stesse sbraitando contro non poteva fare altro che gridare a sua volta frasi sconclusionate in spagnolo.
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPANGLISH – Se non puoi capirla falla tua
 

Antonio non era certo delle parole che l’inglese gli stava urlando contro in quel preciso momento, poteva solo intuire la valanga di insulti che gli si riversavano addosso mentre fissava il compagno con uno sguardo a metà tra l’ebete e l’irritato –proprio quello sguardo che faceva andare Arthur su tutte le furie.
Certo, erano Nazioni, quando volevano erano in grado di farsi comprendere alla perfezione –ma quando partivano le sfuriate si cominciava a non capire più nulla e si faceva a gara a chi urlava più forte in una lingua sconosciuta. Inghilterra già di suo si mangiava le parole, quando era imbestialito si capiva ancor meno di quel poco che si faceva di solito, e non avendo Spagna la minima idea di ciò che il britannico gli stesse sbraitando contro non poteva fare altro che gridare a sua volta frasi sconclusionate in spagnolo.
Grandioso, come se l’essersi beccato una borsetta da donna in pieno volto non fosse stato abbastanza.
Arthur aveva cominciato già in strada a prendersela con lui, ma da bravo gentleman inglese aveva aspettato di arrivare al sicuro nella loro casetta dalle pareti insonorizzate prima di tirare giù tutti i Santi dal Paradiso solo per poi lanciarglieli in testa violentemente.
Davvero, l’iberico non aveva idea di cosa avesse fatto; quegli inglesi, che gente stramba.
 
Quel pomeriggio stavano tranquillamente passeggiando per le strade di Londra; era pure sereno, miracolo! Aveva subito insistito per uscire di casa, con quello stupido tempo inglese era molto probabile che se avessero perso quella possibilità essa non si sarebbe più ripresentata per un bel pezzo.
Stavano appunto girando per una delle tante vie della capitale britannica, quando una signora piuttosto in carne dall’aria spaesata si era avvicinata a loro, probabilmente per chiedere indicazioni o qualcosa di simile.
Antonio aveva subito pensato che fosse una turista, e nel sentirla parlare inglese si era detto che con molta probabilità proveniva da un’altra città del Regno Unito. La donna pareva molto impacciata, quasi si vergognasse a domandare informazioni; pur non capendo cosa ella tentasse di dire aveva cercato comunque di discutere con lei, mentre questa arrossiva e cercava a fatica di spiegarsi, prima che Arthur si mettesse in mezzo ai due e allontanasse lo spagnolo. “Don’t you see? She’s embarassed!”
Allorché Spagna dopo un primo momento di stupore aveva assunto l’espressione di chi ha appena realizzato ciò che gli stanno dicendo –occhi che luccicano, bocca spalancata facile preda dei moscerini e sguardo mezzo rincoglionito- e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro si era rivolto alla signora: “Oh, complimenti! E da quanti mesi?”*
 
Davvero Antonio non aveva la più pallida idea del motivo per cui sia il compagno che la donna si erano tanto infuriati.
 
 
 
 
 
 
“Have you really thought she was pregnant?!”
Spagna pregò con lo sguardo Alfred di abbassare la voce, mentre questi rideva sguaiatamente rischiando di cadere dalla sedia, sotto lo sguardo attonito ed irritato delle altre persone presenti nel locale.
L’iberico tentò di affondare il volto nella propria tazza di caffè –disgustoso, tra l’altro: se Romano fosse stato lì l’avrebbe già tirato in testa allo stupido americano seduto davanti a lui- mentre pregava solo di poter diventare invisibile come uno di quei supereroi della TV.
America si asciugò una lacrima, tentando di trattenere le risate che si stavano trasformando in singulti soffocati e fissò il povero spagnolo che se avesse potuto sarebbe già sprofondato nel pavimento. “Quindi è per questo che mi hai chiesto di insegnarti l’inglese? Certo, The Hero non ha problemi a darti una mano, ma lo sai che Iggy non sopporta il mio modo di parlare.”
“Lo so, ma non sapevo a chi rivolgermi!”
“C’è sempre mio fratello...”
“Hai un fratello?”
Antonio osservò gli occhi azzurro cielo di Alfred che lo squadravano divertiti da dietro alle lenti sottili. America gli pareva la persona più adatta a cui rivolgersi in quel momento: era il Paese più multietnico al mondo, in lui si concentravano milioni di persone da ogni parte del mondo e proprio per questo il ragazzo aveva imparato quasi tutte le lingue esistenti.
Non sembrava, ma imparava in fretta.
“Però mi pare strano che Inghilterra non abbia cercato di insegnarti la sua lingua.”
“Oh, provato ci ha provato.” Lo spagnolo rabbrividì nel ricordare le sfuriate del compagno ogni volta che non riusciva a capire qualcosa (“It’s fucking «night», not «nait», you arsehole!”). “Ma non mi entra in testa.”
L’americano si fermò a riflettere un attimo, mentre Spagna lo fissava incuriosito; vederlo silenzioso e intento a pensare era uno spettacolo più unico che raro!
“Sai, se proprio non riesci a fartelo entrare in testa, puoi provare a farlo un po’ più tuo.”
Antonio lo guardò perplesso. “Eh?”
“Ma sì, intendo, puoi provare a mescolare un po’ la tua lingua con la sua. Da me succede già da un pezzo! L’hanno chiamato «Spanglish»…
“Dal nome pare una cosa orribile.”
“Ma no, ma no! Semplicemente, alcune espressioni spagnole si sono, uhm... adattate all’inglese, tipo. Per esempio “Te veo” che deriva da “see you”, mi segui? E magari parli una sorta di misto tra le due lingue, giusto per abituarti. Poi piano piano si impara, secondo me funziona.” America sorrise e batté un pugno sul palmo aperto della mano sinistra. “Ma sì, ma sì, certo che funziona! Dopotutto l’hero non sbaglia mai!”
Ad Antonio pareva una cosa assurda. Eppure non aveva molta scelta...
 
