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Autore: Tony Stark    11/07/2016    4 recensioni
Era una giornata di sole splendente.
Il sole splendeva alto nel cielo, ora che Solaire non poteva più vederlo.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Solaire di Astora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota di pre- storia: Per evitare confusione il protagonista verrà chiamato il Viaggiatore.
Piccola nota aggiuntiva: Le parti scritte a destra sono i pensieri del Viaggiatore. Mentre quelle centrali sono discorso diretto.












 
Una giornata di sole splendente
Non lui.
Quel pensiero fu rapidamente seguito da un altro.
Non oggi.
Il sole splendeva alto nel cielo, bagnando ogni cosa con i suoi raggi dorati. L’aria era calda, ma non torrida. Una giornata di sole splendente. Una giornata che lui avrebbe adorato.
Un ombra si stagliava sul ciglio dello strapiombo.
Non lui.
Non oggi.
L’ombra si stagliava senza posa davanti a quel sole splendente. Il volto non era inclinato verso il cielo, non osservava quell’astro luminoso.
Non può essere..
Non lui.
La luce dorata lo illuminava appena, l’elmo luccicava di scintillii dorati. Lui avrebbe amato quella giornata.
Il Vuoto non l’aveva ancora notato. Ma il Viaggiatore non riusciva a portare la mano alla spada, non riusciva a fare altro oltre che guardarlo. Il sole scaldava la sua armatura d’argento.
Non lui.
Non oggi.
Il Viaggiatore fece qualche passo verso il Vuoto, non volendo credere a quello che vedeva.
Ora riusciva a vederlo chiaramente, non sembrava tanto diverso… Forse… Forse si era solo sbagliato.
Forse lui si era semplicemente perso nell’osservare quel sole che alto splendeva nel cielo terso.
Si dev’essere così.
Il Viaggiatore lasciò che un sorriso gli stendesse le labbra. In quel mondo tanto ostile, sapere che ci fosse almeno qualcuno con cui poter semplicemente parlare, con cui poter restare anche in silenzio in contemplazione di quell’astro, che per il Viaggiatore era diventato così interessante dopo aver ascoltato le sue parole piene di fede e di entusiasmo, era una cosa confortante.
< Solaire >
Lo chiamò dolcemente, in appena un mormorio. Non voleva disturbarlo dalla sua contemplazione, voleva solo renderlo partecipe della sua presenza. E poi sentì un suono, un sibilo aggressivo…
No, No, No!
Non lui… Non lui.
Aveva già sentito quel verso, era tipico dei Vuoti… sibilavano sempre quando si rendevano conto della sua presenza, poco prima di attaccarlo.
Solaire… il Vuoto aveva sfoderato la spada e si era lanciato contro di lui in uno scatto, il Viaggiatore aveva evitato il fendente appena in tempo, sfoderando la spada a sua volta.
No… Solaire, ti prego…
No…
I suoi fendenti erano violenti, senza nessuno stile… nessuna eleganza. La spada non volteggiava più in aria prima di fenderla, attaccava e basta. Crudele, violento… Bestiale.
Il Viaggiatore schivava o parava i suo attacchi, non riusciva a fare quello che aveva fatto più e più volte. Uccidere i Vuoti… liberarli dalla loro sofferenza.
Quello che stava succedendo era ingiusto… era ingiusto che oggi che il sole splendeva così luminoso, Solaire non avrebbe potuto vederlo e ammirarlo.


Oggi era una giornata di sole splendente, lui l’avrebbe amata. Una giornata così luminosa… viva, il sole sembrava quasi schernirli con i suoi raggi, sembrava quasi schernirlo, perché ora, ora che non poteva più rendersene conto, il sole sembrava aver deciso di pagare quella sua fede incrollabile, facendolo risplendere con i suoi raggi dorati.
Solaire…
Le loro spade si incrociarono in aria in una pioggia di scintille, con uno stridio quasi stordente, perché Solaire non l’avrebbe mai attaccato con tanta ferocia.
Il Viaggiatore strinse la presa, imprimendo più forza nel blocco, la mano, guantata di metallo, che premeva contro la lama per rendere quel blocco stabile, impossibile da rompere.
Solaire…
...Mi dispiace.
Poteva vedere bene i suoi occhi, adesso che erano tanto vicini. Non c’era niente… nulla, nessuna stilla di emozione brillava in quegli occhi vuoti, bianchi… privi di qualunque umanità.
Il sole splendeva alle loro spalle, i suoi raggi riscaldavano il metallo della sua armatura al punto tale da renderla quasi bollente.
< Solaire… Fermati >
Non sapeva perché l’avesse detto, non si era nemmeno reso conto di averlo fatto fino a che non aveva sentito la sua stessa voce… spezzata in un lamento sofferente.
Ma il Vuoto non lo sentiva, attaccava.. attaccava… sperando di spezzare la sua guardia. Sperando di ucciderlo una volta per tutte.
< Solaire, fermati… Ti prego… Solaire! >
Le spade stridevano una contro l’altra, come se anche loro urlassero per quello scontro terribile.
Il Vuoto non arretrava, lo guardava sibilando ferocemente, spingendosi in avanti con tutto il suo peso nel tentativo di rompere la sua guardia, di superare quel blocco che gli impediva di affondare la spada nel suo corpo.

