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Autore: I am Gio    11/07/2016    1 recensioni
AU!AllHuman
(Immancabilmente Solangelo)
"Nico di Angelo aveva sempre avuto questa voglia di scappare. Non si era mai sentito appartenente ad un posto, non aveva mai avuto niente che gli facesse capire che si trovasse a casa."
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"Voglio stare con te, Will, perché mi sono irrimediabilmente innamorato di te.-
Fece una pausa, ma riprese subito dopo prendendogli la mano.
-Ma mi devi stringere Will, mi devi stringere a te Will perché sono un vagabondo senza speranza e non ho le forze per poter fermarmi in un posto senza che nessuno mi aiuti."
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nico di Angelo aveva sempre avuto questa voglia di scappare. Non si era mai sentito appartenente ad un posto, non aveva mai avuto niente che gli facesse capire che si trovasse a casa. Sentiva come se il continuare a spostarsi da un posto all'altro, da un'università all'altra, gli avesse dato rifugio. Rifugio da tutti i dispiaceri e rancori che questa vita gli aveva già dato, fin troppo. Maria di Angelo era morta quando lui era ancora troppo piccolo per capire, ma il fato aveva voluto portargli via anche sua sorella Bianca anni dopo. Un incidente fatale, per la sorella e per l'animo puro di Nico. Aveva capito, lui sapeva di non poter più affezionarsi a nessuno. Così aveva vissuto la sua vita in attesa della famigerata età per potersi lasciare tutto alle spalle. Aveva lasciato un biglietto sul cuscino del suo letto intatto, dicendo al padre di vivere una vita spensierata con la sua nuova moglie; dicendogli di non pensare più a lui, come aveva fatto per tutti quegli anni. Prese la sua roba, la macchina con Jules-Albert e se ne andò il più lontano possibile, convinto di poter ricominciare. Ma non fu così. 
 
Nico di Angelo viaggiava senza metà da più di tre anni quando conobbe Will Solace. Alto, biondo, sorridente e con una quantità insuperabile di lentiggini a solcargli il viso da ragazzino, coperto però da un po' di peluria. 
Jules-Albert non stava decisamente bene, così Nico aveva insistito per fermarsi in ospedale, per qualche accertamento. Non sarebbe stato capace neanche di capire se fosse febbre o qualcosa di peggiore, ma non si preoccupò più di tanto quando i dottori gli dissero che, essendo Novembre, probabilmente si era solo preso uno dei soliti virus invernali. Decise quindi di dedicarsi a se stesso mentre di dottori facevano una visita di routine.
Stava prendendo un caffè, mentre studiava per l'ennesimo esame che avrebbe dovuto dare per farsi ammettere alla nuova università, lì a New York, quando Will si sedette vicino a lui solo per chiedergli se il caffè fosse veramente così buono da poterci spendere qualche dollaro. Un approccio ben poco piacevole. -Porta all'imperattività e all'insonnolenza, oltre a tutti i problemi cardiovascolari, una grande somministrazione non è per niente consigliata, ordini del dottore.- ma Nico continuò ad ignorarlo, fin quando non gli prese il libro per capire cosa stesse studiando -Letteratura e lingua straniera, italiano suppongo dalla bandiera accanto al titolo!- -Devo recuperare un esame, vorrei il mio libro indietro, la mia solitudine e la pace di potermi bere un buon caffè- rispose con tono tranquillo, dalla quale trapelò un filo di irritazione. Il biondo sorrise e restituì il libro, gli passò il caffè e poi restò a guardarlo, mentre l'altro, immerso nel libro, non faceva neanche caso alla figura accanto a lui.
-Perché sei qui in ospedale?- proruppe pochi minuti dopo Will. -Il mio autista non si sentiva bene- -Hai un autista?- -E tu hai la capacità di farti gli affaracci tuoi?- rispose alzando la testa dal libro per poter rispondere al simpatico ghigno che solcava la faccia del biondo, ma l'espressione irritata di Nico traballò quando vide gli occhi del ragazzo: azzurri e brillanti come un cielo estivo. "Casa" dissero a Nico, "Questa è la tua Casa" continuò a leggere lui. 
 
