Parole come foglie d'autunno sulle labbra

La notte era ancora giovane. Il chiaro di luna si insinuava tra le mura di Villa Kido sottoforma di tante lame di luce.
Celato tra eleganti giochi d’ombra Shun esitava dietro alla porta che lo separava da Lui.
Ripeteva lo stesso percorso da diverse notti ormai, coprendo quei pochi passi che separavano la sua stanza e quella di Hyoga, ripentendo a se stesso che questa volta glielo avrebbe detto.
Ma era inutile. Per quanto cercasse di farsi coraggio rimaneva lì, fermo davanti alla porta, tremando da capo a piedi. Pochi istanti, e ogni buon proposito veniva tradito, e Shun se tornava mestamente nella propria camera, solo e sconfitto.
Ma questa volta non sarebbe accaduto. Questa volta era più che mai deciso ad andare fino in fondo.
Il cuore di Shun batteva forte in petto e il ragazzino temeva che anche le sue gambe potessero cedere da un momento all’altro.
Mosso più dalla disperazione che dal coraggio, Shun si risolse a compiere violenza contro quell’istinto che gli imponeva di fuggire, e si decise ad entrare una volta per tutte.
Nemmeno bussò per evitare di cambiare idea all’improvviso.
Non appena ebbe varcato la soglia la figura di Hyoga gli si rivelò.
Una piacevole brezza primaverile entrava dalla finestra, ed egli era lì, accarezzato dalla luce diafana della luna e dalle ombre leggere della notte, e lo guardava.
Shun mosse pochi passi decisi verso di lui, ma non appena la distanza tra i loro corpi divenne minima si bloccò, come colpito da una scarica elettrica. Totalmente vulnerabile al suo sguardo, ma ormai incapace di sfuggirgli, cominciò a tremare.
Le poche parole che voleva dirgli morirono come foglie d’autunno sulle sue labbra.
Ma Hyoga aveva capito da tempo. Si chinò a raccoglierle tra le sue, e Shun si sciolse come neve al sole.

Gennaio 2013

Note:
Di nuovo scusate per la ri-pubblicazione, prometto che appena avrò terminato di risistemare la pagina arriverà anche materiale nuovo :)