 
 
 
 
In piedi con le braccia incrociate davanti al bollitore, Antonio teneva d’occhio nello stesso tempo il tè che stava colorando l’acqua di un morbido colore dorato e la porta d’ingresso, dalla quale si aspettava di veder comparire da un momento all’altro la faccia seccata di Inghilterra. 
Prese un bel respiro: tutto ciò che doveva fare era calmarsi, sarebbe andato tutto bene. Il tè era inglese al 100% (l’aveva comprato a Londra e l’aveva pure pagato un sacco, non poteva avere dubbi!) e l’aveva pure fatto nel modo giusto!
Arthur le prime volte era stato così gentile da spiegargli che rimanere a fissare la bustina che dondola ipnoticamente per poi aprirla sopra il bollitore non era esattamente la tecnica adatta per preparare un buon tea.
Sentì bussare alla porta e riuscì con fatica a sibilare un debole “Avanti” in castigliano.
Sentiva di stare per fare una delle cose più umilianti della sua lunga esistenza; e, Dios, di cose umilianti ne aveva fatte, ma quello era troppo anche per lui!
Accolse il compagno con un sorriso luminoso, cercando di mascherare il nervosismo. Inghilterra aveva ancora l’espressione di chi non ha intenzione di parlarti per una settimana, ma confidava nel fatto di poterlo smuovere appena un po’.
“G-good evening, mi que…my dea- my dear Arthur!” gemette, con una pronuncia che definire spaventosa sarebbe stato un eufemismo.
Deglutì a vuoto, tentando di ignorare il groppo che gli si era formato in gola. Il britannico aveva sgranato gli occhi e lo fissava con uno sguardo misto tra il perplesso e l’inorridito; non sembrava un buon segno.
“W-would...” e qui si fermò un attimo a pensare “Would you like a- taza of té?” **
Gli porse una tazza che Inghilterra prese con mani tremanti, quasi ad offrirgliela fosse un fantasma; anzi, fosse stato un fantasma, probabilmente l’inglese non ne sarebbe rimasto più traumatizzato che in quel momento.
Il sorriso di Spagna stava già cominciando a vacillare.
“I take- I will tak-bring you a glasso of leche...” ***
“What the hell happened to you?!”
Arthur era atterrito. “Please, please, stop!”
Antonio si girò preoccupato verso il compagno che si era tappato le orecchie con le mani e scuoteva la testa. “Per i riccioli della regina Elisabetta, smettila!”
Inghilterra alzò lo sguardo verso un sorpreso iberico, che lo guardava cercando spiegazioni. Era andato così male?
“Senti, non fa nulla se non sai l’inglese, mi va bene che continui a parlare spagnolo, ma per le mutande di Merlino, smettila con questo strazio!”
“Oh…oh, gracias a Dios!” Spagna si gettò sul tavolo con un sospiro di sollievo. “È stato terribile!”
“Non dirlo a me” Arthur si massaggiò le tempie, riprendendo a respirare normalmente. “What the bloody hell was that?” 
“Que era «Espanglis»****…”
“It was horrible!”
“Yo sé!” 
Antonio si stiracchiò con un sorriso, stavolta di reale sollievo. “Allora stasera cena tutta spagnola!”
“Ora stai esagerando.”
Ignorò totalmente la risposta acida del compagno, chinandosi per baciarlo all’improvviso e facendolo diventare tutto rosso. “Sembri proprio un pomodoro, mi Arturo!”
Si avviò ridendo e canticchiando verso la cucina, mentre il britannico si stropicciava il volto ancora arrossato e confuso.












*Noticine~*
*"da quanti mesi": in spagnolo "embarazada" significa "incinta", per questo Spagna ha capito male. Ora potete sbattervi una mano in fronte e scuotere tristemente la testa.
**"Vorresti una tazza di tè?", miscuglio tra inglese e spagnolo
***Dovrebbe essere "I'll bring you a glass of milk". All'inizio omette il "will", poi si accorge di aver sbagliato anche il verbo; "glasso" è una «spagnolizzazione» dell'inglese "glass".
****Espaglis: "Spanglish" detto in modo più spagnoleggiante(?)




Angolino della disagiata, in Comic Sans perché sono una brutta persona :3
TANTI AUGURI FRANCESCA~ Sai che ti ano e perdonami per questa... cosa.
Benvenuti nella rubrica "sputtaniamo completamente le OTP altrui con scritti che SantoCuloSpagnoloSalvaciTu": oggi parliamo della SpUk. 
No, davvero, non ho la più pallida idea di come mi sia uscita 'sta... COSA. Mulier, perdonami ç.ç
Oltre al fatto che temo per il povero IC dei personaggi perso chissà dove. Ma prima o poi scriverò qualcosa di meglio, lo giuro su Norberto.
(e per la serie "il Generale che dimentica cose" citiamo Antonio Ornano da cui ho preso l'idea del tè... perché Spagna che apre la bustina del tè sul bollitore è un'immagine splendida.)
   
 
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