L'aurora era il momento della giornata che Marin amava di meno: Non riusciva ad apprezzarne i tenui e caldi colori, il canto degli uccelli, il suono ed il profumo della Natura che pian piano si risveglia, dando vita ad un nuovo giorno.

Non riusciva a coglierne la piena bellezza, perché ogni volta che scorgeva nel cielo il sorgere del sole, qualcosa dentro di lei moriva lentamente.

<< Devi proprio andare? >>

Marin si sollevò leggermente e si coprì con il lenzuolo, voltandosi tristemente in direzione di Aiolia che, in quel momento, si stava rivestendo frettolosamente per fare ritorno alla Quinta Casa, così come faceva ogni singolo giorno.

La fanciulla sospirò profondamente, sconsolata.

<< Aiolia, ti prego. >> mormorò con voce fioca << Resta ancora un po'. >>

Il cavaliere si voltò verso l'amata e le sorrise debolmente.

<< Marin, sai che non posso farlo. >> rispose << Non posso sottrarmi ai miei doveri, ho prestato un giuramento e non posso certo tradire le mie promesse. >>

<< Lo so, ma... >> Marin si alzò dal letto e si avvicinò ad Aiolia con passo lento e sinuoso << ...Speravo che per una volta potessimo fare uno strappo alle regole. >>

Aiolia ridacchiò sommessamente, mentre Marin lo cingeva da dietro e lo baciava dolcemente sul collo.

<< Marin, questo non è da te! >> esclamò in tono sorpreso << Che ti prende? Solitamente sei così responsabile e ligia al dovere. >>

La sacerdotessa sospirò nuovamente, con fare malinconico.

<< Sono stanca di dovermi nascondere, Aiolia. >> disse << Non sopporto più tutti questi inganni e sotterfugi, vorrei solo essere libera di vivere il nostro amore alla luce del sole! >>

Aiolia sospirò a sua volta e si girò verso Marin, accogliendola fra le proprie braccia e stringendosela forte al petto.

<< Lo so, Marin... Anche io lo vorrei. > ammise << Sarei felice di poter gridare ai quattro venti il mio amore per te, ma sappiamo entrambi che non è possibile! Abbiamo giurato fedeltà alla dea Athena e non possiamo andar contro al suo volere. >>

Marin si morse con forza il labbro inferiore ed annuì con rassegnazione, non riuscendo – tuttavia – a tacere un gemito di disapprovazione.

<< Non pensi mai a quanto sarebbe più semplice la nostra vita se fuggissimo da tutto questo? >> chiese << Niente più guerre, niente più segreti e sotterfugi... Niente più doveri! Non dovremmo rendere conto a nessuno, Aiolia... Saremmo solamente tu ed io. >>

Aiolia scoppiò in una sonora risata e guardò la sua compagna come se fosse completamente impazzita.

<< Fuggire, dici? Oh, Marin... Ma questa è pura follia! >>

Marin arrossì di colpo, soffocando un leggero risolino imbarazzato.

<< Sì, hai ragione. >> bisbigliò in tono di resa << E' solamente una follia. >>

Aiolia le sorrise e poi si sporse in avanti per baciarla, prima di stringerla nuovamente in un lungo e caloroso abbraccio; Marin si aggrappò con forza al corpo del suo uomo, quasi avesse paura di vederlo scivolare via da un istante all'altro.

Poi chiuse gli occhi e sospirò tristemente.

“Follia” pensò “Sì, è solamente una follia.”

Eppure, nel profondo del suo cuore, sapeva che sarebbe stata disposta a qualsiasi cosa, pur di assecondare quella follia.