E dopo due mesi Nico era ancora a New York. Era uscito diverse volte con Will dopo l'ospedale. Aveva scoperto che ogni pomeriggio si trovava nella sala del dottor Esculapio perché voleva imparare sul luogo il lavoro di medico, suo grande desiderio sin dai tempi dell'infanzia. Aveva riso, scherzato e pianto con Will. Gli aveva raccontato la sua storia, i luoghi visitati, i fatti imbarazzanti accaduti e la sua passione per la letteratura, passataglieli da sua sorella, che a sua volte le era stata passata dalla madre. Era andato a casa di Will a mangiare e aveva conosciuto i suoi innumerevoli amici. Lo aveva visto felice e anche lui sentiva la felicita fin dentro alle ossa. Dopo poco tempo la vita di Nico si era trasformata: se Will era triste, anche lui lo era; se Will era preoccupato, lui si preoccupava di farlo rilassare; se Will era sereno il cuore di Nico si riempiva di gioia. La cosa peggiore si rivelò però essere la non presenza del biondo. Nico si sentiva vuoto e senza emozioni, lasciato un'altra volta ai suoi incubi. Voleva scappare. Ma non scappare lontano, quel pomeriggio di Gennaio aveva deciso di voler scappare da tutto quel buio che lo aveva accompagnato fino a quel giorno, lui voleva lasciare la sua mente annebbiata dal dolore e il suo cuore pesante di oscurità per poter vedere quella fiamma di speranza di poter costruire qualcosa di solido nella sua vita diventare sempre più ampia. 
Così iniziò a uscire di casa, non avvisò Jules-Albert, corse e basta. Non voleva che il suo cuore diventasse freddo, così urlò il nome di Will per strada, giusto per rendersi conto che lui voleva condividere la sua via con il ragazzo che aveva dato uno stop a tutti i suoi viaggi senza meta. Era sicuro di poter vedere un nuovo inizio. 
 
Entrò nell'ospedale dove sicuramente lo avrebbe trovato. Lo scovò infatti nello stesso bar del primo giorno che lo aveva visto, seduto sullo stesso tavolino, sulla stessa sedia, come se lo stesse aspettando. 
Si sedette vicino a lui e lo guardò negli occhi.
 
"Casa"
 
-Will devo parlarti, è importante.- gli occhi del biondo si allarmarono.
 
"Casa"
 
-Non voglio più non avere un nome, non voglio più vivere nell'oscurità, voglio essere Nico di Angelo, con una storia, in una città. Con amici, nemici, vicini di casa e magari anche una persona più importante di qualsiasi amico. Ho lottato a lungo con la mia giovinezza e con tutti i suoi ricordi, questo mi ha portato a fuggire, perché mi raggiungeva sempre, ovunque mi nascondessi. Ho sempre faticato tanto per vivere la verità che irrompeva nella mia vita, ma alla fine non ce l'ho mai fatta, sono sempre scappato.- 
Prese fiato ed alzò la voce in modo che anche la parte più profonda di se stesso potesse sentirlo.
-Voglio stare qui con te Will, voglio vivere nella mia "casa" ovvero quella che mi hanno dato i tuoi occhi sin dalla prima volta che li ho visti. Voglio stare con te Will perché mi sono reso conto di essermi irrimediabilmente innamorato del tuo sorriso, della tua voce e del tuo modo irritante di approcciarti con le persone. Mi sono innamorato delle tue braccia che mi stringono quando fa più freddo e delle tue labbra che mi fanno venire la pelle d'oca man mano che si avvicinano al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa che solo noi possiamo conoscere. Voglio stare con te, Will, perché mi sono irrimediabilmente innamorato di te.- 
Fece una pausa, ma riprese subito dopo prendendogli la mano.
-Ma mi devi stringere Will, mi devi stringere a te Will perché sono un vagabondo senza speranza e non ho le forze per poter fermarmi in un posto senza che nessuno mi aiuti. Ho bisogno che tu mi stringa e che mi aiuta ed io ti prometto che imparerò ad amare il cielo in cui sono sotto. Ma ti prego Will, aiutami.-
Avvicinò il suo viso a quello del biondo, sfiorò con il naso il suo e notò che le lentiggini erano diventate meno evidenti, forse per il rossore sulle guance del ragazzo. Lo stesso ragazzo che dopo due secondi di incomprensione disse davanti a tutti -ma vada a fottersi tutto!- e lo baciò spingendosi in avanti, portando Nico ad indietreggiare, fin quando non posò le sue mani abbronzate sui fianchi del moro che automaticamente gli cinse il collo. 
-Accetto Nico di Angelo, accetto di stringerti forte per tenerti qua con me.- e gli sorrise. 
Nico di Angelo non aveva più questa irrefrenabile voglia di scappare. 
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE
Buongiorno cari, o dovrei dire buonanotte visto l'orario in cui pubblico questa storiella che mi frullava in mente già da un po'. 
È tutto basatosulla canzone "Hopeless Wanderer" dei Mumford  & Sons, che io amo con tutto il cuore e che sono andata a vedere il 4 di luglio, quindi sono abbastanza fissata ed estasiata per quella serata. Credo che il testo della canzone si adatti molto a Nico, che spero non sia troppo OOC, ho cercato il più possibile di stare nel personaggio. 
Eee niente, questa è la mia prima one-shot/fan fiction, quindi spero piaccia a tutti voi. 
Un bacio e un tortino a tutti voi!
Gio
  
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