 

Il sole brillava nel cielo come una perla luminosa, splendente. I suoi caldi raggi avvolgevano la figura di quello che era stato il Cavaliere del sole. Come se finalmente si fossero decisi a ripagare quella fede… ora, ora che lui non poteva saperlo. Ora che di lui non era rimasto che un essere vuoto…
Il Viaggiatore non riusciva, non riusciva a fare null’altro se non pararsi dai suoi attacchi e supplicarlo con voce rotta di fermarsi… di smettere quell’inutile battaglia.


Perdere tutti, era forse questo il suo destino? Lui era l’ultimo, l’ultimo rimasto.. ed era anche stato l’unica persona di cui si fidasse davvero nell’intera Lordran.
< S-Solaire… Perdonami >
Fu il sussurro del Viaggiatore. Solaire… Il Vuoto non diede segno di averlo sentito. Il Viaggiatore con una rapida spinta, lo sbilanciò e, ancor prima che il Vuoto si riprendesse, gli sferrò un fendente dritto alla mano, non protetta dal guanto… Non riuscendo ancora a porre fine alla vita del suo più caro amico.
Il Vuoto lasciò cadere l’arma, ma questo non gli impediva di certo di attaccarlo, si lanciò ancora una volta contro di lui. Il Viaggiatore evitò la presa, chinandosi sotto di essa, per poi alzarsi rapido e sollevare la spada nello stesso istante.
Ma al momento di scagliare il fendente mortale… esitò.
Io… non posso..
Non ci riesco..
Il Vuoto riuscì a bloccarlo, il Viaggiatore sapeva di potersi liberare senza alcuna fatica da quella presa… ma non fece nulla. Solaire lo guardava con quegli occhi privi di qualunque umanità, non c’era nulla in quello sguardo.
Il Viaggiatore si piegò in avanti, solo di un po’, poggiando la fronte contro l’elmo di metallo, ancora stranamente freddo. Gli occhi del Vuoto erano così chiari adesso, riusciva a vedere, nascosto da quel biancore spento un ombra dell’azzurro limpido di cui quegli occhi avevano sempre brillato.

 
Il Vuoto emise un verso frustrato, la patetica imitazione del ringhio di una fiera feroce.
< Solaire, perdonami…>
Un sorriso triste piegò le labbra del Viaggiatore. Un ombra di delusione oscurò quegli occhi blu così similari a quegli occhi azzurri che (solo per un istante) aveva sperato di vedere ancora una volta.
< Non ne sono capace… non riesco a liberarti da questa maledizione >
 

Il sole splendeva ancora alto nel cielo, brillava luminoso… vivo. I suoi raggi li illuminavano rendendoli splendide sagome luminose di un aura bianca, evanescente come la luce di un anima morente.
E poi il Vuoto tentò di strappargli la spada di mano. Il suo istinto, lo fece agire ancor prima di pensare, ruggendogli nel sangue. Si allontanò velocemente, sollevando la spada, prima che il Vuoto lo attaccasse, e la calò con fredda logica contro il collo del Vuoto poco sotto le ultime lamine metalliche dell’elmo.
Il Vuoto emise un ultimo verso, a metà fra un grido stridulo e un sibilo ringhiato, e poi crollò al suolo.
Il Viaggiatore s’immobilizzò dopo essersi reso conto di ciò che aveva fatto. La spada lunga si conficcò nel terreno non appena la lasciò, scivolando poi a terra persa la presa con suolo polveroso.
Crollò in ginocchio, al fianco del suo più caro amico. Sollevandolo con delicatezza, mentre i suoi occhi si facevano lucidi di lacrime trattenute per il mero orgoglio di essere il Prescelto fra i non-morti.
< Perdonami, Solaire… Perdonami, perdonami >
La sua voce era spezzata dai singhiozzi soffocati, lui il guerriero che aveva eliminato alcuni fra i demoni più pericolosi, andando avanti, morte dopo morte, dopo aver visto le persone di cui si fidava morire… Non ce l’aveva più fatta, si era spezzato, era crollato. In un ultima dimostrazione di quell’umanità che avrebbe dovuto perdere tempo prima.
< Perdonami… perdonami >
Lo ripeté come una litania dolorosa.
Il sole cominciava a tramontare tingendo d’oro il cielo, tingendo d’oro lui e il suo più caro amico.


Era stata una splendida giornata di sole.
L’avresti adorata, Solaire.
 
L’ultimo raggio di quel sole, adesso (anch’esso) morente si posò sul viso del Viaggiatore. Scaldandolo col suo ultimo sprazzo di calore. Come l’ultimo saluto di un caro amico che sapeva di dover andare via per sempre.


Come se quella fosse la sua ultima carezza, il loro ultimo caldo bacio.
< Addio, Solaire. >
   
 
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